Riascoltati per voi – Radiohead – OK Computer by Jankadjstrummer

 

https://youtu.be/1uYWYWPc9HU

ok computer

E’ inutile dire, le democrazie occidentali sono tutte uguali, la lotta per il potere è senza esclusioni di colpi e i candidati a governare sono disposti a tutto pur di accaparrarsi il voto degli elettori, ne sappiamo qualcosa noi Italiani in fatto di promesse giurate in campagna elettorale dagli imbonitori di turno che dimenticano immediatamente, varcata la soglia del Parlamento, i motivi per cui sono stati eletti. “Electioneering”, brano contenuto in questo OK Computer mi ricorda, ad ogni ascolto, la dabbenaggine di noi italiani che diventiamo creduloni ed ingenui ad ogni tornata elettorale. La durezza e la violenza del brano ci deve spingere, forse, ad abbozzare una qualche reazione……. Stiamo parlando del capolavoro  dei RadioHead uscito nel 1997, il disco che segna la svolta: non più musica brit-pop in stile Smith ma sperimentazione in studio per cercare un linguaggio sonoro diverso. Questa rubrica “riascoltati per voi “ è stimolante perché mi da l’occasione di riascoltare i dischi che più mi sono piaciuti durante tutti questi anni con molta calma, per coglierne le sensazioni, le tecniche sonore utilizzate e non ultimo i testi.

Il disco parte con un brano molto tirato dove chitarra e batteria creano un suono incandescente dal titolo “Airbag” mentre la voce quasi neniosa di Tom Yorke ci rivela una sua recondita paura: la guida dell’automobile. “Airbag” è un episodio ben riuscito e ben arrangiato impreziosito da un violoncello che ripercorre il riff chitarristico mentre il basso e la batteria crescono fino al gran finale che si conclude con dei bip che annunciano il capolavoro del disco: “Paranoid Android”  6 minuti e mezzo di sofferenza, suoni viscerali che si alternano alla bellissima voce questa volta melodiosa e sofferta di York. Questo pezzo è diviso in più movimenti ed è sorretto da un testo denso di disperazione i Radiohead riflettono sul crollo  della  generazione degli anni 80, sugli yuppies cocainomani vuoti e senza speranza. Musicalmente la prima parte del pezzo è costituita da delicati accordi di chitarra  unito a accordi di basso originalissimi fino a che non parte la chitarra di Jonny Greenwood aggressiva e grondante di malessere  che lascia il posto al movimento più triste, caratterizzato dalla voce di Yorke che in falsetto ricrea una atmosfera desolante fino al ripetersi del verso “God loves his children, yeah” che ci conduce ad un finale  sonoro che lascia svuotati.
A questo punto i Radiohead capiscono che devono fermarsi un attimo dopo un pezzo così straziante ed intenso,inseriscono, quindi, un bellissimo e tranquillo arpeggio che è il preludio a “Subterranean Homesick Alien” brano che richiama nel titolo un vecchio pezzo di Bob Dylan, “Subterranean Homesick Blues”. Qui viene sviluppato il concetto di alienazione che è il leit-motiv di tutto l’album a cui si accompagna una melodia particolarmente dolce. Poi parte “Exit Music (For a film)” anche questo  pezzo tocca punte altissime di lirismo, supportato da accordi acustici su cui gioca bene la melodia triste di Yorke . Segue “Climbing up the walls”, un rock lento ma reso acido da suoni distorti. Finalmente si riesce a vedere un po’ di luce il suono diventa più sereno quando parte  “Let Down”, in perfetto stile brit-pop, canzoncina orecchiabile che smorza molto la tensione del disco ma che, tuttavia, nasconde un ottimo arrangiamento, specialmente nel coro e nei riff di chitarra. Una piccola incursione nell’ elettronica introduce “Karma Police”, forse il brano più conosciuto del gruppo. E’ una classica melodia orecchiabile ma che cela un malessere esistenziale ai limiti della paranoia , con questo pezzo, in effetti, la tensione cala e il testo diventa un motivo per ridicolizzare il perbenismo stupido di chi vede nemici e potenziali delinquenti dappertutto si ironizza sull’ignoranza e sui luoghi comuni del cittadino medio che chiama le forze dell’ordine quando vede magari un giovane con i “capelli tagliati alla Hitler”.  La canzone è bellissima e ricorda molto lo stile  “beatlesiano” che tanto ha influenzato il brit-pop Dopo questo pezzo il disco approda verso lidi più sperimentali  “Filter happier” nel testo si ironizza sulla “ perfezione del genere umano” mentre il tema di “Lucky” è l’amore reso più ideale da cori e assoli di chitarra in perfetto stile Pink Floyd in cui la voce, dolce e triste, di Yorke tocca punte altissime di espressività.
“The Tourist”, invece, scritta da Johnny Greenwood, è malinconica, supportata dalla voce mesta e dilatata di Yorke prima che un carillion e un abbozzo di ninna nanna ci consegni una favolosa “No Surprises”, un brano dolcissimo ed insolitamente ottimista. E’ stata dura ma siamo  arrivati  alla fine di OK Computer,  i RadioHead ci hanno consegnato un capolavoro che resterà nella storia del rock, l’apice della loro carriera prima della svolta elettronica che trovo meno interessante. E’ risaputo che i capolavori sono unici loro ne sono consci tanto che dopo questo successo planetario hanno continuato la ricerca e la sperimentazione verso altri approdi non raggiungendo mai i traguardi raggiunti con questo lavoro, non sarebbe stato possibile né giusto tentare di bissare il lirismo,i sentimenti, l’intensità poetica   di cui è pregno questo”Ok Computer”

  1. Airbag
  2. Paranoid Android
  3. Subterranean homesick alien
  4. Exit music (for a film)
  5. Climbing up the walls
  6. Let down
  7. Karma police
  8. Filter happier
  9. Electioneering
  10. Lucky
  11. The tourist
  12. No surprises.     BUON ASCOLTO DAL VOSTRO JANKADJSTRUMMER.