27 APRILE 2010 – UNA BELLA SERATA DI MUSICA CON I BAUSTELLE – LA CRONACA DEL CONCERTO. by Jankadjstrummer

 

27 APRILE 2010 – UNA BELLA SERATA DI MUSICA  CON  I BAUSTELLE  – LA CRONACA DEL CONCERTO.

Solo 2 anni fa i Baustelle si erano esibiti in un piccolo club di Firenze davanti ad un pubblico di fans fedelissimi ed in quella occasione non ho potuto far altro che constatare una grossa differenza qualitativa tra il prodotto in  studio e la dimensione live del gruppo toscano. Ora in aprile 2010 dopo l’uscita dell’album “ I mistici dell’Occidente “ quando si parlava dell’imminente concerto al Sashall di Firenze, ho avuto un momento di perplessità , riusciranno a rendere un buon prodotto in un teatro di 5000 o più posti. Non nascondo che io adoro i Baustelle, trovo Francesco Bianconi una persona colta, un abile paroliere, quello che si può definire un poeta underground capace di costruire storie sincere con una forte ironia. Così, ho invitato il mio amico Rocco R., grande estimatore del gruppo, a seguirmi. Contrariamente a quanto succede spesso, arriviamo al Sashall alle ore 21:00, il tempo di sorseggiare una birra fresca ed entriamo in una vera e propria bolgia infernale, locale strapieno, quello che si dice il pubblico delle grandi occasioni, ci guardiamo un po’ in giro, tanti giovanissimi ma anche tanti attempati come noi  a dimostrazione della trasversalità del pubblico , si abbassano le luci e si ode un suono anzi la vibrazione di un oboe che intona le prime note di “l’indaco” che apre anche il nuovo disco, poi ad uno ad uno entrano gli GnuQuartet ( autori degli arrangiamenti), una sezione fiati e percussioni di chiara matrice rock, poi, vestiti con lunghe tuniche bianche un quartetto di cori denominati dal Bianconi come “ il coro degli angeli dell’Occidente”  un mix di voci pseudo-gospel, un ensamble fascinoso già al fianco dei Baustelle in sala di registrazione per il nuovo album. Poi finalmente entra il trio dei Baustelle, abbigliati un po’ anni ’70, Bianconi con una camicia in perfetto stile hawaiano e donna Rachele Bastreghi stranamente molto sexy, magliettina scollatissima e con la bratellina sempre caduta. Il palco circondato da una scenografia bella ma nientaffatto pomposa, luci colorate, intense creano l’atmosfera giusta per il rito delle canzoni cantate dai fans. Parte la musica, il suono è potente e limpido, la voce di Bianconi che riesce a sovrastare sugli strumenti, finalmente si può seguire il testo,cosa impensabile all’ultimo concerto dei Baustelle a cui avevo assistito, il pubblico è coinvolto emotivamente, uno stuolo di ragazze poco più che ventenni davanti a noi che canta le canzoni del nuovo album riproposto quasi per intero, così scorrono “le rane”, “S.Francesco” “Follonica”, I mistici dell’Occidente e via discorrendo, pochissime parole tra un brano e l’altro ma solo cambi di strumenti che la dicono lunga sulla genuinità del gruppo non abituato ai riflettori. La band è in ottima forma, il pubblico si divertite e il tempo scorre velocemente, la seconda parte del concerto è dedicato ai pezzi del passato che offrono l’occasione per apprezzare la maturità artistica del gruppo, Il risultato è stato uno spettacolo bello e coinvolgente, personalmente ritengo che sia stato un concerto di qualità che il pubblico ha apprezzato molto a dimostrazione che spesso mantenere degli standard alti alla fine ripaga e non vale assecondare il pubblico con prodotti scadenti ma d’impatto. Il bis chiesto a gran voce dal pubblico non è stato granchè soddisfacente  affidato a “charlie fa surf “cantato in coro dal pubblico, sarebbe stato meglio aver continuato con  “il liberismo ha i giorni contati” oppure “Baudelaire”, ma tutto sommato sono uscito soddisfatto, il mio amico Rocco R si è divertito molto, sono queste le cose che contano e che ci rendono felici…..

IL LIBERISMO HA I GIORNI CONTATI 

E’ difficile resistere al Mercato, amore mio. Di conseguenza andiamo in cerca di rivoluzioni e vena artistica. Per questo le avanguardie erano ok, almeno fino al ’66. Ma ormai la fine va da sé. E’ inevitabile. Anna pensa di soccombere al Mercato. Non lo sa perché si è laureata. Anni fa credeva nella lotta, adesso sta paralizzata in strada. Finge di essere morta. Scrive con lo spray sui muri che la catastrofe è inevitabile.Vede la Fine. In metropolitana. Nella puttana che le si siede a fianco. Nel tizio stanco. Nella sua borsa di Dior. Legge la Fine. Nei sacchi dei cinesi. Nei giorni spesi al centro commerciale. Nel sesso orale. Nel suo non eccitarla più. Vede la Fine in me che vendo dischi in questo modo orrendo. Vede i titoli di coda nella Casa e nella Libertà. E’ difficile resistere al Mercato, Anna lo sa. Un tempo aveva un sogno stupido: un nucleo armato terroristico. Adesso è un corpo fragile che sa d’essere morto e sogna l’Africa. Strafatta, compone poesie sulla Catastrofe.Vede la Fine. In metropolitana. Nella puttana che le si siede a fianco. Nel tizio stanco. Nella sua borsa di Dior. Muore il Mercato. Per autoconsunzione. Non è peccato. E non è Marx & Engels. E’ l’estinzione. E’ un ragazzino in agonia. Vede la Fine in me che spendo soldi e tempo in un Nintendo dentro il bar della stazione e da anni non la chiamo più.

 JANKADJSTRUMMER

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