I WILCO A FIRENZE 11 OTTOBRE 2012 – LA RICERCA DEL SUONO PERFETTO

IL LIVE DEI WILCO A FIRENZE  11 OTTOBRE 2012  – LA RICERCA DEL SUONO   PERFETTO

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Fuori piove incessantemente ed io,come al solito, arrivo con Pietro il mio inseparabile compagno di concerti all’ Obihall ( ex glorioso Teatro Tenda) un minuto prima che si spengano le luci della grandissima sala peraltro non pienissima; cerchiamo un punto in cui la visuale e il suono possa arrivare perfetto. Ore 21:30 entra in scena Tweedy accolto con entusiasmo e da un boato d’applausi, abbigliato all’americana da vero folk-singer, camicia jeans, cappello sugli occhi, a testa bassa e imbracciando una bella chitarra acustica intona le prime di note di  Ashes of American Flags una bella canzone quasi west-coast poi la stupenda  Art of Almost, questi primi due pezzi danno l’idea di come sarà il concerto, un susseguirsi di ballate quasi folk con dei brani ritmati tipici del suono Wilco, schitarrate elettriche, tastiere e percussioni dall’andamento ondivago fatto essenzialmente di suoni pacati e sostenute risalite di toni che sono esercizi di stile per i bravissimi musicisti. Poi altri due brani dal loro ultimo lavoro “ The whole love” e il pubblico è in visibilio, cantano in coro la magnifica Black Moon, cerco di avvicinarmi lateralmente al palco per scattare qualche foto e rimango calamitato dall’attrezzatura a terra del chitarrista, una pedana di aggeggi strani che credo servono forse per gli effetti wha-wha, una sfilza di pedali che onestamente non riesco a capire a cosa servono ma che danno l’idea che la ricerca del suono, la sperimentazione siano il loro punto di forza quello che li distingue dalla moltitudine di gruppi rock che invadono i nostri clubs. In effetti il sound è perfetto, limpido, senza sbavature, un amico trovato in sala mi riferisce che già dal mattino il gruppo era impegnato nel sound-check che la dice lunga sulla puntigliosità del gruppo. La scaletta fila liscia ed   arriva il momento di   “ Impossible Germany “ che si conclude con un incredibile assolo di chitarra finale in cui Nels Cline dà prova di una tecnica e una sicurezza certamente fuori dal normale. Un virtuosismo chitarristico emozionante di quelli che si ricordano e mentre picchia sulle corde creando una barriera sonora, mi soffermo sulla scenografia alquanto semplice e senza sfarzi, le luci sono prevalentemente blu e rosse con tantissime abat-jour che ricordano le esibizioni dei Talking Heads; La band, se vogliamo, non ha inventato niente di nuovo ma la cosa che salta subito agli occhi è che si tratta di un gruppo ormai maturo nello stile capace di stupire ed emozionare al tempo stesso. Il concerto scorre veloce senza sosta, Tweedy sempre molto schivo   e   riservato   non   si  scioglie, rimane   serio   e   professionale, solo   qualche   accenno   di ringraziamento all’ovazione che gli riserva il pubblico alla fine di ogni brano. I musicisti a turno, hanno i loro momenti di gloria, le tastiere, la batteria si esprimono con maestria a dimostrazione che il gruppo è coeso e ben organizzato, non si capisce , quindi, il motivo per cui il pubblico italiano sottovaluti  questo poliedrico sestetto, nonostante sia considerato da tanti critici, a torto o a ragione, come la migliore rock n’roll band del pianeta nonché  il gruppo preferito del Presidente degli Stati Uniti d’America Obama( è una buona referenza, non trovate!).  Il concerto va avanti e noi ci stiamo divertendo,   anche   Pietro,   che   non   conosceva   molto   i  Wilco   sembra   apprezzare   la   maniacale costruzione dei brani cerchiamo di cogliere le varie influenze dall’arcipelago rock, notiamo echi e assonanze con Crosby-Stills-Nash e Young, i primi Dire Streats, Grateful Dead ma è solo perché sono nel bagaglio di ogni musicista, il sound dei Wilco rimane originale e non surrogato, lo dimostrano nel bis quando Jeff Tweedy attacca con  Born Alone, ma anche con pezzi ormai classici del repertorio come Can’t Stand It e  Passenger Side, fino allo splendido finale sulle note di  I’m a Wheel . Un concerto di classe e stile, canzoni semplici ma mai leggere e frivole perché arricchite con qualcosa che rende grandi le band: la sperimentazione e la ricerca del suono migliore. Si torna a casa soddisfatti, non senza aver prima sorseggiato una birra, sentendosi privilegiati quasi per aver partecipato ad un evento esclusivo, riservato ad un ristrettissimo numero di fans.   Dal vostro Jankadjstrummer

Scaletta dei brani in concerto

  1. Ashes Of American Flags
  2. Art Of Almost
  3. Outtasite (Outta Mind)
  4. Black Moon
  5. Spiders (Kidsmoke)
  6. Impossible Germany
  7. Born Alone
  8. How To Fight Loneliness
  9. Misunderstood
  10. California Stars
  11. Handshake Drugs
  12. Jesus, Etc.
  13. Whole Love
  14. Can’t Stand It
  15. Dawned On Me
  16. Hummingbird
  17. A Shot In The Arm

Bis

  1. Passenger Side
  2. Kamera
  3. I Might
  4. Hate It Here
  5. I’m Always In Love
  6. Heavy Metal Drummer
  7. I’m The Man Who Loves You
  8. I’m A Wheel
I WILCO A FIRENZE 11 OTTOBRE 2012 – LA RICERCA DEL SUONO PERFETTOultima modifica: 2020-04-16T15:06:39+02:00da giancarlopellegrino