JOHNNY CASH – Dalla prigione di Folsom in California non si vede la luce del sole…… by Jankadjstrummer

 

JOHNNY CASH – Alla Prigione di Folsom non si vede la luce del sole…..

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Qualche giorno fa mi è capitato di trovare, nelle scorribande sonore su internet, uno spezzone di documentario che raccontava un evento memorabile nella storia della musica: il concerto che ha tenuto Johnny Cash dentro la prigione di Folsom in California nel 1968 ed immortalato nell’omonimo LP.

 “All you have with you in the cell is your bare animal istinct. I speak partly for experience, I’ve been behind bars a few times”.                                                            Tutto quello che avete con voi nella cella è il nudo istinto animale. Parlo un po’ per esperienza, sono stato dietro le sbarre un paio di volte ”
Johnny Cash non è un personaggio bizzarro che si è messo in testa di varcare i cancelli di un carcere di massima sicurezza per proporre le sue canzoni, per cercare vana gloria ma un uomo provato dalla vita, un uomo che ha conosciuto gli abissi della dipendenza da anfetamine, la crisi esistenziale e qualche volta una  fredda cella del carcere e che cerca di uscirne fuori con la musica e con i suoi compagni d’avventura della band, compresa la dolce June Carter che è in procinto di sposare. Johnny vuole poter parlare ai detenuti alla pari come con dei veri amici, proporre canzoni, esternare sentimenti con l’atteggiamento di chi vuole un dialogo con personaggi sfortunati come spesso si sentiva lui.
Nel concerto in scaletta non inserisce i suoi pezzi classici, quelli che lo hanno immortalato come il “ man in black” ma brani che raccontano storie, che parlano di persone comuni sopraffatte dalla solitudine e dalla morte come in “I Still Miss Someone” e in “The Long Black Veil” due ballate che diventeranno memorabili  oppure storie di detenuti  che  cercano di evadere come in “The Wall” o che si lasciano andare a sentimenti dolorosi ma capaci di scrivere lettere struggenti ai propri familiari come in “Send a Picture Of Mother”. Ma torniamo al concerto, che credo fosse organizzato nella sala mensa, Johnny si presenta al suo pubblico con uno sbrigativo “Hello, I’m Johnny Cash” come a dire sono venuto per condividere con voi qualche ora perché ero anch’io un detenuto, anch’io ho varcato la soglia del carcere per qualche tragica combinazione e sono felice di potervi dare sentimenti e passione con le mie canzoni. Parte, quindi, con Folsom Prison Blues”, caratterizzato da un bel suono galoppante di chitarra, per raccontare il dolore e la sofferenza di chi non ricorda più come sia fatta l’alba di chi non può assaporare il dolce gusto della libertà. Oltre tremila detenuti sono in delirio, applausi, grida di approvazione rimbombano nella sala spoglia, il palco improvvisato quasi non contiene la band dei Family Carter i due chitarristi Perkins e Luther accompagnano il suono potente di Johnny che dimostra di essere un vero e proprio trascinatore rivolgendosi con le liriche al suo particolare pubblico e rapendoli con la sua amichevole umanità, sentimenti  di cui forse hanno più bisogno. Cash tocca nervi scoperti, ferite non rimarginate né per sé  e nè per i suoi amici prigionieri, cosi si lascia andare  e parla di droga come strumento che aiuta l’uomo a sopportare  le crisi e  il malessere esistenziale nell’inno “Cocaine Blues”, parla di amore negato ai detenuti in “Give My Love To Rose”, romanticismo, è vero, ma privo  di sdolcinatezze a  dimostrazione che i suoi brani provengono da un uomo sensibile pronto concedersi senza riserve spogliandosi dei panni della star ma cantando a squarciagola il desiderio di libertà. Ma Cash non vuole portare nella prigione di Folsom solo malinconia o l’inquietudine dei sentimenti umani vuole anche divertire,smorzare i toni tristi di chi è costretto a pagare gli errori, di chi è costretto a privarsi delle passioni ,con ironia, quindi, si prende gioco delle miserie  in una sorta di valzer che è “Busted”,  e scherza anche sugli ultimi minuti prima di salire sul patibolo in “25 Minutes To Go”,  oppure  inventa una storia  molto comica, apprezzata dai reclusi,  in  “Dirty Old Egg-Sucking Dog”, che narra le vicende di un cagnolino senza padrone che mangia le galline. Il country blues di Cash impersonifica  il vagabondo senza legge che armato di sola voce roca e chitarra  racconta le sue storie in uno show  che è un concentrato di  tensione e di tanta emozione controllato dai secondini che placano le esuberanze di ladri ed assassini che, senza falsi moralismi, vengono trattati come  fratelli.

 

Questa storia riversata su un disco è quanto di meglio si possa ottenere da un artista e mette in evidenza le tante sfaccettature della personalità di Cash, considerato nell’arco della sua 50ennale carriera come  drogato,religioso, romantico, galeotto ecc ecc, nella prigione di Folsom  si concentrano le varie anime a dimostrazione che Cash è stato un personaggio che è caduto ma è riuscito a rialzarsi, ha convissuto con le sue fobie con  il suo malessere interiore ma ha combattuto senza tregua fino all’ultimo.

 

  1. 1. Folsom Prison Blues
    Busted *
    3. Dark as the Dungeon
    4. I Still Miss Someone
    5. Cocaine Blues
    6. 25 Minutes to Go
    7. Orange Blossom Special
    8. Long Black Veil
    9. Send a Picture of Mother
    10. The Wall
    11. Dirty Old Egg Sucking Dog
    12. Flushed From the Bathroom of Your Heart
    13. Joe Bean *
    14. Jackson (con June Carter)
    15. Give My Love to Rose (con June Carter)
    16. I Got Stripes
    17. The Legend of John Henry’s Hammer *
    18. Green, Green Grass of Home
    19. Greystone Chapel

 

JANKADJSTRUMMER

 

JOHNNY CASH – Dalla prigione di Folsom in California non si vede la luce del sole…… by Jankadjstrummerultima modifica: 2020-05-16T15:52:36+02:00da giancarlopellegrino