I MIGLIORI DISCHI DEL 2020. by JANKADJSTRUMMER

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COME OGNI ANNO VI SEGNALO I 15 DISCHI CHE PIU’ ASCOLTATO E CHE , A MIO INSINDACABILE GIUDIZIO, RAPPRESENTANO IL MEGLIO DELLE USCITE DEL 2020.

  1. RUFUS WAINWRIGHT – UNFOLLOW THE RULES
  2. FLEET FOXES – SHORE
  3. FIONA APPLE – FETCH THE BOIT CUTTERS
  4. SUFJAN STEVENS – THE ASCENSION
  5. ELVIS COSTELLO – HEY CLOCKFACE
  6. BEN HARPER – WINTER IS FOR LOVERS
  7. ANDREW BIRD – HARK!
  8. THE WAR ON DRUGS – LIVE DRUGS
  9. GRETA VAN FLEET – ANTHEM OF THE PEACEFUL ARMY
  10. BRUCE SPRINGSTEEN – LETTER TO YOU
  11. TAME IMPALA – THE SLOW RUSH
  12. KENDRICK LAMAR – DAMN
  13. NINA SIMONE – SPOTLIGHT ON NINA SIMONE ( RACCOLTA)
  14. THE WATERBOYS – GOOD LUCK, SEEKER
  15. PRETENDERS – HATE FOR SALE

 

https://youtu.be/s_iyIXOvwpk

LA CRONACA DEL CONCERTO THE STRANGLERS LIVE AL VIPER CLUB DI FIRENZE 17 APRILE 2012 BY JANKADJSTRUMMER

THE STRANGLERS LIVE AL VIPER CLUB DI FIRENZE 17 APRILE 2012

L’evento è di quelli che non bisogna farsi sfuggire, The Stranglers di passaggio dall’Italia per solo due date, Firenze e Milano e per un concerto che si preannuncia epico: non credo che abbiano mai fatto tappa a Firenze. Certo forse bisognava averli visti alla fine degli anni ’70 quando dopo una parentesi  punk rock e ben tre album che ben rappresentavano un sound originalissimo rispetto al puro panorama punk inglese. In effetti i componenti della band provenivano tutti da diverse esperienze: Hugh Cornwell dal  blues, il bassista Jean Jacques Burnel era un chitarrista classico, il batterista Jet Black dal jazz, e Dave Greenfield suonava nelle basi militari. I loro primi album, in particolare Rattus Norvegicus e No More Heroes  entrambi con bellissime copertine in perfetto stile gotico ( castelli medievali, armature, teste di uccelli ma anche una tomba ornata da una corona di fiori) erano pieni di brani che divennero presto delle hit, lontani, quindi, dagli eccessi del punk, rappresentavano probabilmente in nuce quello che sarebbe stata la new-wave. Poi con il loro capolavoro The raven del 1979 la separazione dal punk fu netta, i brani erano più articolati sia dal punto di vista musicale che dei testi. Le tematiche trattate riguardano le droghe, il viaggio dei vichinghi, il nucleare ed anche alcuni eventi politici. Poi ancora lavori che sfornavano hit da classifica fino alla metà degli anni ’80 molto lontani dai furori punk ma capaci di uno stile personalissimo intriso di art rock, vere e proprie ballate in cui si sente l’influenza del rock psichedelico dei Doors. Ma veniamo alla serata al Viper club di Firenze ( una bella struttura in perfetto stile club, bel palco e un parterre in salita che permette una buona visuale, locale ormai diventato il tempio del rock a Firenze ). Arriviamo in macchina con Fabio ( grande rockettaro) e il fedele Pietro che mi segue in queste scorribande, lui è più giovane ma apprezza molto la buona musica “ datata”. Certo non ne facciamo mai una giusta, arriviamo alle 21:45 e il concerto è già iniziato siamo al loro quarto pezzo      “ Romance” il sound che ci accoglie è potente, il gruppo si muove bene sul palco, aguzzo la vista e non posso non notare che i componenti, a parte di batterista sostituito all’ultimo momento, sono ultrasessantenni ma ben piantati sul palco, il bassista Jean-Jacques Burnel si muove continuamente, il  chitarrista e cantante  Baz Warnea, nuovo acquisto dagli anni 2000 ha energia e potenza nella voce e si lascia andare a riff di chitarra con movimenti delle dita sulle corde  ben assestati, veloci che galvanizzano il pubblico. L’unico imperturbabile è Dave Greenfield il tastierista che dietro la sua torre di tastiere e moog picchia sui tasti e continua a sorseggiare un beverone gigante perchè probabilmente deve integrare i liquidi che perde da questa fatica. Parte il “nostro” secondo brano  Hanging Around, tastiere, ben in evidenza, che partono con il loro tipico giro e la voce veloce e potente che rende il brano particolarmente coinvolgente, il pubblico apprezza molto, tanti cantano in coro il brano altri ascoltano in religioso silenzio magari ricordando forse con nostalgia i loro 20 anni, perché di questo si tratta, basta dare una occhiata al pubblico e nel buio della sala illuminata dalle luci del palco per scorgere tanti cinquantenni canuti calamitati da tanta energia. Il concerto scorre veloce e senza interruzioni, poche parole nemmeno in inglese se non per dare il doveroso “tank you”, gli Stranglers non si risparmiano, danno fuoco alle micce riproponendo i loro brani più conosciuti intervallandoli con qualche pezzo del loro ultimo album     “ giants”. Ma non si tratta, secondo me, di un concerto incentrato sul nuovo disco da promuovere  perché  i brani in scaletta provengono dall’intera loro produzione, hanno proposto, infatti, anche brani punk velocissimi di 1 minuto e mezzo per far felici i ragazzi delle prime file, cavalli di battaglia in cui la voce solista su un tappetino di basso e tastiera diventato, ormai,  il loro marchio di fabbrica, hanno riscaldato il numeroso pubblico accorso per questo concerto-evento. Per quanto mi riguarda il concerto non ha deluso le mie aspettative,immaginavo quello che poi in realtà è avvenuto: ho riascoltato brani storici suonati con la grinta giusta che mi hanno fatto fare un salto indietro di 30 anni ma senza nostalgia se non per la pura spensieratezza che si ha a quella età, alla fine del concerto, in attesa del bis un uomo si è avvicinato alle transenne e ha urlato ai musicisti che stavano ritornando sul palco che intonassero “ Shah shah a go go “ un classico dall’album “The raven” perché, a suo dire “ era la colonna sonora dei suoi trip “ in questa frase c’è l’essenza della musica degli Stranglers, una band che ha saputo coniugare il nichilismo punk con i suoni psichedelici di doorsiana memoria e capace, quindi, di reggere ancora alle mode. Una bella serata che ha divertito tutti, a mezzanotte ero già a casa, un fatto inconsueto per chi frequenta i concerti ma forse utile per la platea di questa sera in prevalenza un po’ avanti con gli anni che l’indomani deve svegliarsi per recarsi al lavoro……sic

Ecco i brani in scaletta  o perlomeno quelli che ricordo e che non è detto siano in questa sequenza:

  1. Romance
  2. Hanging Around
  3. Time Was Once On My Side
  4. Golden Brown
  5. Strange Little Girl
  6. Giants
  7. Something Better Change
  8. Mercury Rising
  9. Shut Up
  10. Time to Die
  11. Relentless
  12. Peaches
  13. No More Heroes
  14. Duchess

BIS

  1. All Day And All Of The Night (cover The Kinks)
  2. Tank

 

Dal vostro JANKADJSTRUMMER

SENTIMENTALE – GLI ALUNNI DEL SOLE – JENNY E LA BAMBOLA – by JANKADJSTRUMMER

.JENNI
GLI ALUNNI DEL SOLE – JENNY E LA BAMBOLA –

E’ inutile, nessuno può esimersi dalla nostalgia, dal  ricordo dell’adolescenza, dalla visione in bianco e nero delle feste in casa con i compagni di scuola in attesa dei “ lenti” che regalavano i primi turbamenti, i primi approcci con la  ragazza con cui speravi di imbastire una storia sentimentale. Nel rivivere queste immagini, i luoghi della giovinezza bisogna necessariamente essere accompagnati da una colonna sonora che non può non essere Jenny e la Bambola degli Alunni del Sole. L’altra sera parlavo al telefono con il Dr Nac che mi ha ricordato questo disco e tutto quello che rappresentava per dei ragazzi che nel 1974, anno di pubblicazione dell’album,avevano sedici anni. Così sono andato alla ricerca dell’album per riascoltarlo e con estremo stupore mi sono accorto di essere investito da una grande tenerezza, faccio partire la prima traccia intitolata “Un manichino in vetrina” e come per incanto riesco a ricordare la storia di Jenny e dell’incontro con il suo amore estivo, fugace. L’immagine che si coglie è il binario di una stazione e questa bella ragazza in attesa del suo treno con in mano una bambola di cartone. Suoni dolcissimi di chitarra acustica e pianoforte rendono questo quadretto ancora più intenso e tenero. Paolo Morelli ( il cantante) immagina di percorrere con lei le vie del mercato sotto gli sguardi ammirati dei passanti mentre i suoni dei violini e delle mandole sembrano lanciare petali di rose al loro passaggio. Non lo ricordavo cosi suggestivo questo inizio, anche il secondo brano “la bambola di cartone” segue lo stesso clichè, la ragazza alle prese con la sua bambola a cui aveva cucito un vestitino adornato con dei fiori di carta, a cui  truccava il viso e che  teneva stretta al suo petto quando il treno prende la sua corsa, qui l’innamorato gli grida tutto il suo amore ma lei non sembra sentire, un distacco che diventa dolore nel ricordo delle belle serate in riva al mare quando una orchestrina suonava da lontano e i due innamorati erano felici. La musica che fa da tappeto a questi sentimenti espressi con estrema sincerità e dolcezza, è una sorta di progressive che gioca con violini, tastiere e flauti nella descrizione delle luci delle lampare e nelle ombre di gente che balla e si diverte. Una immagine molto raffinata ma tanto malinconica. Il suono del piano e dell’armonica è il preludio al brano “Jenny e la bambola( I° parte ) “, qui è Jenny che parla del suo amore per un giovane più grande di lei, un amore contrastato dai genitori, il dialogo con la sua bambola, regalata probabilmente da questo ragazzo,  a cui rivela le sue fantasie di adolescente e  il desiderio di fuggire via,  il tutto su una musica lenta  con formidabili tocchi di  piano e mandolino. In “Jenny e la Bambola(II parte)” Jenny ormai adulta, ritrova in soffitta la sua bambola e la porta con sé come simbolo della sua adolescenza Qui la musica diventa orchestrale, belli gli arrangiamenti, il pianoforte e gli archi che rendono raffinato e leggero l’accompagnamento. Il brano Jenny chiude il cerchio, finalmente si racconta la storia d’amore estiva tra lui e lei. Promesse scambiate e poi dimenticate in un vortice di chitarra acustica, basso e una voce romantica e lieve. Poi altre due canzoni che non fanno parte della storia di Jenny: “un’altra poesia “ che ebbe un grande successo come 45 giri, una dichiarazione d’amore attraverso la dedica di una poesia, brano delicato, reso ancora più dolce da un bell’arrangiamento;  infine “Canzoni d’amore “ un brano forse riempitivo ma reso suggestivo dalla voce di Paolo Morelli. Il disco termina come termina questo tuffo nel passato alla ricerca forse di immagini di momenti lieti in cui l’unico impegno era un po’ di studio.  Jenny e la bambola è uno dei primi concept-album nel panorama musicale italiano, ebbe un grande successo di pubblico e di critica che consacrò il gruppo nel filone sentimentale pur riconoscendogli una forte maturità stilistica e musicaleBuon ascolto o riascolto da  Jankadjstrummer

https://youtu.be/KBFS7Jr2yE0

JENNY

Jenny sembrava felice/ di correre lungo,il mare di andare, tornare, giocare di farsi perdonare/io le baciavo le ciglia, che meraviglia felici, eravamo felici, ma… l’estate finiva, e,…
dovevo lasciarla jenny era tanto sicura che noi ci saremmo trovati di nuovo di certo anche lei, non sapeva dove
pero’ io le,ho creduto quante promesse scambiate, dimenticate sincera, sembrava, sincera,e poi…davvero era bella
per me la piu’ bella! na, na, na, na, na na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na,
jenny era la mente mia, era dentro le foglie, nel vento dentro l’acqua, nel sole, sui monti anch’io io le dormivo dentro
quante foto con amore che m’avra’ lasciato e quante le notti di mare che… son stato con gli occhi alle stelle a… pensarla na, na, na, na, na na, na, na, na,  na, na, na, na,
ore di allegria e,anche ore di malinconia non ci pensare sei mia, ma… sapeva che finiva poi le baciavo le labbra,
dopo,un po’ le ciglia felici, eravamo felici, ma… l’estate finiva, e,… dovevo lasciarla na, na, na, na, na na, na, na, na,
na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na!!!.|

https://youtu.be/S8KVzqMjUPE

Intervista esclusiva a Finaz chitarrista della Banda Bardò a cura di Jankadjstrummer

 

Intervista a Finaz della Banda Bardò all’indomani dell’uscita del suo primo album solista “ guitar solo”.

JANKADJSTRUMMER : Grazie di aver accettato un intervista  per i miei amici  appassionati di rock e non solo:  Finaz per cominciare vorrei farti qualche domanda riguardo alla Banda Bardò arrivata in questi giorni al ventennale della carriera, 20 anni sono tanti forse abbracciano almeno 2 generazioni di giovani, trovi differenza nel pubblico di ieri e di oggi? E in che modo cercate di intercettare con i testi lo spirito e i sentimenti delle migliaia di ragazzi che affollano i vostri concerti?

Finaz: Non notiamo tantissime differenze tra il pubblico di ieri e quello di oggi nel modo di approcciarsi alla musica. La musica rimane uno dei pochi momenti in cui tutti ci sentiamo uniti. Si canta, si balla, si salta insieme. Una sorta di rito tribale primordiale per liberare e sublimare le energie tutti insieme. Chiaro che dopo il concerto quando incontri le persone cogli spesso un velo di sottile angoscia per la incertezza dei giorni che viviamo…non facciamo assolutamente niente per intercettare il nostro pubblico. La formula della Banda è essenzialmente quello di fare ciò che artisticamente ci rende soddisfatti, in completa libertà. Il nostro pubblico si riconosce in ciò che facciamo e ci segue.

finaz

JANKADJSTRUMMER.: Ho assistito nel corso di questi anni a 2 vostri concerti e devo dire che in entrambi i casi la cosa che più mi ha colpito  è la vostra capacità di coinvolgimento del pubblico, è impossibile rimanere freddi, voi siete un live band capace di divertire ma senza avere uno stile musicale ben definito, i vostri testi sono impegnati a tratti rabbiosi ma nello stesso tempo  capaci anche di grandi passioni e d’amore, in che rapporti siete con il vostro pubblico, cosa cercate di trasmettere e la cosa più importante cosa ricevete?

Finaz: noi cerchiamo sempre di trasmettere la gioia della musica, della vita. A volta anche la fatica di vivere, di affrontare certe situazioni. Il tutto però con la leggerezza e la ironia della nostra toscanità. Nei nostri testi puoi trovare spesso figure grottesche, antieroi, ma anche ritratti di persone che impostano la loro esistenza sulla gentilezza, il rispetto per gli altri, l’ambiente. Non ritengo che Bandabardò sia un gruppo politicizzato, ufficialmente prendiamo posizioni partitiche o cosa. Ma la politica è imprescindibile perchè fa parte del nostro essere cittadini, è chiaro che certe posizioni possono sembrare vicino a qualcosa o qualcuno, è normale. Ma non saliamo sul palco per fare comizi piuttosto la nostra è denuncia di quello che non ci va e dichiariamo il nostro amore per le persone che invece fanno tanto per la nostra società. Nei testi più che di rabbia io parlerei di ironia ei ci esprimiamo più con metafore esistenziali rappresentando storie che secondo noi fanno pensare e riflettere. 

JANKADJSTRUMMER  parliamo un po’ della vostra musica: ho l’impressione che abbiate tantissime influenze che affondano radici sia nel cantautorato impegnato anni ’70 ma anche nel rock e nella musica popolare, un mix esplosivo che nei concerti diventa quasi una rito collettivo, il pubblico balla ma lo fa cantando cosa che è difficile che succeda in altri concerti, siete unici in questo, cosa muove secondo te questo atteggiamento, qual è il segreto?

Finaz:  la nostra musica è sempre stata caratterizzata dalla miscellanea di tanti generi differenti. Questo perchè siamo sei musicisti ognuno con la propria formazione, con i propri gusti, con la propria storia. Ci rispettiamo e cerchiamo di influenzarci a vicenda. Ecco perchè trovi la canzone d’autore, il rock anni settanta, il funky, il flamenco, lo swing…sono tutti veicoli per esprimere la nostra libertà di composizione. Ci fa sorridere quando ormai dopo più venti anni siamo diventati un genere. Qualcuno dopo un festival di Sanremo ci dice che “stanno copiando la vostra musica”…ritengo che sia impossibile perché non siamo un genere musicale, non basta chitarra acustica o un ritmo popolare rivestito di rock…siamo molto più complessi dietro l’ apparente semplicità.

JANKADJSTRUMMER:  per finire con la Banda Bardò, come festeggerete la vostra ultraventennale attività della band?  avete progetti  nel breve periodo? Oltre alla musica siete impegnati in altre attività collaterali?

Finaz:  Siiamo stati in tour costantemente per  oltre venti anni, festeggiamo stando finalmente a casa. A parte gli scherzi veramente ci siamo presi una pausa per dedicarci sia ai progetti personali, sia alla composizione del nuovo lavoro che giocoforza dovrà contenere sia un sunto della nostra storia, ma anche delineare il futuro cammino della banda. Unica cosa che facciamo è presentare al Giffoni film festival il documentario che sky arte sta producendo sui nostri venti anni. Anche qui noi abbiamo voluto dirigere i lavori e abbiamo coinvolto il nostro caro amico Carlo Lucarelli e ci siamo inventati una finta puntata di Blunotte in cui Carlo investiga sul mistero della bandabardò…come è stato possibile che sei freakkettoni sgangherati imperversassero per tanti anni in Italia e all’estero? Mah….

JANKADJSTRUMMER   Parliamo adesso della tua esperienza da solista, da dove nasce l’esigenza di esprimere la propria dimensione artistica e il proprio pensiero, in perfetta solitudine, senza i soliti compagni di viaggio? Tutto sommato oltre alla banda Bardò ti sei sempre prestato a molte collaborazioni con molti artisti anche internazionali che un po’ ti hanno dato l’opportunità di esprimerti al di fuori dalla routine della Banda, qual è a molla che è scattata?

Finaz :  la esigenza di “Guitar solo” è stata dettata semplicemente dal mio gusto per le sfide. Ho suonato con tantissimi artisti sia italiani che stranieri, ho calcato i palchi dei festival più prestigiosi. Cosa mi mancava? Affrontare un disco e un live in completa solitudine, soprattutto senza usare loops, sequenze registrate. Solo io è la mia chitarra e qualche effetto progettato da me medesimo.

JANKADJSTRUMMER: “Guitar solo”  lo ritengo un disco importante fuori dagli schemi in cui hai dimostrato di non avere rivali in quanto alla purezza del suono della tua chitarra acustica, sei soddisfatto del risultato?

Finaz:  sono molto soddisfatto. Io pensavo di dare vita a un progetto che si esaurisse nell’arco di un paio di mesi. Fai il cd, lo presenti, un piccolo tour…pensavo che fosse un progetto di nicchia, per chitarristi e amanti del genere. Invece sono in tour dallo scorso novembre e ho già collezionato più di 60 date, alcune radio passano i brani e sono presente nei più importanti festival come Il Medimex, Pistoia Blues, Sarzana Acoustic meeting, Franciacorta acustica… E prossimamente partirò anche per un giro estero che comprende non solo Europa ma anche Canada e Stati Uniti. Molto soddisfatto, anche perchè noto che il pubblico che viene ai concerti non è specializzato in chitarra e, inoltre, non segue neanche Bandabardò, vengono proprio per questo specifico progetto.

JANKADJSTRUMMER: nel disco è presente una cover di “ no surprises” dei Radiohead ma anche  il brano “blue Haze”,un bellissimo tributo al mito di  Jimi Hendrix, cosa ha rappresentato per te e in che cosa ti ha influenzato?

Finaz: Per quanto riguarda NO surprises è semplicemente un brano che adoro. Per quanto riguarda Hendrix…lui è tutto. L’inizio e la fine, alto e basso, destra e sinistra…un tributo che ogni musicista deve pagare. Il più grande.

JANKADJSTRUMMER: Sei un virtuoso della chitarra e come tale credo che tu passi molto tempo con lei, Cosa rappresenta per te? Un amore, una compagna, uno strumento di lavoro o cosa?

Finaz: semplicemente una parte del mio corpo e della mia mente. Inseparabile

JANKADJSTRUMMER:  Finaz, ti ringrazio tantissimo per la tua disponibilità.

Grazie a te janka