Zone d’ombra

Quello che non so di te alimenta la mia passione, più di quello che conosco. Basta qualche elemento di quello che non so, un punto di partenza, l’inizio, per immaginare qualsiasi cosa. Perché basta poco per sovrapporre la mia fantasia alle tue zone d’ombra. E più zone d’ombra trovo in te e più spazio ho a disposizione per poterci mettere il mio respiro.

Zone ombra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E unirlo al tuo.

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Stelle

E siamo lì, ansiosi di vivere questa notte fatta di cieli stellati e stelle cadenti, di teli stesi sulla sabbia, di desideri e speranze.

E siamo lì, con il naso all’insù, pronti a “catturarne” una, dieci, cento.

Immersi nella notte fatta di stelle “amiche” a cui confidare i propri segreti, fatta di preghiere, di pensieri racchiusi in pezzi di carta e sigillati dalle fiamme di un falò.

E siamo lì, distesi, accanto all’amico, all’amica, a chi amiamo, a chi abbiamo appena conosciuto.

Pronti a urlare, ridere e scherzare.

 

2rom59z

 

E siamo lì, pronti ad esclamare: “l’ho vista!”

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Vota il blog!

Il brano rap che state ascoltando contiene, in brevi punti, qualche espressione “colorita”. Le persone sensibili  o poco propense ad ascoltarle, sono pregate di schiacciare immediatamente il tasto “stop” . Grazie. :)) 

Con questo post, stasera vorrei lanciare una vera e propria “proposta/provocazione”. Pensavo a quanto sarebbe interessante se “Libero” introducesse per i nostri blog dei metri di valutazione. Pensavo a qualcosa tipo trip@dviso_r, avete presente? Il turista, dopo aver soggiornato in un hotel o in un residence, esprime il proprio giudizio attraverso dei simpatici pallini colorati, da uno a cinque. Voci ben definite che potrebbero essere, nel nostro caso: “profilo”, “grafica”, “contenuti”, “immagini”, “rapporti col blogger”. La media di questi voti potrebbe [almeno teoricamente] rassicurare chi, volutamente o per puro caso, s’imbatte nel nostro profilo o blog. L’idea potrebbe rivelarsi utile. Certo, bisognerebbe perfezionare il tutto: stabilire a chi dare la possibilità di voto, il numero di possibilità, stabilire dei criteri [magari in base alla data di registrazione] e via dicendo. Sia ben chiaro, la proposta non nasce per discriminare, per dividere i blog belli da quelli brutti. Niente di questo. Né è mia intenzione creare un’élite di blogger.

La mia proposta, che a questo punto diventa provocazione, sta nel trovare un mezzo per poter definitivamente filtrare i tanti, oserei dire anche “troppi”, finti blogger che non hanno nulla a che fare con questa community. Perché sono stanco di leggere di gente minacciata, insultata, beffeggiata al punto da non aver più il coraggio di scrivere il proprio vero nome. Da non visitare un blog “per paura di”. Che non commenta per non lasciare traccia. Questo non rientra nel mio modo di vedere una community fatta da veri blogger e, soprattutto, vere persone. Libere. La mia idea sarà pur una cavolata ma mi hanno sempre insegnato che ai problemi seguono subito le soluzioni e qui, finora, di soluzioni ne ho viste ben poche.

Ecco, forse ho trovato quella giusta: basterebbe un’autocertificazione? :)) Ok, inizio io.

“Io sono un bravo ragazzo”

Forse. ;))

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Fili che uniscono

Che la vita fosse fatta di fili, io l’ho sempre saputo. Che fosse intrecciata in modo da legare le persone, anche. Sapete come immagino questi fili? Colorati e di ogni specie. Fili invisibili che, al di là del tempo, riescono a tenere vicino il pensiero di più anime. Di forti, che stringono e avvolgono con la stessa intensità di un abbraccio senza fine. Altri sono lunghissimi e più sono lunghi, più avvicinano. Come fossero elastici.

Fili che sostengono le parole, che reggono i sentimenti, che ci allacciano alle idee, fili sospesi sulle nostre teste come canali che trasportano emozioni. Fili che trattengono ma che allo stesso tempo liberano e ti permettono di volare, come aquiloni in mezzo al cielo. E vedo due mani che mantengono le estremità di un filo che non si spezzerà mai, nonostante i nodi lenti e ingarbugliati di vite che troppo spesso si nascondono tra i gomitoli abbandonati in una cesta.

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