In quell’angolo della mia mente

Quello che mi ha colpito di lei è stata la sua semplicità. Quella sorta di luminosità e di trasparenza che difficilmente si trova in una donna. L’ho immaginata subito come una sognatrice. Di quelle che si perdono e sognano dopo aver letto una frase, una poesia, un libro. Sì, proprio così. L’ho immaginata bella, lo ammetto. Non appariscente ma raffinata, con quel qualcosa che ti prende, che ti acchiappa. E ti accende, eccome se ti accende. Ho colto le sfumature che la caratterizzano e le ho ammirate, quasi perso le ho fatte mie. Quel tipo di donna che quando ti circonda con il suo abbraccio sai con sicurezza che è lì con te, in quel momento, e in nessun altro posto.

Una donna difficile da spiegare, ma rara e stupenda nel suo genere.

 E non si può descrivere l’effetto che provochi dentro di me:

saresti capace di descrivere quello che si prova quando mordi

un pezzo di cioccolato? 

O la prima goccia d’acqua che tocca le labbra quando hai sete?

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Donna e femmina

Mi piace il tuo essere donna perché quando c’è da amare tu ami comunque, incondizionatamente. Perché parli nel giusto, senza inutili parole. Perché sai distinguere i sorrisi, quelli sinceri da quelli che non lo sono. Quelli di ogni giorno. Perché sai percepire il dolore e sai regalare il tuo sorriso al momento giusto. Perché riesci a vedere l’anima anche ad occhi chiusi. Ma io ho visto anche una donna proteggere quello che è suo. L’ho vista lottare con i denti e fare della propria intelligenza un mezzo di conquista. L’ho vista cercare e ottenere. L’ho vista graffiare con la propria seduzione e con il proprio corpo.

Si, amo il tuo essere donna. 

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Conservalo

Hai davvero un ricordo di me??? Dove inizia e in che punto finisce quel ricordo? Quando è apparso la prima volta? Sapresti descriverlo chiudendo gli occhi o è così lontano da vedere solo alcuni frammenti? Allora prova a definirlo, a descriverlo: bello, triste, allegro, spensierato, malinconico, estremamente sensuale. E’ il ricordo di una notte serena, delle parole sussurrate, delle promesse, di un momento, di tanti momenti, di mille brividi. Ma quanto dura poi, un ricordo? Il mio per esempio. Forse lo trovi in un attimo, nascosto tra quei brividi. Poco o tanto, quanto ci metti ad afferrarlo, a stringerlo a te e conservarlo? E’ questa la parte più difficile: conservare quel ricordo e non lasciarlo andare.

Mai.

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Diamanti preziosi

Alcune emozioni sono difficili da esternare. Allora trovi un modo per tirarle fuori, per portarle su. Magari scrivendole. Anche se scrivere le proprie emozioni, trasformarle in lettere, mette sempre un po’ a disagio.  Perché quando scrivi l’anima tende ad aprirsi. Poi ti rendi conto che è l’unico modo che hai per materializzare quello che ti passa dentro. Quello che desideri in un preciso momento della tua vita. E’ l’unico modo per ammettere che desideri [sempre e ancora] quel sorriso, per esempio.

Quello visto la prima volta, che ha riempito di luce quello che luce non era, che in un attimo ha rimesso a posto tutto, quel sorriso più bello di una sorpresa. Con le lettere poi, puoi esaltare quello sguardo. Due occhi belli e insostenibili. Così profondi da affogarci dentro, da perderti e non sapere più dove sei. Cerchi, con quelle lettere, di imprimere tutto quello che il cuore trattiene e non dimentica ma che la memoria si lascia spesso sfuggire. Ogni dettaglio, anche il più piccolo.

Come tanti diamanti preziosi.

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