Quel che resta

Per tutte le volte che ti domandi se ti penso quanto mi pensi tu.

Se anche tu rimani impigliata nel tempo. Nelle ore. Ai momenti.

Quando ci si tocca con il pensiero, in un respiro mancato, nel buio che s’illumina.

Si può desiderare l’anima più del corpo e cercare quel desiderio solo da lontano?

O scegliere l’attesa, quella dell’attimo prima.

Quel fremito lasciato alla distanza. A non potersi sfiorare.

Distanti tanto da odiare il destino.

Al punto da cercare negli occhi di chi ci guarda il ricordo

e il profumo dei nostri desideri.

Stringerei i denti e affronterei il freddo

sapendo di ricevere ancora il tuo calore

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Passo dopo passo

Con le mie labbra, sfiorando le tue. Con la tua sensualità, facendola volteggiare. Stringendoti come un dolce uragano e accendendo la tua passione. Lo sguardo si illumina, il tuo respiro tocca la mia pelle e, mano nella mano, entriamo nel vortice del desiderio. Sento i battiti, i passi, respiro il tuo fiato e vedo le nostre anime danzare. Insieme ai nostri corpi. Voglio sedurti,

sempre di più.

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Tu

Tu, davanti allo specchio mentre osservi il tuo viso. Tu, con l’espressione persa tra i pensieri, con gli occhi che diventano sempre più grandi come grandi sono le tue fantasie. Tu, che segui il movimento dei capelli quando s’infrangono sul tuo collo come onde del mare. Tu, in ogni colore: il rosa della pelle, quello degli occhi, il rosso delle labbra. Labbra dischiuse quasi a prendere un respiro, che in un niente formano un sorriso. Furtivo, malizioso, quasi provocatorio. Tu, che con un dito nascondi il suo contorno, fermo lì, sospeso nel mezzo di un desiderio.

Quel desiderio che in un attimo ti assale

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