QUANTE STORIE PER UN CONTO…SCONOSCIUTO

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IL MENU’ DI CORTESIA

 

 

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Sarà anche influencer e famosa conduttrice radiofonica in Australia, ma dovrebbe sapere che a una signora, a pranzo o a cena in un lussuoso ristorante, non si è soliti presentare il menù di cortesia. Spetta all’accompagnatore il menù con i prezzi. E accaduto a Venezia presso un noto grande hotel con vista laguna: lei e il suo compagno si sono accomodati e ovviamente i menù erano diversi: al compagno erano visibili i prezzi, a lei no. Hanno cenato, hanno trascorso una piacevole serata in un ambiente classico da alta borghesia. Il famoso menù di cortesia non è andato giù alla Abbie Chatfield: ha commentato piuttosto con acredine l’accaduto e quando le hanno spiegato il perché, ha precisato con enfasi sui social, dove ha raccontato l’avventura veneziana: “Il capofamiglia sono io”. Pertanto avrebbe voluto sapere i prezzi e decidere in prima persona cosa mangiare…a prescindere. Per lei è stato un gesto insopportabile e una offesa alle donne: “Il patriarcato prevale ancora…” ha ribadito e questa battuta non è andata giù ai ristoratori veneziani.  C’è chi ha voluto ben precisare il perché del menù senza prezzo: è facile che nella città lagunare, le coppie cenino a lume di candele in un clima elegante, emozionante e rispettoso della donna. Altri invece che non usano il menù di cortesia, sono decisi affinché la donna sappia cosa costino le pietanze e a quanto ammonterà il conto (salato) finale. Insomma, essere tacciati di antifemminismo non ci stanno tutti, mentre altri locali più raffinati sono per trattare la donna come ospite supremo e sublime senza creare perplessità per i prezzi belli alti. Secondo voi, come dovrebbero comportarsi per questo menù di cortesia che spesso si scontra con femministe esasperate e crea questi problemi?

 

 

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E LA GIACCA DOVE E’ FINITA?

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AIUTO! MI HANNO RUBATO LA GIACCA!

 

 

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Può accadere che in un museo possa essere rubata un’opera d’arte? Al museo Picasso di Parigi, è stata sottratta un opera esposta dal Maestro spagnolo Oriol Vilanova. Un  mostra sull’arte contemporanea, dove gli artisti espongono manufatti, oggetti e lavori, espressioni del loro “prezioso” modo di vedere il mondo. La giacca di Vilanova era una comunissima giacca da lavoro appesa al muro: non era lì per caso, ma non tutti sono in grado di valutare e ammirare questo genere di opere. Un pensionato di 73 anni, invece di fare come fanno tutti i suoi coetanei che non avendo altro da fare, si fermano presso i cantieri in attività e passano ore e ore a osservare il lavoro, ha preferito visitare un museo per arricchire il suo sapere. Bene, l’onesto pensionato, l’ha vista e ritenendo fosse stata dimenticata da qualcuno, l’ha tirata giù dal gancio e l’ha provata: non era la sua taglia, ma con qualche piccolo intervento sartoriale avrebbe potuto indossarla. L’ha porta via senza problemi e felice per l’appropriazione indebita. Allora, innanzi tutto complementi alla vigilanza del Museo Picasso: rubare qualcosa non è poi difficile lì dentro. Grazie alle telecamere hanno potuto vedere chi abbia commesso il furto e il pensionato è stato rintracciato. Ovviamente la sua buona fede, gli ha risparmiato la denuncia per furto e tutto è finito in gloria. Sappiate cari artisti del moderno e dell’arte “ad capocchiam” che questi rischi si corrono quando i visitatori non sono all’altezza di apprezzare le vostre proposte. Non tutti sono attrezzati per visionare opere come le vostre. Io fossi stato al posto del pensionato, sarei rimasto ore e ore a osservare la giacca chiedendomi: “Che caxxo avrà voluto dire l’autore?”. L’arte è bella perché si interpreta e sollecita domande all’incauto visitatore.   

 

 

 

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PAOLA TAVERNA: IL POSTO E’ MIO!

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E’ ATTACCATA ALLA SUA POLTRONA…

 

 

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A voler spiegare la ricorrente frase tra i politici: “E’ attaccato alla poltrona e non la molla”, basterebbe citare quanto accaduto alla senatrice grillina Paola Traversa. Significativo caso avvenuto l’altro giorno a Palazzo Madama sede del Senato Italiano, quando procedendo  per sedersi al “solito”  posto,  si è resa conto che le era stato cambiato per decisione del Direttivo del Gruppo che gestisce i 73 senatori: ovvero, hanno sposato alcuni per tenere seduti  “vicini vicini”  i componenti delle stesse commissioni. La Taverna, evidentemente non ha letto il messaggio su Instagram e quando si è resa conto di dover retrocedere di una fila , fermo restando settore e posto (uno indietro al precedente), è partita in quarta come il suo solito, ha cominciato a gridare come un’ossessa, comportandosi come spesso fa quando aggredisce verbosamente i colleghi dell’opposizione. Una scenata che ha stupito tutti, lasciando a bocca aperta persino i suoi amici di partito. Beh, ragazzi, chi conosce la Paola, sa che ha un carattere molto pittoresco e vivace,  verbosa nelle parole e poco disponibile al confronto. “Sono quattro anni che seggo sempre a quel posto, perché cambiare indietreggiando di una fila?”. Tanto si è agitata che senza alcuna perplessità, ha saltato le decisioni del Direttivo e si è rivolta ai questori del senato perché la riposizionassero alla postazione precedente. Nessun problema, a parte la scenata scadente sul piano dello stile e della buona creanza. Per me ha avvertito un brivido lungo la schiena quasi a preavvertirla su come una poltrona politica  non possa essere attaccata al culo…per sempre!

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