AMORE PER GLI ANIMALI

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CANE LADRO E BUONGUSTAIO                        getmedia

 

 

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Non mancano mai le occasioni per confermare l’amore per gli animali,  Gatti e cani sono certamente i più coccolati, ma non mancano tanti altri animali che convivono, abitano, sotto lo stesso tetto con gli umani. E’ singolare l’avventura che ha vissuto un cane che smarritosi e voglioso di tornare a casa, ha impiegato alcuni giorni per ritrovare la sua padrona. E’ accaduto in una piccola cittadina rurale del Canada e la signora ha voluto raccontare la particolare avventura vissuta dal suo cane perché è tornato a casa con un biglietto…legato al suo collo: “Gentile signore o signora, abbiate cura del vostro cane che visita il mio pollaio per mangiare le uova delle mie galline. L’ho già sorpreso tre volte!”.  Il messaggio terminava con il numero di telefono del mittente proprietario delle uova.  Sorpresa, la donna ha subito compreso che la persona non è stata violenta verso l’animale, ha solo richiamato l’attenzione perché fosse più attenta e severa verso il suo fedele compagno. Prova evidente è il P.S. del proprietario del pollaio:  “Non fargli niente di male, rimproveralo e parlagli “, ha concluso. Beh a questo punto la rete si è commossa, il twitter e stato letto da tantissima gente e le lodi verso l’uomo,  sono state tante perché non solo hanno ammirato la pazienza e la bontà della  persona, ma si sono commossi tutti perché è stato troppo generoso e si è preoccupato di mandarlo via senza alcuna repressione. Lo ha allontanato con il suo messaggio che si conclude appunto, con un consiglio molto prezioso per la signora. Bella storia, leggerla è motivo di riflessione e di ammirazione verso chi ama gli animali. Chiederei al proprietario del pollaio: “Ma le uova come le mangiava? A la coque? Sode? Oppure le beveva visto che erano belle fresche?”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BUON COMPLEANNO LEVI’S STRAUSS

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150 ANNI E NON SENTIRLI                                                          getmedia

 

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Alzi la mano chi non abbia mai indossato un jeans Levi’s Strauss! Correva l’anno 1873 e il sarto lettone Jacobs Davis con il fornitore di tessuti, Levi Strauss di origini tedesche, cominciarono a pensare di mettere sul mercato un paio di pantaloni che potessero soddisfare le esigenze suggerite dalla moglie di un taglialegna: creare un resistente paio di calzoni che potessero sopportare le difficoltà dei boscaioli che con il loro duro lavoro, sottoponevano i pantaloni ad ogni sollecitazione. Così nacquero i jeans: denim (tessuto molto resistente) e un piccolo dettaglio per il quale i due dovettero chiedere il brevetto all’ USPTO (U.S. Patent and. Trademark Office) per porre  i rivetti, ovvero, i tipici bottoncini in rame (ancora in uso) agli angoli delle tasche anteriori e posteriori, affinché non cedessero mai e le rendessero resistenti a tutte le sollecitazioni a cui le sottoponessero  tutti i lavoratori che li indossassero. La società di Davis Strauss – Jacob Davis cominciò ad operare a Reno in Nevada, e lentamente ma con molto profitto, in breve tempo, i due trovarono l’accordo definitivo per fare una grande società produttiva. In seguito fu aggiunto il numero del lotto “501” che rimane ancora oggi fondamentale nell’etichetta in cuoio cucita sul retro di ogni jeans. Un procedere che coinvolse tutti nel tempo: non solo lavoratori, non solo operai, ma tutti impazzivano tra gli anni ’50 e ’70 per i famosi jeans “Levi’s Strauss 501” : fu icona globale di cultura e stile che trascendeva età e classe sociale. Un grande traino poi, fu suggerito da Marlon Brando (che li indossò ne “Il selvaggio”, 1953), James Dean (“Il gigante”, 1956) e Marilyn Monroe (“Gli spostati”, 1961).  La biondissima Marilyn Monroe poi, dette la stura definitiva per le donne e allora fu il trionfo definitivo. 150 anni e ancora tanti anni ancora per i jeans: il tempo passa ma sia blu, azzurro, altri colori, nuovo, usato, stracciato alle ginocchia, macchiato e sbiadito all’inverosimile, resterà per molti anni ancora un must immortale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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TI BASTA UN KIT PER PUBBLICIZZARE IL TUO KEBAB?

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NON POTEVI FAR DI MEGLIO?

 

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Alla faccia dei manichei e dei bacchettoni, Gianluca Vacchi ha scelto la strada più più facile e più discutibile per fare pubblicità al suo nuovo lovale: Kebhouze, una catena di fast food aperti nelle grandi città. Il noto riccastro che vanta milioni di fans, ha pensato  bene di puntare sui giovani, infatti il Kebhouze non è il solito kebab che si trova dappertutto,  i suoi sono locali perticolari  e offrono alla giovane clientela, piatti speciali e con alimenti di alta qualità. L’imprenditore bolognese conosce bene il mercato e sa come fare per informare e invitare i giovani a frequentare la sua catena di fast food. La scelta pubblicitaria invece, ha scandalizzato animatamente l’opinione pubblica: la mascotte scelta per rappresentare il Kebhouze è un grande pupazzo rosso (in foto) che all’uscita delle scuole medie, distribuisce gratuitamente ai ragazzi, un kit dove sono conservati: un preservativo, fiammiferi, cartine e un buono sconto per visitare il suo locale.  Beh, come sapete a Vacchi paice vincere facile, ma ai genitori non è piaciuta l’iniziativa e del resto sembra più un invito a “consumare” ben altro oltre il buono sconto. Restiamo sempre dei bigotti? Non accettiamo ancora la rivoluzione sociale che rivolta i luoghi comuni e gli stereotipi per passare alla comunicazione diretta e chiara? Le polemiche sono tante, alcuni nicchiano: oggi i giovani sanno più di quel che pensiamo? Lascio a voi le considerazioni. 

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A BERLINO ORA SI PUO’

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MONELLACCIO GRANDE

 

A Berlino è legge: il topless nelle piscine pubbliche della capitale, è permesso.  Dopo una diatriba e una sentenza giudiziaria, i  berlinesi hanno dato il benestare per le libere tette in piscine pubbliche: “Pari diritti per tutti, maschi,  femmine e  non binari”.   Pertanto niente più inibizioni e libertà assoluta di mostrare il petto. Berlino è una grande città,  aperta  e liberale e non si creano problemi in tal senso. Pensate che vi sono parchi adibiti e frequentati da nudisti.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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NESSUN RIGUARDO E POCA CORTESIA

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“Non date la caccia a mio marito”

 

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Rispettare il prossimo è una regola di vita che dovrebbe valere per tutti.  Ormai la malattia che ha aggredito Bruce Willis è nota a tutti: “Afasia Frontotemporale” un male degenerativo che impedisce all’attore una vita attiva intellettualmente. Tutta la sua famiglia gli è vicino, anche l’ex moglie Demi Moore, si interessa alla sua salute. Lui cerca di muoversi, è in grado di farlo: va al bar per un caffè e/o incontrare amici, fa passeggiate sulla spiaggia, insomma, serenamente vive la sua vita. La moglie l’altro giorno ha diramato un comunicato per pregare e invitare giornalisti e fotografi, affinché lo lascino tranquillo e senza improvvisate che potrebbe scuotere la sua tranquillità: c’è una sorta di caccia all’uomo, un tendere trappole e agguati per catturare foto istantanee o eventuali risposte a domande al volo! E’ un po’ come sia accaduto al funerale di Costanzo, Maria che è costretta da un paio di imbranati e folli patiti di selfie. Farsi un selfie in una chiesa gremita dove si svolgano le esequie di un personaggio celebre, scattare una foto con la vedova e la bara in secondo piano, è il massimo della libidine. Bene, questo è l’accorato appello della moglie di Willis: “Non date la caccia a mio marito…non gridate e non chiedetegli come sta, a causa della sua malattia potrebbe avere reazioni impensabili e indipendenti dalla sua buona volontà!”. Credo che sia abbastanza perché queste persone che pensano solo agli affari loro, abbiano la compiacenza di essere civili ed educati. Speriamo che lo lascino in santa pace.  Il rispetto innanzi tutto e credo che Bruce Willis, come altre persone nella sua condizione, lo meriti. 

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UN POSTO…AL SOLE PER CAMPARE

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così è se vi pare

Nunzia Di Girolamo ex politica, eletta onorevole in due legislature ed ex ministro, dopo aver perso le opportunità nonostante l’appoggio incondizionato del marito On. Boccia, ha pensato bene, viste le doti che la sorreggono, di fare televisione: bella presenza, un buon trampolino di lancio con esperienze qua e là in televisioni private, le hanno permesso, con il suffragio delle buone conoscenze e del coniuge, di approdare alla RAI con un programma tutto suo: va in onda in seconda serata su RAI UNO e con il titolo appropriato “CIAO MASCHIO” ,  guadagna poco ascolto e basso share. Tuttavia è ben salda nella sua posizione per ora va  bene così. In una recentissima intervista però, ha perso una occasione per confermare la sua personalità tesa a mantenere un contegno e azzardare  dichiarazioni piuttosto avanzate e osé, per confermare che sia eterosessuale ma aperta (sic) a tutte le esperienze, non ultimo, il sogno che l’assilla spesso e volentieri: “Fare sesso in pubblico, ovunque sia, anche in pieno centro città…”. Beh, direi che sia abbastanza chiara nella sua libera posizione e aggiunge anche che “Sono tanti gli uomini e le donne che la corteggiano e molti feticisti adorano i suoi piedi…”. Lei e il marito sono per una libertà incondizionata e una sola priorità: la famiglia innanzi tutto! Così è se le pare…o no? 

 

 

https://www.leggo.it/spettacoli/televisione/nunzia_de_girolamo_sesso_pubblico_lesbo_cosa_ha_detto_oggi_6_3_2023-7270542.html?refresh_ce

 

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