Fibromialgia .La malattia invisibile.

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FIBROMIALGIA: 5,5 MILIONI DI PAZIENTI IN ITALIA!

Questa malattia deve cessare di essere “invisibile” e incompresa: parlarne è doveroso, a tutti i livelli.

FIBROMIALGIA, LA MALATTIA INCOMPRESA: NONOSTANTE COLPISCA MILIONI DI PAZIENTI, SOLO CHI NE SOFFRE PUO’ CAPIRE COME E’ DIFFICILE CONVIVERE COL DOLORE DIFFUSO E CON TUTTI I SINTOMI COLLATERALI CHE LO ACCOMPAGNANO.

L’iter diagnostico, lungo ed estenuante, porta alla fine solo a terapie scarsamente efficaci.

FIBROMIALGIA, 100 SINTOMI PER SOSPETTARLA:

IL DOLORE DIFFUSO E’ SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG! 

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FIBROMIALGIA, LA MALATTIA INCOMPRESA
Dolori localizzati ovunque, disturbi del sonno, mal di testa, suscettibilità agli sbalzi di temperatura, rigidità mattutina, stanchezza, confusione mentale e, a peggiorare tutto… INCOMPRENSIONE da parte di familiari, amici, colleghi e a volte anche medici. Milioni di pazienti, soprattutto donne, ne soffrono: è ora di fare qualcosa.

 

Corpo e anima.

 

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Nelle chatt la prima cosa che viene chiesta  è una foto. Nulla è più sciocco di questo secondo me. Anche perchè di sincerità ce n’è veramente poca in giro. Basta veramente una foto ,la cui reale corrispondenza all’anima che c’è dietro il monitor è sempre discutibile, per essere certi di conoscere la persona con cui entriamo in relazione?

Il viso di una persona è il foglio su cui il tempo scrive la sua biografia per questo il volto di ogni persona è unico e speciale e non ne esiste al mondo un altro uguale.Proprio per questo un viso non è solo pelle.

E’ ovvio che qualsiasi relazione umana diretta  si fonda sul linguaggio del corpo ma sul web credo che queste regole non valgano poi così tanto.

Viviamo in un epoca in cui si esalta il corpo trascurando spesso ciò che conta di più.

Siamo anima oltre che corpo e ,mentre tutti preferiscono mostrare il corpo,ci sono alcuni che preferiscono  mostrare il primo elemento piuttosto che il secondo, perchè è molto facile amare il corpo ed è molto difficile amare l’anima.

Ci sono persone che vogliono entrare in relazione solo con chi sa  amare  incondizionatamente l’anima, allora e solo allora il viso prenderà forma.

Chi ama l’anima è sensibile e profondo ed è bello circondarsi di  persone profonde nella  vita, che sia virtuale o reale non c’è  differenza, perchè dietro a un monitor c’è sempre e cmq una persona con pregi e difetti,cuore e sentimenti .

Esseri umani che vanno rispettati per il semplice fatto di essere umani.

L’originale Gioconda !

NESSUNO HA MAI VISTO LA GIOCONDA COME LA DIPINSE LEONARDO, E NESSUNO INTENDE RESTITUIRLE I COLORI ORIGINARI.

Il quadro più famoso del mondo è la Gioconda, eppure nessuno lo ha visto davvero (fig. 1). Nel senso che nessuno lo ha visto per come è sotto lo spessissimo strato di sporco e vernici ossidate che lo ricopre. Ora come ora la pelle della donna ha una coloritura ambrata, come se fosse stata integralmente truccata con un pesante fondotinta; il cielo è verde, al pari dei monti in lontananza; tutto è cristallizzato in un bozzolo cromatico che non corrisponde all’impostazione originale. Se non si trattasse della Gioconda, il dipinto sarebbe stato restaurato da tempo, anche perché siamo in grado di sapere quasi esattamente come si presenterebbe qualora si operasse una pulitura accorta. Da qualche anno, infatti, nei depositi del Prado a Madrid è riemersa una copia realizzata all’interno della bottega di Leonardo che mostra la Gioconda con colori diversissimi: la carnagione è chiara, il cielo azzurro, le maniche rosse e non marroni… (fig. 2) . Perché dunque la Gioconda continua a rimanere nell’aspetto che il tempo e gli antichi restauratori le hanno conferito? La ragione è molto semplice. Perché, in caso di restauro, perderemmo l’immagine del quadro così come lo conosciamo ora: appunto l’“icona”. Insomma, succederebbe quello che è capitato a seguito del restauro degli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina. Impeccabilmente ripuliti da Gianluigi Colalucci e dalla sua équipe nel corso di un intervento durato vari anni, riapparvero come Michelangelo li aveva concepiti (freschi, chiari, brillanti, plastici) ma molto diversamente da come eravamo stati abituati a conoscerli: ossia, come diceva Federico Zeri, color caffè latte. Ne sortirono polemiche a non finire, con esperti anche importanti che gridarono al disastro annunciato, allo scempio irrisarcibile. Immaginando tutto ciò, i vari direttori del Louvre fino ad ora succedutisi non hanno ritenuto di distruggere l’“icona” e di esporsi a polemiche che nel caso della “Gioconda” sarebbero ancor più furiose.

 

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