Ci sono porte che si aprono quando sei stanca di aspettare, quando è svanita la voglia di lottare ,quando non puoi più correre per recuperare le omissioni andate in prescrizione ,quando non cè più un ponte che possa congiugere le sponde dell’impossibile,quando non c’è più speranza nel sospiro dell’attesa, quando dentro o fuori è diventato uguale.
Non c’è mai stata e non ci sarà mai quella chiave della felicità che possa riappropriarsi del tempo perduto e lenire le ferite della rassegnazione.
Immobilità dell’anima,senso di incompiuto, ferma rassegnazione,crudele inventario di un passato che cigola sui cardini arrugginiti di una porta che stenta ad aprirsi sulla soglia di un futuro che fatica a germogliare.
Il vento trasporta
profumi e sensazioni
in questo canto d’ottobre
che assorbe i contrasti
di stagioni che si rincorrono
sul filo del cuore.
Cammino fra i boschi
e scrivo la vita
nel silenzio di un’anima
che accoglie l’umiltà
della sua bellezza.
Fragili farfalle
salutano i sentieri
della loro estate
regalandomi colori
che si confondono tra le foglie
in questa stagione d’attesa
che profuma di ricordi.
Sono crisalide di un sogno
mentre frugo emozioni
nascoste tra le promesse
di un domani sereno
come il sapore di una vita
che ascolta il respiro
della sua eterna rinascita.
Labbra di sole
sfiorano tramonti d’amore
fra coste di salsedine
che attendono il vento
nella solitudine di un autunno
vestito di poesia.
Si colorano le colline
nella metamorfosi del tempo
caroselli di sensazioni
che migrano fra i sogni nuovi
di albe ancora acerbe
come promesse d’inverno.
Il mare mi saluta
in questa giornata uggiosa,
tutto è pace
sull’arenile di un ricordo
umido di nostalgia
che ama i miei passi
narrandomi la vita.