#Testroad sui grandi #laghiitaliani : il #lago costiero di #Varano

Lungo trasferimento per il test dei consumi #testdrive #Volkswagen #Golf Variant TGI

#Bifuel a gas metano e benzina riduce a meno di un terzo i costi di carburante

Eravamo rimasti a una sensazione di stupore. Non sapevo che un’auto byfuel, potesse presentare le stesse prestazioni sia nella combustione a benzina che in quella a gas metano. E invece è proprio così. La Golf Variant TGI si comporta proprio così. Facciamo una prova: con il pieno 1100 km di autonomia. Così partiamo per un viaggio lungo la Penisola. Ci aspettano oltre 800 km di strade, per gran parte autostrade. Se saremo fortunati, muovendoci nella tarda mattinata, dovremmo riuscire a evitare code e ingorghi, che nella stagione primaverile sono sempre in agguato. Ci spostiamo al sud. Verso la Puglia. Un clima temperato, non caldissimo, dovrebbe favorire le performance della nostra auto. In particolare nel rifornimento, il gas metano risente della temperatura esterna. La differenza non è sensibile, e l’economia dei consumi farà la differenza. Abbiamo pensato di illustrarvi quanto può essere economico viaggiare con quest’auto. Così ‘lasciamo fare a lei’: cruise control impostato sui 125 km/h, che saranno circa 120 km/h effettivi. Il viaggio scorre regolarmente, salvo un paio di soste di ristoro.

La posizione di guida è comoda, e comodi, sui sedili della Golf Variant, stanno anche i due passeggeri.

Ai quali aggiungiamo i bagagli di tutti e tre. In poche parole, l’auto è carica. Che cosa cambia nell’assetto e nella tenuta di strada? Praticamente nulla. Anzi. Sembra quasi che sia questo il suo status abituale. L’avevamo verificato già in passato sul modello precedente di quest’auto, a benzina. Non che ‘a vuoto’ l’auto non renda o non trasmetta sicurezza. Ma, carica, è ancor più ben piantata. Diamo un paio di accelerate per capire come va, e la risposta della Golf Variant TGI è sempre brillante. Dopo 400 km siamo sul Gargano, nelle Marche.

Non ce ne eravamo accorti,

ma siamo passati, anche se l’auto ci aveva avvisati con messaggi sui display, centrale e sul cruscotto, dal gas alla benzina. Ce lo ricorda lo strumento del serbatoio del gas, che è a zero. Nel frattempo, il navigatore nel display centrale che ricorda che abbiamo esaurito il gas e chiede se desideriamo raggiungere uno dei distributori più vicini. Non ci resta che dirgli di sì. Ne scegliamo uno non distante dall’autostrada, e facciamo un po’ di conti: il serbatoio del gas tiene 15 litri di metano. Quindi

ha percorso più di 26 km/l.

Fare il pieno con l’auto a metano è simpatico: quando il gas comincia a confluire nel serbatoio produce un rumore simile a quello che si fa gonfiando un palloncino. Si riparte. L’ultima ora di viaggio sarà sulle strade statali verso il Gargano. I consumi? Pressoché invariati. L’indomani proviamo a percorrere un po’ di strada a benzina, attraverso il Gargano, verso Lecce, per fare rifornimento di gas. Siamo senza bagagli, facciamo alcuni tratti di strade nervose e guidate. Dopo un centinaio di km di guida allegra facciamo un paio di conti: a benzina ha percorso in media 20 km/l. Attiviamo la calcolatrice del cellulare, per scoprire, conti alla mano, che per andare dalla #RivieraFriulana

al Gargano abbiamo speso circa 26 euro di carburante (GNC, gas metano).

Di un viaggio confortevole e sicuro. E ora? Il premio: una

gita sul lago costiero di Varano.

È il primo lago italiano per dimensioni. Solo che… è salmastro. Separato da un lungo istmo dal mare, alle sue spalle i rilievi garganici e la Foresta Umbra. Lungo dieci km, con una profondità media di 3 metri, massima di 6 metri, ha una superficie di 60 Km2. In provincia di Foggia, è ripartito tra tre Comuni: Cagnano Varano, Carpino e Ischitella. La strada inter costiera perfettamente rettilinea, è spesso utilizzata per gare e prove ciclistiche e motoristiche. Offre paesaggi unici e suggestivi, con il porticciolo dei pescatori che possono scegliere tra i riparo del lago e il mare aperto, che raggiungono attraverso i due estuari protetti da chiuse. Anche la spiaggia del mare, molto estesa e poco frequentata rispetto all’estensione ha il suo fascino. Beh, ora scarichiamo dal capiente bagagliaio della Golf Variant TGI quanto serve e ci avviamo per un bel tuffo in mare…

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#testdrive Performance #fuoristrada nelle campagne rivierasche con la regina dell’offroad

 

Con #LandRover #Discovery per affrontare condizioni di terreno estreme come se si trattasse di una strada normale

Fango, limo, erba, pantano e acqua alta non bastano per fermare uno dei modelli di punta della Casa britannica

Sembra che fino a ora abbiamo scherzato. Abbiamo provato tre #LandRover e niente fuoristrada. Un po’ ci siamo cimentati con la Nuova Discovery, ricordate? Tremila, sei cilindri, 245 CV: ci ha portati sul greto del fiume Isonzo. Ed è stato come …bere un bicchier d’acqua. Stavolta, vorremmo andare un po’ oltre. Però, abitando nelle terre rivierasche, nella #RivieraFriulana, di opportunità ne abbiamo poche. Qui è tutto pianeggiante. E per quanto riguarda il fuoristrada, quello non diciamo estremo, ma un po’ più deciso, il fiume non va bene: il Tagliamento è profondo e le rive sono scoscese. Quindi è impossibile correre con l’acqua sopra ai mozzi delle ruote. Ci sarebbe la spiaggia, ma in questa stagione ci sono gli ombrelloni. E ogni escursione o anche il solo tentativo sarebbe subito segnalato. E sanzionato. E allora? Magari la spiaggia della #RivieraVeneta . Ma non ne conosciamo le caratteristiche, i fondali, l’andamento della profondità in prossimità della spiaggia. Le campagne attorno alla Laguna di Marano, o di Grado? Le opere di bonifica le hanno prosciugate. Non ci resta che tentare nelle campagne del #Veneto Orientale. In Comune di San Michele, oltre le acque lagunari che separano #Bibione dalla Terraferma, i terreni sono poco permeabili, e spesso si formano aree fangose e difficili, spesso impossibili da percorrere. Proviamo. Imbocchiamo la strada per Bibione. Prima del ponte all’entrata della città, giriamo a destra e cominciamo a percorrere la strada che costeggia la Litoranea Veneta, dal lato della terraferma.

Obiettivo: Terzo Bacino.

Una serie di terreni coltivati delimitati dai canali di irrigazioni. Che spesso sono l’habitat prescelto dalle nutrie. E da altri animali selvatici. La strada, asfaltata, ci permette di testare ancora la tenuta della #LandRover #Discovery Sport: cilindrata di 2000 cc, quattro cilindri, diesel, 250 CV, 4WD. Ruote da 22 crossover. Sospensioni e assetto variabile e adattato elettronicamente dall’auto al tipo di terreno o fondale che intendiamo percorrere. Interni con rifiniture di alto livello, con sedili comodi che consentono di apprezzare con la massima comodità ogni tipo di percorso fuoristrada. Senza sentire minimamente gli effetti delle asperità del terreno. Una delle caratteristiche della #DIscovery Sport è quella di essere in grado di

trainare rimorchi molto pesanti.

Molto più pesanti delle aspettative. La nonna della Nuova Discovery era stata ritratta più di trent’anni fa, mentre trainava un treno passeggeri. Anche per il nuovo modello è stato realizzato un video nel quale la si vede trainare due vecchie e pesanti carrozze passeggeri, su un altrettanto datato ponte ferroviario ad arco sospeso sul vuoto. Ma su questo test ritorneremo in un’altra occasione. Stavolta, finalmente, credo che ci potremo tuffare nel pantano. In fondo a una strada rurale, intravvedo infatti, in lontananza, una grande chiazza marrone con riflessi argentei. Quindi? Quindi,

là in fondo c’è il pantano che cercavo.

Ai lati campi coltivati. La strada è ricoperta d’erba. Si vedono soltanto le canalette, i solchi scavati nel terreno imbevuto d’acqua piovana, tra l’altro piene di buche. Con un’auto normale, credo che dopo i primi dieci metri, dovremmo prendere in mano il cellulare e chiamare il soccorso ACI. In questo caso, saremmo agevolati dalla efficientissima assistenza #LandRover, che assicura l’arrivo del

carro attrezzi entro 20 minuti,

ovunque ci si trovi. Semplicemente premendo il pulsante di soccorso situato accanto allo specchietto retrovisore. Un sistema di geo localizzazione dell’auto permette al servizio assistenza di attivare immediatamente l’intervento di soccorso stradale. E, se necessario, anche di quello sanitario. Ma proseguiamo lungo il viottolo campestre. È talmente viscido che la Discovery si scompone più volte. Stenta a procedere diritta. Anche perché schiacciamo sull’acceleratore per vedere che cosa accadrà. Nella consapevolezza, che

250 CV siano davvero sufficienti per ripristinare in ogni istante il percorso prescelto.

Le ‘sabbie mobili’ sono sempre più vicine. E la prova del 9 è oramai arrivata. Entro nella gigantesca pozzanghera di fango. Di quello scuro, nero. Che se ci camminate sopra non riuscite nemmeno a rimanere in piedi. Acc.! È più profonda di quello che pensavo. Acqua e fango arrivano quasi a metà portiera. Procedo piano, dopo avere attivato la funzione per il fondo con scarsa aderenza, scegliendo tra i tastini situati davanti al comando del cambio. Però, vuoi per l’adrenalina che sale causata dal timore di rimanere bloccato lì dentro e di dover attendere l’ignominoso arrivo del carro attrezzi o di un trattore salvifico, vuoi per l’adrenalina che prende ogni pilota, e/o test driver quando si tratta di aggredire le asperità sfruttando i Cavalli, ovvero pigiando a fondo sull’acceleratore, compio questa imprescindibile azione. Che, ritengo in un ragionamento istantaneo ma indispensabile per togliere le castagne dal fuoco, mi dovrebbe allontanare da questo pantano, che peraltro mi sono cercato, e riportare su un percorso …normale. Bene! Il tempo necessario per sviluppare quest’azione è stato lungo credo dieci volte di meno rispetto a quello che avete impiegato per leggere questa frase. E il risultato mi ha ricordato che 250 CV sono tanti, anche per un’auto che pesa un paio di tonnellate:

#Discovery è schizzata fuori dalla viscidissima trappola

saltando come una cavalletta oltre gli ondulati solchi e le profonde pozzanghere. Quasi come se avesse voluto scrollarsele di dosso. Come avete capito, in pochi secondi mi sono ritrovato fuori dal tratturo, proiettato verso la strada asfaltata e la civiltà. Quindi? Quindi, finalmente, anche se per pochi secondi, abbiamo fatto fuoristrada, come una vera fuoristrada. E ora? Ora sarà il caso di fare rientro. Si avvicina il tramonto. Che ci godremo dai suggestivi scorci della pianura rivierasca. Da bordo di questa #LandRover che non poteva non essere al livello della serie di auto che porta il nome #Discovery.

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Nuova #Subaru #Impreza mette l’esperienza dei rally a disposizione della sicurezza sulle strade

Un’auto fatta per correre che è divenuta un’affidabile vettura per tutti i giorni

E tutti i terreni, come la Riserva naturale Foci dell’Isonzo

Finalmente il sole. È ancora inverno, e proprio per questo, quando il sole riesce a vincere la perturbazione, il cielo si fa terso. E l’aria limpida, un po’ umida nei bassi strati, regala luminosità particolari. Ci serve una strada poco affollata, per provare il sistema Symmetrical 4 WD trazione integrale permanente che è installato sulla Nuova #Subaru #Impreza . Sistema, che valuta elettronicamente la percentuale di potenza da scaricare su ogni singola ruota. #Impreza è arrivata con questo modello alla quinta generazione. E nell’immaginario collettivo, che si compone anche del mio pensiero, questa #Subaru lega il suo percorso a una miriade di successi nel mondo dei rally, nazionali, europei, mondiali.

Una macchina da corsa che ha contribuito allo sviluppo della tecnologia sulle strade

e a incrementare l’esperienza della Casa delle Pleiadi nella trazione integrale. Oggi, le condizioni meteo e delle strade che troviamo lungo il nostro percorso sono ideali. Ovviamente non per una spensierata scampagnata con amici. Ma per effettuare un #testdrive sì. Infatti, ieri sera è piovuto, e le strade recano ancora le tracce del limo e della sabbia sull’asfalto. Avrete intuito che ci avviciniamo all’acqua: al mare, a un fiume. La nostra meta è la

Riserva naturale Foce dell’Isonzo.

All’interno della quale si trova il centro visite dell’Isola della Cona, ove il fiume, che sfocia in mare, nell’Alto Adriatico, fa da confine orientale tra la #RivieraFriulana, e il Golfo di Panzano. Simbolo della riserva è il Chiurlo maggiore, un rapace che nidifica nelle zone umide. Come queste, tra i territori indicati quali patrimonio dell’Unesco e di interesse comunitario. Strade nervose, senza dislivelli, contornate da rivoli e canali, da vegetazioni arbustive e da canneti. A poca distanza il placido scorrere dell’Isonzo. Mentre le zone circostanti sono vocate alla viticoltura di pregio. Con prodotti enologici che si sanno imporre nei concorsi internazionali.

Nuova #Impreza 1600 cc a benzina, 114 CV, ha il cambio automatico Cvt Lineartronic,

che non dispone della versione comandabile a mano con le classiche palette del sequenziale al volante. Della quale non sentiremo affatto la mancanza. In compenso il rapporto prezzo-qualità di questa vettura è ora competitivo, e la nuova impostazione ne fa un’auto adatta a tutti, anche alle famiglie, per la sicurezza nella guida, la docilità ai comandi, la morbidezza dell’assetto e del cambio. L’assenza del cambio tradizionale è compensata da una funzione utile e nuova: la leva del cambio, se spostata a sinistra, attiva un sistema che consente di

sfruttare il freno motore.

Un effetto, che nei propulsori a benzina è meno efficace rispetto ai diesel. Può essere molto utile in discesa in montagna. O nella guida veloce in scalata. Scalata, che il motore imposta autonomamente riducendo le marce a disposizione. Superiamo Staranzano e dirigiamo verso la Riserva. Il paesaggio è splendido e così i colori, anche se ci troviamo ancora in pieno inverno. Ecco un bel tratto di strada deserto, un misto a vista, e proviamo a vedere che cosa succede affrontando le curve in sequenza: il rollio è pressochè assente, e la macchina non si scompone. Anzi, sembra che pensi di seguire il percorso che le chiediamo. E in realtà lo sta facendo. La fanghiglia e la sabbia? Non ce ne accorgiamo nemmeno. Gomme adatte ‘ognitempo’ e l’assetto, che pur essendo morbido consente alle ruote di rimanere perfettamente incollate alla strada sono gli elementi che assieme alla trazione integrale permanente assicurano alla #Impreza una grande stabilità. Ora entriamo sul tratto sterrato verso il centro visite. Saliamo sull’argine dell’Isonzo e scendiamo verso l’alveo del fiume. Il paesaggio è fantastico. E

come sulla neve, sullo sterrato con fango la #Subaru non manifesta segni di incertezza.

Anche sulle buche, con acqua o senza acqua, va via spedita senza farci pesare il forse attrito che le gomme incontrano nelle pozzanghere, né il dislivello delle buche. Un’auto rivolta alle famiglie, quindi, ma che sfrutta la grande esperienza sportiva per aumentare la sicurezza attiva. Infatti, ha vinto sfide di livello mondiale proprio per la sicurezza attiva e passiva. Ma di questo parliamo la prossima volta. Ora godiamoci la natura, i punti di osservazione dell’oasi, le peculiarità che in questo paradiso naturale non mancano, nemmeno d’inverno. A guidarci è il direttore, Fabio Perco. Un grande esperto delle attrattive faunistiche del territorio. E scopriamo che qui, ci si arriva anche via mare, in motonave, da Grado o da Trieste, o con mezzi nautici propri. Ma quello è un altro genere di #testroad.

#charlieinauto/74

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Nuova #Subaru #Impreza #testdrive sulla prima neve dell’anno

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Il sistema Symmetrical AIMG_68941 IMG_68611 IMG_6864 IMG_68841IMG_68961WD sull’auto che nei rally ha vinto tutto e si propone nella versione superaccessoriata per le famiglie

Avete mai sognato di poter vedere un paesaggio, marino, trasformarsi per mettere in mostra le diverse attrattive che presenta nelle quattro stagioni? In realtà sono pochi i luoghi nei quali ci si può permettere questa fortuna. Uno di questi è Lignano Sabbiadoro. Una lunga spiaggia dorata, che oltre sessant’anni fa ha fatto innamorare anche Ernest Hemingway, definendola ‘la Florida d’Europa’. Tanto verde che è resistito alla urbanizzazione e rappresenta ancora il ‘polmone’ naturale di questa penisola a forma di ala di gabbiano protesa verso sudest, ultima propaggine della #RivieraFriulana. L’acqua, che sotto forma di mare Adriatico a sud, e di Laguna di Marano a est e a nord. Sullo sfondo un fantastico anello di montagne che va dai primi rilievi delle isole quarnerine fino, nelle giornate rese terse dalla bora, al monte Tomba, sopra a Bassano del Grappa, sottolineate dalla fascia bianca della neve.

La neve. Ecco l’elemento raro, al mare.

Ma qui accade quasi una volta l’anno. Quando al passaggio di una perturbazione che fa soffiare il caldo e umido scirocco si sovrappongono le gelide raffiche della bora. Allora fiocca la neve. Lo scorso anno era successo un mese prima, a metà gennaio, quando ho provato la prima auto di #Charlieinauto. Era a trazione posteriore… Uno spettacolo! Stavolta, è capitato a fine febbraio. E il #testdrive si sposta su una 4×4. Anzi, su una Symmetrical AWD, per emozioni nuove. E per provare una trazione integrale avanzata. Chi è informato sulle auto delle ultime generazioni, ha indovinato che sto parlando di un’auto giapponese. E della grande esperienza nel fuoristrada, sulle strade di scarsa aderenza, nei rallies, qual è quella che vanta la Subaru. La Casa delle Pleiadi ha esteso i dispositivi di sicurezza passiva e attiva sull’intera gamma di produzione. Inserendola di serie su tutti i modelli. Così, dopo avere apprezzato le doti stradali, su neve e ghiaccio, su sterrato, il confort, la spaziosità della Nuova Forester,

stavolta saliamo su un mito dei rallysti: l’Impreza.

Quanti rally ha vinto? In tutte le condizioni. Allora, dalla scorsa puntata, vi ho spiegato che con la trazione integrale occorre tenere il muso dell’auto puntato all’interno, o alla corda della curva se si è veloci, e non togliere il piede dall’acceleratore, per nessun motivo. Sempre che la strada sua libera, ovviamente. Altrimenti occorrerà scegliere la traiettoria migliore per proseguire senza combinare guai. Quindi, tutto intorno la strada è bianca di neve. E allora? Cerchiamo una rotonda in una zona deserta, e proviamo. Anche l’Impreza dispone del sistema

Symmetrical che scarica la potenza in modo differenziato su ciascuna ruota.

A seconda di come la centralina decide sia più conveniente per favorire la massima tenuta di strada. In ogni condizione. E soprattutto sulla neve. Volete fare numeri al volante della #Subaru #Impreza? Scordatevelo. A meno che non escludiate tutti i controlli elettronici con i pulsantini sistemati sul cruscotto, sotto e a sinistra del volante. Come nella gran parte delle vetture d’oggi. Rifacciamo la stessa prova su una rotonda sulla quale non è ancora nevicato. Con il cambio automatico a sei marce, questo motore boxer alleggerito di 12 kg aspirato, a benzina, di 1600 cc e 114 CV, trascina con decisione l’auto. La scocca irrigidita e le barre anti torsione fissate alla scocca e non alle sospensioni con una altezza ancor più ridotta da terra assicurano una più marcata assenza di rollio, stabilità e tenuta di strada.  

L’Impreza rimane incollata.

Proviamo a schiacciare l’acceleratore a fondo, e a stringere la curva. Ma la deriva è quasi nulla. E la traiettoria è proprio quella che le chiediamo, anche forzando la mano, e l’andatura. Ovviamente, con la neve che ricopre l’asfalto, le linee della carreggiata non si possono vedere. Dunque, non le vede nemmeno il sistema Eyesight. Che, nel trasferimento in autostrada ci aveva concesso una guida in completo relax. Leggendo le linee della carreggiata, mantenendo la velocità impostata e rallentando da sola, all’occorrenza, in vista di auto o mezzi che erano più lenti della nostra Impreza. I consumi? Se non esageriamo, nella norma, e anche più bassi. Il posto di guida dell’Impreza sembra la cabina di pilotaggio di un aereo: molto suggestivo, con lo schermo centrale, il display più piccolo in alto al centro del cruscotto, e il ripetitore tra gli orologi dietro al volante che presentano uno sfondo azzurro intenso con le stelline delle Pleiadi che si affacciano tra i comandi touch e le informazioni. Tra le quali la visualizzazione in tempo reale della distribuzione della potenza alle ruote, il rendimento ideale, l’econometro, il ripetitore dei segnali di velocità. E i sistemi multimediali? Sono disponibili le App Apple Car Play per Iphone e Android. Ma ne parliamo la prossima volta.

#charlieinauto/74

 

#Giulietta #AlfaRomeo nuova sport 1.4 MultiAir da 170 CV con stile e confort in anteprima nella #RivieraFriulana

Una versione aggressiva e completa della media cilindrata del Biscione anticamere delle corse?

Andiamo a cercare frescura con l’abitacolo ben refrigerato sul lago di Como

Premesso che da diversi anni guido Alfa Romeo, perché vi ho ritrovato un buon compromesso tra le prestazioni, i consumi, la guida che all’occorrenza è sportiva e veloce, ma sa essere confortevole e tranquilla, e per lo stile che coniuga lineamenti racing con lo stile dell’auto italiana, avevo già guidato la Giulietta. In diversi modelli, a benzina e diesel. Un’auto comoda, maneggevole, confortevole, dalle giuste dimensioni compatte, adatta per la città ma anche per gli spostamenti. Stavolta però, il #testdrive è su un’anteprima. Quasi a sorpresa mi è infatti stata proposta una Giulietta 2017 1400 MultiAir da 170 CV con cambio automatico Alfa TCT a sei marce. La versione aggressiva della nuova Giulietta. A un passo dal #racing.

Sono un ‘alfista’ da qualche anno ma così corsaiola non me l’aspettavo

Ne avevo già viste parecchie di Giulietta. A me personalmente piace bianca, magari con i cerchi maggiorati. Ma anche rosso fuoco fa la sua figura. Sempre con le ruote più grandi che riempiono i possenti parafanghi anteriori. Così davvero, però, non me l’aspettavo. Al ritiro, al parco stampa FCA a Milano, dopo avere ottenuto la chiave, ho schiacciato il pulsante di apertura delle porte per riconoscerla dal lampeggio delle frecce. Ed è stato subito feeling! Grigio opaco, ruote da 18’ con cerchi modello corsa, pinze dei freni a vista maggiorate e di colore rosso corsa Brembo, finiture della grande presa d’aria anteriore rosso fiammante, così come sulla coda, sopra alla slitta del paracoppa che si prolunga fin quasi sulla targa e fa sfogare il tubo di scarico di sezione rotonda e convicente. Uno sguardo verso l’interno: i sedili modello corsa con le scritte AlfaRomeo in pressofusione sotto al poggiatesta, il volante in pelle, gli strumenti sportivi e i comandi concentrati al volante e attorno al volante. Ma soprattutto: il grigio opaco. Al tatto, ho voluto sentire il parafango per prendere confidenza con la mia nuova complice di #testdrive, risulta setosa, a metà strada tra la superficie liscia e quella appena sabbiata. Riflessi, luci diverse, da ogni angolazione assume un aspetto diverso. Ma sempre …aggressivo. Una chicca che avrei portato in anteprima nel Nordest e nella #RivieraFriulana.

Anteprima per la #RivieraFriulana ma prima refrigerio nel lago di Como

La giornata è molto calda: il termometro segna 37 gradi all’ombra. Così guadagno tempo e la lascio accesa cercando rifugio negli uffici …condizionati. Quando ritorno l’abitacolo è splendidamente rinfrescato. Occupo il sedile, che regolo con facilità, così come l’altezza del volante, e intuisco che così com’è grintosa, è altrettanto confortevole, e pronta ad assistere la mia guida, con sistemi di rilevamento degli ostacoli, cruise control adattivo, frenata assistita, guida assistita, una dettagliata telecamera per la retro. Quindi, decido di lasciare la velocità per una giornata più fresca. Ora, andiamo a cercare refrigerio sui laghi. Per esempio …quello di Como, che è a mezz’ora da lì.

I passanti la notano: che sia il ‘Biscione’?

Mi avvio e anche per le strade di Milano, c’è chi si volta a guardarla. Debbono avere visto l’anteprima su qualche rivista o servizio. Il cambio automatico? La rende docile come un’utilitaria. I freni? Basta far capire al pedale le nostre intenzioni e ci troviamo inchiodati, ma delicatamente. C’è la leva per regolare il rendimento del motore, l’assetto, lo sterzo, con tre posizioni: per terreni sconnessi e con scarsa aderenza, normale e dinamica. Cominciamo dalla posizione più ‘tranquilla’. Andiamo sullo sconnesso, ed è morbida e precisa. Proviamo a dare gas al verde di un semaforo e va, più o meno come quella che avevo provato (2000 cc diesel).

Comoda e confortevole ma se schiacci…

Ma rimaniamo su questo stile di guida. È comoda e anche i passeggeri nella parte posteriore dispongono di accessori come il porta bicchiere nel poggia gomito centrale. Vediamo i servizi nel display ad alta definizione. Accendo la radio. Ottimizzo un paio di regolazioni, do …gas alla manopola. Così com’è silenziosa rispetto ai rumori di marcia, la Nuova Giulietta Sport è uno splendido salotto per l buona musica da viaggio: un impianto Bose dotato di subwoofer sotto ai sedili posteriori crea l’atmosfera adatta al viaggio. Ma, siamo arrivati a Como, cerchiamo una spiaggetta: Lido di Moltrasio, accanto al Grand Hotel. Un tuffo nell’acqua, fresca rispetto alla calura esterna. Obiettivo raggiunto: la frescura. Ma anche Giulietta, all’interno, era bella fresca, e il clima non pareva influire sul rendimento del motore. La osserviamo dalle rive del lago, nel parcheggio: grigio opaco è proprio una versione azzeccata. Ma è ora di cena e stanno per trasformare la spiaggetta in ristorante. Arrivederci alla prossima puntata.

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#Skoda #Fabia è affidabile e sicura ma anche sufficientemente spaziosa

IMG_8410 IMG_8881 Skoda Fabia pioggia poian Skoda Fabia consumi IMG_9449 Skoda Kodiaq 2017 Skoda Fabia Aquileia Skoda Fabia Aquileia resti romani Skoda Fabia sagrato Aquileia basilica Skoda Fabia strade rivierascheIn questi giorni #Skoda Kodiaq ha ricevuto le 5 stelle per la protezione degli adulti (92%) e laterale con punteggio pieno

Adatta per una gita con la famiglia ci asseconda nella guida veloce su asfalto asciutto e bagnato e su terra

Se ci avessero chiesto che cosa ne pensavamo, prima di salire a bordo, non avremmo immaginato di assegnare a questa mini un giudizio decisamente positivo. #Skoda #Fabia è stata pensata all’insegna della praticità. Certo, devo ammettere che prima della #Fabia non avevo provato altre auto della casa boema, per il tempo sufficiente a valutarne i pregi egli eventuali difetti. Ed è evidente che su certi accorgimenti, su certe coccole di bordo, pensate in particolare per il pubblico femminile, l’appartenenza della #Skoda al gruppo tedesco #Volkswagen può avere avuto il suo peso. Alcune rifiniture le troviamo riflesse in auto anche di categoria superiore del gruppo tedesco. E questo, certamente, è un pregio. Oggi ci prendiamo una giornata di libertà. Un po’ di relax per gustare e capire meglio la nostra compagnia ‘occasionale’, parlo dell’auto ovviamente, e facciamo una gita con la famiglia in collina.

Per la gita con la famiglia #Fabia dispone di spazio adeguato anche per chi occupa i sedili posteriori

Sì. Proprio famiglia. Le cinque porte della Fabia consentono di trasportare comodamente altri passeggeri. E per come è realizzata, i posti sui sedili posteriori sono comodi, da auto di categoria superiore. Così, il bimbo ha tutto lo spazio che vuole, e al ritorno, la sera, potrà anche cominciare a riposare disteso sul divanetto prima di noi. O si può allungare per finire di ripassare i computi. Nel bagagliaio ci stanno diverse cose, ma in particolare la cartella della scuola. Il carico dei bagagli è infatti facile. Saliamo in collina verso Colloredo di Monte Albano (Ud). Località della quale, già da lontano, scorgiamo lo splendido castello dei Colloredo Mels, che la Regione sta ultimando di ristrutturare dopo il crollo causato dal terremoto del 1976. È l’ultima fase della ricostruzione dell’area terremotata. Ai piedi del castello c’è un ristorante che quasi dalla fondazione, poco meno di quarant’anni fa, riceve i più alti punteggi dalle guide, Michelin compresa. La Taverna, di Piero e Matilde Zanini, è realizzato dove anticamente c’erano le serre del castello. Un parcheggio in alto, davanti all’antico maniero, poi si scende di pochi gradini per degustare i sapori autentici del territorio, della stagionalità, preparati con eccellenza, con l’accuratezza dell’alta cucina per le tecniche genuine, naturali, della tradizione. Ottimizzate dalla innovazione. Prodotti enologici del vigneto internazionale arricchiscono la degustazione. Un locale di alto livello, nel quale l’eleganza e l’aplomb si respirano nell’aria. E sapete che vi dico? La #Skoda #Fabia parcheggiata proprio davanti alla porta non sfigurava. Anzi. Dava un tocco di ‘radical chic’ che piace, e offriva un simpatico contrasto con il verde intenso dell’edera sulle pareti. In sintonia con altre auto, con targa straniera, parcheggiate lì accanto, di altre categorie…

Dopo una serata di degustazione, sempre nei limiti del consentito, è bene disporre di un’auto sicura

Come facile è salire a bordo della Fabia, nonostante monti ruote che sono adeguate alla livrea dell’auto e alla categoria di appartenenza, ma che le conferiscono un assetto ribassato. Che troviamo adeguato alle attese. Perché assicura alla Fabia una tenuta di strada affidabile. E che difficilmente potrà tradire il conducente. La #Skoda presta infatti molta attenzione alla sicurezza del conducente e dei passeggeri. Lo dimostra il fatto che nei giorni scorsi la #Kodiaq ha ricevuto le cinque stelle nella valutazione Euro NCAP, ottenendo il voto del 92 per cento per la protezione per gli adulti, e il voto pieno per la protezione laterale. Ed è il settimo modello #Skoda a ottebere questo riconoscimento. Aggiudicato in precedenza anche dalla Fabia. Alla guida la prima sensazione è di sicurezza al volante. Nonostante il propulsore ‘mignon’, la sua risposta è sempre pronta anche in viaggio e in velocità. Certo, a pieno carico non ci si può aspettare di fare un sorpasso bruciante di un Tir lungo una statale trafficata, ma Fabia non è nata per questo. Un altro punto a suo favore è la sicurezza della frenata: l’arresto della vettura è in piena sicurezza, anche nelle situazioni di emergenza, o con condizioni di scarsa tenuta del fondo stradale.

Buona tenuta che corrisponde alle attese

Siamo in pianura, nella #RivieraFriulana, e qui le difficoltà della guida, mancano. L’unico modo per provare sensazioni da pista, dov’è possibile, è quello di incontrare le rotonde: quelle nuove, realizzate di recente hanno un raggio di curvatura che invita ad affrontarle con un piglio deciso. Per cercare di uscirne perdendo la minima inerzia possibile. Così ci troviamo a fare i conti con la forza centrifuga, che ci spinge verso la portiera. Ma il sedile ci trattiene al nostro posto. Proviamo un paio di frenate su una strada deserta e di campagna, su asfalto, e veniamo rassicurati dalla stabilità e sicurezza dell’assetto e della tenuta anche in queste condizioni. Avremmo rifatto lo stesso percorso in una giornata di pioggia, per vedere la differenza.

A caccia di sterrati tra le vigne della #Rivierafriulana

Ma Fabia non ci ha traditi. Per sicurezza abbiamo spostato il test su un bello sterrato, tra Terzo di Aquileia e Aquileia, dove si trovano alcune delle aziende vinicole di pregio della #Rivierafriulana. Da Cà Bolani, a Strassoldo di Cervignano, a Cà Vescovo, a Salmastro di Terzo d’Aquileia. O Tenuta Brojli, di Franco Clementin, a Terzo d’Aquileia e ad Aquileia. Il responso è lo stesso: questa vetturetta del gruppo #Volkswagen fa esattamente quello che ci aspettiamo da lei ed esegue fedelmente i comandi. D’altro canto, la sua sorella maggiore, soltanto perché il suo motore riempie il cofano, anche di HP, e la parte ciclistica è dotata di un passo più largo, di un assetto da corsa, vince i rallies. Ok. Ora riprendiamo un po’ fiato. E ritorniamo con #Skoda Fabia ad Aquileia, l’antica città romana, una delle più importanti dell’impero romano quasi duemila anni fa, della quale ancor oggi ammiriamo la basilica e il grande mosaico. E numerosi reperti nel museo della cittadina, ma anche i resti del foro, del porto sul fiume Natissa, dell’abitato. Qui, Fabia si sente a suo agio. D’altro canto, anche il suo nome è di origini romane…

#Charlieinauto

#Skoda Fabia con la livrea bicolore non stona anche nelle occasioni importanti

Skoda Pf IMG_8418 IMG_8408 IMG_8402 IMG_8488 Skoda Fabia via GrazzanoSkoda Fabia musoSkoda FAbia LignUna guida leggera e maneggevole affascina anche le guidatrici

Coccolate dai chi ha pensato di rifinire l’auto con cassetti e accessori portatutto, a prova di …spesa

Dunque… dove eravamo rimasti? una settimana di ferie rischia di farci perdere il filo del discorso che avevamo iniziato raccontandovi della Skoda Fabia 1.0 Mpi. Gruppo Volkswagen. Che significa? Vuole dire affidabilità? Scendiamo in strada e la ritroviamo lì ad aspettarci. Si sta avvicinando la bella stagione, questa mini, in realtà abbastanza grande dentro, si adatta perfettamente ai primi tepori. Anche se sui bei cerchi in lega neri a razze, come quelli che sceglieremmo su uno dei più diffusi videogiochi da Playstation per …grandi, che stanno benissimo con la carrozzeria bianco ghiaccio, il tetto nero lucido e i vetri oscurati, sono montate ancora le gomme invernali M+S, la macchina mantiene la sua stabilità. Anche se spingiamo a fondo sull’acceleratore, e ritardiamo la staccata per cercare di mettere la Fabia in imbarazzo. Ma forse stiamo correndo troppo con il pensiero, e non stimoliamo il ricordo di momenti chiave del #testdrive, dimenticando anche la nostra mission di #testrider. Quindi ricominciamo da capo. È evidente che di quest’auto, prima che ci venisse affidata, non conoscevamo granché. Il primo approccio visivo è stato positivo: un look simpatico, grintoso quanto basta per farne un’auto giovane. Mi sono chiesto: come mai non l’avevo notata prima? Invece, girando per il nord est ne ho incrociate diverse. Una identica nella mia città: Udine. Evidentemente, c’è chi ha potuto apprezzarla prima di me. Anche se è un’auto che con questo look è uscita sul mercato di recente. Cerco di inquadrarne meglio la collocazione. Per capire che cosa aveva in mente il progettista, o meglio i progettisti. Perché di dettagli ne ho scoperti parecchi.

Molto curati gli interni con accessori e bauletti portatutto ovunque

E vista la cura nel ricavare spazi utili in ogni angolo dell’auto, ne ho dedotto subito che tutte queste coccole sono state rivolte certamente alle guidatrici. Ad aprirmi gli occhi è stata mia moglie. Che guida e prova auto pure lei. Apriamo il portellone posteriore, e scopriamo un paio di separatori che ci consentiranno di trasportare in sicurezza la spesa, bottiglie, oggetti, senza rischiare di doverli raccattare nei punti più riposti del bagagliaio. ”Guarda: un bauletto portaoggetti perfino sotto al sedile di guida”. Più rovistiamo con lo sguardo nell’abitacolo, più scorgiamo accessori dedicati alle guidatrici. Allora decidiamo di mettere alla prova la Skoda Fabia. Il nome è palesemente di origini romane. Così optiamo per una gita serale in una delle città romane più visitate che è #Aquileia, nella #RivieraFriulana.

Adatta anche alle serate eleganti

L’occasione: un concerto nella basilica, una delle meglio conservate della civiltà romana: costruita oltre millecinquecento anni fa. L’assistere a un concerto, di musica sinfonica, presuppone un abbigliamento consono all’evento. Così com’è la livrea di serie della nostra #Skoda Fabia. Prima di raggiungere Aquileia, dove avremo modo di ristorarci in un paio di pasticcerie-snack bar per un pasto veloce, in attesa di immergerci nell’atmosfera d’effetto indotta dalle musiche antiche diffuse tra le navate della basilica, affidiamo a Lei il test di guida. Ci conferma che p maneggevole e sincera. Scattante oltre le aspettative di un motore così piccolo, e di tre cilindri. Il fascino che sprigiona il rumore particolarmente pieno, ci fa concentrare sul rendimento del propulsore: così pochi CV rispetto alla media delle auto che utilizziamo normalmente, anche se qualche anno fa correvo nei rally anche con meno HP di quelli della Fabia, sono sfruttati davvero con efficacia dalla piccola auto cieca. E ne esalta le prestazioni. Che sono commisurate al motore che è un turbo a benzina.

Allo start sembra impennarsi

La cosa sorprendente è che nonostante questo, allo start dei semafori, il piccolo motore rilascia una sensazione di trazione ben superiore alle aspettative. Fin dai primi giri di ruota. Avete presente quando a un semaforo affiancate un camion con rimorchio a pieno carico? La motrice darà la sensazione di impennarsi. Così si comporta #Skoda Fabia, ma fila subito via, mantenendo questa sensazione importante di trazione. E se manterrete una velocità di crociera costante, anche nel misto, senza frenare troppo per affrontare il percorso, non vi tradirà, né rispetto alla richiesta di trazione al motore, ne per quanto riguarda la tenuta di strada. Che si è dimostrata sempre eccellente. Ma… ora, godiamoci il concerto. Ah, scusate! Si tratta di musica corale polifonica: Claudio Monteverdi. E la Skoda bicolore non ha sfigurato nel parcheggio della basilica. Anzi, diverse persone si sono soffermate a guardarla.

#charlieinauto

#FiatTipo5porte: dalla guida morbida a quella grintosa e veloce

CHIA Tipo cruscotto CHIA Tipo Marano donna ponte CHIA Tipo MArano laguna 1 CHIA Tipo MArano laguna 2 CHIA Tipo Marano Lignano CHIA Tipo MArano muso CHIA Tipo MArano pescheria CHIA Tipo MArano Raddi CHIA Tipo Marano porticciolo CHIA Tipo 5 p e swCompatta con interni confortevoli e una dotazione completa #FiatTipo è come un’auto di classe superiore

Sicurezza attiva e passiva sono curate nei minimi dettagli

Da quando l’ho provata, mi capita di intravvederla in più situazioni, su strade diverse, di colori diversi da quella nera che ho testato. Allucinazioni? Ossessione? Mi sono innamorato di quel …la #Tipo? Niente di tutto ciò. O meglio, in parte. In realtà ho l’impressione che le nuove #FiatTipo 5p si stiano moltiplicando. E probabilmente è vero. Ma la conferma l’avremo soltanto quando verranno diffusi i dati più recenti delle vendite. In effetti, in questi giorni di #FiatTipo ne ho viste diverse, e quasi tutte 5 porte, di tanti colori e tutti centrati ed efficaci per valorizzarne lo styling, l’aggressività, la compattezza. Che racchiude contenuti brillanti, e una dotazione completa. Come nelle auto di maggiore cilindrata o di categoria superiore. Dove eravamo rimasti? Ah si! La gita sul Collio. Le stradine in salita e discesa nelle quali è emersa la vocazione grintosa di questa #Fiat.

Guida tranquilla e morbida e all’occorrenza sportiva nelle terre più belle dell’ex pianura planiziale padana

Una guida tranquilla e morbida, può lasciare spazio in pochi istanti a un percorso veloce. L’abbiamo provato nella #RivieraFriulana tra Carlino e Marano Lagunare. Pianure distese, a ridosso delle zone umide più settentrionali dell’Adriatico. Popolate da una fauna esclusiva e ricche di suggestioni paesaggistiche. Marano, fortezza di origini romane, è la città friulana della pesca, di parlata veneta. Da qui, forse anche da Grado, sembra fuggirono i fondatori di Venezia. Ci avviciniamo tra i fiumi Stella e Zellina, e la laguna. Sterrati scorrevoli e lisci, adatti per testare la tenuta in condizioni di scarsa aderenza. Anche se le gomme, ancora MS, ci sono d’aiuto. Una buona distribuzione dei pesi, l’assetto non eccessivamente rigido, la trazione anteriore, i controlli elettronici di assetto ne fanno una macchina sicura. Anche se proviamo a spingere un po’ di più.

Marano lagunare città friulana della pesca di parlata veneta

Ci spostiamo verso Marano, il suo porto canale. Da lì, ci fermiamo per gustare il panorama, magari dopo avere salutato Decio Raddi, al ristorante La Laguna, la Vedova Raddi. Da oltre settant’anni è un’icona della cucina semplice e tradizionale di pesce. Il segreto? La passione trasmessa da suo padre Mirto, che è stato il primo animatore dell’attrattività rivierasca. I suoi piatti, la sua verve attiravano attori, nobili, regnanti, parlamentari, vip, da tanti appassionati del gusto. L’altro segreto è che di fronte al locale c’è la ‘pescaria vecia’, un edificio di stile veneziano che fino a qualche decennio fa ospitava la pescheria, il luogo dove dai pescherecci arrivava il pesce per passare alla vendita. Un piatto del periodo? La granseola gustata di quello che sa, della sua delicata ma inconfondibile fragranza di mare. Con un bicchiere, due al massimo perché più tardi si guiderà di nuovo, di Malvasia, sapida, minerale, creata dalle vigne Bortolusso situate tra la laguna e le valli da pesca di Carlino. E la #FiatTipo ? Ci sta aspettando dove l’avevamo lasciata. L’apriamo con il telecomando a distanza. La chiave è a baionetta.

Cosa c’è dento la #FiatTipo 5p

Il cruscotto è completo e appagante. Il display è del tipo montato sulla #Fiat124spyder: navigatore, radio, connettività, rendimento della macchina, service. Il volante ha una buona impugnatura ed è ergonomico. E’ dotata di sistema anticollisione, dell’adaptive cruise control, che ci consente di viaggiare alla velocità prestabilita rallentando in colonna per ripartire quando l’orizzonte davanti a noi si libera, dei sensori di parcheggio, di luci e tergi automatici, con sensore pioggia regolabile. La #FiatTipo si spegne nelle attese in coda. Insomma, ma forse l’ho già scritto, ha tutto quello che nella 124 Spider è stato dimenticato per risparmiare peso e guadagnare in accelerazione e velocità. Lo specchietto retrovisore è elettrocromico, ossia riduce automaticamente l’abbagliamento. I sedili sono riscaldati. I fari sono potenti, e in curva c’è il faro laterale per le curve.

Strumentazione e sicurezza attiva e passiva d’avnguardia

E gli strumenti? Sono completi, con un ripetitore digitale della velocità al centro del cruscotto, che è indicata anche dal classico orologio vintage e gradevole. Subito sopra l’indicatore della marcia inserita. Il cambio è a sei marce. Ed è dotata del dispositivo gear shift, che suggerisce la macia più adatta. Il tutto nel display multifunzionale riconfigurabile. Tra il tachimetro e il contagini. Ricordatevi, quando la utilizzate, di regolarvi l’adaptive cruise control e la distanza di sicurezza dal veicolo che vi precede rispetto alla vostra guida e alla vostra sensibilità. Perché se vi avvicinate più del previsto al veicolo che si trova davanti a voi, anche per superarlo, la Tipo frena, anche con decisione. E vi ritarda la manovra. Siamo stati espliciti? Scusate la maratona blog di questa volta. Ma da dire, della #FiatTipo 5 porte, c’è davvero parecchio.                                  #charlieinauto

Territorio: con #FiatTipo5p ci godiamo i paesaggi rivieraschi con una guida placida e rilassata (segue2)

E’ una delle ultime nate del gruppo #FCA, ma sta già guadagnandosi record di vendita e le sensazioni positive che ha suscitato tra i colleghi

#Charlieinauto: è super accessoriata e ci perdona tutto assecondando la guida sportiva

#FiatTipo 5p si accende con il pulsante. La chiave è sufficiente che si trovi a bordo. Così, si schiaccia il pedale della frizione, si preme il pulsante di avvio e il turbodiesel di 1600 cc da 120 HP è pronto. Siamo al secondo giorno del test, nella Riviera Friulana. E visto che è una bella giornata cerchiamo una strada che ci porti a contatto con l’ambiente lagunare. Ma che ci permetta anche di guidare liberamente. Così, superiamo il fiume Tagliamento e arriviamo nel Veneto orientale. Il cartello, in comune di San Michele, alle porte di Bibione ci indica Terzo bacino. Un percorso che diversi amici ciclisti ci avevano indicato per la bellezza di strade pianeggianti, con lievi salite e discese, in un paesaggio gradevole e a poca distanza dalle acque lagunari. Ci fermiamo un attimo per osservare un’area indicata dai cartelli che segnalano il pregio ambientale.
A San Michele al Tagliamento un’area di pregio naturalistico
Ma oggi non è la giornata adatta per osservare le abitudini della fauna migratoria. Probabilmente il nostro arrivo li ha fatti fuggire in siti più riparati. Così riprendiamo il nostro breve viaggio. Rimettiamo in moto, e proviamo a dare tirare un po’.

Proviamo a spingere sul pedale

La ripresa è decisa. Il motore spinge bene questa media cilindrata che pesa 1350 kg. Il tiro ai bassi del suo motore diesel è notevole. Così com’è molto buona la risposta alle nostre sollecitazioni: quando serve, spinge con decisione. La rumoFiat Tipo autostrada Tir Fiat Tipo volante Fiat Tipo Scruscotto mano Fiat Tipo terrazzo laguna Fiat tipo Bibione viale Fiat Tipo lungomare Bibione Fiat Tipo Faro Fiat Tipo Bellini Lignano IMG_7382 Fiat Tipo fiorirosità di marcia è contenuta. Il cambio a sei marce permette di sfruttare al meglio il motore. Come vedremo, anche in salita la Fiat Tipo 5p si arrampica decisa. Tornando al cambio, è molto facile. E ci permette di innestare le marce con un’escursione della leva limitata. Così da favorire una guida veloce e sportiva. Occhio, però, a non esagerare con la confidenza dopo la prima passeggiata compiuta assieme. Non fraintendetemi: la Fiat Tipo 5p è estremamente piantata a terra e sicura. Forse, con le ruote da 17, che possono essere montate, l’auto guadagnerebbe sia nell’estetica, che è comunque accattivante e piace, che nella tenuta e nel confort stradale.
E’ sicura, ma non è allestita per correre, e va guidata con …la testa sulle spalle.

Assetto morbido e confortevole

Infatti, non essendo destinata a correre, almeno per ora, bensì a essere l’auto di tutti i giorni per un pubblico sia maschile che femminile, è caratterizzata da un assetto morbido, che la rende confortevole, ma nella guida veloce va interpretato. Anche se la macchina non si scompone dalla traiettoria che noi impostiamo. Tende però a inclinarsi un po’. E se non lavoriamo di cambio e di acceleratore sentiamo la forza centrifuga che agisce sui nostri fianchi e ci spinge verso il lato del sedile di guida, che però è molto avvolgente ed è comodo. Non fraintendetemi: succede viaggiando a manetta. Quindi, nel misto, ci chiediamo, tutto questo può rappresentare uno svantaggio? Anche no. Perché la guida della #FiatTipo 5p è facile. E’ docile da guidare, maneggevole, precisa, scattante.

Ricorda la prima Tipo, che era ‘quadrata’, larga e ben piantata ma forse con l’assetto un pelo più rigido 

Più o meno come, quasi trent’anni fa, il primo modello di Fiat Tipo. Che ora ritrova popolarità perché è l’auto televisiva del commissario Montalbano. Ma vogliamo soltanto mettere in guardia chi ha meno esperienza al volante e vuole cominciare a premere sull’acceleratore, o meglio, tenere giù il piede sull’acceleratore, nelle curve e nel misto. La Tipo è docile, facile, elementare, pronta per una guida rilassata e all’occorrenza sportiva.
Il comportamento intuitivo della Tipo, che è un pregio perché fa esattamente quello che le chiediamo senza nessun cedimento e senza sorprese, può portare ad andare oltre i limiti senza prestare la dovuta attenzione. Anche perché #FiatTipo 5p supera i 205 km/h di velocità massima, e tocca i 100 km/h con partenza da fermo in 9.5”, come un forte atleta centometrista. Visto che ci siamo, e su questa splendida strada nessuno ci disturba, proviamo la frenata: è morbida e decisa, e, probabilmente è impostata così per garantirle maggiore efficacia e grip, ci dà la sensazione di iniziare in leggero ritardo. Che viene subito recuperato perché l’auto si ferma rapidamente. Forse ciò è frutto dei dispositivi di sicurezza. Per esempio, è dotata del sistema anticollisione, che va regolato a seconda del nostro tipo di guida. Per esempio, se non prevedete una distanza di sicurezza adeguata rispetto al veicolo che vi precede, rischiate che la Tipo dia un colpo di freni che per voi sarà imprevisto, per esempio, quando state superando il mezzo che vi precede. E rallenta quando vi state avvicinando e la Tipo deduce che siete in colonna.

Adatta per una gita nell’ambiente naturale, dotata di un buon impianto stereo, e caratterizzata da una linea grintosa, compatta, gradevole, Mediterranea, che piace

Bene. Precisato questo, ci fermiamo anche noi, perchè siamo arrivati vicino a un bivio della Litoranea veneta, il canale costruito in epoca napoleonica, per scopi militari, e che collega le lagune di Venezia e di Grado. Lo splendido paesaggio tipico delle zone umide europee, con il canneto fin sulle sponde, contrasta bene con il colore blu scuro della nostra auto. Così, all’assoluto silenzio dell’ambiente, al quale non siamo abituati, sostituiamo le musica del buon impianto stereo di bordo. E ci godiamo il paesaggio, nel quale #FiatTipo si integra molto bene. Assemblata in Turchia, là ha subito fatto presa. Tanto che è una delle auto più vendute. Ma ciò sfata i pregiudizi che spesso ci attanagliano. Se è prodotta in Turchia, certo, sarà pure realizzata per essere apprezzata nel paese mediterraneo. Ma sentendo gli amici e guardando gli effetti del suo passaggio tra i pedoni della città, piace anche da noi. Parliamo di consumi e di guida nel misto? Ma no, ce lo teniamo per la prossima volta. Nel frattempo, proseguiamo il viaggio. #Charlieinauto
(2.segue)

La guida su terra da sempre palestra per i conduttori con #Subaru XV è sicura e divertente

IMG_6600IMG_6608IMG_6607Subaru XV palme bunker20170312_180336_HDRIMG_5903Per piloti, collaudatori, test driver, guidatori esperti la macchina è il terminale dei loro arti che trasmettono i comandi essenziali

Dalla macchina le mani, i piedi e i fianchi del conducente ricavano le sensazioni che corrispondono alle prestazioni dell’auto

Neve, ghiaccio, sterrato, fango, scarsa aderenza: situazioni impegnative per la guida. Che certo non capitano tutti i giorni. Ma per chi è allenato e appassionato della guida sportiva, rappresentano puro divertimento. A patto che… si disponga dell’auto adatta. Cross over, vetture a trazione posteriore, auto a trazione anteriore, cross over a trazione integrale. Per potervi divertire in tutta tranquillità in una qualsiasi delle condizioni che ho elencato qui sopra, quale tipo di vettura scegliereste? La risposta è intuitiva: quella a quattro ruote motrici. Anche se, personalmente, da ‘vecchio’ rallysta, avrei posto la mia opzione su una moderna trazione posteriore. Per giocare un po’ con le sbandate controllate, il ‘derapage’, che in certe condizioni permettono di mantenere una guida più veloce, purchè non si esageri con le intraversate. Ma al giorno d’oggi, per guidare così occorre contrastare le dotazioni elettroniche delle vetture. Che sono sempre più tarate per garantire una guida sicura a vantaggio soprattutto de meno esperti. Perché, in realtà, tolgono la ‘sensibilità’ al guidatore. Il quale, una volta superata la soglia di sicurezza, anche inconsapevolmente, perché incitato dalla rassicurante tenuta della macchina, non può che rassegnarsi e subire le dinamiche che il mezzo, a quel punto fuori controllo, intraprenderà, seguendo le leggi della dinamica.

L’auto trasmette al terreno i comandi che le diamo: il rapporto veicolo – conducente

Come posso spiegarvi tutto questo? Un pilota competitivo, un buon collaudatore, un capace testdriver, uno di voi che ha guidato diverse auto e lo fa con tanta passione da catturare tutte le sensazioni che una macchina può trasmettere, e attraverso esse le criticità, gli spunti di vantaggio, le differenze, riesce a tradurre tutte le risposte della macchina ai comandi e alle sollecitazioni. Perché la macchina, e l’auto lo è come lo è la moto, non è altro che un terminale che esegue gli ordini, gli stimoli, le sensazioni che noi le trasmettiamo. Affinchè affronti e superi le difficoltà come serve a noi. Per essere più sicuri e più veloci. E più la risposta ai nostri comandi e alle nostre aspettative coincide o supera le nostre attese, più il test è superato. Le mani e i piedi, i fianchi del conduttore sono elementi che trasmettono ordini attraverso i comandi della macchina. Ma come i fianchi sono recettori delle sensazioni che la macchina trasmette superando le asperità, valicando gli ostacoli, rimanendo in strada in condizioni difficili o estreme, scaricando nel modo più efficace la potenza alle ruote.

#Subaru XV con il motore orizzontale sulle strade bianche della #RivieraFriulana è come un kart

Ben, dopo questa parte didattica, ma sentita, ritorniamo alle prime battute di questo articolo. E scegliamo lo sterrato, le strade bianche, non asfaltate. Il paradiso dei rallysti, e forse la palestra migliore per imparare a guidare. Tra le opzioni indicate scegliamo il crossover a 4 ruote motrici. A disposizione abbiamo un modello della casa principe, per il 4WD: Subaru. È la Decimo quinto. Scherziamo sul suo nome. Perché in Giappone non possono avere scelto i caratteri numerici romani. Quindi è proprio la XV. 150 HP, quasi duemila cc. di cilindrata. Un telaio studiato per dare sicurezza e stabilità all’auto, con il motore che in caso d’urto frontale si infila sotto al pianale risparmiando i passeggeri. Un sistema di sospensioni asimmetriche, che assieme alla distribuzione della trazione differenziata su ciascuna delle quattro ruote calcola dove serve la maggiore spinta per garantire a tutte e quattro le ruote la migliore aderenza. E che permette di superare anche gli ostacoli più accidentati. Ma, soprattutto, un motore boxer a quattro cilindri orizzontali contrapposti. Il che significa che mentre qualsiasi motore diesel o a benzina tradizionale, non solo porta il baricentro della vettura più di mezzo metri più in alto rispetto al piano stradale, il movimento dei pistoni va dall’alto verso il basso e viceversa. E può anche far oscillare l’auto nelle condizioni estreme. Mentre i cilindri contrapposti assicurano dinamiche orizzontali alla vettura.

Un baricentro basso tiene incollata #Subaru XV anche nello sterrato

Che cosa accade in curva? Che la Subaru XV si sposta di piatto. In qualsiasi condizione. Perché le ruote tendono a rimanere sempre aderenti al terreno. Anche sul ghiaino, sul fondo sabbioso o fangoso. I pesi in basso invitano l’auto a a stare attaccata al terreno. L’abbiamo provata sulle strade bianche della Riviera Friulana, in Comune di Carlino. E non ci ha tradito nemmeno un istante. Anche spingendo a fondo sull’acceleratore, e tenendo le marce alte. Quando ci siamo trovati in spazi più ampi abbiamo provato a escludere il controllo elettronico della trazione, e la guida è devenuta ‘manuale’. E la XV ha continuato a rispondere ai comandi, aiutata dalla potenza ben distribuita. E da un motore generoso nel tiro ai bassi. Morbido nella progressione. Senza prestazioni di picco che possono sconvolgere la tenuta su fondo sterrato. Valutazione? Beh, anche sullo sterrato come le altre Subaru che abbiamo provato non poteva che essere promossa. Anche perché, XXV è nata per dare il meglio in queste condizioni. Ma non tradisce le aspettative nemmeno sulle strade asfaltate.

#charlieinauto