La guida su terra da sempre palestra per i conduttori con #Subaru XV è sicura e divertente

IMG_6600IMG_6608IMG_6607Subaru XV palme bunker20170312_180336_HDRIMG_5903Per piloti, collaudatori, test driver, guidatori esperti la macchina è il terminale dei loro arti che trasmettono i comandi essenziali

Dalla macchina le mani, i piedi e i fianchi del conducente ricavano le sensazioni che corrispondono alle prestazioni dell’auto

Neve, ghiaccio, sterrato, fango, scarsa aderenza: situazioni impegnative per la guida. Che certo non capitano tutti i giorni. Ma per chi è allenato e appassionato della guida sportiva, rappresentano puro divertimento. A patto che… si disponga dell’auto adatta. Cross over, vetture a trazione posteriore, auto a trazione anteriore, cross over a trazione integrale. Per potervi divertire in tutta tranquillità in una qualsiasi delle condizioni che ho elencato qui sopra, quale tipo di vettura scegliereste? La risposta è intuitiva: quella a quattro ruote motrici. Anche se, personalmente, da ‘vecchio’ rallysta, avrei posto la mia opzione su una moderna trazione posteriore. Per giocare un po’ con le sbandate controllate, il ‘derapage’, che in certe condizioni permettono di mantenere una guida più veloce, purchè non si esageri con le intraversate. Ma al giorno d’oggi, per guidare così occorre contrastare le dotazioni elettroniche delle vetture. Che sono sempre più tarate per garantire una guida sicura a vantaggio soprattutto de meno esperti. Perché, in realtà, tolgono la ‘sensibilità’ al guidatore. Il quale, una volta superata la soglia di sicurezza, anche inconsapevolmente, perché incitato dalla rassicurante tenuta della macchina, non può che rassegnarsi e subire le dinamiche che il mezzo, a quel punto fuori controllo, intraprenderà, seguendo le leggi della dinamica.

L’auto trasmette al terreno i comandi che le diamo: il rapporto veicolo – conducente

Come posso spiegarvi tutto questo? Un pilota competitivo, un buon collaudatore, un capace testdriver, uno di voi che ha guidato diverse auto e lo fa con tanta passione da catturare tutte le sensazioni che una macchina può trasmettere, e attraverso esse le criticità, gli spunti di vantaggio, le differenze, riesce a tradurre tutte le risposte della macchina ai comandi e alle sollecitazioni. Perché la macchina, e l’auto lo è come lo è la moto, non è altro che un terminale che esegue gli ordini, gli stimoli, le sensazioni che noi le trasmettiamo. Affinchè affronti e superi le difficoltà come serve a noi. Per essere più sicuri e più veloci. E più la risposta ai nostri comandi e alle nostre aspettative coincide o supera le nostre attese, più il test è superato. Le mani e i piedi, i fianchi del conduttore sono elementi che trasmettono ordini attraverso i comandi della macchina. Ma come i fianchi sono recettori delle sensazioni che la macchina trasmette superando le asperità, valicando gli ostacoli, rimanendo in strada in condizioni difficili o estreme, scaricando nel modo più efficace la potenza alle ruote.

#Subaru XV con il motore orizzontale sulle strade bianche della #RivieraFriulana è come un kart

Ben, dopo questa parte didattica, ma sentita, ritorniamo alle prime battute di questo articolo. E scegliamo lo sterrato, le strade bianche, non asfaltate. Il paradiso dei rallysti, e forse la palestra migliore per imparare a guidare. Tra le opzioni indicate scegliamo il crossover a 4 ruote motrici. A disposizione abbiamo un modello della casa principe, per il 4WD: Subaru. È la Decimo quinto. Scherziamo sul suo nome. Perché in Giappone non possono avere scelto i caratteri numerici romani. Quindi è proprio la XV. 150 HP, quasi duemila cc. di cilindrata. Un telaio studiato per dare sicurezza e stabilità all’auto, con il motore che in caso d’urto frontale si infila sotto al pianale risparmiando i passeggeri. Un sistema di sospensioni asimmetriche, che assieme alla distribuzione della trazione differenziata su ciascuna delle quattro ruote calcola dove serve la maggiore spinta per garantire a tutte e quattro le ruote la migliore aderenza. E che permette di superare anche gli ostacoli più accidentati. Ma, soprattutto, un motore boxer a quattro cilindri orizzontali contrapposti. Il che significa che mentre qualsiasi motore diesel o a benzina tradizionale, non solo porta il baricentro della vettura più di mezzo metri più in alto rispetto al piano stradale, il movimento dei pistoni va dall’alto verso il basso e viceversa. E può anche far oscillare l’auto nelle condizioni estreme. Mentre i cilindri contrapposti assicurano dinamiche orizzontali alla vettura.

Un baricentro basso tiene incollata #Subaru XV anche nello sterrato

Che cosa accade in curva? Che la Subaru XV si sposta di piatto. In qualsiasi condizione. Perché le ruote tendono a rimanere sempre aderenti al terreno. Anche sul ghiaino, sul fondo sabbioso o fangoso. I pesi in basso invitano l’auto a a stare attaccata al terreno. L’abbiamo provata sulle strade bianche della Riviera Friulana, in Comune di Carlino. E non ci ha tradito nemmeno un istante. Anche spingendo a fondo sull’acceleratore, e tenendo le marce alte. Quando ci siamo trovati in spazi più ampi abbiamo provato a escludere il controllo elettronico della trazione, e la guida è devenuta ‘manuale’. E la XV ha continuato a rispondere ai comandi, aiutata dalla potenza ben distribuita. E da un motore generoso nel tiro ai bassi. Morbido nella progressione. Senza prestazioni di picco che possono sconvolgere la tenuta su fondo sterrato. Valutazione? Beh, anche sullo sterrato come le altre Subaru che abbiamo provato non poteva che essere promossa. Anche perché, XXV è nata per dare il meglio in queste condizioni. Ma non tradisce le aspettative nemmeno sulle strade asfaltate.

#charlieinauto

#Subaru XV: cerchiamo il fuoristrada e troviamo la neve #testdrive

Sulle strade innevate ci si sposta senza alcun timore

La nostra meta è il pianoro del monte Cavallo, il Piancavallo, nota località sciistica a mezzora da Pordenone. A un paio di chilometri dalla località montana, troviamo la prima neve. Ma è inutile. Se il nostro intento era di metterla alla prova, la #SubaruXV non si scompone. Proviamo a esagerare qualche manovra, ma lei ci riporta inesorabile al posto giusto. Imbocchiamo una discesa, su dosso. Dietro ci appare una distesa di neve. Imbocchiamo una strada ‘bianca’. O meglio marrone, perché la neve si sta sciogliendo. E l’ha trasformata in un pantano. Scopriamo che ci troviamo in un campeggio per camper e roulotte. Rispondiamo al custode che si materializza dopo un po’ che stiamo pensando se proseguire anche nella coltre di neve o meno, che nulla indica di che cosa si tratti, salutiamo un campeggiatore che regge sottobraccio un bambino per salvarlo dal pantano, e puntiamo verso le strade che portano a Barcis, alle Dolomiti friulane. Ovvero, ci addentiamo nella montagna.

Sterrato sì, ma innevato

Ecco un vero sterrato, con dei tratti con la neve, pozzanghere, e ai lati, un metro e oltre di neve. Così, se qualcosa dovesse andar storto, ci fermeremo nel morbido. Proviamo a schiacciare, a sbandare, a derapare, a mettere la #SubaruXV in difficoltà: niente da fare. Scarica sempre la potenza in modo omogeneo. E ci fa sentire al sicuro. Frenata, accelerazione, curve secche: nessun problema. Esame superato. Ora, non ci resterà che provare come va in discesa. Dopo avere fatto un salto a vedere il pattinaggio al palaghiaccio, e avere mangiato l’immancabile fetta di Sacher con la cioccolata con panna alla pasticceria del Piancavallo. C’è ancora il sole. Il tempo di fare qualche foto e si rientra.

Bene i consumi

Diamo un’occhiata ai consumi. In autostrada, non abbiamo tirato, e abbiamo fatto i 18 km/l. in montagna, il computerino di bordo dice 12/13. E lì ci eravamo sfogati un po’. Considerando che si tratta di un 1600 diesel, che la macchina ha una struttura commisurata a potersi considerare anche un crossover, che il telaio è progettato dalla Casa delle Pleiadi per sopportare di tutto. Che la struttura è progettata per proteggere i passeggeri in caso di urto frontale, ‘costringendo il motore e la trasmissione a non entrare nell’abitacolo per infilarsi invece sotto al pianale, salvando così i trasportati. Che le rifiniture sono complete, confortevoli e protettive. Quindi non studiate per risparmiare sul peso, e che ci siamo sfogati su una delle palestre rallistiche della montagna friulana, i risultati sono davvero buoni.

@charlieinautoSubaru XV panorama da Piancavallo Subaru Xv Piancavallo salita inizio Subaru Xv Piancavallo pista sci  

#Subaru XV: su una delle più belle salite alpine per provare un cross over confortevole e sicuro

Subaru XV Lignano lagunaIMG_6820Subaru XV velocitaSubaru XV sal neve alberiSubaru XV panorama da PiancavalloSubaru XV pianc pasticccSubaru XV salita montiSubaru XV bivio CastaldiaSbaru XV strada asfalto neveSUbaru Xv nella neveUna buona potenza e una tenuta impeccabile fanno di #Subaru XV un’auto per il turismo in montagna anche fuoristrada

Arriva la primavera, e il tempo è ideale per le scampagnate. In particolare se disponiamo di un mezzo adatto per poter raggiungere qualsiasi tipo di meta. Vista la stagione dolce, è auspicabile che sia anche comodo per i trasferimenti. Noi l’abbiamo trovato: la #Subaru XV. La sua stabilità, le ruote di giuste dimensioni, la distribuzione dei pesi ideale per favorire la stabilità assicurata dal baricentro bassissimo rispetto alle altre auto, grazie al motore boxer a cilindri contrapposti, ci permettono di compiere spostamenti anche lunghi senza risentire del viaggio. Gli interni comodi e adeguatamente rifini ti, i sedili con un buon livello di confort, ma capaci di trattenervi nella vostra posizione anche nella guida veloce o sullo sconnesso, la possibilità di regolare la postura e la posizione sul sedile di guida elettricamente, per individuare facilmente la seduta migliore: sono gli premesse migliori per …una gita in montagna. Stavolta la prova la facciamo sulle strade che conosciamo bene: dalla Riviera friulana andremo al Piancavallo, sul monte Cavallo, la montagna che sovrasta la città di Pordenone. Al Piancavallo si scia. Quindi, forse, c’è ancora la neve. Per caso ci affidiamo a uno dei nostri cellulari, e tracciamo il percorso su Waze, uno dei navigatori social più popolari.

Dalla #Rivierafriulana al #Piancavallo

E scopriamo che …da Lignano Sabbiadoro a Piancavallo ci arriviamo in …meno di un’ora. Perché ci indica il percorso in autostrada da Latisana a Sacile Ovest. Quindi le strade a monte di Aviano e la pedemontana pordenonese. Quindi, finalmente, c’è la salita: qualche rampa ripida, il misto, i tornanti, il misto veloce… Una vera e propria cronoscalata. Che è stata una delle speciali del rally internazionale del Piancavallo, nel quale all’epoca ho corso, ma del quale ho anche seguito per anni, dall’inizio, l’ufficio stampa. Ma è stata anche, e lo sarà quest’anno, una delle strade più amate dai ciclisti del Giro d’Italia. Vediamo un po’… il cambio è a cloche, morbido, preciso, rapido. Sei marce, ma in salita non arriveremo alla sesta. Eccetto, che in un tratto misto veloce in falsopiano. Lo spunto in salita è quello che serve. Un buon tiro ai bassi per un motore diesel turbo 2000 DOHC 16 valvole da 150 HP. Così, all’uscita dai tornanti siamo a posto. E riprendiamo la salita senza perdere il ritmo. In quelli più stretti la macchina sale senza farci notare la pendenza. Anche per i passeggeri, il confort è buono. Grazie al motore boxer a cilindri contrapposti brevettato dalla Subaru. E se dovessimo frenare? La Subaru XV è precisa, decisa, sicura. Sbuchiamo nella parte alta della salita, a bivio Castaldia, dove, per chi ci va o ci andrà, ci sono i ripetitori delle Tv.

Uno scenario incomparabile

Da qui lo spettacolo è splendido: si vede anche il mare all’orizzonte, dalla laguna di Marano, a Lignano, alla laguna di Venezia. Dall’altro lato il monte Cavallo che è: bianco! Evviva! Allora su c’è la neve. Facciamo un pezzo del percorso sotto costa esposto al panorama, per goderci un paesaggio d’alta montagna, a meno di mezz’ora dalla città. Qui non ci passa quasi mai nessuno. Così proviamo ancora il fascino della trazione integrale della Subaru XV. Che non si sposta da dove laSUbaru XV tetto chiuso panorama SUbaru XV prima neveSubaru XV Aviano induciamo ad andare. La ripartizione della trazione, sistema Symmetrical ce lo indica anche il computerino di bordo attraverso il grande schermo centrale e la ripetizione tra i due orologi del cruscotto, è del 60 per cento sulle ruote anteriori, il restante 40 su quelle posteriori.

I sistemi di sicurezza attiva di #Subaru XV

Ma, all’occorrenza, la centralina cambia tutto e decide, anche, di dare tutta la potenza a una sola ruota, oppure di escluderla dalla trazione. Non solo, ma c’è anche il sistema VDC, controllo della dinamica del veicolo: agisce sulla distribuzione della coppia, sull’erogazione del motore e sul freno di ciascuna ruota. Così, se si accorge che la vettura non segue la direzione impostata dal guidatore, agisce su tali fattori e vi asseconda nella guida. Tale sistema è disinseribile se volete essere i soli padroni del mezzo. Incuriositi da questo saliamo sul pianoro che è appunto il Piancavallo. Sovrastato dalle piste da sci. Su una di queste avevamo provato, senza la neve, la nostra prima Subaru 4×4 assieme a Maurizio ‘Iccio’ Perissinot, allora navigatore ufficiale Lancia, come nostro coequipier. Prima in salita, e fin qui… poi, in discesa, con la coda che tendeva ad alzarsi da terra per la pendenza. Ma bastava dare gas per riprendere il controllo di quella prima Subaru 4×4. Era il 1984.

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#Subaru Levorg: test drive lontano dall’asfalto sugli sterrati della Riviera friulana

Baricentro basso motore boxer orizzontale e trazione integrale bilanciata dalla centralina sono le carature di #Subaru Levorg

Risultato: un giocattolo da guidare su terra che non perde confort e appeal nemmeno tra la polvere

Avevo lasciato per ultimo un capitolo che mi sta a cuore. Vedendola, di primo acchito, quando me l’hanno consegnata, avendola intravista in precedenza soltanto su riviste e depliant, non avevo dato peso a tutte le sue prerogative. Elegante, compatta, spaziosa, comoda nonostante l’altezza da terra da assetto sportivo-stradale. Così la mia prova si è sviluppata sull’asfalto, in pianura, in montagna, su strada. Poi ho visto le news che l’ottimo as Andrea Placani mi mandava, e anche i video nei quali la Levorg era piuttosto agile sulla neve. E ho capito. D’altro canto, tutta la flotta Subaru ruota attorno alla prerogativa del 4X4. E l’esperienza della Casa delle Pleiadi nella trazione integrale è ormai quarantennale. E allora?

 

Imbocchiamo un sterrato della Riviera Friulana.

 

Verso Precenicco (Ud). Ci dirigiamo verso il fiume Stella. Lo sterrato liscio con il panno di un biliardo. Proviamo a spingere, prima timidamente. Perché abbiamo sotto le ruote un motore a benzina, turbo a iniezione diretta, che è vero che è ‘soltanto’ di 1600 cc, ma è anche vero che scarica 170 HP. Poi spingiamo con più decisione. E qui, come sulla neve, emerge la classe della Levorg. Chi l’ha messa a punto, ma già chi aveva progettato la trasmissione sempre in presa, a sei marce, ma anche automatica, aveva scelto di assicurare la massima fluidità all’accelerazione. Anche il passaggio di marce nell’automatico non si nota. Prima di imboccare la strada bianca avevo provveduto a premere sul volante il tastino S, che a differenza della funzione I attiva tutta la potenza della macchina. E rende la curva di coppia più ripida. Il risultato? Che la Levorg fa esattamente quello che le chiediamo. Frena morbida in staccata. Scarica la potenza in curva per mordere il terreno con il 4X4. Proviamo a forzare …la mano. Ma Levorg è quasi come’è sull’asfalto.  Si guida come un kart, anche sulla strada bianca.

 

Baricentro bassissimo

 

Uno dei segreti di questa stabilità e sicurezza sta nel motore boxer a cilindri contrapposti. Guardate com’è basso e piatto il muso della macchina, che le regala un coefficiente di penetrazione all’aria molto basso. Il motore è infatti orizzontale. E il baricentro bassissimo. Tra l’altro Subaru ha studiato un sistema che in caso di urto frontale fa rientrare il motore verso il fondo dell’auto, non verso l’abitacolo. Sì, ma la guida? Mi chiederete… Abbiamo provato anche la funzione manuale del cambio, a sei marce, ed è stato ancor più divertente. Poi abbiamo provato a escludere tutti gli accorgimenti perla sicurezza, dall’anticollisione all’antislittamento. Sarà che ho la guida morbida, ma non sul pedale dell’acceleratore, e forse incide la scelta di dove mettere le ruote.

 

Morbida ed elegante anche su terra

 

Ma anche sullo sterrato Subaru Levorg si è rivelata un’auto davvero divertente. Poi, il baricentro basso e il 4X4 sempre rapportato al peso e alla situazione dalla centralina, rendono confortevole anche quando si desidera tirare di più nel misto e nei tratti da guidare. Anche per il passeggero/a. E quindi? E quindi, Subaru Levorg è stata proprio una bella scoperta. In tv ho visto su Top Gear GB la sorella maggiore (di età), la Impreza, che monta un motore Cosworth. Lo stile del telaio e della scocca è molto simile. E quindi, anche la Levorg potrebbe… Ah sì, dimenticavo di dirvi che esiste una versione molto più potente di questa da 170 hp, ed è in programma anche una versione diesel. Ma quella più potente, per quest’anno ancora non sarà importata in Italia. Speriamo di poterla provare presto.

#charlieinauto  

#SubaruXV condensa molte qualità attorno al piacere di una guida morbida e potente

Dalla sportiva versatile al SUV da città da viaggio da cross… #charlieinauto

Un’auto per ‘giocare’ a guidare rassicurati dal 4WD permanente symmetrical di #subaru

Ma è un’auto da città, da viaggio, o un crossover? È alta da terra, e di seduta, come un SUV, lo spazio tra le gomme e i passaruote, nonostante i cerchi da 17’ è significativo. L’assetto è morbido, ma… non sempre. Non risente di asperità e dislivelli del terreno. Per questo motivo mi sono posto quella domanda, quando sono salito per la prima volta a bordo della #SubaruXV. È stato per cercare di capirla. Di interpretarne la guida e le prerogative. Confesso, che non avevo ancora letto molto su quest’auto. Salvo avere visto la #SubaruXV con la livrea bianco azzurra della Polizia locale in perlustrazione nella mia città. O mentre compiva acrobazie, per altre auto impensabili, con le sue ‘sorelle’ della Casa delle Pleiadi, al Motorshow. Ma perché l’hanno scelta i vigili urbani? Lo scopriremo più avanti. In mezzo al traffico #SubaruXV è docile e si guida, anzi si lascia guidare docilmente.

I primi chilometri di adattamento al ‘traffico’ cittadino

Anche questa volta, i primi km li percorriamo nel cuore della città. A bassa velocità, ma proprio bassa. Ah! Ho notato una cosa curiosa. Che voglio condividere con voi. Pur spostandomi a bassa velocità, con la XV notavo che i pedoni, ma anche gli altri automobilisti spesso si giravano o si attardavano a guardarla. Lo stesso mi era capitato, sempre nel centro di Milano, con la #Subaru #Levorg, e con la iconica spider che avevo provato in precedenza. Pochi giorni fa, compiendo le stesse manovre e lo stesso percorso a bassa velocità, ma con un’auto di fascia medio-piccola, ma appena uscita sul mercato, per il solo fatto di essermi attardato a seguire un gelataio con il triciclo, ma con motore elettro assistito, quindi non proprio lento, ha sentito suoni di clacson e mi sono beccato improperi da chi seguiva. Persino da una giovane donna. E ho capito che l’auto rappresenta ancora uno status symbol… Se li distrai con un giocattolo che li possa interessare eviti che siano presi della frenetica paranoia del dover-voler vivere sempre in gara con … Con che cosa? Forse con la propria salute.

Il frinire morbido del diesel boxer #Subaru, il motore orizzontale a 4 cilindri contrapposti

Torniamo a noi: imboccando la strada verso casa, dò un’accelerata a marce basse. E guardo allarmato chi è in auto con me: il rumore dell’auto aveva qualcosa di insolito. Non mi suonava per nulla salutare. E sì che dovrebbero avermi affidato un diesel. E per giunta di 2000 cc. Non sapevo nulla del motore diesel boxer della Subaru. Che cosa stava succedendo? Che è così bene insonorizzata, poche le vibrazioni, che il motore si sente appena, e la finestra-spia con il numero della marcia inserita sul cruscotto a questo punto può essere utile. E quando abbiamo aperto il tettuccio per apprezzare il clima primaverile, abbiamo sentito il sibilo acuto del boxer. Vibrazioni ai semafori? Innanzitutto si spegne da sola. Ma se rimane accesa perché avverte la nostra incertezza, magari in coda, il fatto che il motore si acceso ancorché in standby, e i sistemi di sicurezza attivi, come l’antislittamento, ci segnalato da un periodico e lieve ondeggiamento della macchina. Questo l’abbiamo scoperto leggendo il pingue manuale di istruzioni.

Torniamo al volante.

Il passaggio diretto dalla Levorg alla XV mi ha costretto a rivoluzionare la guida. Da un motore a benzina, 1600 cc da 170 HP, ero appena passato a un diesel boxer 2000 da 140 HP. Quindi, con una coppia più morbida. Più tiro ai bassi, nessun artifizio elettronico per cambiare le prestazioni, se non l’ottimizzazione del rendimento del motore. Riprendo confidenza con il cambio, a 6 marce, dopo tre settimane di cambio automatico e l’uso di due soli pedali, per scoprire un motore fluido. Con parecchio tiro, e la sensazione di essere coccolati dall’auto. Che provano anche i passeggeri.

Subaru XV a tua completa disposizione.

20170303_171101 Subaru XV Milano tram Subaru XV Milano Subaru Milano giocoliere Subaru XV Udine Subaru XV ruota post Subaru XV pozzanghera Subaru XV Ida Subaru XV fiume SUbaru XV cruscotto notte Subaru XV coda fiume Subaru XV Aquileia codaLa seduta è alta, da SUV. I sedili confortevoli. Lo spazio interno ampio, così come la possibilità di carico, abbattendo i sedili posteriori e non. I sedili sono con le cuciture a vista come nella Levorg. Un buon impianto per la musica dalla radio, e il display centrale è analogo a quello della Levorg. Con tante utili funzioni, anche per il controllo dei consumi, della ripartizione della trazione sugli assi, il navigatore, il telefono con il Bluetoot. Anche su questo modello c’è la messa in moto a pulsante. E la chiave, è sufficiente sia avvicinata a una delle porte anteriori o al portellone posteriore per sbloccare la chiusura. Oppure, che sia presente a bordo per mettere in moto.

Occhio alla chiave elettronica

Una comodità… direte voi. Ma un accorgimento non adatto ai distratti o a chi conduce una vita frenetica. Come quella degli automobilisti di città: se affidate per esempio l’auto accesa a vostra moglie, e correte a prendere l’aereo, vi può capitare di ritrovarvi nell’aeroporto di destinazione …con la chiave dell’auto in tasca!!! E vostra moglie, ne frattempo, è ferma chissà dove, impossibilitata a ripartire. Salvo che libera … di andare a casa a cercare la chiave di riserva.

Forse, sarebbe davvero opportuno che qualcuno brevettasse un sistema a cicalino o una vibrazione che vi avvisi se vi allontanate di qualche metro dall’auto con il motore acceso, e avete la chiave in tasca… Ora però, finalmente, imbocchiamo l’autostrada. Il viaggio sarà di qualche ora, ma dobbiamo ricordarci che questa Subaru, l’esemplare che stiamo guidando, non è dotato del sistema Eyesight come la LEvorg che abbiamo lasciato poche ore prima (anche se negli ultimi modelli i sistemi di sicurezza di guida assistita sono presenti su tutti i modelli Subaru). E che, quindi, dobbiamo proprio guidare. Salvo farci aiutare dal cruise control. Ci dirigiamo verso casa. E un’altra bella scoperta, una conferma rispetto ai dati identificativi della macchina: il basso consumo. Alla prossima puntata altre piacevoli sorprese da Subaru XV.

#charlieinauto  

#charlieinauto #Subaru Levorg si guida con due dita al volante è precisa e docile

Ma si arrampica come un cavallo di razza e con il 4X4 perdona tutto ciò che le chiediamo

Subaru Levorg Udine sera Subaru Levorg albero Subaru levorg tetto aperto Subaru Levorg drive control Subaru Levorg Corno Subaru Levorg sedili posteriori Subaru Levorg autostrada

Sul percorso di una cronoscalata il computer e il cambio automatico contengono il consumo seppure ‘a tavoletta’

Oggi proviamo a vedere come va. Una SW, sportiva, a benzina, a trazione integrale. Facciamo un giro in montagna. Trasferimento in autostrada. L’aerodinamicità delle linee della Levorg aiuta a risparmiare carburante, ma anche a prendere velocità. Che di punta è superiore ai 210 Km/h. Ma questo test lo lasciamo per ora a chi la proverà in pista. Passiamo alla guida turistica: 110/120 km/h, reali saranno 100/110. Dopo 70 km il computer di bordo ci segnala un consumo tra i 15 e i 16 km/l. Il che ci rincuora. Perché ora, dopo un misto di una trentina di km in Carnia, vediamo com’è la guida veloce nel misto. E’ sera e lo possiamo fare. La centralina destina il 60 per cento della potenza alle ruote anteriori, il 40 dietro. Così la macchina è sempre incollata alle traiettorie che le chiediamo. Solo un po’ di sovrasterzo quando spingiamo a fondo sulle curve a gomito. Anche la trasmissione è fluida, e l’accelerazione è decisa ma la macchina è sempre morbida. Veloce, precisa, decisa. Accetta le traiettorie e le mantiene con sincerità. Un ruolo fondamentale nella stabilità e nella tenuta di strada lo gioca il motore boxer: è orizzontale e piatto. Così il baricentro della Levorg è bassissimo. Gommata Bridgestone, abbiamo provato a ‘farle’ di tutto. Ma non ci ha mai tradito. E’ sempre stata al gioco. Anche la frenata è sicura. Ma sempre confortevole per i trasportati. Anche se stacchiamo al limite. Sutrio, arriviamo al cartello Zoncolan. Che ormai è una delle salite simbolo del Giro ciclistico d’Italia. E’ entrata nella leggenda con Pantani. Ma in passato è stata una spettacolare cronoscalata automobilistica. L’ho fatta anch’io..Via. Proviamo con l’automatico. Il cambio manuale a sei marce lo sfrutteremo in discesa per le staccate. Levorg sale decisa. Ci porta ai tornanti in piena velocità. Non c’è che dire: la sua vocazione sportiva la scarica tutta a terra. Alcuni tornanti per impratichirci con la trazione integrale, che rende precisa e veloce anche l’uscita dai tornanti, e abbiamo la prova delle sue capacità sportive. Il misto, la guida precisa, un po’ di sporco sull’asfalto, ma non cambia niente. D’altro canto, la Casa delle Pleiadi ha sviluppato decenni di esperienza nel mondo dei rally. Bene. Siamo in cima al monte, o quasi, sul pianoro da dove gli sciatori si preparano per la discesa. I consumi, è superfluo considerare che sono stati elevati. Ma non vanno oltre le aspettative. Secondo il computerino di bordo, e poi a spanne verificheremo sulla distanza che coincidono, non sono scesi sotto ai 10 km/l. Che per una SW 1600 a benzina, compatta, palesemente affidabile e robusta, con il 4X4 sempre in presa, tre persone a bordo, e tirando, non è poi così male. Temevamo il peggio. Invece, probabilmente l’elettronica, l’esperienza nell’integrale della Casa delle Pleiadi, il cambio automatico, hanno guidato una sorta di risparmio. Nonostante avessimo attivato la funzione S Sportiva. Una cioccolata con panna, una fetta di torta ai mirtilli sul pianoro dello Zoncolan. Facciamo anche la rampa in salita che è stata resa famosa dal Giro d’Italia, e la Levorg morde il fondo asfaltato reso incerto dalle gelate invernali. Il panorama da quassù è fantastico. Ora scendiamo dal versante pordenonese. Ma prima una sosta a malga Pozof. Ricotta affumicata e Montasio stagionato. Con il pane casereccio. E un buon bicchiere di vino rosso, un Refosco. Uno solo, perché poi si deve guidare. E affrontiamo la discesa verso le vallate pordenonesi. Stavolta, il cambio al volante lo usiamo per le staccate e per assicurarci prontezza di trazione all’uscita dalle curve, sui dossetti, dove l’aderenza o la potenza servono di più. È pur sempre un 1600. I rapporti sono ben calibrati, e ci permettono una guida fluida e di rendimento. Anche in discesa. Stavolta, i consumi sono nella norma. Arriviamo a fondovalle. Scendiamo: un’occhiata ai cerchi e alle gomme. Non si sono surriscaldati oltre il dovuto. Missione compiuta. Un’auto divertente ma nello stesso tempo facile. Anche per le signore che si mettono alla guida di una SW sportiva e compatta. Ma è anche elegante, grintosa. Sa di auto sportiva ma se vi ci portate la compagna a una cena elegante, non vi farà sfigurare. Se vi capita, dunque, fateci un giro. Vi piacerà.

@charlieinauto

#Subaru Levorg sportiva docile morbida silenziosa: non sembra una SW a benzina con 170 HP

20170212_193345_HDR Ch Levorg Coda Ch Levorg Central 2 IMG_5932 IMG_5908 IMG_5848 IMG_5818 IMG_5817#Subaru Levorg sulle strade della Carnia si lascia guidare con facilità e perdona molto grazie al 4×4 permanente e al sistema Symmetrical per la distribuzione della potenza alle ruote

Il motore boxer abbassa in baricentro a vantaggio della tenuta di strada

#Subaru Levorg è stata una bella scoperta. Quando l’abbiamo presa in consegna ci eravamo lasciati prendere dai pregiudizi che da qualche anno coviamo per i motori benzina. Dopo l’avvento del diesel tra le auto di ogni giorno, i consumi più limitati e la coppia bassa avevano sempre avuto la meglio nelle nostre aspettative rispetto alle prestazioni, spostate di più verso l’alto, dei motori a benzina. Così abbiamo pensato di provarla su una salita, alla quale avrebbe evidentemente fatto seguito la discesa. E siamo andati sullo Zoncolan. L’inverno dall’innevamento incerto fino in quota ci ha permesso di provare sul misto la pronta risposta alle sollecitazioni del nostro acceleratore.

Un motore vivace e potente e la possibilità di decidere istantaneamente di dare potenza

Cambio automatico, o il sequenziale a sei marce con le leve al volante. 1600 cc, 170 HP, una curva di coppia che possiamo modificare con un tasto al volante per scegliere tra la guida I ntelligente, che dà priorità al risparmio e riduce un po’ la potenza, e quella S portiva, che consente di avere il massimo dalla vettura. E che si può commutare all’occorrenza anche istantaneamente, per esempio per un sorpasso. Sul display tra gli orologi del cruscotto compare disegnata la curva di potenza che ci permette di sapere che cosa abbiamo a disposizione in quel momento. Quanto a stabilità, l’auto è compatta, ma con la linea da vettura d’alto livello. La mascherina elegante ma aggressiva consente di raffreddare il segreto di questa macchina di alto livello, camuffata da auto di fascia media. Per consentirci di apprezzare i sedili molto curati e comodi, nello stile della Casa delle Pleiadi, avvolgenti ma estremamente confortevoli, e che ci permettono di sopportare di buon grado le sollecitazioni ‘di potenza’, Levorg monta il boxer a benzina Subaru. Il motore è piatto, distribuito in orizzontale, perché i 4 cilindri sono contrapposti di 180 gradi.

Baricentro basso per sfogare le nostre propensioni rallystiche

Ne consegue il baricentro basso, assecondato dalla limitata altezza da terra, esaltata dalle minigonne laterali. Il risultato è una tenuta di strada eccellente in ogni occasione. Garantita anche dalle 4 ruote motrici sempre in presa. Risultato dell’esperienza Subaru in materia. Non la spaventano certo i tornanti dello Zoncolan, sui quali possiamo guidarla con determinazione impugnando il volante ergonomico a forma di D. Magari disattivando per l’occasione Eyesight, il dispositivo di guida sicura che potrebbe scambiare la nostra guida sportiva per degli errori e intromettersi, anche se con garbo, con le nostre decisioni. Arriviamo in cima al pianoro dello Zoncolan, verificando che i consumi non sono stati così drammatici. E mentre in pianura erano nella media, nella salita hanno risentito delle nostre pretese sportive.

Guida morbida quasi ovattata che attenua anche la percezione della spinta del motore boxer

La guida è sempre stata fluida, a portata di tutti e di tutte. Anche grazie al brevetto Symmetrical All-Weel drive, che distribuisce la potenza dove serve, e non indistintamente sulle quattro ruote. Un salto al rifugio Zoncolan, o in uno dei locali per la grappa con i mirtilli, per i passeggeri, la cioccolata calda, per noi che guidiamo, e possiamo provare Levorg sulla strada sporca, un po’ sconnessa dall’inverno, che scende verso la montagna pordenonese. Due strette gallerie che sono percorse anche dai ciclisti del Giro d’Italia nella tappa dello Zoncolan, ci conducono verso la malga Pozof. Da visitare per assaggiare i formaggi freschi e stagionati che il casaro realizza sul posto. Poi, la discesa, stretta, a tratti ripida, con allunghi seguiti da curve strette e tornanti: insomma, da guidare. E anche qui Levorg ha dimostrato una buona capacità di frenata e di saper rispondere alle nostre richieste di spunto e velocità. D’altro canto, chi abbiamo lasciato alle spalle aveva la conferma del carattere di Levorg dai due terminali di scarico a coda dell’auto.

 

Scalare le marce a mano con il comando del sequenziale e lasciare la progressione al cambio automatico

 

Per regalarci qualche emozione in più nelle staccate ci siamo aiutati scalando le marce all’inserimento alla corda delle curve strette manualmente. È possibile farso semplicemtne agendo sulle leve al volante anche con la cloche del cambio sulla posizione Automatico. Quando rilasciamo le levette il cambio automatico riprende il comando dei rapporti del motore. Mentre l’intera nostra manovra è replicata dal display sul cruscotto, dove compare anche il suggerimento della marcia da innestare, assieme al numerino di quella inserita. Ma come possiamo usare la #Subaru Levorg? Dove e per corsa possiamo sfruttarla? Lo vedremo assieme la prossima volta.

#charlieinauto

SubaruLevorg: elegante e compatta, grintosa, morbida nella linea, guida, e abitabilità

Ch Levorg tramIMG_5827IMG_5832IMG_5849IMG_5903IMG_5913Ch Levorg UdineCh Levorg PalmanovaIMG_5728Ch Levorg RossiniCh Levorg CodaCh Levorg Central 2Ch Levorg Central20170212_193453_HDR#SubaruLevorg è così, se vi pare, e se vi piace

Dovete prenderla com’è perché non ci sono alternative: soltanto 1600 a benzina, boxer, 170 HP

Scendendo da una primadonna non era certo facile ‘accontentarsi’ di guidare altro. Il primo impatto è stato di incertezza: passavo da una posteriore pura a un 4X4 permanente, la #SubaruLevorg. Come sarebbe andata a finire? Soprattutto, da un cambio sei marce a cloche, a un automatico, con sequenziale e comandi ad aletta al volante. La palestra per il riscaldamento è sempre Milano. E guarda caso, comincia a poca distanza dal garage precedente. Questo, più discreto, è immerso tra i palazzi. Ci affidiamo al navigatore per andare verso i navigli. Occhio! L’ultima volta che ci siamo fidati c’è arrivata la multa per accesso alla zona ZTL senza avere pagato il bollino… le studiano tutte per fregarti soldi ormai: noi gli portiamo in mostra accanto al marciapiede vicino al Duomo una Signora della strada nella livrea bianco ghiaccio, e loro ti mandano il conto a casa. Mah!?

Tanti comandi ma molto intuitivi

Comunque, ci abituiamo subito ai comandi, sono molto intuitivi. Eccetto che per l’enorme ma utilissima serie di accorgimenti per la sicurezza nella guida, che hanno fatto vincere e fanno vincere a #Subaru sempre nuovi Oscar per la security. Un grande pedale del freno in inox, che non puoi mancare, da premere anche per accendere il motore contemporaneamente al pulsante di avviamento-spegnimento. Con il motore, funzione escludibile, che ce lo spegne ai semafori.

Sedili con controllo …tipicamente europeo

Ora regoliamo i sedili. I comandi, ci aveva spiegato il capofficina dell’assistenza milanese della Casa delle Pleiadi, officina Buratti, ci aveva spiegato che hanno al tatto la forma del sedile. E così è infatti: solleva, avanza, arretra, reclina… E quelli del passeggero anteriore? Tutto manuale. Anche l’inclinazione che … scopriamo, ha la posizione a sgancio rapido. Certo che le studiano proprio tutte per i mercati europei questi giapponesi. P, R, D, N, e se si vuole cambiare a sei marce sequenziali si sposa da Neutral leggermente la docile leva del cambio a sinistra. E sul display dietro al volante compare il numero della marcia inserita. Si spegne il termometrino blu sul cruscotto, e vuol dire che il motore è caldo qb. E ora? Vediamo un po’. Mentre apprezziamo la grande comodità dei sedili, in pelle con cuciture a mano a filo azzurro, intonate alla selleria, facciamo un paio di conti: dobbiamo fare quasi 400 km. È bene che prendiamo un po’ di pratica.

Motore boxer a benzina

Allora: benzina, quattro cilindri boxer, 1600 cc, 170 cv, trazione integrale permanente. E’ l’erede della Subaru Legacy, c’è solo a benzina, per ora, e viste le prestazioni, 210 km/h, 8.5” da 0 a 100 km/h potrebbe accurare qualche buco nello spunto. Invece la ripresa è veloce. E quello che ci sorprende, che la rende ‘appetibile’ anche per le signore sportive, è la morbidezza. Ecco, quest’auto si distingue per una guida docilissima e morbidissima. Lo sterzo molto preciso, l’accelerazione potente fluida, la frenata soft ma assolutamente efficace. Il tutto assistito dall’elettronica. Perché monta Eyesight che guida per noi. Forse anche troppo inducendo assuefazione all’automatismo. Un’unica perplessità la notiamo nella fanaleria: gli anabbaglianti a led ci assicurano una luce molto più precisa e potente degli abbaglianti alogeni. Con il risultato che quando ci serve guardare oltre, per un istante, per impostare la prossima puntata della guida, la loro profondità è meno intensa di quello che ci aspettiamo. O forse, è l’effetto della sensibilità dei nostri occhi. Ma è una valutazione da rallysta, non da normale utente della strada.

In curva dalla sensazione di potenza ‘lombare’ del posteriore a tutto il corpo sospinto verso l’esterno

Proviamo a schiacciare a fondo, e il motore sale e cambia marcia rapidamente, e sale assieme alla velocità. Puntiamo veloci a una rotonda. Ecco la differenza: dalla netta sensazione di allargamento all’uscita dalla curva, una sensazione lombare, che provavamo con la posteriore pura, ora, nella curva, con il 4×4 sempre in presa è tutto il corpo che viene compresso verso l’imbottitura della portiera. E poi… e poi ve lo racconto la prossima volta.                                                        #charlieinauto

#TESTDRIVE IN LOMBARDIA: FRANCIACORTA E LAGO D’ISEO CON LA #SUBARU OUTBACK EYESIGHT

CHAELIEINAUTO SUBARU OUTBACK ARESE IMG_4639 CHARLIEINAUTO SUBARU OUTBACK BAGAGLIAIO IMG_4356 IMG_4754 CHARLIEINAUTO SUBARU OUTBACK ROSA CHARLIEINAUTO SUBARU SFONDO IMG_4785 OUTBACK CALCIO OUTBACK FIANCATAUN MODELLO RINNOVATO A VENT’ANNI DALLA PRIMA USCITA SEMPRE MODERNO SICURO VERSATILE E CONFORTEVOLE

L’AUTO CHE VA DA SOLA? C’E’ GIA’: IL DISPOSITIVO EYESIGHT PERMETTE DI GUIDARE SOLO CON IL VOLANTE DIMENTICANDO I PEDALI CON UN SISTEMA CHE EVITA GLI OSTACOLI E LE USCITE DI STRADA

Non c’è due senza tre. Il nostro feeling con Subaru era sbocciato nel 1988, sulle piste erbose da sci del Piancavallo, in occasione del rally omonimo, con la L-Serie 1 8 GL 4WD. Navigatore: Maurizio Perissinot. Già allora Subaru era un fuoristrada travestito da auto familiare. Bella non era, ma ne avremmo ben presto scoperto le doti d’avanguardia, grazie alla consulenza del navigatore della Squadra Lancia. Avremmo poi riallacciato l’amicizia con la casa delle Pleiadi con Forester, quasi vent’anni dopo. Testandola nel Friuli Venezia Giulia e nella Riviera friulana. Forester è un fuoristrada di carattere, con un design più schematico. Consono anche all’uso in attività specifiche, quali sono quelle delle Guardie forestali e delle forze dell’ordine o dei Vigili del fuoco. Capace di affascinare anche il pubblico femminile. Ora toccava a Outback, il SUV di gamma medio-alta della Subaru. Che racchiude in sé prestazioni, versatilità, potenza nel fuoristrada come sulle strade di ogni giorno, uno stile accattivante, confort, e una guida rilassante, ma all’occorrenza sportiva. Per averla a disposizione, abbiamo raggiunto Milano in occasione di #EXPO2015. Anche in questo caso, non avevamo avuto il tempo di sfogliare il libretto delle istruzioni. E così, dall’officina di servizio della Casa giapponese ai grandi parcheggi di Arese e Rho, ci siamo spostati lentamente, per poter prendere dimestichezza con il mezzo. Soprattutto per poter prendere confidenza con gli accorgimenti di sicurezza d’avanguardia dei quali è dotata. La prima cosa che c’ha colpito, erano infatti i due dispositivi piazzati ai lati dello specchietto retrovisore. In precedenza, li avevamo visti a bordo delle Subaru della Polizia Stradale, scambiandoli per apparati autovelox. Mentre si tratta degli occhi di Outback Eyesight.

 

SI CHIAMA SEMPRE OUTBACK MA DOPO VENT’ANNI E’ PARENTE ALLA LONTANA DELLA PRIMA SERIE

 

Outback, è un modello che si rinnova da vent’anni. Il primo, della serie Legacy, fu infatti presentato nel 1995. Circa 1500 kg di peso: leggera per la compattezza che la caratterizza e per la sua affidabilità. Il che, le permette di sfoderare la grinta, ma anche la duttilità necessarie a un vero fuoristrada.

Siamo arrivati alla quinta generazione dell’ Outback. Oggi, l’auto è infatti addolcita nelle forme, è ricca di dotazioni di serie, e come altre vetture della gamma Subaru si distingue per un ottimo rapporto qualità-prezzo. Gli spazi interni, ampi e confortevoli, permettono anche ai nostri trasportati, pure un bimbo, di sentirsi perfettamente a loro agio. Di godersi il paesaggio circostante e la skyline del capoluogo lombardo, di Milano2, fino al quartiere dell’EXPO2015. Nel traffico, la guida di Outback è scorrevole, sicura. Precisa, e rassicurata dalla posizione di guida da SUV. ”Occhio”: Davanti a noi frenano improvvisamente. In un attimo decidiamo di schiacciare il pedale freno: troppo tardi! Outback ha già frenato da sola. Infatti, è dotata di un dispositivo radar che calcola la distanza tra le auto e i mezzi che la precedono. Se tale distanza si accorcia bruscamente, Eyesight decide di aiutarci a frenare. E se è il caso, frena autonomamente con decisione. Anche in parcheggio, l’auto è docile e maneggevole. Ci aiutano le telecamere e lo schermo touch screen sul cruscotto. In serata, dopo avere potuto visitare diversi padiglioni di @EXPO2015 per compiere un mini giro del mondo a piedi, riprendiamo l’auto che avevamo lasciato nel parcheggio di Arese, vicino all’Alfa, non senza la curiosità e il desiderio di sperimentare ancora le dotazioni di Outback. E così ci inseriamo nel flusso del traffico dell’A4. Provati dall’intensa giornata estiva all’EXPO, ci facciamo aiutare dal cruise control, che accelera e decelera per noi. Ora sì che testiamo davvero Eyesight! Dalla corsia di sorpasso rientriamo in quella di scorrimento, senza rallentare: a questo ci pensa la Subaru, senza chiedercene il consenso. Infatti, se desiderate godervi una guida sicura, anche se per la mente vi frullano pensieri o grattacapi, o anche cose e situazioni piacevoli, vi potete affidare agli automatismi di Outback. Senza esagerare però. E consapevoli del fatto che, comunque, essi si possono anche escludere.

UN SUV CHE SI ADEGUA ALLE CONDIZIONI DEL TRAFFICO

Per guidare in sicurezza questa Subaru, una volta programmato il particolare sistema di cruise control, basta infatti togliere il piede dal pedale dell’acceleratore (ce ne sono solo due perché il cambio è automatico e non c’è la frizione), e Outback adegua la nostra velocità a quella di chi ci precede. Per esempio, proviamo a ritornare in sorpasso senza toccare nient’altro che il volante: ci affacciamo alla corsia accanto alla nostra, e quando ci inseriamo nella nuova carreggiata l’auto riaccelera da sola. E si riposiziona alla velocità che noi avevamo impostato in precedenza. Riproviamo il giochino più e più volte, per verificare che si replichi con la stessa efficacia: corsia di marcia, corsia di sorpasso, ecc… Fa tutto lei. Ora, pensiamo di fare una sosta al grill per un caffè. Ma becchiamo una coda: sono le 1:30! E ci aspetta ancora un po’ di strada prima di raggiungere un bel letto e poter riposare. Riusciamo a raggiungere l’uscita per il grill. E dopo pochi minuti di relax usciamo dal bar dell’area di servizio corroborati da uno schiumoso espresso, e ci appoggiamo alla portiera della nostra auto: ‘clock’! E’ vero. Dimenticavo di raccontarvelo: come in tante auto di categoria medio alta, anche Outback non ha la toppa della chiave per l’accensione; manca anche nelle portiere. È infatti sufficiente avvicinare la chiave alla port,a sia dal lato di guida che da quello del passeggero, perché si sblocchi la sicura e si possano aprire le portiere. Anche tenendo la chiave in tasca, o nella borsetta. Così come basta appoggiarla all’interno della vettura perché, premendo il pulsante dell’accensione e contemporaneamente il pedale del freno, il motore si metta in moto. Dunque, saliamo a bordo rassicurati da questa ulteriore e pratica automazione, per ritrovare un sedile che è confortevole anche per i lunghi viaggi. I due grandi orologi che sintetizzano gli strumenti sul cruscotto, simili a due grandi occhi, ci fanno concentrare sulla strada. La cornice dei due strumenti cambia di colore a seconda se si utilizzi il cambio nella funzione manuale o quella automatica. Partiamo da fermi, e decidiamo di provare l’accelerazione: Outback, per la forte ripresa ci schiaccia sullo schienale, come se fossimo a bordo di una vettura sportiva. I 150 Cv di cui dispone vengono infatti erogati immediatamente. Magari poi, continuando a premere sull’acceleratore, quest’azione repentina non produce l’ulteriore seguito sperato. Però, ci ricordiamo che si tratta di un fuoristrada, e che i rapporti del cambio sono commisurati agli obiettivi che Subaru ha previsto per Outback. D’altro canto, Subaru vanta una lunga tradizione rallistica, e nelle 4 WD.

 

TAPPA IN FRANCIACORTA A DUE PASSI DAL LAGO D’ISEO

 

Il viaggio che avevamo intrapreso a inizio nottata è meno lungo del previsto. Perché decidiamo di pernottare nel bresciano. Ci fermiamo a Ome, nella Franciacorta. Infatti, per poter assaggiare un profumato Franciacorta, lo spumante ideato una ventina d’anni fa, si realizza con uve di Chardonnay, ed è divenuto in breve tempo uno dei must della viticoltura mondiale, sarà prudente pernottare nelle vicinanze. Una collega e amica di lunga data, originaria della zona, ci aveva suggerito l’agriturismo Al Rocol, di Gianluigi Vimercati Castellini. Che è uno dei responsabili nazionali di Agritourism. Gianluigi, guida un’azienda che si sviluppa su una collina, affacciata sulla strada principale che dal casello autostradale di Ome, poco dopo Brescia, porta al lago d’Iseo. L’accoglienza all’interno dell’azienda è consona alla qualità dell’ambiente locale: conigli addomesticati e animali da cortile razzolano negli spazi erbosi attorno ai fabbricati rurali, trasformati in un moderno ‘resort’. Ci consegnano le chiavi dell’appartamento, mentre dalle finestre del nostro alloggio scopriamo che a pochi metri di distanza, sulle pendici della collina, alcuni caprioli stanno brucando l’erba. Ma tutto questo ce lo gusteremo meglio l’indomani, con la luce del giorno. Assieme alla cucina casalinga, tipica del bresciano: dalla carne in umido, ai bolliti, alla pasta fatta in casa, al vino, in diverse versioni: dal Rosato al Satin. Pensate: la produzione aziendale, alcune decine di migliaia di bottiglie, viene venduta esclusivamente in cantina. Dalla quale esce soltanto a bordo delle auto o dei pullman dei clienti. O nella pancia dei tanti cicloturisti che fanno tappa Al Rocol. Già al mattino del giorno successivo la temperatura è calda. E così, prima di fare un giro con Outback sul lago d’Iseo, che dista poco più di dieci km, facciamo un tuffo nella piscina dell’agriturismo. Le strade verso il lago ci consentono di apprezzare la guida, confortevole, all’occorrenza sportiva della Subaru. Imbocchiamo una ripida salita sterrata per apprezzare meglio e dall’alto il panorama del lago: l’auto sale con la stessa naturalezza con la quale la sera prima i caprioli si muovevano sulle balze della collina.

 

TENACE E SICURA ANCHE SUL FANGO PIU’ VISCIDO

 

Scendiamo verso le rive del lago, e imbocchiamo una strada fangosa che non ha ancora scaricato la pioggia caduta nei giorni precedenti. Qui, il fondo è davvero viscido. Come quello che vedevamo già negli anni ’70, ritratto nelle foto e nei video del RAC, il mitico Rally d’Inghilterra che si corre sul pantano dei grandi parchi d’Inghilterra. Qui, accanto a noi c’è il fiume Oglio. Facciamo un test di aderenza a velocità ridotta. Poi, riproviamo, pigiando con decisione sull’acceleratore. La tenuta è quella di un fuoristrada, anche se le gomme che la nostra Outback monta al momento, non sono da cross, ma semplicemente stradali. Semplicemente sfruttando le quattro ruote motrici, la macchina mantiene la rotta che le imponiamo, senza alcuna ‘ribellione’, o distrazione. Anche la trazione è buona. Se vogliamo di più da lei, possiamo intervenire …di persona. È infatti possibile scalare le marce anche in corsa. Ciò ci permette di riacquistare aderenza quando essa viene meno. E di non rallentare. Al rientro sulle strade asfaltate, diamo un’occhiata alla macchina dall’esterno: non dimostra di avere attraversato percorsi immersi nel fango. Segno che anche gli accorgimenti nella progettazione della scocca e della carrozzeria, per un SUV che è anche Crossover, sono stati azzeccati. Andiamo verso il fiume. Gli argini sono l’ideale per provare un fuoristrada. E nonostante le scorribande da una rampa all’altra, non ci sentiamo minimamente fuoristradisti. Ovvero: ci sembra di non avere mai abbandonato la nostra auto stradale, né i percorsi di ogni giorno. Outback è comoda anche nella guida crossover.

 

CON SUBARU OUTBACK IL GIRO DEL LAGO D’ISEO CON ALCUNE DIGRESSIONI PER GODERSI IL TERRITORIO

 

Nel pomeriggio decidiamo di fare un giro in bicicletta lungo le rive del lago, da Sarnico a Marone, dalla provincia di Bergamo a quella di Brescia. Quindi, apriamo il baule, aiutati dal motorino elettroidraulico che lo solleva automaticamente, semplicemente premendo un bottone. Poi, abbattiamo i due sedili posteriori, e creiamo lo spazio sufficiente per caricare a bordo la nostra due ruote a pedali. Dopo pochi km ci infiliamo verso i percorsi ciclabili del lago. Quindi, scarichiamo la bicicletta e via, a pedalare. Nel frattempo, la moglie se n’è andata con Outback  a Iseo per fare la spesa. Le sue impressioni alla guida della Subaru? Docile come una utilitaria; volante leggero ma sicuro; facile da parcheggiare; comoda per caricare tutto quello che serve; rilassante per la guida nel traffico; sicura anche nella nebbia. Infatti, oltre a potenti fari a led, con i dispositivi Eyesight, Outback ci segnala con avvisatore acustico e ottico (si mettono a lampeggiare le corone degli strumenti principali e l’avvisatore dei piccolo display tra i due orologi centrali) se ci stiamo avvicinando troppo alle linee tratteggiate o continue di mezzeria, o a quelle del limite destro o sinistro della carreggiata. Una bella comodità, non vi pare? Bene! Ritorniamo all’auto. E cominciamo il giro del lago Sebino, che è il nome antico del lago d’Iseo. Per fermarci a Sulzano. E prendere la motonave per la breve traversata verso l’isola maggiore del lago. Dove in auto possono girare soltanto il medico e il parroco. Qui, ci possiamo godere il panorama dal monte Isola. Ritorniamo sulla ‘terra ferma’ per ripartire. Ma poi fermarci di nuovo sulla riva settentrionale, dopo pochi km, a Costa Volpino, sede di uno storico motoclub, per una gustosa merenda con prodotti locali. Più tardi faremo un’altra tappa a Castro. E la sera rientreremo a Ome: Gianluigi ci aveva promesso la carne all’olio. Un gustoso piatto locale che, francamente, sposato con uno dei Franciacorta della casa è davvero una ghiottoneria. Concluso il test drive, che nel contempo ci ha permesso di scoprire un territorio nuovo, ringraziando Subaru Italia sinceramente ci dispiace di dover già restituire quest’auto. Ci aveva abituato davvero a un grande confort, anche grazie ai suoi accorgimenti innovativi. E ci sentivamo davvero coccolati da un’auto che non ha bisogno di tante accortezze per dare il meglio di sè.

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