#testdrive Viaggiare e sentirsi come a casa sulla #Volvo V90

IMG_82241 IMG_77161 IMG_79091 IMG_76241 IMG_7627 IMG_7620 IMG_76261 IMG_80631 IMG_8055 IMG_80721 IMG_819111 IMG_81921 IMG_81931 IMG_819411 IMG_81951 IMG_819611 IMG_819711 IMG_81981 IMG_81991 IMG_82011 IMG_820211 IMG_82041 IMG_8207 IMG_82091 IMG_82111 IMG_82121 IMG_8060L’alto livello delle rifiniture e la guida adattiva molto avanzata rendono gli spostamenti elementari

Per una macchina così importante i consumi ridoti senza sacrificare le prestazioni sono un elemento caratterizzante

Uscire di casa la mattina senza il pensiero di dover percorrere un lungo tratto di strada nel traffico urbano ed extraurbano. Vi può capitare, se guidate la Volvo V90. Una stationwagon che racchiude al suo interno un comodo e pregiato salotto viaggiante. Corredato di tutti i confort che un’auto d’oggi può assicurare a chi sale a bordo. Dotazioni avanzate e uno studio ergonomico e adattivo decisamente accurato fanno sì che la V90 si posizioni oltre le aspettative. Una piacevole scoperta, ogni giorno di guida. Sembra studiata per assecondare le attese del conducente e del passeggero. Mi spiego meglio. La mettete in moto. Le date il comando di marcia normale con la leva sul tunnel centrale, e sempre avvolti dal silenzio vi avviate senza preoccuparvi gestire il motore, il cambio, perfino i freni. Tanto sono morbide la sua marcia e sono dolci le sensazioni che trasmette. Ciò

nonostante il motore sia pronto e generoso,

è un 2000 cc diesel da 190 CV, che con il cambio automatico, quando serve, non se lo fa dire due volte, e spinge l’auto, di grandi dimensioni, oltre il pericolo, a concludere rapidamente il sorpasso, a raggiungere in fretta la curva successiva. Tanto che, a ogni buon conto, sul parabrezza, proprio di fronte alle pupille di chi guida, sono proiettate, ma si possono escludere se dovessero dare fastidio, la velocità effettiva e il limite di  velocità. Con una precisione inequivocabile, perché la V90 legge i cartelli stradali con le stesse telecamere che vi consentono di guidare assistiti nel seguire la carreggiata o vi preallertano della vicinanza di un ciclista o di un pedone o di un ostacolo imprevisto. Un sistema che non è attivato dal navigatore bensì dalla realtà che vi circonda. Capite che da questo, ad accendere il

sistema audio Bower & Wilkins, ritenuto uno dei migliori impianti musicali del mondo automobilistico,

con un subwoofer ventilato e integrato nella carrozzeria, per essere avvolti dalla grande musica il passo è breve. Oggi c’è il sole. Quindi, rimaniamo nella #RivieraFriulana per goderci il verde della #natura che viene risvegliata dalla #primavera. Dal casello dell’autostrada A4 di Latisana, risaliamo le terre rivierasche, terre di risorgiva. Valorizzate in questi decenni dall’agricoltura, ma anche dall’itticoltura. La presenza di acque di risorgiva, le acque di fiumi che si insinuano nel sottosuolo per poi ritornare spontaneamente in superfice, ha indotto una quarantina d’anni allo sviluppo dell’itticoltura: quest’area è oggi leader in Europa per la produzione di pesce d’acqua dolce da allevamento. Ma le acque sotterranee che sgorgano dal terreno in polle spontanee tra una vegetazione in alcune zone di brughiera in altre lussureggiante, generano anche fiumi di acque limpide e fresche, attorno alle quali si sviluppa una natura rigogliosa. Quello principale è il fiume Stella. Percorribile anche con imbarcazioni di medie dimensioni per un lungo tratto, e con gommoni o barche piatte fino a Rivignano. Così, per stradine di campagna che ci permettono di testare l’assetto, la docilità, l’intuitività della guida, raggiungiamo Ariis di Rivignano, dove, tra le vasche di un ex allevamento ittico ha sede l’acquario dell’Ente tutela pesca del Friuli Venezia Giulia. Un’occasione da non perdere per un tuffo tra le biodiversità ittiche che popolano le acque dolci del territorio regionale. Sorge di fronte alla storica e suggestiva Villa Ottelio, e accanto alle anse del fiume. Ora però si è fatto tardi ed è ora di ritornare verso il mare.

#charlieinauto78  

#testdrive #Volvo V90 #testroad nella montagna pordenonese per provare una delle regine delle SW

Docile e adattiva sulle balze di una prova speciale storica dei rallies del Nordest

Morbida come il velluto nell’arrampicata lungo una mulattiera

Oggi viaggiamo davvero comodi. Su un’auto che non ci fa sentire problemi di spazio. Vista da fuori non cela gli ampi volumi interni. Anche se sono distribuiti in lunghezza e in larghezza. Per dare corpo a una linea morbida ma grintosa. Perché si tratta di una SW. Di quella che è considerata una delle Regine delle station wagon. La #Volvo V90 D4 ha iniziato a coccolarci fin da quando abbiamo iniziato questo nostro viaggio a bordo dell’auto svedese. A parte vecchi ricordi rallystici, #Volvo, negli ultimi anni ci evocava la

#Volvo Ocean Race,

una delle regate più estreme in equipaggio e a tappe attorno al mondo. Nella quale sono impegnati un velista friulano, Alberto Bolzan, che ha vinto la tappa più recente, la più dura, da xx ad Auckland, e la triestina xxx Klapcic. Salire a bordo della V90 è stata davvero una bella sorpresa. Fari che intendono cancellare ogni angolo buoi della nostra visuale, una guida adattiva che non ci fa pesare i suoi interventi, nemmeno se forziamo un po’ la mano. Ci dà la sensazione di

guidare sul velluto.

Facile a dirsi! – commenterete: su una superstrada o in pianura è semplice stare comodi in auto e guidare in relax. Così decidiamo di mettere la Volvo V90 D4 alla prova. Riepilogando: 2000 cc diesel, 190 CV 4 ruote motrici. E fin qui, la scheda si discosta di poco dalla norma. Mancano l’eleganza delle rifiniture, l’accuratezza degli accessori, la comodità dei sedili. Che di solito si ritrovano su una gran turismo. Questa, invece, è quella che oltre una ventina d’anni fa avremmo chiamato un’auto familiare. Per arrivare alla pedemontana e alla montagna pordenonese assecondiamo il navigatore e toccata San Daniele del Friuli per un caffè e uno sguardo dalla cima del colle al panorama verso la valle del Tagliamento, ripartiamo verso Forgaria. Ci addentriamo nella zona montana e dopo Anduins, dove si correva una delle prime e più impegnative gare di regolarità motociclistica, e Vito d’Asio,

raggiungiamo Clauzetto.

Un paesaggio morbido, ricoperto da una folta vegetazione, che si alterna a tratti nei quali la pietra prevale sul bosco. Un territorio che presenta caratteristiche carsiche, con formazioni di calcare particolari, residui del paesaggio preistorico della zona: allora, il mare arrivava fin qui, ricopriva le Dolomiti sulle quali si trovano tutt’oggi i resti fossili di molluschi tra le rocce in quota. Ne consegue, che la strada è di montagna, si restringe e cambia frequentemente morfologia. Inducendoci a una guida attenta…, penserete. Attenta sì, ma per nulla stressante. Anzi. Il cambio automatico a 8 marce Geartronic se la cava benissimo da solo, senza lasciare mai l’auto in sofferenza su una rampa, o troppo su di giri quando il percorso diviene più scorrevole. Ma adesso viene il bello: la nostra meta, a Clauzetto, è

l’azienda faunistico venatoria di Gianluigi D’Orlandi.

Un paio di chilometri a monte delle grotte di Pradis, anch’esse da visitare. Sulla strada provinciale che ci collegherebbe a Tramonti, e attraverso il passo Rest, alla Carnia. Non a caso, questa strada è stata una prova speciale dei rally di San Martino di Castrozza, dell’Alpi orientali, del Piancacallo. Dopo avere percorso diversi chilometri di un tracciato nervoso e largo poco di più di una sola carreggiata, possiamo commentare che la V90 è davvero maneggevole, docile e morbida alla guida, comoda, reattiva: si guida con due dita sul volante anche su un percorso impegnativo come questo. Però… ci è sfuggita la strada di accesso all’azienda. Ritorniamo indietro, e la scorgiamo: poco più di una mulattiera sassosa, con i solchi tracciati dal passaggio delle auto, o più probabilmente di mezzi fuoristrada. Cerchiamo di rintracciare il proprietario. Fortunatamente il segnale del cellulare, seppur debole, arriva anche qui. E ci conferma che l’ingresso è proprio quello, esortandoci a entrare. Ruote da 19’, larghe, stradali, confortate da un assetto morbido e accondiscendente. Questo elemento, assieme al fatto che si tratta di una 4 wd, e che è nata tra le nevi della Svezia, ci fa intuire che, probabilmente, anche in queste condizioni la Volvo V90 D4 avrebbe sfoderato la sua classe ed eleganza, mettendoci a nostro agio. E così è stato. Abbiamo imboccato la mulattiera, dato gas, e l’auto

ha cominciato a inerpicarsi come se si trattasse di affrontare una normale strada asfaltata,

o nella peggiore delle ipotesi, con un fondo sterrato ma liscio come un biliardo. A un certo punto un bivio. E imbocchiamo la direzione sbagliata. Ce ne accorgiamo scorgendo oltre la radura auto fuoristrada lungo una direttrice diversa dalla nostra. E adesso? Troviamo uno spiazzo con uno spazio troppo esiguo per manovrare. Sposto la leva del comando centrale sulla posizione R, retromarcia, e sul grande display centrale si materializza l’immagine delle telecamere che mi fanno vedere l’auto dall’alto, come ripresa dal satellite, riproducendo fedelmente tutto quanto le sta attorno. In questo modo l’inversione di marcia è facilissima. Arriviamo così al centro visite, dove ci spiegano che ci troviamo in una realtà di oltre 200 ha, il compendio di una cava dismessa, allestito per dare modo a tutti di ammirare la flora e la fauna selvatica tipiche della montagna pordenonese. Altane, punti di osservazione, belvedere situati su percorsi segnalati ci permetteranno di osservare i camosci, i cervi, la lince, le aquile che nidificano nella zona. Con un po’ di fortuna anche l’orso, che però è meglio tenere a distanza. L’azienda si chiama

Monterossa, dal toponimo che forse prende il nome dai colori della montagna sovrastante, al tramonto.

Nella parte agrituristica dove si può anche alloggiare, ci fanno assaggiare il formaggio salato di Tramonti. L’erborinato di Tramonti di sotto, la minestra di riso con il ‘pestat’, una sorta di insaccato con lardo ed erbe aromati che che da tempi remoti, nelle valli, specialmente d’inverno serviva a insaporire le pietanze. Al termine della lezione sui sapori del territorio, un caffè preparato rigorosamente con la moka e quasi quasi… Andiamo ad ascoltarci un po’ di gran musica con l’impianto della Volvo? La suggestione del posto ci coinvolge e per questa volta scegliamo di affrontare un sentiero verso una serie di formazioni rocciose, che probabilmente racchiudono l’ingresso di qualche anfratto o di una grotta. E lì attorno i primi segnali della primavera ci arrivano dal mondo vegetale.

#charlieinauto77

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#Volvo V90: il lusso della comodità è anche la #sicurezza

La Casa di #GotIMG_75691IMG_75671IMG_75681IMG_756612IMG_75651IMG_75531IMG_75461IMG_7549IMG_7617IMG_7621IMG_7561IMG_7582IMG_7628IMG_7719IMG_76241eborg ha prodotto dal 1953 6 milioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di SW e questa ora è la più avanzata

Potenza morbida ma piena con bassi consumi

A volte, per sfatare un mito occorre entrare nel mito. Volvo è da sempre sinonimo di affidabilità e sicurezza. Ma spesso la sua immagine è legata alle strade e ai climi gelidi del nord. Nelle nostre scelte, a volte scegliamo un prodotto, un oggetto, un accessorio di gamma più alta rispetto alle nostre necessità o con funzioni che vanno oltre le nostre esigenze. Con l’aspettativa che se è predisposto per fare di più, sottoutilizzato sarà più efficace e duraturo.

Questa valutazione a volte vale anche per le moto, e non solo per le auto: se scegliamo quella con il motore più potente o performante, utilizzato a un basso regime di giri sarà più reattivo e adattivo rispetto alle nostre sollecitazioni. Mentre i consumi dovrebbero essere più contenuti. E allora? Queste valutazioni ci sono suggerite dal nuovo

#testdrive , il 76. di #charlieinauto :

abbiamo provato la Volvo V90 D4, la massima espressione della Casa di Goteborg, che come ci era stato anticipato riassume l’intera filosofia del marchio svedese. Si tratta di una station wagon, una familiare, che arriva sessantacinque anni dopo la prima familiare della Volvo, la Duett. A partire dalla quale la Volvo ha venduto 6 milioni di SW i tutto il mondo. Bella, aggressiva e appagante nel frontale, che anticipa i grandi contenuti alle spalle, una linea morbida per una vettura lunga ma maneggevole come un’utilitaria grazie all’elettronica di bordo molto avanzata. La nostra con trasmissione automatica Geartronic e cambio a 8 rapporti o manuale a 6 rapporti, e quattro ruote motrici, 2000 cc , 4 cilindri, 190 CV. Vista dall’esterno, è

un’auto di gamma alta.

All’interno c’è la conferma. I rivestimenti in pelle grigia e le rifiniture in legno. Ogni comando e accessorio sono ben curati al top. Il display centrale è molto grande, con comandi molto intuitivi, con indicazioni ripetute tra i due orologi centrali, e le indicazioni principali proiettate sul parabrezza a beneficio del guidatore. Con le strade di oggi questa funzione si rivelerà utilissima. Anche perché la V90 è dotata di un sistema che legge i cartelli stradali, e ce li proietta.ci presenta dunque una raffigurazione puntuale della strada che stiamo affrontando, e non virtuale perché ricavata dal navigatore. Tetto apribile e interamente finestrato per godere le bellezze dell’ambiente. Lo possiamo tenere aperto anche oggi che andremo in montagna. A

#Clauzetto, in provincia di Pordenone, a quasi 700 m slm.

Infatti, sia i sedili che il volante sono riscaldati. Facciamo il solito trasferimento in autostrada, e tra Portogruaro e Pordenone inseriamo il cruise control per importargli una velocità costante e limitata: dal tachimetro 110 km/h. Secondo le indicazioni del computer di bordo il consumo va dai 5 ai 6 lt per 100 km. Che non è male per le prestazioni e le dimensioni dell’auto. Questa sua vocazione ecologica al risparmio è confermata dal serbatoio, che forse anche per favorire la capienza del bagagliaio è di ‘soli’ sessanta litri. Viste le misure dell’auto, non certo un’utilitaria, questa scelta conferma come ci era stato anticipato la filosofia della Volvo, orientata a soluzioni ecologiche, sostenibili, ai bassi consumi o, per altri modelli, a energie alternative. Abbiamo trascorso diversi km alla guida, e non ce ne siamo accorti. Il confort dei sedili e dell’abitacolo è pari alle aspettative. Manca ancora un tratto di strada e così ci possiamo offrire un po’ di buona musica. Ed ecco la conferma della qualità dell’info traitment che Volvo ha riservato per i suoi utenti: l’impianto Sensus connect ha uno schermo verticale da 9”. Vediamo

le opzioni per la musica: In Studio, Palco, sala concerti di Goteborg.

Proviamo a commutarle in sequenza, e la sensazione di essere avvolti dai suoni, di trovarci nel cuore delle situazioni programmate è totale. Usciamo dall’autostrada e imbocchiamo un tratto misto. Riepilogando: 190 CV diesel con coppia di 400 Nm già a 1.750 giri e costante fino a 2.500. per chi non ha dimestichezza con questi parametri l’esempio è semplice ed efficace: pensate di guidare un’auto soltanto con l’acceleratore e lo sterzo, mantenendo una velocità costante senza perdere mai energia cinetica strada facendo. Anzi, potendovi permettere di chiedere a un’auto di queste dimensioni di giocare con voi tra una curva e un’altra, tra un tornante e il rettilineo successivo. Come una danza assecondata dalle sospensioni che abbattono il rollio e fanno rimanere la V90 sempre piatta rispetto alla sede stradale. E l’elettronica?

Guida quasi da sola.

Nel senso che pare assecondare le vostre esigenze, lasciandovi però la padronanza della scelta. Il rilevamento dei pedoni e degli animali e la frenata assistita o anticipata in caso di emergenza vi fanno innamorare di questo stile di guida. Perché più che il risultato di soluzioni tecnologiche avanzate, si tratta di un vero e proprio stile di guida. E se consideriamo che quest’auto è nata dove per buona parte dell’anno le strade sono innevate e con scarsa aderenza, viene spontaneo dedurre che le scelte adottate sono la sintesi di quella fluidità di guida e di manovra che è in dispensabile per scorrere veloci sulle strade innevate. Che, come dicevamo all’inizio, è un presupposto importante per farci sentire ancor più sicuri, e a maggior ragione, laddove l’aderenza è molto maggiore.

#charlieinauto76

 

#Motorshow di Bologna n.41: per l’ultimo fine settimana il 30.Memorial Bettega

Domani potrebbe piovere ma non mancano però le attrattive all’interno dei padiglioni

Dalle ibride della #Volvo, ai mini SUV in serie limitata della #Suzuki, alle auto sportive #Hyundai, alle elettriche e performanti #Tesla, ai modelli più recenti di #FCA, con particolare attenzione ai 60 anni della 500 e modello di punta la #Fiat124Abarth

Ancora due giorni di Motorshow animano il mondo dei motori. Dalle prove di ieri è scoccata l’ora del 30.Memorial Bettega. Sarà infatti la Motul Arena al centro dell’attenzione, oggi, che le condizioni meteo assicurano una situazione ambientale soleggiata. Domani, la dovrebbe cambiare di nuovo portando la pioggia anche su Bologna. Ma, se non si vorranno seguire le evoluzioni di Cairoli e Andreucci nella grande pista della fiera bolognese, ci si potrà intrattenere nei padiglioni. Per esempio per ammirare la #Ferrari Portofino. Una cabrio capace di far sognare anche nella stagione invernale. Una linea morbida, ma aggressiva, come quella della F812 Superfast che abbiamo provato, la rende decisamente attraente nella sua linea sportiva ma elegante. Da un estremo all’altro, a poca distanza ci sono le Tesla. Potenti e performanti, con una autonomia dichiarata di 500 km, che scende nel caso decidiamo di servirci delle elevate prestazioni delle quali sono capaci queste prime auto gran turismo completamente elettriche. Un servizio interessante, che le distingue dalle numerose altre ibride, è la possibilità di fare il ‘pieno’ di corrente elettrica gratuitamente nelle colonnine di rifornimento Tesla distribuite in tutta Europa.

#Volvo prestazioni e sostenibilità

Proseguendo il tour, ecco che arriviamo alla #Volvo. Che vince il premio per l’innovazione: ci accoglie il pr, Fabbri. E si sofferma a spiegarci le Volvo ibride. E soprattutto le nuove tecnologie per assicurare alle batterie la possibilità di offrire il massimo rendimento anche in condizioni estreme. Gli accumulatori sono custoditi in un vano sigillato, all’interno del quale uno scambiatore di calore, che le circonda, assicura una temperatura costante e ideale per il rendimento ideale. Quello che le caratterizza, come altre auto ibride o elettriche già sul mercato, la resa di corrente sul parafango anteriore sinistro. #Volvo in questi mesi ha però confermato una grande dinamicità aziendale, soprattutto presentando ben tre modelli di auto nuove in un anno. E scrollandosi di dosso l’icona storica e ormai abbandonata di auto studiata per i climi più rigidi, ricavando per le sue auto prestazioni interessanti e un grande confort, in qualsiasi condizione meteo e in tutte le stagioni.

Alla #FCA si festeggiano i sessant’anni della 500 tra la #Stelvio e la #Fiat124Abarth

Ripassiamo vicino alla pistina slot di Autosprint, e quasi quasi, una garetta, come ai vecchi tempi, la facciamo. Per poi passare allo stand FCA, che si apre con la nuova #Fiat124Abart in un inedito colore grigio avorio, ma non dimentica l’ #Alfaromeo Stelvio, la 4C, la Nuova Giulietta, la Fiat 500 che compie sessant’anni.IMG_2010 IMG_2012 IMG_2036

Più tardi raggiungiamo la grintIMG_1943 IMG_1945 IMG_1946 IMG_1948 IMG_1954 IMG_1955 IMG_1957 IMG_1960 IMG_1961 IMG_1962 IMG_1965 IMG_1990 IMG_1991 IMG_1993 IMG_1972 IMG_1997 IMG_2019 IMG_2011 IMG_2037 IMG_2039osa Mc Laren 720 S. Una supercar dalle dimensioni contenute, ma dalla linea che parla da sola. E le giapponesi?

Non solo moto per la Suzuki

Ecco la Suzuki, che ci cattura subito con la moto da enduro. E l’hostess preparata sull’argomento. Per poi indirizzare la nostra attenzione verso un fuoristrada SUV di dimensioni medio piccole realizzato in serie limitata. Ecco un’Honda sportiva, e una Hyundai in versione da rally. Passiamo accanto allo stand Maserati, con la Ghibli che abbiamo visto di recente a Udine. Quindi un altro paio di simulatori di F1, questi molto evoluti e probabilmente da allenamento per i piloti. Per poi spingerci nel padiglione dedicato alle auto storiche. Ricco di chicche del motorismo del ‘900. Ci sono diversi modelli abitualmente custoditi al Museo dell’automobile di Torino, ma anche al Museo Fratelli Cozzi, di Legnano, che presenta pezzi unici tutti dell’Alfa Romeo. E ora? Beh, ripassiamo dalla Motul Arena 48, perché il rombo dei motori è invitante.

#charlieinauto

 

#Motorshow ritorna con tanto spettacolo indoor

Compie 41 anni la grande festa delle due e delle quattro ruote

Fino a domenica prossima alla Fiera di Bologna

#Motorshow n.41. Un richiamo irrinunciabile per gli appassionati delle quattro e delle due ruote. In particolare perché vi si dedica molto spazio allo spettacolo. A ciò che fa da richiamo per il mondo dei motori. Alle esibizioni dinamiche all’interno del quartiere fieristico di Bologna. Ripercorriamone un po’ la storia. Il #Motorshow è nato nel 1976, l’anno del terremoto del Friuli. Per questo, da noi era passato inizialmente un po’ in sordina. La manifestazione era stata ideata dal bolognese Mario Zodiaco, in alternativa al Salone dell’auto di Torino, e a quello di Ginevra, proponendosi a un target di giovani, e femminile. Assieme a Zodiaco, Sandro #Munari e Giacomo #Agostini crearono una società per la promozione del #Motorshow. Dopo il 1980, tutti i diritti dell’evento furono acquistati da Alfredo Cazzola, che con la sua società Promotor lo ha organizzato fino al 2006. Fino all’acquisto della Promotor da parte del gruppo francese GI Events. Le difficoltà dell’auto legate alla crisi economica hanno poi fatto annullare l’edizione del 2013. Il #Motorshow è stato organizzato nuovamente nel 2014. Sospeso di nuovo nel 2015. E riproposto direttamente dalla Fiera di Bologna dallo scorso anno. Assieme alla presenza di numerose case automobilistiche con le novità e le anteprime, il suo successo nel tempo si è sviluppato soprattutto grazie alle gare e agli show delle due e quattro ruote che si sono svolti nella grande arena interna.

#MemorialBettega n.30

Dal Memorial Attilio Bettega, con tutti gli assi del rallysmo, alle gare di motocross. Che sono state animate da campioni e personaggi del momento e del passato, con l’obiettivo di fare spettacolo. Perfino un Trofeo indoor di F1 tra il 1988 e il 1996. Quest’anno, ritornano le sfide con le gare di F1 storiche, il Ferrari Day, raduni di Alfa Romeo, attuali visto che la casa del Biscione rientra nel mondo delle corse, esibizioni di Maserati, gare di gran turismo Italia, manifestazioni di stuntman, gare Nascar e Sport prototipo, gare di auto fuoristrada, gare di rally per il Trofeo Italia WRC e R5, gare di quad cross, kart cross. E sabato 9 e domenica 10 dicembre, il 30. Memorial Bettega. In pratica, come ai bei tempi, al #Motorshow i motori saranno sempre accesi. Come accesi sono i riflettori dei padiglioni del quartiere fieristico bolognese.

Prima star dell’evento bolognese la Kia Stonik

Fari, che si sono colorati per la prima proposta, tra le tante auto new entry del dopo Salone di Ginevra. A Bologna, per gli appassionati italiani e dei Paesi vicini, sarà così possibile vedere da vicino nuovi modelli per tutte le tasche e le esigenze. La prima a svelarsi, nel modo più spettacolare, tra l’altro nel ‘quadrato’ del centro servizi dinnanzi all’ingresso, sotto la sala stampa, è stata la Kia Stonik. Un SUV compatto, aggraziato, con rifiniture e colorazioni giovani, ma sufficientemente aggressivo. Che è spuntato da un gigantesco fungo, travisato da fumi scenici, assecondato da una colonna sonora importante. In una coreografia dominata da un gigantesco segnatempo. L’anteprima, nella giornata riservata, come avveniva un tempo, ai rappresentanti dei media nella giornata tradizionalmente dedicata alla stampa. Una scenografia d’effetto, vicino all’ingresso principale. La nostra attenzione poi viene catturata da alcune Gran Turismo da pista, e per la Le Man.

#Suzuki con il piccolo fuoristrada Gimny

Per arrivare alla Suzuki, che assieme a una moto da enduro, propone la simpatica fuoristrada Gimny, ricoperta da una splendida livrea che ricorda la pelle di serpente. Zigzagando tra i sorrisi mediatici di splendide hostess, e incontrando via via vari colleghi, da Carlo Cavicchi, che è stato mio vicedirettore ad Autosprint, ora a Quattroruote, a Franco Nunes, a Davide D’Amico di FCA, a Fabbri della Volvo, approdiamo alla Tesla. Con le sue silenziosissime supercar. Una opportunità, quella delle auto elettriche, che a spallate sta scalzando sempre di più i motori termici.

#Volvo Italia punta sulla elettricità

Tanto, che come ci ricorda Fabbri, pr di Volvo Italia, affascina anche la casa svedese. Che entro tre anni punta ad avere un’auto interamente elettrica. Per ora si ‘accontenta’ di presentare tre modelli l’anno. E propone già le ibride. In bella mostra con il cavo di alimentazione collegato alla presa sul parafango sinistro. E le batterie? Sono studiate per il grande freddo e il grande caldo. Sono isolate in una sorta di camera stagna. E climatizzate in un contenitore contornato da una serpentina con liquido refrigerante. Rassicurante no?! Dopo tanta ecologia e motori sostenibili, torniamo ai cavalli tradizionali.

#Ferrari Portofino

Con la Ferrari Portofino, splendida Spider. Qui troviamo Ramon Gazziero, un pilota friulano ormai trapiantato a Modena. E possiamo ammirare altri modelli della casa di Maranello. Quasi in un angolo, senza clamore, si celano le Auto dell’anno: sette finaliste selezionate dalla stampa internazionale specializzata. Sono l’Alfa Romeo Stelvio, l’Audi A8, la BMW serie 5, la Nuova Seat Ibiza, la Citroen C3 Aircross, Volvo XC40, la Kia Stinger. Mentre più spazio è dato alla parte ludica. Ci sono tre piste slot per le auto elettriche telecomandate, compresa quella, sempre attraente, del Gran prix di Autosprint, e alcune postazioni per la guida su pista virtuale. Anche postazioni multiple, per rendere più efficace e reale la sfida virtuale. E IMG_2044 IMG_2043 IMG_2019 Ds Pallas Safari IMG_2016 IMG_2014 IMG_2009 IMG_20072 IMG_2003 IMG_2001 IMG_2018 IMG_2020 IMG_2022 IMG_2023 IMG_2028 IMG_2030 IMG_2032 IMG_2040 IMG_2041 IMG_20422ancora, le F1, Ferrari, Toro Rosso, Red bull, le gran turismo della 24 ore di Le Mans, l’incredibile Fiat Panda per la Parigi-Dakar. Beh, forse non serve che vi racconti ancora del #Motorshow. La passione farà il resto. Da sfogare sabato 9 e domenica 10 ottobre, quando si svolgerà l’imperdibile Memorial Bettega.

Carlo Morandini

 

#Salonedell’Auto di Torino rinato dopo 114 anni con la versione en plein air

St vista Ferrari St tram Sv Porsche epoca St Ferrari fila St Golf St Volvo St Skoda FAbia St Seat Ateca St Jeep Kompass St Giulia St FCA Fiat St Citroen St 124L’evento, per il terzo anno al Parco del Valentino, ha catturato in cinque giorni 700 mila visitatori

Le Case presenti erano 56, per proporre ben 50 nuovi modelli di vetture

Ha 117 anni e non li dimostra. Anzi, ha manifestato freschezza e una rinnovata attrattività, grazie alla formula nuova e vincente adottata tre anni fa. Che ha fatto emergere come l’interesse per il mondo dell’automobile non sia scemato nel tempo. Anzi, stia vivendo una nuova età. Certo, il fatto che al #Salonedell’Auto di #Torino, al #ParcodelValentino, in cinque giorni si siano avvicendate quasi 700 mila persone, un dato certificato per gli organizzatori dagli innovativi sistemi di controllo e sicurezza, non significa che le vendite delle auto nuove vadano del tutto a gonfie vele. Infatti a nordest si registrano delle criticità. Ma evidenzia che l’auto non è soltanto un mezzo per spostarsi, ma non è più nemmeno un semplice status symbol. Vi siete accorti che quando ci giriamo a vedere a cosa corrisponde un rumore diverso dal solito motore, non diamo più peso a chi c’è a bordo. Né ci chiediamo di chi è, come accadeva in passato. Rivolgiamo lo sguardo all’auto perché il rumore ci evoca il risultato di una creazione dell’ingegno, non di un semplice oggetto da ammirare. Una creazione, dalla quale possiamo scoprire nuovi accorgimenti, tecniche, materiali, che sulle quattro ruote, nelle case e nei luoghi di lavoro, fanno e faranno parte della nostra vita. Da tre anni il #Salone dell’Auto si tiene, sempre a Torino, ma all’aperto, al parco del Valentino. Una scelta che ha favorito il rilancio della manifestazione.

Auto da toccare con mano come nel giardino di casa nostra

Perché consente a un pubblico vasto, distribuito in modo equilibrato per le diverse età, dai neopatentati agli ottuagenari, di ammirare, toccare con mano, salire a bordo delle vetture, collocate dove a ciascuno di noi piacerebbe vederle: nel giardino di casa. Nel contempo, l’evento di Torino ha evidenziato che nelle case automobilistiche c’è una gran voglia, o necessità, di innovazione. E di poter proporre auto sempre adeguate alle attese del grande pubblico. E forse, proprio saloni come quello italiano sono lo stimolo a progettare prodotti nuovi e sempre più avanzati. Perché anche se esternamente, ma anche negli interni, molte vetture si assomigliano tra loro, la differenza si misura ormai a suon di accessori, ritrovati, complementi, novità in grado di colpire i potenziali acquirenti.

Record di novità: 56 Case presenti con 50 modelli in anteprima 

Lo dimostra il fatto che su 56 case automobilistiche presenti, i modelli che hanno esordito a Torino sono stati ben 50. Stavolta ce l’abbiamo fatta. Anche se si è trattato di una ‘toccata e fuga’. Ma ci siamo andati anche noi. Volete che vi raccontiamo alcune delle nostre scoperte? Cominciamo da una delle ultime lettere dell’alfabeto: la V. Come Volkswagen.

#Volkswagen asseconda lo sviluppo della mobilità elettrica

La Casa tedesca punta sulla mobilità elettrica, nella consapevolezza che ci sono già Paesi anche lontani che hanno inserito nei loro protocolli di sviluppo la progressiva sostituzione dei mezzi a motore a scoppio con quelli elettrici. Mentre cresce anche in Europa cresce il numero di città dove sono installate le colonnine di ricarica per le auto. Così, la Volkswagen propone la Golf totalmente elettrica, la Golf GTE con tecnologia ibrida plug-in, e l’innovativa fuoriserie XL1 con motore ibrido che è in grado di consumare 1 lt di gasolio x 100 km. #Volkswagen mira a diventare entro il 2025 il produttore principale di auto elettriche dotate di nuove tecnologie e un’ampia gamma di modelli. Qui si poteva provare la e-Golf da 136 Cv e 300 km di autonomia. E #Ferrari?

#Ferrari ha festeggiato settant’anni di attività con due modelli esclusivi

#Ferrari ha festeggiato i 70 anni con la 488 spider con tettuccio elettrico, motore V8 4 mila cc e 670 cavalli. E con la GTC4 Lusso, anche con il V8 turbo, il portellone, due posti veri anche dietro e un ampio bagagliaio quasi da SW di alto livello.

Molte Case puntano sulle tecnologie

La #DS, marchio di pregio della #Citroen, presenta nuove tecnologie per un sistema di sospensioni particolare, che ha sempre distinto il marchio francese (ricordate la DS #Pallas), nonché un sistema adattivo per lo start & stop e per il cruise control. Mentre un sistema di telecamere che guidano l’auto al centro della corsia, arriverà per la fine dell’anno. Un accorgimento, quest’ultimo, che è già operativo su #Subaru e #Volkswagen. Vedremo che cos’avrà di diverso. La #Peugeot lancia la nuova 5008, un SUV da sette posti, dalle dimensioni contenute, con sedili reclinabili, ribaltabili, occultabili. In anteprima nazionale abbiamo visto la Renault Capture, restylizzata. La spaziosa Koleos, che è comunque una berlina.

Il ritorno dell’Alpine

Un tuffo al cuore ci ha preso quando abbiamo raggiunto lo spazio della Alpine: è ritornata la mitica vetturetta francese a trazione posteriore, che spopolava nei rallies prima dell’arrivo della Lancia Stratos. Quella moderna riprende nella sagoma e nella fanaleria le linee degli anni ’70, a metà strada tra la A110 e la A310, è dotata di una elevata tecnologia e replicando una qualità della sua ‘nonna’ è ultraleggera: come la nuova #Fiat124Spider pesa poco più di una tonnellata. Dispone di un motore turbo 1800 cc da 250 HP. La Ford Fiesta festeggia i suoi ‘primi’ quarant’anni con una proposta giovane: l’elevata connettività.

#FCA presenta la Jeep Kompass tra Renegade e Cherokee 

Per la #FCA, con la #Jeep arriva la Kompass, che si colloca tra la ‘piccola’ #Renegade e la #Cherokee. Sarà un fuoristrada vero, ma molto versatile, con una capacità di guida su strada pari a una brillante berlina. La #Cooper S E ibrida: 1000 tre cilindri a benzina turbo che eroga 224 HP. Ma consumerò 2,3 lt/100 km. E un’autonomia elettrica superiore a 40 km. Ovvero, la potrete usare in città a basso costo, fuori scatenando la potenza del motore. Utilizzando la trazione integrale che è assicurata dalla trazione elettrica sull’asse posteriore. La Suzuki Swifter è proposta con una maggiore abitabilità interna e un bagagliaio più capiente. Dispone anche di un motore turbo tre cilindri da 112 HP. C’è la trazione integrale ma anche il motore ibrido. La Volvo compie novant’anni e punta da anni sulla sicurezza. La super compatta XC 70, dotata dei più sofisticati sistemi di sicurezza attiva e passiva. Avrà anche una versione ibrida da 408 HP con consumi bassissimi. Tra le novità per la Range Rover ecco la Discovery sette posti, tutti adatti anche per gli adulti,  per le famiglie, e un nuovo modello tra la #Evoque e la Sport.

#Seat Ibiza con tecnologia #Volkswagen

La #Seat #Ibiza ò la prima ad adottare la piattaforma della strumentazione #Volkswagen e mette a disposizione uno spazio maggiore per gli occupanti. Anche la Mercedes, la casa tedesca che festeggia i cinquant’anni, propone la nuova Classe E. Con essa punta alla sicurezza attiva e passiva. E si riconosce per l’assenza del montante centrale tra la fiancata e il tettuccio. La #BMW ripropone la 2002 riprende l’auto da corsa degli anni ’70, ma dispone di un motore da 460 HP. La Kia propone la prima trazione posteriore in alternativa alle quattro ruote motrici.

#charlieinauto