La pratica dell'”Inoculazione” che ha preceduto la vaccinazione contro il Vaiolo.

 

La storia della Vaiolizzazione: i Manciù, l'imperatore Kangxi e la diffusione dalla Cina all'Europa del metodo "precursore dei vaccini"

Come ho avuto modo di accennare in una precedente risposta a un commento, prima della vaccinazione contro il Vaiolo, come tecnica preventiva venne adottata la strategia dell’Inoculazione, pratica popolare molto più antica. E’  abbastanza noto che il Vaiolo era una malattia palesemente contagiosa. Ebbene, una parte di medici notava che le persone che guarivano non contraevano più la malattia. Tale fenomeno era abbastanza facile da osservare perchè le vittime erano molto numerose e la maggior parte di esse rimanevano fisicamente “segnate” dall’esperienza. Pertanto nacque l’idea di indurre artificialmente un caso leggero di Vaiolo per evitare il successivo insorgere di casi più gravi e pericolosi. Il nome di questa pratica era chiamata “Inoculazione”, che per analogia poteva paragonarsi  “all’Innesto”. In cosa consisteva questa pratica ?  Il medico, inseriva un filo in una pustola e aspettava che questo filo si impregnasse di materiale giallo. Poi, tramite l’uso di un bisturi, praticava un taglio superficiale  sul braccio del paziente da inoculare, introduceva il filo impregnato di liquido giallo, dentro l’incisione  ve lo fissava e lasciava il loco per 24 ore. Se tutto andava bene, 12 giorni dopo la persona contraeva la stessa leggera malattia in forma molto blanda, quindi, attraversava le fasi successive per un mese, trascorreva un altro mese in convalescenza e alla fine era Immune per tutta la vita. Questo metodica era assai diffusa in Medio Oriente, ma non in Europa. Come procedura profilattica contro il Vailo tuttavia, l’inoculazione era assai controversa; come dire, che era una medaglia con due facce diverse, o meglio, simile a una pila con il polo positivo e il polo negativo

La pratica dell'”Inoculazione” che ha preceduto la vaccinazione contro il Vaiolo.ultima modifica: 2021-04-24T14:18:57+02:00da un_uomonormale0

6 pensieri riguardo “La pratica dell'”Inoculazione” che ha preceduto la vaccinazione contro il Vaiolo.”

  1. Peppe, scusa, hai descritto questo metodo alla perfezione, ma hai chiuso il post paragonandolo a una pila:” polo positivo e polo negativo”. Cosa significa chè c’è il lato negativo dell’Inoculazione ? Se così, quale ?

    1. Si, certo. Circa il lato positivo, questa pratica forniva una solida Immunità contro la temibile malattia. Il lato negativo vedeva che l’Inoculazione era una procedura imperfetta che comportava seri rischi per la persona inoculata e anche per la comunità. Era costosa e richiedeva 3 mesi per essere completata: uno per la preparazione, uno per il decorso della malattia “provocata artificialmente” e uno per la convalescenza con l’obbligo di vigilare attentamente in ciascuna fase. Ebbene, una misura così complessa era possibile solo per chi disponeva di mezzi e tempo libero, Inoltre, esisteva sempre pericolo per il soggetto inoculato a motivo che la previsione della virulenza era inevitabilmente poco accurata e il risultato poteva essere un caso grave: la morte o la menomazione. Comunque, i benefici superavano i rischi.

  2. Proprio ieri al telefono con un amico (coetaneo), abbiamo cercato di contare quante vaccinazioni abbiamo subito nella nostra vita. Mah, non ci siamo trovati molto d’accordo sul numero e comunque, non è che sia molto interessato a saperlo, tanto alla fine qualcosa mi è sfuggito.
    Bella serata Doc.

    1. Correggo, per onore di cronaca. A tale proposito, e per tale motivo, che poco dopo il Parlamento Britannico dichiarò la “Vaccinazione” una delle più grandi scoperte nella storia della medicina. Ari-buona serata Carlo

  3. Le notizie che ci dai nel trattare l’argomento ” vaccinazioni” sono tutte molto professionali ed interessamti, ma mai prima che tu, tanto opportunamente ne parlassi, avevo saputo della precedente pratica medica ,per tentare di ostacolare il male:quella dell’inoculazione. Una informazione che , almeno per me, giudico di prima mano. L’ho appresa con vero piacere, come importante racconto storico- scientifico che tu hai reso con grande chiarezza didattica. Incredibile come sempre si è cercato di contrastare il male da parte di medici studiosi, volenterosi ed interessati come te, di offrire aiuto al proprio prossimo.
    Un domanda, Dott. Tra gli aspetti negativi che riguardavano l’inoculazione, ci poteva anche essere il pericolo di una infezione grave al braccio?

    1. Buon giorno Maria Teresa, la storia epidemica non porta nessun effetto collaterali in ordine a infezioni al braccio, ma si fa una sola eccezione, ovverosia, Un normale agricoltore della regione, spinto dalla curiosità, che persone infettate dal virus chiamato ” Cowpox ” rimanevano immunizzate dal Vaiolo. Avendo constato che due sue operaie addette alla mungitura, essendo state contagiate dal Virus-vaiolo non contrassero la malattia durante l’evento epidemico. Il che, nel suo cervello confuso e presuntuoso, si maturò l’idea di praticare una forma di Inoculazione, ma da materiale estratto dalle vesciche di mucche malate di Vaiolo. Avvenne che, i figli ebbero un decorso normale, mentre sua moglie si guadagnò un’infezione molto grave al braccio. Buona domenica mariateresa

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