Ma è tutta colpa del coronavirus questo pandemonio chiamato “Pandemia ?”

Il coronavirus e il nostro futuro prossimo - Greenpeace Italia
Oggi viviamo sicuramente dentro un sistema che definirlo molto complesso suona quasi come “giustificazione “, e il fenomeno “Pandemia” che si è abbattuto su di noi, ha stravolto tutto ciò che a noi sembrava essere sotto il nostro libero arbitrio. Ebbene, covid-19 si è messo lì, eretto a sottoporci “a una prova di sforzo”. La domanda è:” Cambierà il nostro modo di vivere ?”.
Una cosa è inopinabile, e cioè, che il covid-19 ci ha smascherato i nostri limiti, le nostre debolezze e fragilità, ma non da una potenza militare corredata da sofisticati armi nucleari, ma da un esserino che neppure si vede a occhio nudo; 160 volte più piccolo del diametro di un capello..
Ed ecco che tutti addosso a questo esserino invisibile causa della pandemia. Ma è davvero tutta sua la colpa ? Direi di no, perchè lui avrebbe avuto piacere di starsene quieto dentro il pipistrello habitat che occupava “felice”, quindi non aveva nessun interesse a vedersi in giro per il pianeta a fare “danni”, se l’uomo( sempre l’uomo ) non avesse violentato la foresta e portarlo a bordo di qualche mezzo di trasporto; magari un aeroplano.
Ebbene, oggi a distanza di 16 mesi, abbiamo avuto il “piacere” di avere fatto la sua conoscenza il che ci ha permesso di smascherarlo in alcuni suoi aspetti. Oddio, ancora si naviga in mezzo ai dubbi, alle incertezze, ma qualcosa di certo pare ci sia. Per esempio, sappiamo benissimo come impedirgli di contagiare attraverso le restrizioni che hanno dimostrato davvero di funzionare benissimo.
Sappiamo benissimo, che non è un microrganismo che “vola”, perchè l’unica via di trasmissione è tramite il contatto diretto ( persona infetta con quella non infetta”. E sappiamo anche un altro particolare importante e cioè, che l’infezione per avvenire, non basta inalare una-due particelle, ma ce ne vogliono una certa quantità. Ebbene, oggi, possiamo dire di avere dato un duro corpo a questo esserino, con una campagna vaccinale che ha dell’incredibile anche se rimane la raccomandazione di comportarci virtuosamente. Abbiamo vinto una battaglia ma….la guerra ancora no, e la guerra si può vincere solo, se l’intero pianeta sarà vaccinato. Non ci si salva mai da soli.

FANTASIA……………IMMAGINAZIONE e PENSIERI

Coppia di giovani adolescenti felici una ragazza e un ragazzo - foto d'archivio | Crushpixel
Non è un post scientifico; diciamo un mix, ma un post che offre a considerare quel periodo veramente nuovo della vita di un ragazzo e di una ragazza.
Andiamo avanti, allora.
La pubertà; iniziamo col dire, inizia, per i ragazzi intorno ai 12-13 anni, e per le ragazze intorno a 11-12 anni; grosso modo, e che dura per qualche anno: fino ai 16-17 anni.
Il giovanotto inizia a farsi uomo. Spuntano i primi peli. C’è la frenesia di farsi la barba.
Nelle ragazze si accentuano i segni secondari della femminilità; le mestruazioni entrano nel loro ritmo. Crescono e si sviluppano i seni. La bambina di ieri si fa inizio di donna.
Ecco che, in questa fase esplodono mondi nuovi. Nel campo della conoscenza comincia il bisogno di un sapere critico. Fino a ieri si credeva pacificamente a papà e Mamma, maestri, Professori. Ora si sente il bisogno di darsi conto delle cose a ragion veduta. Questo fa nascere un vero nuovo mondo, ed atteggiamenti del tutto nuovi. E quì, bisogna notarlo, può affacciarsi una gran mala erba: la presunzione, una critica puerile perchè equilibrata, oppure vanitosa, boriosa. Il corpo nel suo soma e funzionalità entra in una fase nuovissima : si sviluppa l’uomo, si apre, anzi, esplode la sessualità accompagnata da emotività nuove.
Il corpo si sviluppa ma in un modo così rapido e così ancora poco armonico che il ragazzetto si vede con quasi disgusto la sua statura allampanare, le mani diventare esageratamente grandi, così pure i piedi: un vero terremoto…se così si può dire.
Le ragazzine avvertono più o meno le analoghe disarmonie. E così, scoppia l’età dei sogni, del romanticismo, dei grandi castelli campati in aria.
Ebbene, questa è l’età, nonchè il momento; specie nelle ragazzine; ma anche nei giovanottini, in cui si notano frequenti tristezze; malinconie; malesseri inspiegabili; pessimismi; rapidi entusiasmi; non meno rapide cadute dell’umore….Un soggetto a volte soffre moltissimo, e non sa perchè. E così elabora la sua mente pensieri più o meno : ” Se le cose dovessero continuare così !…”
Bene, a questi ragazzi dico..: “Niente paura. Sono gli squilibri propri dell’età. Nell’esplodere dello sviluppo somatico, le funzionalità varie, le varie costellazioni ghiandolari, specie quelle a secrezione interna, non hanno ancora raggiunto la loro armonia ed equilibrio, per cui certe malinconie sono proprio solamente effetti di equilibri ormonali non ancora raggiunti o non ancora definitivamente stabilizzati.
Se poi, si pensa che a questi squilibri, si aggiungono quelli emotivi, tutto può costituire una specie di terremoto che previene l’individuo, lo domina, spesso in assoluta novità…si può facilmente comprendere lo sconcerto che ne può derivare.
Beh…non ho mica scoperto l’acqua calda ? Lo so, che lo sapete meglio di me, ma, caso mai lo vogliate, l’argomento può essere allargato e approfondito, nel senso che, componenti essi stessi di quella personalità giusta che si verrà a formare…

Il Covd-19, non è solo una malattia infettiva…..ma non di rado pizzica la psiche.

La sindrome della capanna: cos'è e come affrontarla
La quarantena o il Lockdown ha sicuramente contribuito a mettere il bavaglio al coronavirus, ma subdolamente ha anche messo il “bavaglio ” alla psiche di molte persone, che oggi, dopo mesi  di confinamento fra le proprie mura domestiche, emerge la PAURA di uscire; anche per andare a buttare la spazzatura nel vicino contenitore.
Abbandonare quelle mura che per diversi mesi pieni sono stati la “sicurezza”, adesso che la situazione emergenziale ha assunto aspetti confortanti, tanta parte di persone provano fatica a uscire.
I motivi possono essere molteplici, paura, frustrazione, rigetto che in una parola si chiama “Sindrome della Capanna”
Una sindrome che trova terreno fertile in qualche milione di persone; in massima parte donne, che dopo una lunga permanenza fra le mura di casa manifestano paura a intraprendere la vita di fuori.
Si potrebbe immaginare che il problema interessi chi è stato contagiato, ma non è così, perchè a motivo di uno strano meccanismo incoscio e in assenza di consapevolezza, rifiutano uscire perchè la vita di fuori, per queste persone costituisce motivo di “pericolo”.
Questa sindrome, non è priva di sintomatologie, ma comincia a lanciare i suoi primi segnali come difficoltà a prendere sono, irascibilità e pur anche per lugghe settimane. Questa emergenza, ma messo in risalto gli aspetti di questa sindrome, che è sempre esistita e che oggi il covid-19 ha accentuato con l’aumento di Ansie, di paure e non di rado sfocianti in sindrome depressive,
Ci si chiede quali le cause. Sono tante che si riassumono in una sola parola: “Paura del Mondo Esterno ” che non sia la sicurezza del proprio focolare domestico.
Questa paura non è limitata nella “Paura di ammalarsi, ma anche quella di ammalare i propri cari; in primis i propri affetti anziani, i propri figli e amici.
Perchè è chiaro, che la nuova vita “Normale” sta tra mascherine, distanziamento sociale, accessi ben scaglionati laddove è consentito l’ingresso, ovviamente non sarà come 5 mesi fa.
La scelta quindi di vivere al “sicuro” prevale per l’uscita fuori, anche se la vita in casa è circoscritta fra limitazioni e non di meno poco soddisfacente, e tuttavia, la si preferisce.
Il tempo ci darà risposte circa i rapporti di coppia e convivenze.
Naturalmente non tutti sono soggetti a questa sindrome, ma vi sono selettivamente soggetti predisposti e sono quelle che hanno da sempre avuto difficoltà di adattamento, gli Ipocondriaci, che magari sin dai primi giorni di confinamento( non mi aggrada il termine lockdown )si sono felicemente sentiti a proprio agio, mentre oggi, che possono toccare la vita di fuori, sono afferrati dalla paura.
Le persone che hanno sempre sofferte di fenomeni Fobici, ansiose, o con patologie psichiatriche.
Gli anziani, sia pure non tutti, perchè un buon numero sono come ragazzini che approfittano che la porta sia socchiusa per darsela alle gambe, ma certi anziani hanno paura del contagio non tanto per la paura di morire, perchè l’età onorevole li mette sempre davanti alla contabilità, bensì, la paura di morire in solitudine, privati della mano familiare, della carezza; di questo si è assistito nei mesi scorsi per i tanti privati di un funerale e della vicinanza di un congiunto intimo.
Paradossalmente ci sono coloro ben abbottonati da una forte personalità con benessere economico che non conoscono l’ansia, questi, di colpo si troveranno a fare fronte a situazioni  inedite motivati da quella rottura avvenuta per problemi economici e inverosimili modifiche allo stile di vita; condizioni queste che possono indurre a due reazioni 1- sbracciarsi ben bene le maniche; 2- ma anche rimanere paralizzati.
In conclusione, per molti il passaggio dalla “capanna sicura” alla nuova realtà può risultare difficoltosa.
L’approccio di fiducia con un valente psicologo sarà certamente  di aiuto.

La storia delle epidemie insegna che solo coi vaccini si è ottenuta la vittoria ma….

 

Le ong: «Nei Paesi poveri 9 cittadini su 10 saranno senza vaccini»

Voglio esprimere il mio pensiero come se pensassi a voce alta.

I Vaccini ? Come non ammettere che sono stati e sono ancora oggi dei veri “miracoli della scienza ?” La dimostrazione è sotto gli occhi di tutti. I decessi hanno subito un crollo notevole, come pure i ricoveri ordinari e straordinari. Quello che addolora, e molto, è che l’accesso a questo “salva vita” ce l’hanno solo i paesi ricchi. Non ci siamo cari potenti del mondo. Questo è un volere fermare il futuro. Se non c’è equità,  e non c’è l’impiego delle nuove tecnologie volti a sviluppare  quantità di vaccini detti “termostabili”, ovverosia, che non abbisognano di temperature glaciali, quindi giungere in quei paesi dove persino l’elettricità manca, l’uomo non può avere un futuro. Come ogni pandemia anche questa del Covid-19 ha i suoi tratti inconfutabili  trasformativi, ovvero, che porta con sè, il “prima” e  il “dopo” e che necessariamente deve modificare il nostro stile di vita, abitudini al fine di favorire  quella che si chiama “ripresa e solidità”.

Non ci dobbiamo scordare che ciascuno di noi; uomini di scienza, uomini che detengono le sorti economiche del mondo, fino al buon ortolano, siamo parte insostituibile di un sistema, di un universo che ci chiede di sostenerlo e non di distruggerlo.

Il medico…amato e incompreso

 Nessuna descrizione della foto disponibile.
( nella foto non sono io, ma presa da web )
 Un mestiere spesso ingrato e incompreso.
Vorrei quì di seguito, spendere una parola per dare coraggio a questa categoria che sta vivendo, in questo fenomeno pandemico, forse il periodo più difficile per la loro attività.
Davvero un mestiere fra i più ingrati e fra i più incompresi. La gente quando parla di loro, corruga quasi la fronte per fare ricorso alle solite battute quasi a sentirsi autorizzata dal tacito consenso generale, che avanzano giudizi spesso pesanti e, quando va bene, l’aggettivo più innocuo: ” Bugiardi!”E’ chiaro che su di loro aleggia un clima di scetticismo circa la serietà della loro missione o sull’autenticità del loro carisma.
Molto di rado, anche quando si prodigano con eccelsa generosità su di loro si posa subdola quasi sempre una nebulosa di sospetti. Anche quando si offrono senza parsimonia associati a prezzi altissimi di tempo, di sacrificio mentale e talvolta anche di quattrini.
E’ proprio vero; non c’è che dire, il mestiere del medico pggi, è sicuramente una vita non molto comoda.
Ma una parola a sostegno la voglio esprimere traendola da una lettera del Papa Paolo VI°: “La vostra, è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri”
Oserei definire la medicina, non un mestiere, bensì un’arte, nel senso che chi la partica deve senz’altro essere un artista, oltre che geniale e di fantasia. Arte, ovvero programma, tirocinio, studio senza sosta. Non è un’arte da lasciare in mano all’avventuriero, oltre che incompetente che non studia giornalmente sui libri di scienza, lasciandoli ammuffire in bella vista in biblioteca.
Pensare che l’istinto possa supplire la tecnica è un tradimento.
Inoltre è anche un’Arte Nobile, e nobile perchè ha come suo fine, il riconoscimento della dignità della persona umana, sia individuale sia collettività.
E infine, anche Arte Difficile, proprio a motivo che non è una scienza esatta e le sue regole non sono assolute e imperiture, quindi, onde evitare i pericoli dell’ideologia sono messe sempre in discussione.
La medicina, dunque, un’Arte molto difficile e assai Nobile, quindi miei cari, coraggio.

AVVISO

Ho messo la moderazione non per precauzione o diffidenza o quant’altro, ma soltanto per facilitarmi la visione dei commenti. Word press non mette la successione dei commenti in visione, il che mi fa facilmente sfuggire l’intervento di qualcuno. Per fortuna che non ho un blog affollato.