22 OTTOBRE 2023
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Ancora una volta i farisei cercano di cogliere in fallo Gesù sulla liceità di pagare il tributo a Cesare. Ma Gesù non cade nel tranello e rispondendo: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” indica che il cristiano vivente nella storia sarà fedele alla terra, senza esenzioni né evasioni, ma agirà nel mondo cercando il bene comune, la libertà, la giustizia e la pace.
Restituire a Dio ciò che è di Dio, significa rendergli un’umanità che non porta solo la sua immagine indelebile, ma che si è fatta a lui rassomigliante, che riconosce quel Padre da cui proviene, ricco di amore per tutti i duoi figli.
Da questo scaturisce quella libertà che, non rendendoci soggetti alle cose, è capace di aprirci al futuro perché gli eventi si schiudano all’eternità, cioè a quella dimensione del vivere un amore nella storia, dove tutti possiamo dire la grandezza del Signore e dare a Lui la lode. Una vita rivolta costantememte a Dio, in cui le nostre azioni concrete dicano l’amore del Signore e l’amore per tutta l’umanità.
“Rendo grazie a Te, Signore,
per tutto e per sempre.
Insegnami a scegliere il bene,
insegnami a compierlo
e quando la fragilità prevale,
aiutami a ritornare da Te,
per scoprire che non sono mai stato solo in questo cammino,
che Tu eri accanto a me
e mi stavi già amando”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)