Gesù nella sinagoga vede una donna curva su se stessa, imprigionata da una malattia, allora la chiama a sé e la libera da quel legame che non le permetteva di vivere nella sua dignità più completa.
La guarigione che Gesù compie è dono di salvezza e di misericordia, Egli libera il cuore, perché possa respirare nuovamente l’amore infinito di Dio, che non è venuto per giudicare, ma per restituire vita e distruggere quel peccato che ci fa allontanare da Lui, e ci permette nuovamente di alzare lo sguardo verso il cielo, verso il Padre.
Questa donna glorifica subito Dio per l’opera compiuta in lei, quale manifestazione dell’onnipotenza e della bontà divina; ora non vive più a partire dalla sua miseria, da ciò che la opprimeva, ma da ciò che la libera: l’essere amata senza misura per puro dono.
Il giorno di sabato dove non si poteva svolgere un lavoro, perché giorno dedicato a Dio, qui diventa veramente un grande giorno di festa per cui lodare e ringraziare Dio; giorno di salvezza e di gioia grande. Una festa di vita nuova, perché il Padre è sempre pronto a donare misericordia, a rialzare ogni figlio, donna, uomo, in ogni luogo e in ogni tempo.
“Signore,
aiutami, rialzami, guarisci il mio cuore.
Liberalo da tutto ciò che piega e abbassa,
che fa male e fa il male.
Desidero rialzare lo sguardo per vedere i tuoi occhi incontrare i miei,