Padre nostro

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20 GIUGNO 2024
GIOVEDÌ DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Padre nostro è l’incipit che  ci fa rivolgere lo sguardo e il cuore al cielo, simbolo della trascendenza, del sacro, del luogo dove dimora Dio e dal quale guarda la terra. Guardare al cielo per vedere oltre noi stessi, per contemplare un Padre che desidera prendersi cura di noi e cosi affidarci alle sue mani.
Bastano poche parole, quelle essenziali per mettere tutta la nostra vita in quella di Dio, volgersi a Lui, per capire quali sono le intenzioni che sorgono nel nostro cuore e determinano il nostro agire. Evagrio Pontico, grande maestro spirituale, ci assicura: “Vale di più una sola parola nell’intimità, che mille stando lontano”.
Padre, è quella parola autentica che pronunciamo invocando l’aiuto, la forza, il nutrimento, perché il figlio non può chiedere se non al Padre, e il Padre in quanto tale, non può che donare al figlio. Afferma Adrienne von Speyr: “La preghiera non è in primo luogo una parola rivolta dall’uomo a Dio, ma un dono che Dio ha fatto a noi uomini nella sua Parola”.
Lasciamoci abbracciare in questa preghiera, in questo intimo incontro con Lui, dove il Padre accoglie le nostre fragilità, gli errori, le paure, e noi come Lui, abbracceremo quelle dei fratelli. Lasciamoci prendere per mano, per tirarci fuori dal male che commettiamo, e anche da quello che non vediamo, da tutto ciò che pesa sul cuore, che ci toglie la gioia di sentirci sempre figli amati.

“Padre,
fa che possa sentirti vicino
in quel cielo che ho nel cuore
e in quella terra di peccato,
che non mi abbandona.
Fammi sentire figlio,
amato da un Padre
che non abbandona,
che non si vergogna
e mi chiama figlio
nonostante io a volte,
dimentico cosa voglia dire.
Grazie o Padre,
perché tu sei con me.”
(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Lasciate che i bambini vengano a me

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25 MAGGIO 2024

SABATO DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù indignato, perché i discepoli non capiscono, ciascuno, persino un bambino può accostarsi a Lui. L’indignazione di Gesù, sta nel dire che Lui è per tutti non per pochi. Ognuno di noi può accostarsi dinanzi al Suo cuore e parlargli, chiedergli pietà, stargli vicino.

L’amore di Dio è proprio un abbraccio intenso in cui ci si sente amati. Nessuno deve mai sentirsi fuori luogo, lontano dal cuore di Dio.

L’indignazione di Gesù, ci testimonia che siamo eredi di uno spazio grande nel Suo cuore, così che quando siamo piccoli, poveri, lontani, Lui non vuole prendere una distanza, anzi l’invito è a stare nel Suo amore.

“Signore,

nonostante il mio peccato,

il mio errore,

Tu mi inviti a restare

nell’unico posto in cui nessuno

mi manderà mai via.

Aiutami sentirmi parte di quello spazio,

per non scappare lontano,

ma in fondo so,

che ovunque io fugga

Tu ci sarai sempre,

e mi riporterai a casa,

perché Tu sei parte di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Mangiarono a sazietà

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11 FEBBRAIO 2023

SABATO DELLA V SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 3,9-24

Salmo: Sal 89 (90)

Vangelo: Mc 8,1-10

“Mangiarono a sazietà”

Ogni individuo porta in sé una fame che non si ferma al cibo: il desiderio di dare un senso alla vita e divenire compiutamente un essere umano.

Ci hai fatti per te, Signore, dice S. Agostino. Solo Tu conosci fino in fondo la nostra fame. Fame di cibo, di lavoro, di dignità. Fame di vita e di edificazione comune. Fame di bellezza, di bontà e di verità. Fame d’amare ed essere amati.

Per saziare questi bisogni, non basta un pensiero. Il cuore dell’uomo è troppo grande per poter essere riempito dal denaro, dal divertimento sfrenato, da cio che è illusorio, anche se stordisce. Esso desidera un bene più elevato, senza limiti, che non abbia ad esaurirsi e duri eternamente. Questo bene può essere soltanto Dio.

Solamente nella relazione con Lui possiamo trovare la sazietà del cuore, perché entriamo in una logica di dono che si moltiplica, di una vita donata e spezzata per tutti, in una maniera abbondantissima, che rimane.

Anche  i discepoli oltre alla folla, fanno esperienza di questo pane e di questa vita che si moltiplica tra le mani, fino a saziare ed avanzare. Veramente si è colmati, stracolmati di beni, perché il Signore ha compassione di noi, prende il nulla o il poco che abbiamo e lo moltiplica con il suo amore.

Oggi ricorre la memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, a Lei affidiamo il nostro cammino, la nostra storia. Ogni uomo può vedere la salvezza di Dio grazie a Lei, poiché nel suo Si genera la sazietà del nostro cuore, un Dio bambino il cui amore ci unisce a Lui in pienezza

Sale e luce

sale e luce

DOMENICA 05 FEBBRAIO 2023

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,7-10

Salmo: Sal 111 (112)

Seconda lettura: 1 Cor 2,1-5

Vangelo: Mt 5,13-16

A Gesù sta a cuore il nostro cammino, proprio per questo ci invita non solo ad essere sale della terra e luce del mondo, ma anche a non perdere il sapore e a non restare spenti.

Egli ci aiuta ad entrare nella profondità di noi stessi, creati da Lui per cose buone, amati, sorretti, affinché non ci perdiamo.

Sale e luce sono esempi semplici, alla portata di tutti, essenziali così da non poter neanche dire: “non lo so”, perché in verità, se stiamo perdendo sapore o luce lo si comprende bene.

È un cammino di verità quello del Vangelo di oggi, per chiederci: dove stiamo andando? So essere sale e luce per chi mi è intorno?

Se ciò non fosse, dobbiamo chiedere a Dio creatore di tutto, di aiutarci a migliorare, a capire come crescere, non per svolgere un “compitino”, ma per realizzare noi stessi.

E questo sarà per noi la via della felicità, poiché corrispondere a ciò per cui siamo chiamati, non è solo fatica e sacrificio, è anche gioia e pace. Come quando mangi qualcosa ed esclami: “buono!”. Oppure in una giornata splendente di sole e dici: “bello!”. Sia così la tua vita, una scoperta della bellezza del creatore, una scoperta di cose belle di cui tu ne fai già parte!

“Signore,

insegnami a dare gusto alla mia vita ed essere luce.

Fa che trovi il coraggio di cambiare ciò che è necessario,

affinché ogni giorno, passo dopo passo,

cammini costruendo me stesso.

Nella difficoltà ch’io possa sentire

la tua mano sostenermi, per darmi coraggio.

Ed io sappia esserlo

per chi accanto ha paura,

teme di cambiare o non sa come fare.

Aiutami ad essere sale della terra e

luce del mondo”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

 

Perdutamente amati

perdutamente amati

 

MARTEDÌ 06 DICEMBRE 2022

SAN NICOLA, VESCOVO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 40,1-11

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Mt 18,12-14

Nel Vangelo di oggi, leggiamo che il Signore viene a cercare i piccoli e i persi, ma quando la pecora dispersa siamo noi, facciamo fatica a crederci.

Eppure il Signore rassicura che non esiste un tempo in cui non ci cercherà, scenderà dal monte e verrà a valle a cercarci: cosa faremo in quel momento? Forse ci verrà da piangere, perché nonostante tutto Gesù è venuto a dirti: sono qui.

Quando ci sentiamo soli e abbiamo timore di sbagliare, crediamo che Lui è con noi non perché siamo stati i migliori, ma perché ci siamo persi. Sembra paradossale, quasi un “premio” per i nostri peccati. È possibile davvero che Dio ci ami così? Si! Dio è venuto affinché ciascuno di noi avesse almeno Qualcuno su cui contare. Le pecore “giuste” sono sul monte e sono già al sicuro, per questo il pastore scende per toglierci dal pericolo, dal rischio di cadere ancora più in fondo, per aiutarci a riconoscere che la cosa da toccare sempre più a fondo, fino in fondo è il Suo amore.

Torneremo sul monte con Lui attraverso la nostra stessa croce, ma essa non ci scaraventerá più a terra, perché ora c’è Gesù a portarla con noi. Il nostro è un cammino in salita, mai soli ma con Lui, non siamo più dei dispersi, siamo amati, perdutamente amati da Dio, e quel giorno in cui da persi ci scopriremo perdutamente amati, sarà un giorno grande poiché ci troveremo già su sul monte a raccontarlo.

 “Signore sono qui, mi vedi?

Vienimi a cercare, tendimi la mano.

Vorrei solo poter sentire la tua voce dire: sono qui.

Tu sei la forza che cercavo

e non smetterò mai di chiederti: vieni qui

così che il mio dolore abbia un senso

e l’unico è sapere che non sono solo

ma sono con Te,

solo allora il mio cuore troverá sollievo,

perché saprò che non sono più un disperso

e potrò risponderti: sono qui, anch’io”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

“trovati-amati”

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SABATO 03 DICEMBRE 2022

SAN FRANCESCO SAVERIO, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 30,19-21.23-26

Salmo: Sal 146 (147)

Vangelo: Mt 9,35-38 – 10,1.6-8

 

Quante volte ci è capitato di sentirci stanchi, sfiniti per tanti motivi ed proprio in queste situazioni che dobbiamo cercare di non perdere il coraggio, perché il nostro “essere perduti” non è nel sentire di Dio, per Lui siamo il suo popolo da cercare e condurre a casa.

Accadeva ai tempi di Gesù e accade anche adesso, però nel tempo una cosa non è mai passata: la compassione di Dio. Il cuore di Dio è accanto al nostro, apparteniamo a Lui al punto che ogni nostro gemito non gli è estraneo. Siamo sorretti dalla sua mano e se cadiamo Egli non ci lascerà, se ci perdiamo Lui non ci stancherà di cercarci.

“Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele”: è il compito che Gesù da ai suoi. Coloro che un tempo erano senza pastore e che dopo aver incontrato il Signore, ora sono chiamati ad aiutare altri a fare esperienza di Lui, così che alla fine saremo tutti dei “trovati-amati”, riconosciuti da un Dio Padre il cui cuore ama e si stringe accanto al nostro per donargli tutto l’amore, l’affetto e la forza di cui ha bisogno.

Affidiamoci a Lui, l’unico in grado di capirci fino in fondo, perché Gesù pensa e vive con il cuore del Padre e da Figlio, porta a Dio tutte le nostre sofferenze.

Cosa grande è il Suo amore capace di comprendere ogni dolore ed ogni fragilità. Stanchi e sfiniti non lo saremo per sempre, poiché Egli è accanto a noi e la Sua compassione sarà la nostra forza. Quando avremo timore di perderci o che nessuno creda più in noi, Egli ci condurrà per mano, sarà luce per il nostro cammino ed il Suo amore non finirà mai. O tu pecora perduta non temere, Dio Tuo Padre ti sta già cercando!

 “Signore,

ti affido il mio cuore,

affinché con Te trovi la forza

per camminare ed andare avanti.

Quando mi sento solo ed abbandono anche me stesso,

fammi sentire la Tua presenza

così da ritornare a vivere,

consapevole che nel Tuo cuore

c’è un posto anche per me

e che non lo perderò mai,

perché è mio da sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

“Misericordia io voglio”

Misericordia io voglio

 

 

MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRE 2022

SAN MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ef 4,1-7.11-13

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 9.9-13

“Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”.

Gesù oggi si presenta come il medico che desidera guarire la malattia del peccato, e lo fa con una medicina particolare: la misericordia.

Questo è l’attributo più profondo di Dio e il luogo dove si sperimenta la sua essenza. Qui veniamo accolti dalle sue viscere materne che danno vita, perché il nostro peccato viene perdonato, ripulito, diventa il mezzo per vivere la gioia dei salvati.

L’esperienza del perdono, non la si può raccontare solamente a parole, in quanto coinvolge tutto il nostro essere e ci fa partecipare alla vita di grazia, dono infinito dell’amore di Dio, parafrasando cosa dice S. Paolo: dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia, la pienezza di Dio.

Il nostro peccato perde cosi il potere di dividerci da Lui, e quanti invocano misericordia entranno nel suo cuore. Il Signore non ci chiede sacrifici di espiazione per pagare le nostre colpe, Lui ha già redento tutto, siamo già dei salvati, ci chiede di amarlo, di entrare nella nostra casa per sedere a mensa insieme e da lì ripartire per vivere alla ricerca del bene.

La vocazione alla vita cristiana, è partecipare della comunione con Dio anche con i nostri peccati. Lui è venuto a chiamare i peccatori e il peccatore è chiamato a proclamare la grandezza della sua misericordia.

“Signore,

sono venuto qui dinanzi a Te,

perché nella tua Misericordia è la mia speranza.

Nel Tuo perdono

pongo la mia vita:

Padre pietà di me!”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

C’è sempre un “attraverso” qualcuno o qualcosa

 

C'è sempre un %22attraverso%22 qualcuno o qualcosa

 

 

DOMENICA 03 LUGLIO 2022

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 66,10-14c

Salmo: Sal 65 (66)

Seconda lettura: Gal 6,14-18

Vangelo: Lc 10,1-12.17-20

 

“È vicino a voi il regno di Dio”. Con queste parole Gesù dona speranza al nostro cuore. Egli manda i suoi discepoli, affinché vadano ad annunciare che le realtà del cielo, sono più vicino a noi di quanto possiamo immaginare, e lo fa offrendo dei segni: i discepoli stessi e le guarigioni.

C’è sempre un “attraverso” qualcuno o qualcosa, che ci permette di incontrare il Signore, e da esso la nostra realtà ottiene un pezzo di cielo da vivere, per sentire davvero il regno di Dio vicino.

In questo spazio di incontro con Lui, abbiamo la libertà di accoglierLo oppure di rifiutarLo, nel brano letto, è Gesù stesso a presentare questa possibile realtà ai suoi discepoli.

Dovremmo chiederci: siamo capaci di vedere “attraverso” il nostro quotidiano la Sua presenza, così da accoglierLo?

Qualunque sia la risposta, Egli non si stancherà mai di cercarci, e non abbandonerà mai nessuno dei suoi figli, perché per ognuno di noi c’è un pezzo di cielo da vivere.

“Signore,

la Tua promessa è un pezzo di cielo,

la Tua casa è la mia.

Purtroppo a volte, ti sento distante,

mi sembra di cercarti,

eppure mi trovo a commettere gli stessi errori

e mi chiedo: ci sei ancora?

Aiutami a comprendere,

che sei Tu per primo a cercarmi

e che spesso la mia sete di Te,

è perché tu mi hai già trovato,

mi hai amato,

e nonostante la mia fatica,

c’è già il Tuo cielo in me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Nessun strappo

 

nessun strappo

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 13,14.43-52

Salmo: Sal 99 (100)

Seconda lettura: Ap 7,9.14b-17

Vangelo: Gv 10,27-30

 

Nel Vangelo di oggi, leggiamo che Gesù disse: “Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.” Sono davvero parole confortanti e ci toccano il cuore.

Siamo nelle mani di Dio, stretti, voluti, amati e non c’è nessun strappo, peccato o dolore che possa separarci da questo legame.

Se anche ci fossimo persi nella vita, e ci troviamo senza sapere dove andare, la Parola di oggi è una promessa che si fa luce nella nostra strada: “non andranno perdute in eterno”.

Non siamo perduti, abbandonati, ma recuperati, ripresi così per quello che siamo. Senza dover dimostrare nulla, o facendo qualcosa di straordinario, in verità oggi, il Signore ci invita a crederci un dono del Padre, come la cosa più preziosa che solo il Figlio può custodire.

A noi che lottiamo, sbagliamo, soffochiamo il nostro dolore, siamo soli o semplicemente ci alziamo ogni mattina dicendo: “voglio farcela”, Egli ci è accanto e ci tiene stretti, affinché la nostra vita sia un tutt’uno con la Sua mano.

Il Padre ci ama e il Figlio unito al Padre ci custodisce, siamo tenuti da una mano che non vacilla, e non c’è nessun strappo che ci toglierà dalla Sua mano.

La mano del Figlio si apre, per accoglierci dalla mano Padre e poi si stringe per non perderci, come in un abbraccio, affinché in ogni giorno della vita tu possa sentirlo e con forza, credere in Colui che vuole dirti: “non temere io sono con te”. Niente e nessuno ti porterà via.

 

 

Dono del Padre

 

Dono del Padre

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 8,1b-8

Salmo: Sal 65 (66)

Vangelo: Gv 6,35-40

 

Gesù nel Vangelo della liturgia odierna, afferma: “Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori”. Proseguendo la lettura del testo, dice: “E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato”.

Siamo dono del Padre al Figlio, affinché Egli ci custodisca. Tutte le volte che cerchiamo Dio e ci preoccupiamo di come incontrarlo, oggi ci viene in aiuto questo brano per farci capire che siamo stati già trovati dal Padre e consegnati al Figlio, e grazie a Lui renderci conto di essere raggiunti.

Spesso si può aver paura di perdersi o disperdersi e non trovare più la strada di casa, ma il Signore desidera farci capire che Egli è quella via su cui camminare, è la strada della verità, dove poter finalmente conoscere il volto del Padre e vivere.

Gesù si presenta come il pane, un alimento di casa, il cui sapore è da tutti conosciuto. Da sempre il Padre ci custodisce, e prepara per noi un pane in grado di toglierci la fame, la mancanza, il vuoto, così da renderci più forti. Dobbiamo riconoscerci come coloro che partecipano di questo dono e ne fanno parte ed è nutrendoci di tale certezza, che nonostante le fatiche e le fragilità non ci sentiremo più dei dispersi, ma a casa.

Dio ha posto la Sua dimora in noi, affinché un giorno potessimo ritornare a casa e renderci conto che ci è sempre stato accanto donandoci Suo Figlio, affidandoci a Lui.

Abbiamo un luogo dove non saremo mai cacciati, mai dispersi e sempre amati: in Dio! Attraverso Gesù, Egli si fa presente in noi, poiché gustando del Pane della vita, potessimo toccare con mano l’Amore che ci ha raggiunti e viverlo ogni giorno.