Non avere più paura

non avere più paura

16 NOVEMBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXXIII DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 4,1-11

Salmo: Dal Sal 150

Vangelo: Lc 19,11-28

Uno dei servi aveva paura del suo padrone, si era fidato di ciò che aveva sentito di Lui e per timore, non aveva fatto fruttare la sua moneta. Una paura infondata che anziché muovere all’azione, al fare qualcosa, paralizza e il padrone risponde: “Dalle tue stesse parole ti giudico”, si, perché anche ne avesse dette altre, forse quel servo non avrebbe comunque capito.

La realtà è filtrata attraverso un pensiero su qualcuno al punto che alla fine, accade cio che temevano. Spesso i giudizi non ci fanno vedere realmente le cose come sono e può capitare anche con Dio, quando gli attribuiamo titoli per sentito dire.

Il Vangelo di oggi ci parla di un dono ricevuto da far fruttare, nessuno è escluso da questo, ma la modalità d’impiego è tutta nostra in base alle nostre capacità. Dio non ci chiede il di più di quello che possiamo fare, però ci invita a pensarci come “potenziati”, ovvero persone che possono farcela. Egli ha fiducia in noi, non dobbiamo avere paura né delle situazioni, né di Lui, poiché Egli non è un padrone, è un Padre e noi non siamo servi, ma figli.

In quanto figli, siamo soggetti a compiere il nostro dovere nella quotidianità, però c’è anche un altro impegno insito nel testo: vivere da figli in questo mondo senza dubitare di Lui, senza aver paura di Dio, ma riconoscendolo come Colui che è dalla nostra parte, pronto a perdonare e non a punire, a sostenere e a far brillare l’opera delle sue mani (noi) come fosse la gemma più bella.

“Signore,

aiutami quando nella paura mi allontano

e assorto dai pensieri mi dimentico di Te,

di quello che sei per me: Padre.

Allora che ti invochi sempre come Padre,

così da sentirmi figlio,

una Tua creatura

forgiata dal fuoco del Tuo amore,

che ti chiedo di non spegnere mai,

affinché io mi ritrovi

e possa trarne la forza per non avere più paura”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Verso casa

verso casa

 

 

03 NOVEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Fil 3,3-8a

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Lc 15,1-10

 

Il Vangelo di oggi, ci fa pensare come la gioia di Dio sia l’averci ritrovato. Questo è una risposta alle tante voci, pensieri o preoccupazioni, che prendono il sopravvento quando pensiamo ai nostri sbagli. Oggi il Signore ci dimostra che non è così, mentre noi guardiamo alla mancanza, a ciò che non va, alla perdita, Egli invece è il buon pastore, che lascia tutto per cercarci e portarci a casa.

Saremo a casa quando ci lasceremo condurre da Lui, siamo cari, preziosi ai suoi occhi, unici e speciali, e mentre la gente punta il dito e dice: peccatore, Egli afferma: figlio mio ben tornato.

Tutta la storia biblica parla di salvezza e quell’amore di Dio tanto forte per il suo popolo, si traduce nell’evento più grande della storia: la nascita del Figlio. Avrebbe potuto mandare un angelo, invece no, sceglie il Figlio affinché noi potessimo sentire che è Dio stesso a cercarci, a portarci sulle spalle, a non abbandonarci. Allora la festa del cielo, è la festa del nostro cuore, il cui cielo ha preso dimora solo che non lo sapevamo, ma ora come pecore ritrovate, abbiamo il compito di comportarci come tali, che dopo tanto tempo stanno a casa con Dio e hanno tante cose da dirsi. Sia il nostro quotidiano così, vissuto nella pienezza!

“Signore,

fa che la mia vita sia una strada verso casa,

un ritornare a Te, nonostante tutto

e sappia farne memoria quando inciampando

temerò di perdermi.

Tieni stretta la mia mano

perché in me c’è voglia di ritornare,

solo che a volte non lo so fare.

Tu mi risollevi e non mi abbandoni,

nel Tuo amore non c’è traccia del mio peccato

ed io comprendo giorno dopo giorno,

che sono figlio e Tu mio Padre

e nel Tuo cuore c’è un posto per me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

La strada per chiedere, bussare e cercare

La strada per chiedere, bussare e cercare, è nello Spirito Santo.

06 OTTOBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gal 3,1-5

Salmo: Lc 1,68-75

Vangelo: Lc 11,5-13

Durante il corso della nostra vita, accade qualcosa per il quale siamo spinti a chiedere, cercare, bussare, ed è proprio in quelle azioni che il Signore ci assicura di esserci.

Può mancarci la “terra sotto i piedi”, possiamo trovarci soli in difficoltà o in affanno, ma il Signore non ci abbandonerá, perché è Padre e come tale, indirizza, indica la via. Ci fa un dono alla base della nostra ricerca: lo Spirito Santo.

La strada per chiedere, bussare e cercare, è nello Spirito Santo. Esso non è solo una luce per domandare meglio le cose, ma è la terza persona della Trinità, ovvero: il dono di se stesso.

Con Lui e per mezzo di Lui, ogni giorno possiamo credere di attraversare ciò che viviamo, non da soli, e quando ci mancheranno le forze per chiedere, bussare e cercare, Lui ci sarà sempre.

Un padre non si dimentica dei suoi figli, neanche quando essi sono in silenzio. Siamo parte di qualcosa di più grande delle nostre forze, delle paure e dei nostri desideri e questa è una garanzia, perché vuol dire che a monte c’è sempre per noi una forza, un conforto, un desiderio di bene, proveniente dal cuore del Padre, che niente, nemmeno il peccato potrà mai cancellare.

Lo Spirito Santo ci conduce per le strade del mondo, parlandoci di Dio, rassicurando il nostro cuore e donando luce su dove sia bene chiedere, bussare e trovare. Sia il Suo amore a condurci in ogni istante e la Sua forza in ogni circostanza.

“Signore,

sostieni ogni mio passo

e donami la forza di credere nella Tua presenza.

Quando vacillo rassicura il mio cuore,

se sbaglio, perdonami.

Fa che il Tuo amore sia la risposta

al mio cercare, bussare e trovare,

affinché camminando non perda mai la strada

e riconosca in Te la via da proseguire,

la verità su cui ritornare

e nel tuo cuore un posto dove abitare”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Sentirci piccoli

sentirci piccoli

 

26 SETTEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gb 1,6-22

Salmo: Sal 16 (17)

Vangelo: Lc 9,46-50

Gesù molte volte parla della piccolezza, oggi mette in mezzo un bambino per spiegare ai suoi, qual’è la vera grandezza. Spesso, può essere capitato anche a noi, di sentirci piccoli in mezzo a delle situazioni più grandi, ed è proprio in quella piccolezza che scopriamo quanto è grande il Signore!

Egli ci aiuta, ci sostiene, ci ama, ha cura di noi in maniera grande ed esponenziale. In fondo, anche i discepoli erano dei piccoli che volevano essere dei grandi, senza aver capito che è un’altra la vera grandezza.

Vuoi essere grande? Mettiti in mezzo da piccolo, non lottare per cercare posti alti e non temere la tua fragilità, perché agli occhi di Dio siamo grandemente amati e questo è già abbastanza, per cominciare a salire la scala alta della piccolezza!

“Signore,

donami il coraggio di essere piccolo,

non inferiore,

semplicemente piccolo,

capace dal basso

di vedere le tue cose grandi

per scoprirmi amato, voluto

e soprattutto grande agli occhi di un Padre,

che vede il Suo figlio crescere

nella strada della piccolezza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

“Misericordia io voglio”

Misericordia io voglio

 

 

MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRE 2022

SAN MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ef 4,1-7.11-13

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 9.9-13

“Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”.

Gesù oggi si presenta come il medico che desidera guarire la malattia del peccato, e lo fa con una medicina particolare: la misericordia.

Questo è l’attributo più profondo di Dio e il luogo dove si sperimenta la sua essenza. Qui veniamo accolti dalle sue viscere materne che danno vita, perché il nostro peccato viene perdonato, ripulito, diventa il mezzo per vivere la gioia dei salvati.

L’esperienza del perdono, non la si può raccontare solamente a parole, in quanto coinvolge tutto il nostro essere e ci fa partecipare alla vita di grazia, dono infinito dell’amore di Dio, parafrasando cosa dice S. Paolo: dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia, la pienezza di Dio.

Il nostro peccato perde cosi il potere di dividerci da Lui, e quanti invocano misericordia entranno nel suo cuore. Il Signore non ci chiede sacrifici di espiazione per pagare le nostre colpe, Lui ha già redento tutto, siamo già dei salvati, ci chiede di amarlo, di entrare nella nostra casa per sedere a mensa insieme e da lì ripartire per vivere alla ricerca del bene.

La vocazione alla vita cristiana, è partecipare della comunione con Dio anche con i nostri peccati. Lui è venuto a chiamare i peccatori e il peccatore è chiamato a proclamare la grandezza della sua misericordia.

“Signore,

sono venuto qui dinanzi a Te,

perché nella tua Misericordia è la mia speranza.

Nel Tuo perdono

pongo la mia vita:

Padre pietà di me!”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

La Parola ci attraversa

 

La Parola ci attraversa

 

 

MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2022

SANTI ANDREA KIM TAE-GÔN, PRESBITERO, PAOLO CHÔNG HA-SANG, E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Prv 21,1-6.10-13

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 8,19-21

Ascoltare! Viviamo la Parola attraverso il nostro corpo. La Parola ci attraversa e s’incarna, prende vita tanto che l’ascolto non è mai statico, porta sempre con sé un movimento, un’azione, anche noi ci muoviamo come il Signore che passa!

Grazie alla Parola non c’è più distanza tra noi e Dio, Gesù attraverso le scritture ci presenta il Padre e lo fa mediante un linguaggio chiaro, comprensibile a tutti che è l’amore.

Abbiamo con Lui un legame profondo, siamo Suoi familiari e il Signore oggi ce lo conferma, perché solo ascoltando la Parola possiamo comprendere quell’amore, quella speranza a cui siamo chiamati a vivere e che si fa concreta attraverso le parole del Figlio.

Fermiamoci ad ascoltare la Parola, e sostare dinanzi a Lui lungo il corso della giornata, affinché ogni nostro momento possa trovare vigore e forza dalle Sue parole. Scopriremo una Parola pronta a sorprenderci al momento giusto, ci sentiremo amati nella concretezza e non a parole da un Dio che si è fatto carne, corpo, come noi, così da aiutarci a credere in Lui, con tutto noi stessi, con il tutto di noi.

“La tua Parola Signore

entri in me

e sia casa ovunque vada.

Dinanzi a un mondo di parole, di promesse,

c’è una Parola che non delude,

e s’incarna.

Aiutaci a comprendere che la Tua Parola

è la buona notizia per la nostra vita,

e fai di me il luogo in cui possa trasmetterla

con tutto me stesso”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Al seguito di Gesù

al seguito di Gesù

 

 

VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2022

SANTI CORNELIO, PAPA, E CIPRIANO, VESCOVO, MARTIRI -MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 15,12-20

Salmo: Sal 16 (17)

Vangelo: Lc 8,1-3

 

Al seguito di Gesù oltre ai dodici, vengono nominate alcune donne in modo specifico, altre anonime che erano con Lui e servivano. Il cammino del Signore prosegue e dietro a Lui le persone aumentano. Si! Perché l’amore con cui Egli si dona, rimane impresso come un sigillo nel cuore di ciascuno, e la risposta con la carità e il servizio è una conseguenza dell’amore ricevuto.

«Se vedi la carità, vedi la Trinità» scriveva Sant’Agostino, e il Vangelo di oggi c’è lo testimonia ancora una volta, presentando quelle donne che guarite da Gesù hanno toccato con mano l’amore del Padre, e per mezzo di quello Spirito d’amore si mettono al servizio, proprio come hanno visto dal Maestro.

È bello leggere come ciascuna ha fatto però la sua esperienza diversa, ognuna di loro ha ricevuto dal Signore una guarigione particolare in base a ciò che avevano, e questo ci fa pensare a quanto la nostra storia sia unica, personale agli occhi di Dio.

La nostra vita seppur fatta di alti e bassi, è una storia d’amore da raccontare. Il Padre non si dimenticherà mai di noi e sempre ci amerà a partire da ciò che siamo, e a partire da Cristo, possiamo davvero essere noi stessi, chiamati, vocati dalla voce di Dio a vivere di quell’amore ricevuto.

“Signore,

aiutami a credere nel Tuo amore,

anche quando non lo sento

ed ho paura di non essere amato, nemmeno da Te.

Sostieni il mio cuore a fare quel salto

per concedermi la possibilità di fidarmi,

che nonostante gli errori, la fragilità o i blocchi,

c’è in me un punto di forza che viene da Te,

da quell’Amore che mi hai donato da sempre

e che deve solo riemergere

e tornare a vivere, per vivere anch’io”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Sei Tu a guardarmi

sei Tu a guardarmi

 

MERCOLEDÌ 14 SETTEMBRE 2022

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Nm 21,4b-9 oppure Fil 2,6-11

Salmo: Sal 77 (78)

Vangelo: Gv 3,13-17

 

“Dio ha mandato suo figlio perché chiunque creda in Lui non vada perduto”. Credere vuol dire sapere di non essere persi.

Nonostante gli sbagli o lungo le strade che la vita ci porta, abbiamo un punto fisso a cui guardare: il crocifisso, per credere o continuare a credere in un Dio che ci vuole sanare e non abbandonare. Spesso possiamo “sentirci perduti”, ma in realtà non lo siamo, a volte è la paura a parlare oppure l’idea che possa capitarci anche questo, però Dio è Padre e manda Suo Figlio, perché vuole che il Suo amore ci raggiunga.

Il Figlio è la forza di Dio, per aiutarci a credere in un Padre che ha a cuore i suoi figli e non vuole siano persi per sempre.

Guardando al crocifisso, possiamo notare due braccia distese pronte ad abbracciare a sé il mondo intero, affinché nessuno si senta escluso. Possiamo scorgere il Suo volto ricco di dolore, carico di sofferenze, ma soprattutto pieno di tanto amore.

Dalla croce Egli guarda tutti noi e mentre stiamo lì a contemplarlo, è Lui che ci contempla. I nostri sguardi si incrociano, sono due sofferenze che ora qui si comprendono.

L’Amore ha trasmesso all’amato, noi, quanto grande è il Suo cuore e per quanto possiamo essere una creatura finita, siamo portatori di un Amore infinito, elargito da Dio, che da sempre e per sempre ha visitato il Suo Popolo, e nessuno mai sarà perso.

“Signore,

sei qui, affinché io non mi perda

e ogni Tuo gesto è in questa direzione,

ma a volte sono così stanco,

che non riesco a scorgerli,

perché nell’acuto della mia sofferenza,

io non so vedere altro che me.

Eppure Tu oggi mi invita ad alzare lo sguardo,

a Risuscitare la vista

per accorgermi che sei Tu per primo a guardarmi

e ad aver cura di me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

La roccia, la casa, il fondamento

 

La roccia, la casa, il fondamento %0A

 

10 SETTEMBRE 2022

SABATO DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 10,14-22

Salmo: Sal 115 (116)

Vangelo: Lc 6,43-49

 

Il Signore oggi ci invita a donare alla nostra casa interiore, ovvero il cuore, un fondamento sicuro in cui non crollare mai: Egli stesso. Lui è la roccia della nostra vita che nonostante sia esposta alle intemperie rimane salda, protetta e custodita.

La roccia fa pensare alla stabilità, alla forza, il contrario della fragilità, per cui quando ci sentiamo fragili e affaticati, abbiamo coLui che è in grado di ridonarci vigore. In fondo anche noi, a volte fragili, sappiamo e abbiamo sperimentato cos’è la forza ed è anche essa parte di noi, altrimenti come potremmo distinguere quando siamo deboli?

La roccia è dentro di noi, fa parte della casa, non è qualcosa di esterno, ma è la parte fondamentale, Cristo è la parte fondamentale di noi! Siamo uniti a Lui grazie al Padre, Egli non è solo un aiuto esterno alle nostre fatiche, bensì è parte di noi ed è proprio grazie a questo, possiamo toccare la forza della Misericordia e riconoscerla come un bene per noi.

Dio ci ama e per noi ha mandato la sua parte fondamentale, affinché divenisse la nostra, così da poter camminare e porta frutti di bontà, Misericordia, amore e fedeltà, in un mondo dove la fragilità è un problema, mentre per Dio è il luogo dove ciascuno può rinascere.

“Signore,

scopro che la vita è un cammino verso casa,

verso il cuore,

quando sbaglio sento che mi allontano e mi manca,

ma so che è custodita da Te.

Afferra la mia vita e donale forza.

Alla mia fragilità

il tuo amore è una risposta

che mi farà sempre ritrovare la strada

per comprendere che sei Tu il fondamento

della mia casa e la mia forza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Essere chiamati

 

essere chiamati

 

06 SETTEMBRE 2022

MARTEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 6,1-11

Salmo: Sal 149

Vangelo: Lc 6,12-19

 

La chiamata dei dodici è preceduta da una notte in preghiera. Il nostro stare con Lui, nasce direttamente da una relazione con il Padre. Nella preghiera in un dialogo di amore, nasce il nostro essere chiamati a Gesù, è come se Dio avesse suggerito i nostri nomi e non dobbiamo dubitare di esserci, perché nel cuore di Dio ci siamo proprio tutti.

Cosa faremo per Lui, cosa diventeremo? Semplicemente noi stessi! Ai discepoli non vengono dati incarichi particolari, ma l’unica cosa che conta è riconoscerci lì anche noi, amati da Cristo, uniti con il Padre.

Non c’è storia d’amore più bella, ed è propria a partire da essa che le nostre relazioni, gli incontri, gli impegni quotidiani, acquistano forma e significato.

Il Signore ha scelto di chiamarci a sé perché ci ama e perché questo amore fosse la nostra forza in ogni circostanza. Quando ci sembra che dobbiamo fare necessariamente qualcosa o ci irrigidiamo per il nostro medesimo sbaglio, alziamo gli occhi al cielo, sentiamoci su quel monte semplicemente amati. Egli sapeva già tutto di noi e ci ha scelto accanto a sé, perché non siamo l’errore che commettiamo, non pretende da noi chissà che cosa, però ne spera solo una: riconoscerci da Lui amati, voluti e desiderati, e questo è già abbastanza.

“Signore,

davvero ami il Tuo popolo.

Se siamo tutti qui per ascoltare la Tua voce,

è grazie a questo amore.

Scopro che ci sono anch’io,

non sono uno spettatore che si immagina la scena,

hai chiamato anche me.

Cosa potrò darti? Cosa potrò fare?

Nulla, rispetto al dono che mi hai fatto.

Potrei solo dire, che nonostante il tempo passato

dinanzi a questo Vangelo, io già c’ero.

Prima di me, era già preparato un posto accanto a Te

e da oggi desidero annunciarlo!”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)