Al limitare di due mondi

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Proseguo la riflessione del post precedente, cercando di pensare cosa vuol dire per me sentirmi al limitare di due mondi… Credo che ognuno nasce con un proprio destino segnato forse nei geni, forse nelle stelle e per quanto attraversiamo ambienti differenti, nel corso degli anni, alla fine ci ritroviamo a ripercorrere strade analoghe: perché siamo quelli e quello è il nostro modo di essere e di vivere le cose. Le nostre scelte, anche quelle che possono sembrare più lontane, si possono far risalire a questo nostro destino

Io credo di essere destinato ad essere elemento separatore di due insiemi, di due mondi. Sempre ai limiti: mi appartiene il vivere in un mondo pur sentendomi parte di un altro. L’essere considerato da una parte “l’ultimo di … “ e dall’altra parte “il primo di…”.

Il più scemo di quelli che capiscono… il più intelligente di quelli che non capiscono… (ovviamente scemo e intelligente sono detti con ironia, soprattutto intelligente…)

Mi sento, come il faro, sul limitare dei due mondi… la terra e il mare. Come il faro, sto sulla terra e servo al mare, sto sulla costa, che già di per se è limitare di due mondi, legato indissolubilmente al mare, ma piantato in terra…  cosi come negli studi, l’aver studiato l’unica materia scientifica che non è tecnica, al limite della scienza, pur essendoci radicata dentro.  Nel lavoro sono mi sono trovato a fare spesso il mediatore culturale tra la cultura tecnica e il mondo degli umani… tra ciò che si aspettano gli uomini e ciò che vogliono le macchine…

Insomma sto tra il mare e la terra, un po di qua e un po di la, mai del tutto di la, mai del tutto di qua…

Al confine di due mondi

Hopper, Edward
Hopper, Edward

Tempo di sole, tempo di vacanze… tempo di mare

Un altro pittore che ho sempre amato è Hopper. I suoi paesaggi, le sue marine, i suoi fari (anche le visioni cittadine ma questa è un’altra storia)… quest’immagine mi fa pensare a viaggi in posti lontani, un concetto di mare ben diverso dallo stereotipo italiano… non spiagge affollate, creme abbronzanti, giochi aperitivo o ombrelloni cosi densi che la sabbia non si riscalda…

Mi piace pensare al mare come incontro con l’infinità: come punto di partenza per un altrove… sempre mutevole e sempre diverso, per quanto possa apparire uguale ad uno sguardo superficiale. Il faro è il punto di osservazione ma anche segnale di presenza…. Per chi naviga il faro è segnale di presenza sicura, di approdo, di possibilità di una sosta ristoratrice prima di un altro viaggio.

Mentre ascolto una conga cubana nel caldo di una mattina romana, penso a qualche spiaggia caraibica, forse cubana, forse in florida. Quanto assomiglio io ad un faro? essere un osservatore dell’infinita distesa della vita, coinvolto e partecipe. Essere un riferimento nei momenti di tempesta, per chi si avvicina alla costa…. Ma poi mi rendo conto che la cosa che più mi assomiglia è il suo essere al confine di due mondi… quello della terra e quello del mare… come infondo mi sono sempre sentito… al confine di due mondi….

Al mare

Mare del nord

Il clima romano cosi caldo mi fa venire voglia di un ambiente diverso. Una spiaggia del mare del nord, chissà forse Francia, forse Olanda, forse Scozia… Un clima non troppo caldo ma soleggiato, piccole spiagge quasi vuote, poche persone e soprattutto il mare e i gabbiani che volteggiano liberi nel cielo. E due persone, io e …chissà chi… due chiacchiere, tanta complicità, il vento che ci scompiglia i capelli…. Il profumo del mare e di te…

Ma quanta fantasia che ho!!!

A volte ritornano

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La vita mi dona sempre momenti diversi: a volte ho l’impressione di essere solitario; a volte, senza apparente senso, tutto si risveglia e sembra tutto un fiorire di nuove cose…

Alcuni persone sembra che scompaiano dietro lunghi silenzi, ma è solo apparenza. Un po come il grano sotto la neve. Ma poi, ad un misterioso richiamo della natura, ricompaiono e si riaprono canali di comunicazioni che sembravano sopiti. La cosa bella è che non si riparte da zero. Anche se è passato del tempo, i discorsi facilmente si riannodano ed è come se fosse passato solo un giorno, una settimana…

Questo mi succede quando riesco ad intessere rapporti profondi, che vanno al di la delle convenzioni. Non è facile, soprattutto in questi ambienti virtuali. Ma del resto, anche in questo contesto, mi interessa poco il rapporto superficiale, mi piace scendere in profondità.

Mi chiedo: questo riaffiorare dipende dal misterioso richiamo della natura “sugli altri” o “su di me”? cioè sono io che ad un certo punto divento più ricettivo e capto di più e meglio i segnali o c’è proprio un risvegliarsi delle comunicazioni? O tutte e due le cose insieme?

I viaggi in solitaria

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Voglio spendere due parole su un tipo di viaggio particolare. Viaggio in senso lato, forse dovrei dire gita …o forse chissà che. Comunque mi capita a volte, la domenica, di fare lunghe gite in scooter. Non ho una metà predefinita, mi lascio guidare dalle lunghe strade consolari, che portano da Roma verso…. Un altro ve che spesso non so. Vivo a Roma nord-est, quindi di solito sono le strade che portano verso il nord, come via Salaria, via Flaminia, via Cassia, via Tiburtina… Non avere una meta vuol dire lasciarsi guidare dalla strada. A volte lascio la strada principale per seguire un nome cartello con un nome che mi evoca qualcosa, a volte tiro dritto senza sapere dove arriverò. Sempre, sono incuriosito dalle case, dalle persone: mi chiedo come è vivere in quel posto, la storia di chi vive li. Mi chiedo come sentono il mondo visto da questi posti.

Mi piace la natura e magari mi fermo a vedere un paesaggio che mi piace o qualcosa di apparentemente insignificante per gli altri. Amo i colori, la luce, le atmosfere…

Tutto questo che senso ha? Ritrovare me stesso in momento solitario e di intimità. Chiuso dentro un casco rifletto, immagino, sogno, osservo, penso e ripenso… infondo, per riprendere il mio ultimo post… dentro quel casco mi sento un bufalo …..

La scintilla

Scintilla

La scintilla può scattare per motivi sconosciuti, o magari lo sappiamo benissimo perchè…. è un attimo, basta una cosa piccola, quando si è gia “in contatto” e può scoccare e dare fuoco a tutto. Basta una parola, un gesto, una foto, una idea, un messaggio e tutto si infiamma, si infuoca…

Cosa c’è di più bello dello scoccare di una scintilla?