Creato da ZimoPotterComesBack il 27/08/2007

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La Vendetta di Cesidio

 

 

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Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 19 Marzo 2008 da ZimoPotterComesBack
 

Titolo: POTEVO DIVENTARE UNA SAPONETTA

Sottotitolo: "Come se chiama tu sorella?"
"Elsa, perchè?"
"ERZAAAAA ERZAAAA EEEEEEEEEERZAAAAAAAAAAAAAA!!!"


Ebbene, ho rischiato di diventare una saponetta per andare a sentire i Redska. La storia comincia sabato quando vado a prendere l'ignara Arianna che sembra, però, quasi contenta di essere rapita, giacché le sarebbero altrimenti toccati i lavori di casa (mica scema). Viaggio sereno, giusto il tempo di arrivare da Roma a Cesena (ce lo hanno già detto che siamo esaurite, si...) e ci incontriamo lì con Mister X, cioè quello psicolabile di Afbio (si, si, non Fabio, bensì proprio Afbio). Beh, Arianna ha sicuramente raccontato già degnamente quello che è successo (QUI e QUI), fatto sta che dopo una simpatica passeggiatina per l'allegra cittadina, una nonnetta (la signora Elsa) s'è messa a fissare Arianna con aria famelica e poi ha attaccato discorso per un tempo infinito. Era pure simpatica, ma ad un certo punto (quando ormai eravamo entrati a casa sua con la scusa di un caffè) ha cominciato a farci venire i brividi. Non so... sarà stato che ha ripetuto sei volte in mezz'ora tutta la storia della sua vita, sarà che le pareti erano tappezzate di foto di morti, sarà stata la puzza di uovo marcio nel frigo, sarà stata la mancanza della maniglia o forse il fatto che ad un certo punto ha cominciato a raccontarci la storia di tale Leonarda Cianciulli, assassina del periodo della seconda guerra mondiale che attirava la gente in casa sua, la sezionava, la mescolava con la soda caustica per farne saponi e poi usava il sangue essiccato come condimento per gustosi pasticcini, ma ci siamo inquietati non poco e la fuga è stata un sollievo. Come al solito Arianna attira gli psicopatici.

Non so con che coraggio abbiamo cenato, ma le nostre fameliche bocche non si sono fatte scrupoli. Ed eccoci appena dopo cena (tutti e tre perché ormai ad Afbio era saltata la serata a Bologna) arrivare trionfanti al Vidia Club, in quel di Borgo San Vittore. Con sorrisi a 104 denti entriamo da ospiti dei Redska (com'è bello tirarsela perché sei in lista) e ci mettiamo alla ricerca di beveraggi. Un salutino veloce al Veggente che passava di lì e nel giro di pochissimo ci rendiamo conto che sta succedendo qualcosa di strano: una serie di omini pigiamati girovaga inespressiva per il locale. Tutti emo. Azz... Arianna inizia a grattarsi, Afbio, antropologicamente interessato, se li studia. A me non fanno nè caldo nè freddo. Ciò che conta è la musica. Ma sfido chiunque a non mettersi le mani nei capelli davanti ad una scena così *click*...

Il concerto comincia con il gruppo di pazzi fusiosi che vien fuori con le maschere dei nostri politici italiani. Ci sono: Romano, Silvio, Umbertinocelhoduro, Ndonio, il Gianfry, Massimo e lo zio Fausto (sant'uomo). L'atmosfera si scalda, la gente incuriosita li guarda fin quando, al primo battito di cassa, parte il delirio, destinato ad iniziare e finire col concerto. Serata favolosa!
In quest'occasione è stato presentato il nuovo disco, "Le mie prigioni", che segue "Mi son sbagliato nel confondermi" di ben 4 anni. E si sente perché i giovanotti, benchè non avessi dubbi che avrebbero fatto un album ottimo, hanno fatto di più, stupendo tutti. Più maturo nei testi e nella tecnica, carico di tutto quello che fa 'muovere un rube boy'. Rispetto all'album precedente (che a me è tanto piaciuto, voglio precisare) ha l'energia di chi ha appena cominciato a dir la sua, ma anche la rilassatezza di chi sa di avere un riscontro. Diciamo che si son concessi di più, ma con più oculatezza. Perché se nel primo lavoro l'unica cosa che si poteva contestare era questa 'sete' di dire più cose possibili (nei testi ma anche musicalmente) che slegava un pò i vari pezzi, ne "Le mie prigioni" il filo conduttore è così forte ed evidente che è impossibile skippare anche un solo pezzo. Rimane conservata intatta la peculiarità nello stile, che mi colpì quando li sentii la prima volta dal vivo. Non è raro, nel mondo della musica ska-punk di trovarsi davanti ad assonanze (come credo in tutti gli altri generi, poi), gente che per far piacere un pezzo lo fa, diciamo, somigliare ad altri già di successo. E non farò nomi perché in mezzo c'è anche il mio gruppo preferito (ormai sciolto) che ha trovato una propria 'via' solo negli ultimi due album. I Redska non hanno fatto questo errore: la loro impronta è come un marchio di fabbrica, una certezza di continuità e di crescita. Dai testi più semplici a quelli più impegnati, dall'amore alla passione, dalla rabbia alla politica, c'è tutto. "Tu che sarai" è un inno all'Amore assoluto: nel testo l'autore non esplica l'oggetto del suo cantare, quindi ognuno di noi può trovarci dentro la propria Passione per una persona, per la musica, per un luogo, un ricordo, una cosa o anche per la vita. Un pezzo che il termine 'emozionante' non riesce a spiegare. "Rabbia e Libertà" definisce il concetto fondamentale dell'antifascismo, non inteso come anti-destra, ma come distacco da tutte le forme di razzismo e pregiudizio tipiche dell'ideologia (se così vogliamo definirla) del ventennio che, purtroppo, sono ancora vive nel cuore di qualche povera anima sconsolata che non ha capito che il tempo passa ed è inutile star lì a piangere su un ditattore che ha fatto del bene solo quando era nel partito socialista (lo specifico perché molti che si definiscono 'fascisti' nemmeno lo sanno). "Il partigiano", il pezzo che preferisco, raconta in termini semplici e chiari una grande verità che in Italia spesso sottovalutiamo per ignoranza e per oscurantismo: la realtà di quella specie di 'polizia segreta' che ha liberato tutti i nostri antenati a costo della propria vita, purtroppo troppo spesso dimenticati. Degna di nota in questo pezzo è la mano di Macola, feticcio della musica folk romagnola e oltre, che si sente 'vibrare' anche ne "Le mie prigioni", ottimo pezzo dal sapore amaro che mira a svegliare le coscienze di chi ancora crede che essere ridotto in uno stato di non-vita, vilipeso, macchiato, torturato e spogliato di ogni personalità, sia una pena giusta da applicare ad un essere umano. Altre collaborazioni importanti sono quelle con Antonio, cantante dei Matrioska (mitici!) nel pezzo "Ogni mio sbaglio", coinvolgente e ballabilissimo, due grandi della Banda Bassotti che compaiono rispettivamente Maurizio in "Tu che sarai", e Maurizio e Sandokan in "Non cambiare mai" e "Il castello", poi c'è Enrico de Los Fastidios che se l'è canticchiata in "Rabbia e libertà", c'è lo zampino di Mr Lucky Luciano dei Good Fellas in "Romagna e Sangiovese", nonchè Enri e Susy delle Charleston in "Datemi un martello". Insomma dei nomi che nell'ambiente della musica fanno sudare le mani e non solo... eppure eccoli lì a suonare con sta banda di debosciati che non sono altro. Beh devo dire però che un piccolo difetto a "Le mie prigioni" l'ho trovato: non esce dallo stereo manco con le tenaglie, mi sto drogandoooo!!!

Contentissima di aver comprato l'album, sono tornata a Roma la sera stessa con la mia fedele compare Arianna (la donna con due facce identiche: una anterosuperiore e l'altra posteromediale) che sonnecchiava sul sedile, dopo aver salutato Afbio ed esserci promessi di vederci tutti insieme al più presto (poveraccio, non sa cosa l'attende). Insomma ho dormito 45 minuti sulla E45 e 2 ore e mezzo la mattina dopo a casa di Ari. Il lunedì credevo di morire... ma poi mentre, ferma la semaforo, sfogliavo il libretto dei testi del cd dei Redska, ad un certo punto proprio poco sopra l'orecchio di Aflo leggo il mio nome e quello della mia consorte tra i ringraziamenti... commossa e felice come una pasqua, stavo pre festeggiare infrociandomi ad un palo.
Ma in fondo, sempre meglio che diventare una saponetta. No?


 
 
 
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