Post n°509 pubblicato il 24 Agosto 2022 da ziryabb
Photo by jigendaisuke |
Post n°508 pubblicato il 31 Maggio 2022 da ziryabb
Qoelet..e l'eterno ritorno" dal blog di Angiolhgt Post pubblicato il 15 Dicembre 2011
Nulla di rilevante al mondo che non sia ripetitivo , nulla di irrilevante al mondo che non sia ripetitivo.
Solo la tecnologia genera sorprese nuove, la scienza pure ma spesso prende bufale come quella del neutrino che corre più veloce della luce (in silenzio gli stessi scienziati ginevrini hanno ammesso che trattasi di banali errori di misura).
La tecnologia diventa sempre più protesi per un uomo sempre più mutilato ed inerme se ne viene privato : chi la detiene e la governa, di fatto governa il mondo.
L'umanità si estinguerà non per una catastrofe atomica ma banalmente per mancanza di energia elettrica: l' intervallo esiziale del black out si accorcia con l'aumentare del progresso tecnologico.
Per sopprimerci basterà staccare la spina, solo i più intelligenti riusciranno a diventare cavernicoli .
Tecnologia non è solo pc ma anche farmaci, nutrizione, trasporto...tutto ed anche media ed uso tecnologico della psiche dell'individuo per trasformarlo in ameba massificata e informe.
Pasolini parlava di omologazione: la tecnologia produttiva standardizza prodotti per uomini standardizzati o da standardizzare.
Devo decidermi se mi sento un po' Amish o un po' nichilista : in fondo, anche il presente è già passato e passerà una infinità di volte, allora che vale stupirsi o indignarsi?
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Post n°506 pubblicato il 13 Aprile 2019 da ziryabb
FANNY NEL 1972 E NEL 2018 LURED AWAY CON TESTO:
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Post n°505 pubblicato il 03 Marzo 2019 da ziryabb
PER TUTTI LA VERSIONE ORIGINALE LA COVER PER SOLO UOMINI;-)
GUARDA ANCHE QUESTO:
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Post n°504 pubblicato il 05 Novembre 2017 da ziryabb
Da L'espresso del 25 ottobre 2017 La letteratura nuoce gravamente a chi la fa.
"Seconda una ricerca del British Journal Of Psychiatry, gli scrittori hanno probabilità superiori alla media di essere ansiosi, bipolari, depressivi unipolari, schizofrenici, anoressici,vittime di droghe e alcol.Il tasso di suicidio sarebbe il doppio del normale.Avventurarsi ai limiti dell'animo umano si paga caro e,in effetti, il Parnaso del disagio psichico è sterminato." Su Wikipedia si può trovare una pagina dedicata alla categoria dei 132 poeti e scrittori suicidi. Scrittori suicidi |
Post n°503 pubblicato il 28 Ottobre 2017 da ziryabb
I wish I was in Carrickfergus Only for nights in Ballygrand I would swim over the deepest ocean Only for nights in Ballygrand But the sea is wide and I cannot swim over And neither have I the wings to fly If I could find me a handsome boatman To ferry me over my love and I My childhood days bring back sad reflections Of happy time there spent so long ago My boyhood friends and my own relations Have all passed on now like the melting snow So I?ll spend my days in this endless roving Soft is the grass and shore my bed is free But to be home now in carrickfergus On the long road down to the salty sea And in Kilkenny it is reported On marble stone there as black as ink With gold and silver I would support her But I'll sing no more now till I get a drink For I'm drunk today and I'm seldom sober The handsome rover from town to town Ah but I am sick now my days are numbered Come all me young men and lay me down
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Post n°502 pubblicato il 22 Ottobre 2017 da ziryabb
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Post n°501 pubblicato il 02 Febbraio 2017 da ziryabb
http://digilander.libero.it/ziryabb/Onfray/J'accuse.pdf
Michel Onfray, filosofo da L'espresso gennaio 2017
Dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, seguita nel 1991 dal crollo dell’Unione Sovietica e del blocco dell’Est (riguardo al quale si è poi scoperto che, lungi dall’essere un’implacabile macchina di guerra, altro non era che una scenografia in cartapesta), il capitalismo ha potuto espandersi senza i controfuochi marxisti-leninisti. Ed è allora che si ebbe l’accelerazione atomica della globalizzazione.
Questa globalizzazione - voluta con tanto ardore dal capitalismo liberale più duro - ha trovato un alleato inaspettato nella sinistra liberale e in seguito, ancor più paradossalmente, nella sinistra anti-liberale. Il mercato odia le frontiere, disprezza il locale e ciò che ha messo radici, combatte una guerra spietata contro i paesi, riempie di merda le nazioni, orina contro i popoli, e ama soltanto i flussi multiculturali che abbattono le frontiere, sradicano il mondo, devastano ciò che è locale, spaesano i paesi, fustigano le nazioni, diluiscono i popoli a esclusivo beneficio del mercato, l’unico a contare e a dettare legge – la definizione chimicamente pura del liberalismo.
Il capitale vuole l’abolizione delle frontiere per porre fine una volta per tutte a ciò che nell’ambito delle nazioni e dei paesi è stato ottenuto con secoli di lotta sociale. Lo Stato Tale prevede una sicurezza sociale, offre scuole gratuite, il pensionamento a un’età decorosa, un equo diritto del lavoro, un potere sindacale forte, una sinistra che ha a cuore l’autentico progresso sociale - e non un progresso sociale soltanto ipotetico, il cui orizzonte non oltrepassabile si trova nell’affitto dell’utero di donne indigenti a beneficio di coppie ricche, autentico progetto liberale di commercializzazione dei corpi.
Nel frattempo, lo Stato Talaltro si fa beffe delle tutele sociali e pratica la medicina con due pesi e due misure, o quella dei poveri o quella dei ricchi; dispone di un sistema di istruzione, certo, ma a misura di genitori facoltosi in grado di pagare le rette per la loro progenie e privo di utilità per i genitori indigenti; ignora i limiti dell’orario di lavoro e fa sgobbare i lavoratori tutta la giornata, tutta la settimana, tutta la vita, come ai tempi della schiavitù; non conosce il codice del lavoro e trasforma gli operai, gli impiegati, i salariati, i proletari, i precari, gli stagisti in soggetti sottomessi, che devono sobbarcarsi ogni tipo di corvè. Quel che vuole il capitale, il capitalismo, il liberalismo, nella sua versione di destra come nella sua versione di sinistra, è la diffusione del secondo modello e, a tal fine, la scomparsa del primo. Da qui la sua ideologia che prevede l’abolizione delle frontiere, degli stati, delle tutele di qualsiasi tipo, simboliche, reali, giuridiche, legali, culturali, intellettuali.
Non appena viene meno tutto ciò che protegge i deboli dai forti, questi possono disporre dei deboli a loro piacere e i deboli possono essere terrorizzati dal fatto di trovarsi in costante concorrenza, possono essere sfruttati con posti di lavoro precari, maltrattati con contratti a tempo determinato, imbrogliati con gli stage di formazione, minacciati dalla disoccupazione, angosciati dalle riconversioni, messi kappaò da capetti che giocano anche con i loro stessi posti di lavoro. Il mercato detta legge.
Giocando la carta del liberalismo, la sinistra al governo spinge nella medesima direzione del capitalismo con i suoi banchieri. Giocando la carta dell’antiliberalismo, la sinistra definita radicale spinge nella medesima direzione del capitalismo con i suoi banchieri. Perché il capitalismo vuole l’abolizione delle frontiere affinché si crei un grande mercato libero, nel quale a dettar legge sia solo la “libera concorrenza, non quella fasulla”, una volta con la sinistra liberale, un’altra con la sinistra antiliberale. Queste due modalità d’azione della sinistra hanno gettato il popolo che io chiamo old school alle ortiche: non ci sarebbero più operai, impiegati, proletari, poveri contadini, ma soltanto un popolo-surrogato, un popolo di migranti in arrivo da un mondo non giudeo-cristiano, con i valori di un Islam che, assai spesso, volta le spalle alla filosofia dei Lumi. Questo popolo-surrogato non è tutto il popolo, ne è soltanto una parte che, però, non deve eclissare tutto ciò che non è. Ebbene, il proletariato esiste ancora, e così pure gli operai, e anche gli impiegati, per non parlare dei precari, più importanti che mai. La pauperizzazione analizzata così bene da Marx è diventata la vera realtà del nostro mondo: i ricchi sono sempre più ricchi e sempre meno numerosi, mentre i poveri sono sempre più poveri e sempre più numerosi. Se nell’ambito dell’Europa si pratica l’islamofilia empatica, fuori dalle sue frontiere il liberalismo che ci governa pratica un’islamofobia militare. Al potere, in Francia, la sinistra socialista ha rinunciato al socialismo di Jaurès nel 1983 e in seguito, nel 1991, ha rinunciato al pacifismo del medesimo Jaurès prendendo parte alle crociate decise dalla famiglia Bush, che così ha dato all’apparato industriale-militare che lo sostiene l’occasione di accumulare benefici immensi, conseguiti grazie alle guerre combattute nei paesi musulmani. Queste guerre si fanno nel nome dei diritti dell’uomo: di fatto, si combattono agli ordini del capitale che ha bisogno di esse per dopare il suo business e migliorarne artificialmente le prestazioni. Usare armi significa poterne costruire e immagazzinare altre, ed è anche l’occasione per i mercanti di cannoni di collaudare a grandezza naturale nuovi armamenti e garantirsene la pubblicità presso i paesi che li acquistano. Infine, muovere guerra significa che gli imprenditori avranno la possibilità di ricostruire i paesi da loro stessi devastati ricavandone introiti smisurati. Se per caso i diritti umani fossero la vera motivazione alla base degli interventi militari degli americani e dei loro alleati europei, tra cui la Francia, per quali motivi non si dovrebbe dichiarare guerra ai paesi che violano i diritti dell’uomo, come Arabia Saudita, Qatar, Cina, Corea del Nord e tanti altri distintamente citati nei rapporti ufficiali di Amnesty International? Queste guerre americane sono nuove forme di guerre coloniali che, come quelle che le hanno precedute, prendono a pretesto nobili motivazioni: esportare i Lumi occidentali, tra cui la democrazia, in un mondo che li ignora. Lottare contro l’oscurantismo dei talebani, contro la dittatura di Saddam Hussein, contro la tirannia di Gheddafi: sono tutte motivazioni più nobili che dichiarare chiaro e tondo che si va in guerra per saccheggiare le ricchezze del sottosuolo, per confiscare l’oro del Tesoro di una nazione, per assumere il controllo geostrategico delle basi militari, per perlustrare e tenere d’occhio quelle regioni a fini di intelligence, ma anche per sperimentare armi letali e piani di guerra a grandezza naturale che potrebbero costituire una forma di preparazione della repressione di eventuali insurrezioni urbane nei loro stessi paesi. Queste false guerre per la democrazia, che di fatto sono vere e proprie guerre coloniali, prendono dunque di mira le comunità musulmane. Dal 1991 hanno provocato quattro milioni di morti - vorrei che si leggesse bene questa cifra: quattro milioni di morti - tra le popolazioni civili dei paesi coinvolti. Come si può anche solo immaginare che l’umma, la comunità planetaria dei musulmani, non sia solidale con le sofferenze di quattro milioni di correligionari? Di conseguenza, non ci si deve stupire se in virtù di quella che Clausewitz definì la “piccola guerra”, quella che i deboli combattono contro i forti, l’Occidente gregario della politica statunitense si trova adesso esposto alla reazione che assume la forma di terrorismo islamico. La religione continua a essere “l’oppio dei popoli” e l’oppio è tanto più efficace quanto più il popolo è oppresso, sfruttato e, soprattutto, umiliato. Non si umiliano impunemente i popoli: un giorno quei popoli si ribelleranno, è inevitabile. E la cultura musulmana ha mantenuto potentemente quel senso dell’onore che l’Occidente ha perduto. Alcuni, quindi, ricorrono al terrorismo. Con semplici taglierini acquistati al supermercato, alcuni terroristi riescono a far schiantare due aerei contro le Torri Gemelle, mettendo così in ginocchio gli Stati Uniti, ai quali non resta che ammettere – proprio loro, uno dei paesi più militarizzati al mondo – che la loro sofisticata tecnologia, i loro aerei invisibili e le loro navi, le loro bombe nucleari, nulla possono per fermare tre individui armati di lame taglienti come rasoi e determinati a morire nel loro attentato. In reazione alla privazione della dignità, altri utilizzano le elezioni: il ritorno del popolo alle urne è una risposta alla bassezza di questo mondo capitalista e liberale che è impazzito. Dalla caduta del Muro di Berlino, le ideologie dominanti hanno assimilato la gestione liberale del capitalismo all’unica politica possibile. L’Europa di Maastricht è una delle macchine con le quali si impone il liberalismo in maniera autoritaria, ed è u n vero colmo per il liberalismo… Negli anni Novanta, la propaganda di questo Stato totalitario maastrichtiano ha presentato il suo progetto asserendo che esso avrebbe consentito la piena occupazione, la fine della disoccupazione, l’aumento del tenore di vita, la scomparsa delle guerre, l’inizio dell’amicizia tra i popoli. Dopo un quarto di secolo di questo regime trionfante e senza opposizione, i popoli hanno constatato che ciò che era stato promesso loro non è stato mantenuto e, peggio ancora, che è accaduto esattamente il contrario: impoverimento generalizzato, disoccupazione di massa, abbassamento del tenore di vita, proletarizzazione del ceto medio, moltiplicarsi di guerre e incapacità di impedire quella dei Balcani, concorrenza forzata in Europa per il lavoro. A fronte di questa evidenza, il popolo dà cenno di ritorno. Per il momento si affida a uomini e donne che si definiscono provvidenziali. Il doppio smacco di Tsipras con Syriza in Grecia e di Pablo Iglesias con Podemos in Spagna mostra i limiti di questa fiducia nella capacità di questo o quello di cambiare le cose restando in un assetto di politica liberale. Anche Beppe Grillo e i suoi Cinque Stelle invischiati negli scandali a Roma vivono un flop di egual misura. La Francia, che nel 2005 ha detto “no” a questa Europa di Maastricht, ha subito una sorta di colpo di Stato compiuto dalla destra e dalla sinistra liberale che, nel 2008, hanno imposto tramite il Congresso (l’Assemblea nazionale e il Senato) l’esatto contrario di ciò che il popolo aveva scelto. Mi riferisco al Trattato di Lisbona ratificato da Hollande e partito socialista e da Sarkozy e il suo partito. Gli eletti del popolo hanno votato contro il popolo, determinando così una rottura che ora si paga con un astensionismo massiccio o con decine di voti estremisti di protesta. Altri paesi ancora che hanno manifestato il loro rifiuto nei confronti di questa configurazione europea liberale - mi riferisco a Danimarca, Norvegia, Irlanda, Svezia, Paesi Bassi - sono dovuti tornare a votare per rivedere le loro prime scelte. La Brexit è in corso e assistiamo in diretta a una sfilza di pressioni volte a scavalcare la volontà popolare. A fronte della globalizzazione del capitalismo liberale, alle prese con le guerre neocoloniali statunitensi, davanti ai massacri planetari di popolazioni civili musulmane e a guerre che distruggono paesi come Iraq, Afghanistan, Mali, Libia, Siria, provocando migrazioni di massa di profughi in direzione del territorio europeo; a fronte dell’inettitudine dell’Europa di Maastricht, forte con i deboli e debole con i forti, il popolo sembra deciso a voler fare tabula rasa di tutti coloro che, vicini o lontani, hanno avuto una responsabilità precisa nel creare la terribile situazione nei loro paesi. Una volta ottenuta questa tabula rasa, non è previsto che ci sia alcun castello nel quale riparare, perché è impossibile che vi resti un castello. A quel punto sembra che non ci resterà che un’unica scelta: la peste liberale o il colera liberale. O il contrario. Trump e Putin non potranno farci nulla. È il capitale a dettar legge. I politici obbediscono e i popoli subiscono.
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Post n°500 pubblicato il 29 Gennaio 2017 da ziryabb
La disoccupazione, la messa in sicurezza del territorio, la crisi economica, il potere d'acquisto, la malasanità, la mala giustizia, la corruzione, ecc...non fanno paura agli italiani. Ciò che li fa più paura è Donald Trump, presidente eletto di un paese straniero. Trump è un prodotto della T.V e dei Reality quindi materia a Gossip. Non c'è da stupirsi se leggiamo in Prima pagina dei grandi quotidiani il titolo «Trump contro Madonna.» P.S: per la cronaca il muro sul confine con il messico è stato inaugurato da Clinton nel 1994 e mantenuto ad oggi da Bush e da Obama. Poi, la legge sui viaggiatori non graditi agli USA è stata votato dal congresso nel settembre del 2015 in seguito agli attentati in Francia. Alla casa bianca c'era Obama. Aggiungiamo infine che ci sono una ventina di muri fra vari stati confinanti e non fanno notizia. I muri in Europa: Irlanda, Belfast cattolica–Belfast protestante, Bulgaria-Turchia, Spagna- Marocco, Cipro-Turchia...
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Post n°499 pubblicato il 27 Gennaio 2017 da ziryabb
La Polizia di Stato di Modena ha arrestato ieri [Scarcerati oggi]due esponenti nazionali di spicco del sindacato ‘SI Cobas’, ritenuti responsabili di estorsione aggravata e continuata nei confronti di un noto gruppo industriale del Modenese, attivo nel settore della lavorazione delle carni. Gli uomini della Squadra Mobile hanno sorpreso i due sindacalisti poco dopo aver incassato parte di una somma di denaro che era stata estorta per ‘calmierare’ le attività di protesta e picchettaggio nei confronti delle aziende del gruppo agguerrito con cui conduce le sue battaglie. Aggiornamento post 28 gennaio ore 18:30 Arresti domiciliari per Danilo Piccinini, obbligo di dimora nel comune di residenza, in Lombardia, per Aldo Milani. Sono le decisioni del Gip di Modena Eleonora De Marco, che ha convalidato gli arresti dei due indagati per concorso in estorsione: Piccinini e Milani, il primo responsabile di una società di consulenza, il secondo coordinatore nazionale 'Si Cobas', erano finiti in manette giovedì a Castelnuovo Rangone, dentro la sede dell'azienda Alcar Uno della famiglia Levoni. |
Post n°498 pubblicato il 27 Gennaio 2017 da ziryabb
Per Gianni Riotta, Alessandro Baricco non c'entra con la letteratura. E per Gianni Riotta, Andrea Stroppa è suo maestro. E chi è Andrea Stroppa? Boh! Lo chiedi a me? Re-Boh!
Boh!
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Post n°497 pubblicato il 01 Gennaio 2017 da ziryabb
Cari amici, carissime amiche, Vi auguro dei sogni a non finire più. E la voglia matta di realizzarne alcuni. Vi auguro di amare ciò che bisogna amare e di dimenticare ciò che bisogna dimenticare. Vi auguro canti di uccelli al risveglio E risate di bambini intorno a voi. Vi auguro di rispettare le differenze degli altri perché il valore e il merito di ciascuno sono spesso da scoprire. Vi auguro di resistere all'arenarsi, all'indifferenza e alle virtù negative della nostra epoca Vi auguro infine di non rinunciare mai alle scoperte, all'avventura, alla vita all'amore perché la vita è una magnifica avventura a cui non si deve mai rinunciare senza dare battaglia. Vi auguro soprattutto di essere voi stessi, fieri di esserlo e felici.
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Post n°496 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da ziryabb
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Post n°495 pubblicato il 05 Dicembre 2016 da ziryabb
Prima I numeri: In Emilia-Romagna ha votato il 75%.Prima provincia con la più alta % di voto: Forlì-Cesena, 79% quasi come in Brasile (84%). Che c'entra? In Emilia-Romagna ha vinto il Sì. Anche a Cesena ha vinto il Sì.Ora se hai un po' di tempo leggi questo dialogo dal blog degli ultrà del Cesena Calcio: Tifoso al webmaster/ blogger: (...) sul tuo commento alla la partita di Sabato scorso nel quale hai infarcito gli ormai celeberrimi 9 (s)punti con altrettanti messaggi subliminali in favore del Sì al referendum di Domenica prossima. Ho scritto 9 perché il decimo non è subliminale, è proprio chiaro e limpido. Come tutti i fautori del Sì che mi è capitato di leggere od ascoltare, constato che anche la tua intelligenza si è piegata all'oggettiva mancanza di argomenti a sostegno del Sì ed hai dovuto far appello ad un malcelato ricatto (se volete che il Cesena non fallisca, votate Sì) che fa appello sulla fede calcistica dei tuoi lettori, piuttosto che spendere le tue parole sulla vera sostanza delle tesi a sostegno della necessità di una "de-forma" così tranchant della Costituzione. In tal modo forse avresti dato un contributo positivo alla causa (per quanto fuori luogo dato il mezzo utilizzato) e magari avresti convinto me per primo. Invece io che vorrei tanto esser positivo Domenica votando Sì, continuo a non trovare motivi per ribattere alle tesi di Scarpinato (link) ed di Odifreddi (link) sui quali avrei piacere di leggere i tuoi pensieri in uno o due dei tuoi prossimi (S)punti. Un caro saluto lungo 20miglia".
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Post n°493 pubblicato il 21 Ottobre 2016 da ziryabb
Tutti dicono di votare NO ma in fondo... |
Da dgmag.it del 15 settembre 2006 Secondo il New York Times, Bob Dylan sarebbe stato accusato di plagio in quanto avrebbe copiato diversi brani dell’album Modern Times uscito da poco nei negozi di musica.Secondo il quotidiano in Modern Times un gran numero di citazioni, o addirittura frasi uguali, sono tratte dalle poesie di Henry Timrod, scritte da quest’ultimo durante la guerra tra Nord e Sud America; il tutto senza mai citare l’autore di queste frasi anche se, qualcuno ha notato, nel titolo dell’album di Bob Dylan tornano tutte le lettere che compongono il cognome Timrod.Le somiglianze paiono essere state identificate inizialmente da Scott Warmuth, un disc Jockey di Albuquerque che ha ricercato su Google alcuni brani di Bob Dylan arrivando in più di qualche caso ai versi di Timrod.C’è però da dire, sostiene il Times, che siccome il poeta è morto da tantissimo tempo e siccome le sue opere non sono coperte da diritto d’autore, Bob Dylan non incapperà in nessuna condanna penale o civile.E se c’è chi sostiene che Bob Dylan sia accusabile di plagio in quanto viene evidenziata la volontà del cantautore di tenere nascosta l’origine dei versi, altri invece giustificano il cantautore; è il caso del professor James Kibler, che insegna alla Università della Georgia un corso sui poeti del Sud degli Us secondo cui “se fossi Timrod potrei solo essere contento dell’omaggioreso ai miei versi. Adesso il mio compito sarà più facile: i miei studenti conoscono sicuramente Dylan meglio di Timrod”. Nel suo album precedente, Love and Theft, Bob Dylan era stato accusato di aver prelevato dei brani del romanzo Confessioni di un Yakuza dello scrittore giapponese Junichi Saga. |
Post n°490 pubblicato il 30 Settembre 2016 da ziryabb
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Post n°489 pubblicato il 03 Settembre 2016 da ziryabb
Uno dei due "Men in Black" allunga la mano dando una grossa mancia alla Technicienne de surface che sarebbe la donna delle pulizie che indica subito la penultima porta del W.C degli uomini. L'uomo in abito e occhiali scuri sta per bussare quando la porta si apre. Il ragazzo impaurito si sente subito minacciato dall'uomo che si è trovato davanti. L'altro man in black si avvicina e con lo smartphone esegue una raffica di scatti delle pareti e della parte interna della porta del W.C. Il ragazzo con il penarello nero nel taschino della camicia viene poi scortato fuori dai bagni e portato nel parcheggio del relais autostradale. La porta laterale di un furgone scuro e con I cristalli oscurati, si apre dall'interno e il ragazzo viene invitato gentilemente a salire a bordo dove è accolto cortesemente da un terzo uomo in black. Le due guardie restanno fuori mentre l'uomo dentro il furgone sta parlando con il ragazzo: - Io non ho fatto niente. - Lo sappiamo. Rilassati. - Perché sono qui e chi siete? - Vogliamo solo farti una proposta che ti cambierà la vita. - Io non voglio commettere nessun reato. - Non siamo criminali. Sappiamo che sei un artista, ti cercavamo da anni per lavorare a Parigi. - A Parigi? Io non conosco nessuno e non ho un diploma. - Non ti serve un diploma. Tu devi solo continuare a fare delle caricature come hai sempre fatto e sarai pagato bene. - Ma io disegno solo genitali nei bagni e scrivo cazzate. - Appunto! È lo spirito del nostro settimanale, Charlie Hebdo. |
Post n°488 pubblicato il 10 Giugno 2016 da ziryabb
T'avais mis ta robe légère, Moi l'échelle contre un cerisier, T'a voulu monter la première, Et après Y'a tant de façon, de manière, De dire les choses sans parler, Et comme tu savais bien le faire, Tu l'as fait Un sourire, une main tendue, Et par le jeu des transparences, Ces fruits dans les plis du tissu, Qui balance. Il ne s'agissait pas de monter bien haut, Mais les pieds sur les premiers barreaux, J'ai senti glissé le manteau, De l'enfance On a rien gravé dans le marbre, Mais j'avoue souvent y penser, Chaque fois que j'entends qu'un arbre, Est tombé Un arbre s'est vite fendu, Le bois quelqu'un a du le vendre, S'il savait le mal que j'ai eu, A descendre D'ailleurs en suis-je descendu, De tout ces jeux de transparence, Ces fruits dans les plis des tissus, Qui balancent J'ai trouvé d'autres choses à faire, Et d'autres sourires à croiser Mais une aussi belle lumière, Jamais A la vitesse ou le temps passe, Le miracle est que rien n'efface l'essentiel, Tout s'envole en ombre légère, Tout sauf ce bout de fièvre et de miel Tout s'est envolé dans l'espace, Le sourire, la robe, l'arbre, et l'échelle, A la vitesse ou le temps passe, Rien, rien n'efface l'essentiel J'ai trouvé d'autres choses à faire, Et d'autres sourires à croiser, Mais une si belle lumière, Jamais Et voila que du sol où nous sommes, Nous passons nos vies de mortels, A chercher ces portes qui donnent, Vers le ciel |
Post n°487 pubblicato il 27 Maggio 2016 da ziryabb
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