Creato da lemagichefiabe il 20/10/2010 |
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Un sorriso
La piccola Gio
PERCHÈ È NATO QUESTO PROFILO / BLOG ?
Questo Profilo/Blog è nato a seguito di un'iniziativa
intrapresa su un altro mio blog.
Se la tua curiosità è tanta ^____^, puoi leggere cliccando
Nel post che hai appena letto, sempre che tu abbia cliccato sul "qui",
è spiegato tutto sull'iniziativa che
si è ormai conclusa con l'uscita del libro.
Ad ogni modo, se ti piace inventare fiabe, qui sei nel posto giusto ...
entra anche tu in questo piccolo mondo,
per tornare a sognare e perchè no,
per riscoprire l'amore che ognuno di noi ha dentro di se.
IL MAGICO MONDO DELLE FIABOLE
Il nostro libro è finalmente diventato realtà!!!!
Il nostro libro può essere ordinato presso le librerie WEB o direttamente in qualsiasi libreria del territorio Europeo (anche alcune edicole di giornali prestano tale servizio).
I dati tecnici per ordinare il libro nelle librerie sono:
• Titolo: Il magico mondo delle fiabole
• Curato da: Flocco G.
• Editore: Aletti
• Collana: Gli emersi narrativa
• Data di Pubblicazione: 2011
• ISBN: 8864988483
• ISBN-13: 9788864988481
• Pagine: 344
Ed ecco i link di alcune librerie on-line che già lo mettono a disposizione:
Era il 13 settembre 2010 quando, grazie ad una fotografia e al commento alla stessa di una mia amica (Rea70), stava facendosi strada “l’idea” di un progetto che avrebbe accomunato successivamente diverse persone del web … (io sono sempre convinta che nulla nasce per caso e che noi siamo solo il mezzo ed il tramite di un progetto divino ^___^)
E questa è la copertina della meravigliosa opera (perdonatemi se in questo contesto non sono molto modesta ^____^) che se volete potrete acquistare anche voi …
ed io vi invito ad acquistarlo, vi invito semplicemente perché tutto il ricavato delle vendite (e sottolineo tutto) andrà in beneficenza presso un ente o un istituto che tutti gli autori del libro stesso sceglieranno insieme. Rinnovo pubblicamente infine, agli autori del libro, ma anche a tutti gli acquirenti, la mia promessa a dimostrare loro la veridicità di quanto sopra affermato.
Il nostro libro può essere ordinato presso le librerie WEB o direttamente in qualsiasi libreria del territorio Europeo (anche alcune edicole di giornali prestano tale servizio).
Un sorriso immenso dalla piccola Gio.
PS: per tutti gli autori del libro, se volete, potete copiare ed incollare questo post nei vostri blog, e modificarlo come più vi piace anche …. ^____^ adattandolo alle vostre esigenze! |
Ciao meravigliosi fiaboli ^______^ … La settimana scorsa ho mandato un messaggio a tutti … ho pensato che non tutti stanno sempre al pc e poiché credo sia importante ho deciso di mandare lo stesso messaggio, sia tramite mail che tramite sms. Non tutti mi hanno però risposto! (Sigh sigh sigh) … Come ben sapete un sogno è stato realizzato: IL LIBRO! Ora ce n’è un altro che io vorrei davvero diventasse realtà, ossia quello di incontrarvi ed incontrarci tutti insieme …. So, ovviamente, che questo sogno è davvero difficile da realizzare, ognuno di noi ha i suoi impegni: lavorativi, familiari, di salute ed altro ancora… ma io voglio quantomeno provare a realizzarlo .. Insomma non posso arrendermi … se davvero lo si desidera TUTTO E’ POSSIBILE … giusto? Quindi, se il libro esce a fine novembre l’incontro potrebbe essere fatto a dicembre. Stavo guardando il calendario proprio in questo momento e credo che, poiché dicembre è un mese particolare e di gran festa ^____^, si debba necessariamente escludere la seconda quindicina del mese. Rimarrebbe dunque la prima quindicina e quindi dovremmo stabilire una possibile data in questa prima quindicina … Stavo perciò pensando che potrebbe essere un’ottima data il W.E. del 10 /11 dicembre … (Visto che l’otto è festivo ho pensato che qualcuno potrebbe fare anche ponte a lavoro). Ad ogni modo credo che i we possibili a dicembre siano quelli del 03/4 (se il libro esce a fine novembre e non all’inizio di dicembre) e 10/11 … ma anche quello del 17/18 potrebbe essere buono… dopo credo sia davvero impossibile. Ripeto ragazzi, so che quest’incontro organizzarlo è davvero difficile … che è davvero difficile esserci tutti e 31, ma se riusciamo ad essere anche più della metà io credo che valga la pena farlo … anche perché la vostra copia del libro a me piacerebbe consegnarvela di persona … e poi magari quelli di voi che non ho incontrato in quell’occasione, li incontrerò in un’altra occasione no? … Se invece la maggior parte di voi pensa e crede che a dicembre sia impossibile, ok! Nessun problema, rimandiamo il tutto all’anno nuovo e ad una data che, a questo punto, con calma possiamo scegliere insieme.
Aspetto dunque una vostra risposta! ^_____^
P.S. Questo post lo metto sia su Facebook che sul blog delle fiabe in libero, perché molti di voi in fb non sono registrati!
Un sorriso immenso a tutti, dalla piccola e stressante Gio. ^____^. |
ALIS
Alis era la figlia del re di Castelpidocchio. Così Alis andò a dormire un po’ arrabbiata, e pensò al giorno nel quale sarebbe stata regina dopo suo padre. Il mattino dopo Alis fu svegliata da un rumore assordante. Il re aveva detto ai cavalieri che, oltre al premio, il vincitore avrebbe potuto baciare anche la mano della bella principessa. Alis non vedeva l’ora che ciò avenisse, ma proprio nel momento in cui il vincitore stava per prendere la mano di Alis, giunse un cavaliere tutto nero, dall’aria arrogante che disse: “Che odore orrendo che c’è qui, ma non vi lavate mai?” Alis chiese ai due cavalieri il loro nome. Quello bello, quello di cui lei si era innamorata, si chiamava Robin, mentre quello brutto non aveva neanche un nome. Decise così di chiamarlo: il cavaliere nero! Arrivò l’ora del torneo. Il cavaliere biondo indossò la sua armatura di ferro ed il cavaliere nero la sua solita armatura. La tromba suonò e lo scontro ebbe inizio. Si udivano forte i rumori delle spade che si scontravano, ma alla fine si sentì un urlo. I due cavalieri si colpirono reciprocamente al cuore nello stesso momento ed entrambi, privi di vita, caddero a terra. Alis pianse, pianse e pianse, giorni e giorni finché non giunse al castello uno sconosciuto dalla barba lunga. Alis esclamò: “Mago Merlino!!!! Ma tu esisti davvero!!!” Alis corse allora dal padre e lo pregò di ordinare che tutti i sudditi si lavassero, perché solo in quel modo lei avrebbe potuto riavere il suo principe. Merlino fu felice di quella saggia decisione del Re e disse alla principessa: Sentì il mago pronunciare strane parole, poi vide una luce intensa e da questa ne uscì il cavaliere biondo. Il mago Merlino era invece sparito! Dopo qualche tempo i due innamorati si sposarono e, alcuni anni dopo, divennero il re e la regina di quel regno che non si chiamava più Castelpidocchio, bensì Castelprofumo poiché vi regnava tanta pulizia ed i suoi abitanti lavoravano tutto il giorno fabbricando sapone, che poi veniva venduto anche ai regni vicini. Non dimenticarono mai il cavaliere nero, perché fu per merito suo che era avvenuto questo cambiamento, anzi a lui dedicarono un bel monumento ponendolo all’ingresso del paese!!!!
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I colori dell'amicizia. In un tempo lontano lontano, viveva una regina malvagia. Di questo popolo, faceva parte Cloe, una bellissima fanciulla con le ali di un verde scintillante. Da bambina, quando il suo popolo era ancora libero, aveva sempre giocato con le farfalle ed era sempre stata affascinata dai loro colori e dalla loro delicatezza. Cloe non sopportava di vedere il suo popolo ridotto in schiavitù. Era la sola ad essere diventata forte nel corso di quei terribili anni e con lei anche i suoi poteri si erano fortificati. Tutto questo fu reso possibile dal fatto che, nel momento in cui la regina scagliava contro le Fate della Natura la maledizione, la nonna di Cloe (potente fata del Circolo degli Anziani) la protesse col suo ultimo incantesimo, permettendo così che i poteri della fanciulla non venissero alterati. Era diventata una vera guerriera fatata, ma non poteva essere aiutata dal suo popolo poiché il maleficio lo aveva privato di ogni potere magico. In lontananza le Fate degli Elementi si misero subito in allerta. La prima ad andarle incontro fu Silfy, la meravigliosa Fata del Regno dell’Aria. Le sue ali erano un arcobaleno di colori, adornate da luccicante polvere di diamante. Dridy, Fata del Regno della Terra, arrivò in groppa ad una lepre, poiché lei non possedeva le ali; il suo vestito era fatto di foglie fresche e una coccinella le faceva da spilla per il mantello. Filly, Fata del Regno del Fuoco, uscì con uno zampillo dal vulcano e le sue ali erano rosse, come petali di papavero. Mentre Nixy, Fata del Regno dell’Acqua, emerse dal mare, come una bolla colorata; anche lei era priva di ali, ma i suoi poteri la facevano librare sulla cresta delle onde. Le nostre guerriere esultarono per la vittoria. Ora non restava altro che liberare il popolo di Cloe e le farfalle. I poteri della regina Nevy erano stati annullati dopo la sua scomparsa e il popolo delle Fate della Natura era finalmente libero. Gli amici ci son sempre accanto, è sufficiente tendere una mano verso di loro e chiedere aiuto. A volte, da soli, non ce la possiamo fare e la nostra amica Cloe ci è stata d’esempio in questo: anche se aveva grandi poteri, ha preferito chiedere aiuto alle sue amiche, perché unite, avrebbero avuto maggiore forza e più poteri per sconfiggere il male.
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LA PRINCIPESSA CAPRICCIOSA Tanto tanto tempo fa, in un Regno lontano lontano, viveva una principessa di nome Luce. Alla fine, ciò che conta davvero è la bellezza, quella grande e vera, che vive per sempre nei nostri cuori, e che non sfiorirà mai.
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Le avventure del cactus Matteo, di Furbettin e della stella vaga Qualcuno lo doveva pur fare, così l'ho fatto io, con errori e dimenticanze, forse, ma sforzandomi di dire tutto ciò che sapevo. È già passata una settimana da quella sera e dello stellino nessuna traccia.
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La favola del folle sulla collina Forse perché era stato sempre solo; forse perché non rispondeva quando qualcuno lo incontrava e lo chiamava o salutava, ma a tutti gli abitanti del paese non piaceva! Che lui si fosse accorto di me fin dal principio mi fu evidente solo dopo un po’ di tempo. Il momento in cui lo osservavo con maggior curiosità era nel tardo pomeriggio, quando puntualmente ogni sera usciva di casa con una sedia e si accomodava rivolto verso ovest, e lì restava, immobile, fino a quando il sole non scompariva dietro le montagne. Un pomeriggio di primavera, per osservarlo più da vicino mi spostai in un boschetto alle sue spalle. Camminando per dirigermi verso il posto di osservazione che avevo scelto, il grosso tronco di un albero proprio ai margini della radura a circa dieci metri dalla sua casa, un rametto secco si spezzò sotto i miei piedi. Rimasi immobile non so per quanto tempo, paralizzato dal timore che mi avesse scoperto. Quando mi affacciai oltre tronco, invece, constatai che non si era mosso, continuava a darmi le spalle e ad osservare l’ultimo spicchio di luce che si perdeva dietro la cima della montagna. La sera successiva però, quando uscì di casa, aveva con sé due sedie … …E poi il coraggio mi venne, non so come, tutto insieme. Successe in un giorno che i compiti di scuola mi avevano assorbito fin quasi all’ora giusta. Così, con il timore di arrivare tardi, mi diressi correndo su per la collina. Fatto sta, che non appena lo vidi da lontano, mentre già se ne stava seduto in direzione del suo tramonto, invece di svoltare verso il boschetto tirai dritto, fino a trovarmi seduto accanto a lui, su quella sedia che da una settimana portava fuori casa, per me, tutte le sere. Il cerchio del sole aveva appena toccato la cima della montagna, quando iniziò a parlare. “E’ da quando avevo la tua età che ho iniziato a venire qui. In principio pensando semplicemente che fosse un bel posto. Pensavo che da qui si vedesse il tramonto più bello del mondo. Solo in seguito ho capito che cercavo qualcosa, ma ho impiegato dieci anni per capire cosa” Ancora una volta tacque, chissà forse voleva capire se lo stessi ascoltando … se fossi attendo a ciò che diceva … Di nuovo il suo sguardo oltre l’orizzonte e poi, tornando a sospirare, riprese: “… Ho passato cinquant’anni, sempre procedendo nella stessa direzione, per montagne, pianure, foreste, deserti e mari, fino a quando un giorno, arrivando sulla cima di un monte, mi apparve poco più in basso il mio paese, e questa collina da cui ero partito cinquant’anni prima. La cima dalla quale osservai tutto questo in quel giorno è quella che stiamo guardando adesso. Sono oramai dieci anni che vivo solo in questa casa, in cima alla collina. Stamattina mi sono alzato molto presto. Era ancora buio, e guardandomi allo specchio ho deciso che sono già abbastanza grande. Anzi, mi sento nel pieno delle forze. Ho preparato un sacco con le mie poche cose, me lo sono appoggiato sulle spalle e sono uscito di casa. Sono rimasto immobile, finché verso est è comparsa, dietro la cima di una montagna, una piccola luce che andava ingrandendosi a vista d’occhio. E in quella direzione, verso quella luce, mi sto incamminato. Quello che cercavo sono stati quei cinquant’anni e quello che pensavo di inseguire non mi stava sfuggendo, mi precedeva e mi indicava la strada”. Queste furono le sue ultime parole, prima di alzarsi dalla sedia, stringermi la mano, e lasciarmi lì seduto da solo. S’incamminò, ed io rimasi immobile ad osservarlo, fin quando la sua figura, sempre più piccola all’orizzonte, divenne un puntino, e poi sparì.
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Il Corvo e la Fontana. Dietro la collina delle capre la vita scorre tranquilla. Piccolina com'è, riesce a racchiudere i segreti che carpisce ai viaggiatori che passano da lì; agli animali che le si avvicinano assetati; agli alberi che le raccontano ciò che vedono dall'alto dei loro rami; alle nuvole cariche di ricordi tristi che lasciano cadere sopra di lei. Un giorno un corvetto che sorvolava la collina la notò. Avendo sete e caldo decise di tuffare le sue penne nello specchio d'acqua, ma si ritirò subito non appena il suo corpicino venne a contatto con la superficie gelida. Si scosse di dosso le gocce che lo infreddolivano e fece per andarsene. La fontana lo fermò chiamandolo in tono di scuse:
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Mi viene da sorridere ogni volta che sorprendo me stessa a riflettere ere perché mi rendo conto che a volte i miei pensieri, troppi nello stesso momento, si mischiano …. Si confondono!
Ed allora io, con questi miei pensieri che continuano a “danzare” nella mia testa, vi lascio i miei più sinceri auguri per una Santa Pasqua … Per una serena Pasqua, colma di gioia nel cuore ma anche di infinita pace, nella speranza che ognuno di voi (me compresa) riscopra la gioia di vivere … magari ascoltando anche quella canzone di Modugno interpretata dai Negramaro, che credo sia veramente in sintonia con questo periodo! Un sorriso immenso. La piccola Gio. |
La nascita delle farfalle
Cari bambini, io sono la Fata delle Favole ...
Sapete, cari amici, che attorno a noi esistono degli esseri invisibili. Migliaia di anni fa, alla piccola fata Aiwi ed al suo assistente, l'elfo Brik, fu affidato il compito di pulire l'arcobaleno, che dopo giorni e giorni di pioggia e vento si era tutto imbrattato, perdendo lo splendore di un tempo. Aiwi e Brik, tornati nel regno Fatato,furono lodati e festeggiati per il lavoro ben svolto e da allora divennero i custodi delle farfalle.
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La Fenice Danzante
Questa è la storia di Geremy, un piccolo ragazzo di campagna, con una passione: il canto. Sono passati due anni e oggi Geremy ha realizzato il suo sogno: è diventato un cantante di fama mondiale. "LA FENICE DANZANTE".
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Lo scarabeo e l'orco.
C'era una volta un orco brutto e cattivo, viveva in una casetta di legno in mezzo al bosco, circondata da alberi secolari e adorna di fiori. Come mai era accaduto prima. l'orco si intenerì e lo lasciò andare via. Pensò: “Dopotutto a me non ha fatto nulla di male!”. Però gli venne un dubbio: "… e se sotto la lavatrice c’è anche la Moglie? Nonostante sia così piccolo devo ammettere che è molto intelligente!!!"
Morale della favola: il povero orco, contrariamente alla sua natura (cioè quella di un orco cattivo) per una volta aveva fatto una buona azione, ma invece di essere ringraziato fu deriso e beffeggiato. A tutti i bambini dico di non prendersi giuoco di nessuno e di aiutare chi sta male e chi è in sofferenza, mentre ai loro genitori consiglio di leggere questa mia fiaba che, nella sua semplicità, credo possa davvero contribuire a far nascere in loro il senso del bene e del rispetto per il prossimo! |
Il regno dell’impossibile In un paese, ai confini de mondo conosciuto, viveva un popolo felice. |
Il piccolo angelo rosso Un giorno (era autunno) ero come sempre tra tanti fratellini e con mamma e papà! Dopo due fantastici anni però il mio coinquilino si ammalò … Iniziai di nuovo a non star bene … il mio pelo diventava sempre più brutto … ed io che ne andavo tanto fiero!!! E quel giorno, l’ultimo, arrivò! Ho amato tanto la mia mamma … ora la veglio ogni notte! TI VORRO’ SEMPRE BENE MIO PICCOLO COCO.. |
Il Principe Andrea e la Principessa dei mari C’erano una volta, in un castello, il Re Guglielmo, la Regina Vittoria e il loro figlio: il Principe Andrea. Arrivò il giorno del grande ballo e l’attenzione del principe fu attratta da una ragazza che non aveva mai visto nel suo Regno; infatti, ella, era giunta al castello a bordo di una nave bellissima. Il Principe le si avvicinò e la invitò a ballare, dopo il ballo si recarono a passeggiare nel giardino del castello. Per tutta la durata del ballo, i due giovani, non si scambiarono neanche una parola. Fu il principe a rompere il silenzio e, rivolgendosi alla bella fanciulla disse: “Sono il Principe Andrea, non l’ho mai vista nel mio Regno, potrei conoscere il suo nome e la sua provenienza?”. La ragazza, timidamente, rispose: “Non sapevo che lei fosse il Principe di questo Regno, perdonate la mia mancanza di rispetto. Sono la Principessa Nadia, figlia del Pirata Davide, Re dei mari”. Il giorno seguente, Re Davide, con la sua consorte, la Regina Aura e con la Principessa Nadia, furono invitati al castello da Re Guglielmo dove banchettarono allegramente con tutta la corte. Trascorsero alcuni mesi e giorno dopo giorno Andrea e Nadia si innamorarono sempre più e decisero di sposarsi, ma Re Davide non approvò la decisione dei giovani: avrebbe dato in sposa sua figlia solo al marinaio più coraggioso, e non ad un uomo che non aveva mai combattuto in vita sua. Andrea viaggiò così per tre lunghi anni prima di tornare al suo castello con un grande bottino: la dimostrazione di aver combattuto bene. Quando Re Davide giunse a corte, il principe Andrea, gli regalò tutti i tesori ottenuti in battaglia ad eccezione di una rosa che porse invece a Nadia. Ross era il pirata che aveva sterminato la famiglia di Re Davide in una notte orribile in cui, la nave di suo padre, incrociò la nave di quel terribile filibustiere. Re Davide, poco più che bambino, da quel giorno promise che avrebbe dedicato la sua vita al combattimento dei pirati spietati ponendosi come scopo principale quello di uccidere Ross. Di fronte a quel coraggio, il Re dei mari, restò senza parole e senza più riflettere acconsentì al matrimonio tra Nadia ed Andrea. |
La ninna nanna della lucciola.
Era una giornata sul finire dell’estate e l’autunno si avvicinava a gran passi: le ultime luci del giorno rendevano ancora più fredda la temperatura che già dal mattino aveva iniziato a colpire con i suoi pungenti strali le zone ombrose: forse quella notte la prima gelata avrebbe invaso le pieghe del terreno. Giannina e Leandro, nella loro misera casupola, cercavano di riesumare vecchi stracci da adibire a coperte per la notte che si avvicinava a gran passi. Per loro era stata una giornata felice: era il 72esimo anniversario del loro matrimonio e sin dal mattino avevano iniziato a ripercorrere con la memoria la strada della loro vita! Il destino era stato duro con loro, ma l’ amore aveva reso tutto facile: ancora si amavano con tutta l’anima! I loro volti ringiovanivano di decine d’anni quando i loro occhi si incontravano e ancora un fremito s’impadroniva di Giannina e Leandro quando le loro mani si sfioravano. La loro casupola sorgeva al confine di un bosco e la terra attorno era ingrata: elargiva i suoi frutti con avarizia, anche se Leandro aveva sempre dato tutto se stesso nel coltivarla: forse non era colpa della terra, ma dal materiale roccioso che la ricopriva interamente. Avevano avuto 5 figli uno più bello dell’altro: erano, indiscutibilmente, i figli dell’amore! Li avevano cresciuti dando loro sanissimi principi fondati sull’ amore, sull’onore, sul rispetto e sulla dignità. Ma la terra era, come già detto, ingrata e, una volta grandi, i figli furono costretti ad emigrare in terre lontanissime; sì, di tanto in tanto essi tornavano per qualche giorno alla casupola che li aveva visti nascere per stringere fra le loro braccia gli ormai vecchi genitori, ma quei giorni volavano via in fretta. Giannina e Leandro amavano con tutto il cuore gli animali di tutte le specie: dedicavano loro non solo parte del loro tempo (tutto quello che il lavoro permetteva di avere libero) , ma anche parte del poco cibo di cui disponevano per sostenere la popolazione del bosco loro confinante; durante l’inverno accoglievano nella loro casetta gli animali più anziani per permettere loro di ripararsi dal pungente freddo, curavano le ferite che accidentalmente si provocavano le bestiole, cibavano i cuccioli che avevano avuto la sventura di rimanere orfani, e mille altre cose. E le bestiole amavano i loro protettori e non solo per riconoscenza, ma anche perché erano due esseri che sapevano farsi benvolere da tutti. Torniamo a quella fredda sera! Leandro Non aveva potuto raccogliere legna quel giorno, causa dolori lancinanti che gli percorrevano tutta la schiena e che non gli avevano permesso di chinarsi in alcun modo; d’altra parte Giannina non era in migliori condizioni e non poteva supplire alla raccolta di rami e rametti per alimentare il caminetto. Il freddo incalzava e i due decisero che forse infilandosi sotto le coperte si sarebbero difesi meglio dal gelo, ma così non fu: l’essere sdraiati, anche se coperti da innumerevoli cenci, non faceva che acuire la sensazione del freddo. Scesero dal letto e andarono a sedere sulle loro poltrone a dondolo poste dinanzi al caminetto … spento e si coprirono per quanto possibile. All’esterno della catapecchia non era certo meglio e la civetta aveva abbandonato il solito ramo che la ospitava tutte le notti per rifugiarsi sul davanzale della finestra della casupola, almeno lì poteva ripararsi dal vento gelido. Come ogni civetta era curiosissima e si mise a spiare quello che succedeva dai suoi amici; seguendo il movimento delle bocche dei due vecchini capì che non stavano … parlando, ma stavano battendo i denti dal freddo! La preoccupazione si impadronì di lei: erano al buio (ma essendo civetta al buio ci vedeva benissimo) e non avevano neanche il caminetto acceso; fece due più due e comprese la situazione! Tornò, nonostante il clima fosse ancor più surgelato, sul suo abituale ramo e lanciò il grido di “adunanza generale”. Tutti gli abitanti del bosco accorsero attorno all’albero sbadigliando, anche coloro che avevano dato inizio ai rituali per cadere in letargo. La civetta fece cenno con le sue ali di fare silenzio a tutti gli intervenuti, perché doveva fare una comunicazione urgente. Tutti restarono muti e … drizzarono le orecchie (almeno quelli che ne erano provvisti) per ascoltare ciò che il Presidente (civetta) dell’assemblea doveva dire. Il comunicato fu molto laconico: “I loro protettori avevano bisogno del loro aiuto: dovevano inventare qualcosa per alleviare la sofferenza dei vecchini!”. I presenti si guardarono l’un l’altro, ma cosa potevano fare loro? Fra loro non c’era alcun quadrumane che potesse raccogliere legna da donare a Giannina e Leandro: un’idea doveva essere scovata .Pensa che ti ripensa … finalmente il lupo chiese la parola che gli fu immediatamente concessa: “Visto che manualmente … zampalmente non siamo in grado di fare qualcosa, dovremmo ricorrere al metodo di suggestione persuasiva”, i “E che significa?” “Che vuol dire?” … rimbombarono da ogni parte. Il lupo continuò: “Quando io ho fame e non ho nulla da mangiare, ricorro a quel metodo: dissotterro un mio vecchio osso e inizio a rosicchiarlo. Il solo farlo mi illude di mangiare, anche se il mio stomaco non riceve alcunché, ma anche esso si auto-convince che qualcosa giunge fino a lui!”. La civetta rimase un attimo pensierosa e … “Allora dovremmo trovare un modo per illudere i nostri amici che nel caminetto arde un qualcosa e … cosa potrebbe procurare questa illusione? … Già, le lucciole! Correte tutti a cercarle e spiegate loro cosa debbono fare: a quest’ora girovagano per i campi!”. L’assemblea si sciolse in un battibaleno: ci fu un corri corri generale! Giunsero le prime lucciole e a seguire le seconde e poi le terze: da una fessura della finestra entrarono nella casupola e si precipitarono nel caminetto iniziando una danza dai mille movimenti. Giannina aveva gli occhi socchiusi, li spalancò e scosse Leandro “Guarda! Nel caminetto c’è la brace. Un miracolo!”; Leandro guardò attentamente e “Sì, è vero e già inizio a sentire il tepore!”. Si presero per mano, i loro denti cessarono di battere e un dolce sonno si impadronì di loro al suono silenzioso della NINNA NANNA DELLA LUCCIOLA!
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Il giardino incantato. Il giardino era abbandonato da anni; l´erba cresceva allegramente ovunque; le varie piante da frutta, seppure incolte, donavano i loro preziosi frutti: fichi, nespole, nocciole, ciliegie. Tra le erbacce si nascondeva persino un cespuglietto di mirtilli, pianta di montagna, nonostante il giardino fosse invece in campagna! Trascorse il tempo, e le uova si schiusero: un mucchietto di esserini colorati di giallo e di nero, saltellarono allegramente nella voliera: fecero così tanta confusione che a Graziella sembrò d’essere in un allevamento di galline! E fu proprio questa nascita non prevista a far scattare la magia: il nonno Valentino dopo mesi di “prigionia”scese in giardino per vedere a cosa fosse dovuto tutto quel gran baccano, e, aiutandosi con il bastone, finalmente uscì di casa. Da quel giorno in poi, il nonno Valentino ogni giorno scese nel suo giardino … vi trascorreva ore ed ore, a volte anche l’intera giornata … passeggiava in lungo e in largo, ammirando ogni pianta ed ogni fiore … poi coccolava i suoi pulcini, nutrendoli e parlando con loro … Ma, qualcosa fu davvero strano ed inspiegabile: ogni giorno che il nonno trascorreva nel suo giardino, sembrava ringiovanire. “Si” – disse tra sé e sé Graziella, osservando il nonno Valentino – “questo giardino ha davvero qualcosa di magico!” E Graziella non sbagliava affatto, perché quel giardino incantato, aveva fatto di tutto per riavere vicino il suo vecchio padrone, l’unico che davvero l’aveva amato e curato e che avrebbe potuto continuare a farlo ….
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IL SOLE E LA LUNA
Due guanciotte incorniciate da riccioli ribelli, nasino a patatina, occhi dolci color miele: era così la piccola Anna, dolce e carina. Una calda sera di Agosto in un cielo particolarmente acceso di stelle, la Luna apparve con il suo abito più elegante: rosso, splendido! … Era meraviglioso: tutte le stelle intorno le facevano una gran festa; intonavano canti per lei; danzavano incoronandola come una regina. Un giorno accadde un fatto veramente straordinario: una luce improvvisa la abbagliò, proveniva da una stella luminosissima, la più luminosa, che le mandò un raggio di calore … Lo aspettava, lo sognava ma lui appariva al mattino proprio quando lei doveva andar via. Uno strano destino questo, non si sarebbero mai incontrati ed avrebbero continuato a rincorrersi proprio come il giorno e la notte …. Ma un giorno, per una strana magia, il Sole e la Luna si ritrovarono stretti in un lungo abbraccio, la terra si oscurò per pochi minuti … poi la magia finì e i due si lasciarono … Di colpo Anna si svegliò da quel bellissimo sogno e tornò a malincuore alla vita di sempre … Ma accade che ancora oggi Anna, ormai adulta, quando sente parlare di questo fenomeno che gli scienziati definiscono Eclissi, lei vede uno straordinario incontro d’amore tra il Sole e la Luna e con la sua mente torna nuovamente ad essere protagonista di quell’amore.
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WALY E IL FALCO DALLA CODA ROSSA C'era una volta un piccolo falco. Un giorno un giovane falco dalla coda rossa si avvicinò a Waly e un po' intimidito e un po' fifone gli chiese: " Ma come fai a volare così e come mai sei tutto bianco tu, ma ... ma sei sicuro di essere un falco?". Il giorno dopo mentre Waly riposava su una roccia si avvicinò il falco dalla coda rossa, si guardarono e senza chiedersi nulla cominciarono a volare, all'inizio ognuno verso la propria direzione poi si ritrovarono a volteggiare insieme in alto sopra le cime delle montagne.
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La piccola Stella del cielo. C’era una volta, e forse c’è ancora, una piccola stella che passeggiava e giocava felice per la volta del cielo. La piccola stella guardò ancora una volta il bambino negli occhi e vi lesse una promessa. |
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: lemagichefiabe
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Sesso: F Età: 45 Prov: CH |
IL MONDO È MIO!
Ora vieni con me
verso un mondo d'incanto...
principessa...è tanto
che il tuo cuore aspetta un si.
Quello che scoprirai
è davvero importante...
il tappeto volante
ci accompagna proprio lì.
Il mondo è tuo...
con quelle stelle puoi giocar...
nessuno ti dirà che non si fa...
è un mondo tuo per sempre.
Il mondo è mio...
è sorprendente accanto a te...
se salgo fin lassù
poi guardo in giù
che dolce sensazione nasce in me.
C'è una sensazione dolce in te.
Ogni cosa che ho...
anche quella più bella...
no, non vale la stella
che fra poco toccherò.
Il mondo è mio...
Apri gli occhi e vedrai...
fra mille diamanti volerò...
la tua notte più bella...
con un po' di follia
e di magia
fra stelle comete volerò...
Il mondo è tuo...
un corpo celeste sarò...
la nostra favola sarà ...
ma se questo è un bel sogno...
non tornerò mai più...
mai più laggiù...
è un mondo che appartiene a noi...
soltanto a noi...
per me e per te...
ci aiuterà...
non svanirà...
solo per noi...
solo per noi...
per me e per te.
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