Post n°1128 pubblicato il
08 Settembre 2015 da
fiumecheva
9.
Pranzarono tranquillamente parlando del più e del meno.
Rassettata la cucina decise di occuparsi un po’ del giardino.
Era una bellissima giornata, il sole era più brillante che mai anche se l’aria piuttosto fresca.
Si, si sentiva fortunata, viveva in un piccolo angolo di paradiso, ma i posti più belli erano in un luogo segreto nel suo cuore e in quel suo giardino disordinato e selvatico.
Rimboccò l'acqua al laghetto, l'acqua era cristallina, i pesci rossi ,Moby Dick e Corsaro Rosso, nuotavano quasi in superficie, i piccoli restavano un po' più nel fondo, forse avevano freddo. Non aveva ancora tolto la panchina e neppure ricoverato i mobili da giardino che aveva nella veranda, l'estate era finita da un pezzo eppure guardando il giardino con quel bel sole, il tempo sembrava essersi fermato...
Forse aspettava lei, che da un po' non se ne curava.
Forse voleva ricordarle cose che aveva lasciato, e chi e quali erano i suoi sogni.
Sdraiata tra l'erba alta col sole che la scaldava, l'odore di terra asciutta e un vento tiepido che leggermente piegava la cima dei pioppi e fa frusciare le foglie.
Chiuse gli occhi ed eccolo lì il fiume che scorre, tranquillo.
Fruscio di foglie, sciacquio dell'acqua che scorre e il calore del sole sul viso.
Ora era tutto perfetto e poteva allungare una mano e trovare le loro mani ad accoglierla, loro che in silenzio le restano sempre accanto.
Sospirò.
E aprì gli occhi per sognare più in là, perché in fondo anche la realtà non era poi così male....
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