Post n°1131 pubblicato il
15 Settembre 2015 da
fiumecheva
12.
Le apparve il volto di sua madre.
Sua madre una donna difficile. Una persona con tante malattie reali e non,sempre in lotta contro tutto e tutti, anche contro se stessa.
In lotta contro quel corpo che non sentiva suo e del quale dava la colpa alle gravidanze.
E poi gli sbalzi d’umore e quel suo continuo voler essere al centro dell’attenzione e il suo essere vendicativa.
I suoi fratelli e lei spesso camminavano in punta di piedi, o meglio come su una corda tesa.
Non si poteva mostrale di essere troppo felici perché lei felice non era e nonsi poteva essere troppo tristi perché nessuno lo era più di lei.
In perfetto equilibrio tra l’essere e non essere felici.
“Mamma!” di nuovo sussurrò tra se e se.
Stupita si toccò la guancia e il riflesso sullo specchio fece la stessa cosa.Lasciò cadere la mano lentamente e le dita impolverate scivolando sulla guancia lasciarono tracce scure.
Mamma era ancora un dolore lancinante al cuore.
“Mamma!” si ripeté.
“Mamma? Sei nel capanno?”
Si riprese dalla sorpresa e sorridendo uscì dal capanno. Sua figlia che l’aspettava fuori le chiese: “Che cosa ti sei inventata oggi?” e poi guardandola si mise a ridere. “Ma guardati hai il viso sporco come una bambina!”
Lei rientrò un attimo di nuovo nel capanno e prese delle forbici e una sega,uscendo guardò di sbieco di nuovo lo specchio, lei non c’era più.
“Oggi si pota!”
E ridendo si pulì la guancia impolverata con il bordo della maglietta che indossava.
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