Creato da fiumecheva il 06/05/2005

Fiumecheva

E continuo a camminare

 

 

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Merlino

Post n°10 pubblicato il 14 Maggio 2005 da fiumecheva
 
Tag: ricordi

"E me ne sto qui
seduto accanto a te
guardo dove tu guardi
respiro piano per non disturbare
non ti tocco
non asciugo le tue lacrime
questo tu non lo vuoi.
Aspetto
che ti giri verso di me
che tu veda
che ti sono accanto
che tu capisca
che ci sono sempre stato
che ti basta allungare la mano
per toccarmi
e che non sei solo."

Merlino era il mio cagnolone, un meticcio, figlio di un pastore tedesco e di una pastore belga.Quando appoggiava le sue zampone anteriori sulle mie spalle era più alto di me (vabbeh! Non ci vuol molto ad esser più alti di me :-))) )
Quando era cucciolo gli avevo insegnato tre semplici esercizi:a camminare col mio passo di fianco a me, a sedersi al mio comando e a porgere la zampa.C'era un gioco che ci piaceva molto fare:correre. Si faceva a chi arrivava primo,naturalmente vinceva sempre lui e ne sembrava molto felice. A volte, però, lo imbrogliavo un po', mi mettevo pari lui pronta a partire, poi facevo una finta e correvo nella direzione opposta, lui che era partito come un fulmine, a metà strada, accorgendosi che non lo seguivo, si fermava, io ridevo e lui mi guardava tra il perplesso e il deluso, poi ripartiva a razzo inseguendomi e superandomi. Col tempo aveva imparato il trucco e così ad ogni partenza pure lui mi faceva le finte: un po' a destra, un po' a sinistra e poi di nuovo a destra... e diventava un gioco infinito :-)
Quando ero triste e nervosa uscivo di casa e mi sedevo nel prato di fianco con la schiena appoggiata al muro, Merlino si avvicinava e... Di solito lui era così esuberante e giocherellone da risultare quasi fastidioso, ma in quei momenti... si metteva seduto accanto a me e guardava nella mia stessa direzione, non so se capisse cosa guardavo, ma se ne stava li a respirare appena. Aveva occhi vispi e intelligenti e, come di solito si dice, gli mancava solo la parola, ma in quei momenti, io credo, se anche avesse potuto parlare, non l'avrebbe fatto. Se ne stava lì e apettava. Quando, poi, a me era passata un po' la tristezza, mi giravo e allungando la mano lo accarezzavo. E mi dicevo che questo vuol dire: esserci. Che l'amore dev'essere così: guardare nella stessa direzione.
Lui era un cane, confusionario, combina guai e con la stessa grazia di un elefante, ma quanta umanità aveva negli occhi.
Il 28 settembre 1998 è morto, il veterinario non ha potuto far nulla per lui, qualcuno lo aveva avvelenato...
Ecco... Questo è uno di quei casi in cui non so trovare qualcosa di buono in chi ha fatto questo...
Ma non voglio pensare a questa parte della storia.
La sua cuccia è ancora lì, in giardino, non ho voluto che la portassero via, può essere il rifugio dei mici o di qualche altro animaletto di passaggio. Di fianco ci ho scavato il laghetto e di fronte ci ho messo una panchina, spesso mi siedo lì, a riflettere mentre guardo i pesci e a volte mi pare di sentire ancora il suo respiro :-)

Si è fatto scuro e si sentono tuoni in lontananza... Uhm! Penso che anche questa domenica non sarà l'ideale per andare in spiaggia
:-/


Commenti al Post:
UnBimboaCavallo
UnBimboaCavallo il 14/05/05 alle 23:32 via WEB
perchè lasciare la cuccia vuota? un altro merlino che ti guarda sulla panchina non sarebbe un bel regalo?...
 
fiumecheva
fiumecheva il 15/05/05 alle 13:11 via WEB
Ora ho 3 gatte nere e oggi ho trovato un altro gattino, pure lui nero :-)
 
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