Creato da fiumecheva il 06/05/2005

Fiumecheva

E continuo a camminare

 

 

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Post n°596 pubblicato il 07 Giugno 2008 da fiumecheva
 

Iniziano presto le giornate in ospedale.
Alle 7 si accendono le luci e poi passano le donne per le pulizie e le infermiere per distribuire le terapie.
Alcune ti rivolgono la parola, ma la maggior parte di loro si limitano a un buongiorno.
La Giovane Donna se ne restò piccola piccola ne suo letto, quasi senza respirare, cercando di trattenere qualsiasi cosa potesse assomigliare a una contrazione.
La sua mente continuava a negare quello che la sera prima purtroppo era accaduto.
Poi finalmente il giro delle visite.
I medici si fermarono di fronte ad ogni letto, leggendo cartelle cliniche e facendo le loro valutazioni.
Nel frattempo, prima del giro dei medici, erano arrivate altre due ragazze, ricoverate per un'IVG (interruzione volontaria di gravidanza).
Una di loro era poco più di una ragazzina, occhi grandi e spaventati.
terzultimo letto, la Giovane Donna non fece a tempo a fare domande, i dottori parlarono tra loro quasi ignorandola:
"Bene, la signora deve fare un raschiamento."
Lei si sentì come se il mondo le crollasse addosso.
"Un raschiamento? Ma...."
"Signora, è necessario, lei ha avuto un aborto ieri sera..."
Ormai la Giovane Donna non ascoltava più, il modo brusco in cui glielo disse il medico e quella parola: aborto, le arrivarono dritto allo stomaco peggio di una pugnalata.
E odiò con tutta se stessa il medico che l'aveva pronunciata.
In fila un po' come al banco dei salumi, le donne della stanza aspettarono ad una ad una il loro turno.
Un bel raschiamento ad ognuna e via ogni problema.
Venne il suo turno, ma era come se lei non ci fosse, prima di cadere nel sonno dell'anestesia sentì il medico e le infermiere parlare di come avrebbero passato l'ultimo giorno dell'anno.
Nel pomeriggio le donne della stanza ormai avevano quasi tutte smaltito l'anestesia e iniziarono a parlare tra loro.
La Giovane Donna se ne restava muta ad ascoltare le altre, poi il suo sguardo s'incrociò con quello della signora del letto di fronte, anche a lei era accaduta la stessa cosa, un figlio tanto desiderato che purtroppo non ce l'aveva fatta. Parlarono e si corfortarono a vicenda, quello che era accaduto a loro le aveva avvicinate facendole parlare la stessa lingua e così non si sentirono più così sole.
L'Odioso Medico della mattina tornò nel pomeriggio per parlare con la sua paziente, che era proprio la signora del letto di fronte a quello dell Giovane Donna.
L'Odioso Medico parlò alla sua paziente con dolcezza e spiegò a lei come a volte purtroppo la natura seleziona ciò che non è perfetto e lo elimina, le disse di farsi forza e di non sentirsi in colpa, che lei non aveva fatto nulla di sbagliato, ma che purtroppo a volte queste cose accadono.
La Giovane Donna ascoltò attentamente le parole dette alla sua nuova "amica", per lei neppure una parola di conforto.
L'Odioso Medico finito di tranquillizzare la sua paziente, se ne andò senza neppure rivolgere un sguardo alle altre pazienti della stanza.
Appena uscito il medico, la nuova "amica" si rivolse alla Giovane Donna:
"Hai ascoltato vero? Vedi, tutto quello che ha detto il medico a me vale anche per te..."
E lei che stava soffrendo di una perdita grande si mise a consolare la Giovane Donna, quasi scusandosi del comportamento freddo che l'Odioso Medico aveva avuto nei suoi confronti.
Ma nonostante la ragione lo capisse che non era colpa sua se la sua Laura non c'era più, il tarlo del senso di colpa aveva già iniziato a scavare dentro di lei......

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Commenti al Post:
ottimistasempreecomu
ottimistasempreecomu il 07/06/08 alle 11:03 via WEB
Ho letto...Una volta era prassi curare l'anima prima che il corpo, ma (si narra) era un mondo non civilizzato e superspecializzato come il nostro, e ci si fermava a banalità (!!!) come il rapporto umano tra medico e paziente, in cui il medico si sforzava di entrare nell'animo del paziente stesso, ne conosceva la storia non solo clinica, i punti di forza e le debolezze, si aveva o si trovava il tempo per una parola di conforto o di incoraggiamento, e comunque per una spiegazione che tentasse di porre rimedio alla comprensibile ansia o demotivazione dell'ammalato. Esisteva il medico che, guardando la pupilla, ti sapeva dire anche che numero di scarpe calzi. Ora è tutto "professionale" (sic)...e l'anima sembra non esistere più!!!!
 
 
fiumecheva
fiumecheva il 07/06/08 alle 11:11 via WEB
Già purtroppo :-( e sai che in tanti anni che purtroppo frequento ospedali mi è pure capitato di sentire chiamare i pazienti con il nome della malattia e non col proprio?! Non più esseri umani, ma malattie su cui accanirsi.... Menomale che poi incontri anche dottori umani, raro, ma capita :-)....
 
   
ottimistasempreecomu
ottimistasempreecomu il 07/06/08 alle 12:26 via WEB
So anche di casi del genere, purtroppo!!! E' che il mondo sta girando sempre più attorno alle cose, invece che alle persone...ritengo che, nello sforzo di vedere la malattia in sè (e disgiunta dallo stato psicofisico dell'infermo), si perda di vista il malato, che diventa solo un contenitore, un involucro che racchiude in sè la malattia!!!
 
   
Iside.ms
Iside.ms il 09/06/08 alle 23:52 via WEB
Sono diventata Operatore Socio Sanitario da pochi mesi.A noi hanno insegnato ad osservare il paziente(o utente o ospite),in maniera olistica,cioè senza scindere il lato fisico da quello psichico.Questo anche perchè la salute non è assenza di malattia,ma un benessere fisico,psichico e sociale.Ma noi siamo o.s.s.,l'ultima ruota del carro.Purtroppo ho avuto modo di vedere tanti,troppi dottori e tantissimi infermieri comportarsi in maniera raccapricciante con i pazienti.Ben pochi,ma fortuna che esistono,sono invece meravigliosi nell'eseguire il loro lavoro e nel trattare con la gente,di qualsiasi ceto o religione o paese provenissero. Mi auguro che le nuove leve di qualsiasi disciplina sanitaria sfondino questo muro creato intorno a questi falsi supereroi e riescano a cambiare le cose. A tutti quelli che si trovano a subire insulti o non professionalità o qualsiasi altra cosa da parte del personale sanitario:DENUNCIATE AL TRIBUNALE DEL MALATO,questa gente non ha diritto di farci ancora più del male...se uno stesse bene,non andrebbe in ospedale,no? Un abbraccio a tutti.
 
     
fiumecheva
fiumecheva il 10/06/08 alle 22:04 via WEB
Grazie Iside, quello che hai scritto è tutto giustissimo. Questa è una storia di 25 anni fa, ma purtroppo per alcuni versi attuale....
 
sonosaffitrina
sonosaffitrina il 07/06/08 alle 23:02 via WEB
hp seguito tutte le puntate di questa vicenda. Non posso che offrirti il semplice conforto delle parole, ma spero che giungano comunque al tuo cuore. Ti sono vicina
 
 
fiumecheva
fiumecheva il 09/06/08 alle 11:18 via WEB
Ti ringrazio Saffitrina :-)
 
marymagnus
marymagnus il 07/06/08 alle 23:06 via WEB
Certe cose ti lasciano la rabbia in corpo perchè sai di non poter far nulla per evitarle...meglio sorridere ad un amicizia e cercare di non pensarci...un sorriso...Gil.
 
 
fiumecheva
fiumecheva il 09/06/08 alle 11:19 via WEB
Cercare di non pensarci è ciò che facciamo sempre, altre volte bisognerebbe invece urlare forte....
 
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