A 4 ZAMPE

ospedaletto Si addensano sempre più scure e numerose le nuvole su A.M., il 39enne allevatore-trasportatore di Pinerolo denunciato la scorsa settimana dai carabinieri di Codogno per aver percosso e abbandonato agonizzante al suolo una vacca destinata al macello Inalca di Ospedaletto. Al provvedimento adottato dai militari dell’Arma si sono infatti aggiunte le denunce sporte nei confronti del piemontese dalla Lav (Lega antivivisezione) che, giunta a conoscenza della vicenda, ha deciso di percorrerla fino in fondo. «Abbiamo presentato una denuncia al comando dei carabinieri di Codogno per maltrattamento d’animali e per violazione della normativa del trasporto degli animali: quella mucca, se si trattava di animale non deambulante, non poteva neanche partire, perché le normative, già prima dell’entrata in vigore del regolamento Cee 2005, lo vietano - spiega Simone Pavesi, coordinatore della Lav Lombardia -. C’è il discorso del maltrattamento per come è stato scaricato l’animale, tra catene e verricello, oltre che per le lesioni: senza dimenticare l’abbandono senza cure nel piazzale, fuori dal macello, in violazione delle norme sulla macellazione: per fortuna sono intervenuti i carabinieri e l’Asl per l’eutanasia». La posizione del piemontese, secondo la Lav, è piuttosto delicata: l’allevatore, secondo Pavesi, rischierebbe sia il carcere che, come pena accessoria, la sospensione dell’attività di allevamento e trasporto. Il tutto, chiosa il coordinatore della Lav, nella speranza che dopo le denunce al macello Calzi di Borghetto e la recente chiusura di una stalla di sosta a Maleo (dieci animali morti da giorni, cinque in agonia nei vicini prati) la procura e gli altri enti interessati diano impulso all’attività di controllo: «Il Lodigiano è piuttosto coinvolto nella movimentazione di animali non deambulanti, sono emersi numerosi casi, è una pratica diffusa, una consuetudine alla quale si fa fatica a trovare deterrenti: occorrerebbero più controlli da parte delle forze dell’ordine e dell’Asl».Al. Be