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Il servizio civile... (puntata 3)

Post n°20 pubblicato il 16 Febbraio 2006 da deracinato
 

(Puntate precedenti: 1 - 2)
Riassunto delle puntate precedenti: dopo essere stato preso per il culo durante il colloquio, il nostro eroe, novello volontario del servizio civile, viene spedito ad un istituto di non vedenti. Lì, grazie alle sue incredibili (...) [in]competenze, viene spedito ad un centro specifico, ove incontra una prima ostilità da parte dei colleghi ma grazie al quale scopre....

LA VOCAZIONE E LE RIPETIZIONI DI MATEMATICA

Una vocazione.

Non ho altre parole per definirla. Nel corso dei mesi ho notato come non tutte le persone siano in grado di lavorare con portatori di handicap. Non è autoesaltazione personale o il voler sminuire gli altri, è semplicemente una realtà dei fatti. Per farvi un esempio, una delle due colleghe che entrò insieme a me, alla fine del primo giorno mi mormorò terrorizzata "Io qua non
ci posso stare!".

Io invece...non lo so, è stato come iniziare un "lavoro" fatto per anni e anni nella mia vita. Sono arrivato, mi sono messo accanto ad un bambino con un forte ritardo mentale (nonchè un rovescio degno di Tyson) e l'ho aiutato a mettere dei chiodini di plastica dentro una avoletta bucherellata. Ci parlavo come se lo conoscessi da tempo, era una realizzazione personale mai provata. Avevo finamente trovato un ambiente dove potermi esprimere.

Sebbene con i colleghi ancora le cose non andassero bene, finendo regolarmente per isolarmi, con i ragazzi andava sempre meglio. Ciononostante, capitavano dei momenti di "confronto" niente male...Come quando, al quarto giorno, arriva una ragazza mai vista, che era lì giusto di passaggio. Chiede un'informazione all'oroscopologa e lei non si lascia sfuggire l'occasione.

L'oroscopologa: "Spe, spe, di che segno sei?" (un deja-vu)
La ragazza: "Ehm...Gemelli"

A quel punto intervengo io.

Io: "Spe, spe, che segno è il tuo ragazzo?"
La ragazza: "Toro"
Io: "Mmmmm...I due segni peggiori che possano stare assieme!" (cit.)
L'oroscopologa (incazzandosi): "No, non è vero!!!"
Io: "Come no? L'altra volta lo erano!"

Il periodo successivo fu molto confuso per, ehm, questioni sentimentali...In più, nessuno mi diceva cosa fare, cosicchè è stato tutto un tour de force da autodidatta...Dalle cose più sceme (come accompagnare qualcuno in bagno), a cosa NON fare per ognuno (tipo chi, se toccato in un certo
modo, poteva reagire molto male) agli orari da rispettare, tutti molto rigidi in modo tale da scandire la giornata senza problemi.

Dopo nemmeno un mese, sento squillare il cellulare.

Io: "Pronto?"
Una voce: "E' lei?"
Io: "..."
La voce: "Pronto? E' lei?"
Io: "No, sono l'altro...Chi cerca?"
La voce: "Dove si trova in questo momento?"
Io (che intanto mi guardavo attorno, come fossi in Mission Impossible, alla ricerca di telecamere): "Uhm..."

Insicuro su cosa rispondere (il centro? Palermo? L'Universo?), opto per la cosa più geniale che mi sia venuta in mente in quel momento, sotto pressione.

Io: "Uhm...QUA?"
La voce: "Venga in direzione, chieda del direttore"
Io (diventato rosso e pronto a confessare l'assassinio di Kennedy): "Cazz...ehm arrivo, arrivo..."

Arrivò là...e c'è qualcuno che mi scorta dentro l'ufficio (!). Lì c'è il direttore...
Lui: "Ah, ciao, entra pure"
Io: "..."
Lui: "Dunque, la situazione è questa..."

(e io che pensavo: "Ma che azz ho fatto di male? Non ho manco mai usato la carta igienica!" ...mmm...nel senso che non ho mai usato i gabinetti, eh)

Lui: "Ci sono due ragazze non vedenti che hanno accumulato un debito a scuola e, se non passano l'esame tra una settimana, perdono l'anno"
Io: "Ehm...e...?"
Lui: "...E non c'è nessuno che le possa aiutare...tranne te"
Io:  "Ehm...cioè?"
Lui: "In base al tuo curriculum, sei quello che ne sa di più su questo argomento e tutti gli altri sono indisponibili comunque..."

Fu in quel momento che realizzai che il contrappasso esiste.

Io: "Ehm...vabbè, sacrifichiamoci per la patria...che materia è? Inglese?"
Lui: "no, MATEMATICA"

Cosa c'è di strano, penserete...

Io: "Ehm...non so se sul curriculum c'era, ma al liceo -SCIENTIFICO- avevo 8 in tutte le materie e 4 in matematica..." (ed il mio pensiero corse alla
professoressa di matematica che, se avesse saputo del mio nuovo ruolo, sarebbe schiattata...dalle risate, forse, ma sarebbe schiattata...e visto che non ho preso il massimo per colpa sua -disse che non capiva la mia
scrittura in una domanda del compito di fisica finale... dopo tre anni che mi conosceva...- un pensierino l'avevo fatto...)

Lui mi guarda sconsolato e allora capisco: sono davvero quello lì dentro che ne capisce di più...e questo è MOOOOOOLTO GRAVE, visto che io non ne capisco una minchia (scusate il francesismo)

Io: "Ehm...guardate, qua si rischia di far peggiorare quelle due più che
farle migliorare...io ci posso pure provare, ma..."
Lui: "Si, si, provaci, provaci"

Iin pratica avevo firmato la mia condanna a morte. Avevo una settimana di tempo prima dell'esame...e non si sapeva su cosa sarebbe stato tale esame, nonchè se saremmo riusciti a fare anche un solo argomento entro allora...E' tutto? Naaah...

Dovete sapere che iinsegnare matematica ad un non vedente è come insegnare ad un cavallo a fare le flessioni... un dramma... poi, a me che uso la memoria
visiva (senza la quale non imparerei nulla) mi viene naturale spiegarla in quel modo...

Andiamo avanti...Mi accompagnano dalle due, già sedute in una stanza che sembrava molto quelle degli interrogatori nelle stazioni di polizia americane. Mancava però lo specchio. Vi prego, non fatemi dire perchè. Comunque, mi danno un libro di matematica (che sapete bene quanto faccia capire le cose...) e mi lasciano carta bianca (!)

Io: "Spe, e l'argomento?"
Un tizio: "Boh, comincia con monomi e polinomi, poi fai te"
Io: "Ehm...ma che devo fare? la teoria o la pratica?"
Lui: "Boh"
Io: "Ehm...e loro come scrivono?"
Lui: "Con le macchine da scrivere braille"
Io: "Ah, wow"

Non sapendo ancora leggere in braille, mi inventai un metodo geniale:  per sapere se facevano giusto, gli facevo leggere la roba che scrivevano...e una volta su due sbagliavano...marò...Il problema era un altro.

Se nella stessa giornata l'autostima era decollata in quanto mi si accostava a due supergnocche e chi lo diceva non era stata pagata dal sottoscritto per dirlo, il fatto che una delle due non vedenti si fosse presa una cotta per me portava a facili battute...

...ed il fatto che la situazione divenne presto potenzialmente MOLTO pericolosa, portava a battute ancora peggiori...

Premessa: quando devo spiegare qualcosa, mi metto nei panni di chi deve imparare. Quindi cerco di rendere le cose quanto più leggere e divertenti possibili, con battute e robe del genere, perchè se credo che se cominci ad annoiare è finita. La tizia non solo interpretò male ciò, ma si attaccò al sottoscritto in modalità cozza.

Ci misi del mio quando, alla esplicita domanda "Sei fidanzato?", incapace di mentire, dissi "No." (pur essendoci quella graaaande simpatia espressa nel
famoso post Sputtanation 2)...non l'avessi mai fatto...

Finito? Macchè.

Il genialoide che mi coinvolse in questa disavventura, dicendo che avremmo dovuto gestire noi gli orari delle "lezioni", mi costrinse a mollare il numero di cellulare alla suddetta. Ancora oggi, ad un anno di distanza,
ricevo degli squilli nell'orario compreso tra le sei del mattino e le due di notte.

Il clou della storia durò sei mesi. Finiscono le lezioni, loro (miracolo! ...o tangente, che ne so...) superano l'esame entrambe e io mi chiedo ancora come...Non mi sono nemmeno bullato di ciò, tanto non ci credevo.

Era finita, finalmente? Macchè (cit.)

La tacchinatrice non la smetteva con gli squilli ma, non calcolandola minimamente (col chiaro intento di "farmi scordare"), speravo di aver risolto tutto. Un giorno stavo nel famoso cortile con dei ragazzi, compresa la
ragazza che mi piaceva parecchio, e passa quella. Vedente o non vedente, l'istinto di buttarmi dentro un cespuglio di rovi per non farmi vedere è stato troppo forte. Comincio così a fare segnali agli altri, onde evitare che mi chiedessero lumi sulla mia mania di protagonismo...o di masochismo,
magari anche facendo il mio nome ed attirando l'attenzione di quella.

Inutile dire che, interpretati i miei segnali, quelli hanno cominciato a farlo apposta.

La tacchinatrice, ispirata da questi vaghi segnali, riconosce la voce della ragazza che mi piaceva e la chiama a sè per dirle una cosa.

Io, incuriosito, faccio cu-cu dai rovi e mi gusto la scena, con uno strano presentimento sulla pelle...che non era solo il principio di tetano...

Nel giro di tre minuti, vedo la ragazza passare da un sorriso di circostanza, ad uno sguardo perplesso, ad un'espressione tipo Urlo di Munch. Finita la confessione, lei viene verso di me, facendomi gesti per farmi alzare. Arrivata a pochi metri, mi fa....

Lei: "Ma che hai combinato?"
Io: "..."
Lei: "Mi fa 'ho conosciuto un ragazzo e mi sono innamorata di lui...' e io le chiedo lui che ne pensasse"
Io: "..."
Lei: "E così mi risponde che pure lui ricambia. Le chiedo come facesse a saperlo e lei mi dice che l'ha...baciata"

In quell'istante penso di aver vissuto un episodio di pre-morte. O la testata data a terra me la sono sognata. Una delle due. Sta di fatto che mi sono sentito la febbre salire in dieci secondi ed un capogiro da paura come ciliegina sulla torta. Già mi immaginavo le voci, i pettegolezzi, le robe sul sottoscritto... Normalmente, dei pettegolezzi me ne frego (specie quando sono veri, ehm ehm)...  Ma quando si cominciano ad inventare robe, per giunta così pericolose, allora le cose sono diverse. Ho passato il weekend successivo senza dormire, pensando a cosa fare.

Alla fine, decido di andare a parlare col direttore, tanto per mettere le mani avanti, per quanto la cosa potesse apparire sospettosa. Quella mattina ero uno straccio, me lo dicevano tutti. Vado dal direttore...non c'era... azz... decido di tornarci dopo un pò quando, tornando nel mio reparto, vedo arrivare una collega tutta sorridente che mi fa "Non sei tu! Parlava di un altro!"

Prima c'era stato l'episodio di pre-morte... Ora quello di ri-nascita. Penso che un innocente, quando viene assolto in tribunale, pensi  e provi la stessa cosa....

Due note finali:

- Non ho mai scoperto se parlasse davvero di me o no... Qualche sospetto ce l'ho... Voglio dire, magari era come diceva la collega, ma la fissa col sottoscritto non se l'è tolta se non dopo tanti mesi... Ma ci tornerò in futuro...

- Il direttore mi manda a chiamare qualche ora dopo, incuriosito su cosa avrei voluto dirgli... "E mò che mi invento" divenne il motto della giornata... Arrivo nel suo ufficio e lui mi guarda.

Lui: "Beh?"
Io: "Uhm...nah, nulla, volevo sapere se quelle due avevano passato l'esame (falso come Giuda)..."
Lui: "Ah, si! Bla bla...bravo bla bla...bla bla...Ah, già che sei qui..."
Io: "ahia..." (sottotitolo: azz)
Lui: "Pensavamo di riutilizzare i vecchi tandem che ci sono nel magazzino."
Io: "...tandem...?"
Lui: "Si: TU davanti e un non vedente dietro"
Io: "..."

...ora, non solo non salivo su una bici da circa 15 anni (cyclette esclusa), ma il tandem sapevo a stento com'è fatto...ma mi era facile immaginare il non vedente di 85 Kg che alla prima curva fa un volo a planare (e io con lui)... che poi, da come ne parlava, pareva che sti tandem fossero pure messi male...donde la  paura del remake fantozziano del salto sul tandem senza sellino...
...
 
...che tuttavia, sarebbe stato l'unico modo per non separarsi dal tandem alla prima caduta...

...

Fortunatamente i tandem se li erano ciulati nottetempo.

...

Giuro, io non c'entro nulla!!

 
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