Il Servizio Civile... (puntata 19) su I'll be...

Il Servizio Civile... (puntata 19)

Post n°53 pubblicato il 12 Marzo 2006 da deracinato

(Puntate precedenti: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18)

Riassunto delle puntate precedenti: dopo essere stato preso per il culo durante il colloquio, il nostro eroe, novello volontario del servizio civile, viene spedito ad un istituto di non vedenti, dove scopre una vocazione vera. Inguaiato nelle più disparate avventure (diventendosi un mondo), a luglio e agosto eccolo nel bel mezzo di una delle più grandi e belle esperienze della sua vita, a tu per tu (tu al quadrato) con i bimbi saharawi e le attività quotidiane con loro...

I BIMBI SAHARAWI - #9
Attività quotidiane: Piscina, profumo di piscin...ehm, puzza di cloro....

E' capitato di andare in piscina...

Uomo della strada: "Vabbè, dai, almeno cambiavate scenario...non sempre il mare..."

Vero. Me l'avessero detto UNA VOLTA con un anticipo superiore ai cinque minuti, però...! Sfiga o casualità, ogni volta che era prevista una gita in piscina, io ero senza costume e vestito nel modo più indisponente del mondo.

Morale della favola? Seduto per tre ore sotto il sole a guardarli divertirsi un mondo.

Che bella scena triste, vero?

Immaginatemi a ferragosto... da solo... in quella situazione...

...si, lo so...

...eh, che posso farci...

...e magari il ferragosto si fosse concluso là... Guidavo la macchina e avevo quattro bambini nel sedile posteriore, nonchè un altro principio di insolazione galoppante. Tornavamo dalla piscina ed è filato tutto liscio per tre quarti d'ora, fino a che, arrivati a destinazione, esattamente davanti al cancello dell'istituto, sento uno strano rumore alle mie spalle... Sembrava, che ne so, acqua in bottiglia che viene agitata... o uno che beveva...

Si, magari...

Tempo tre secondi, giusto il tempo di ricordare che nessuno lì dentro aveva bottiglie di liquido ingeribile e digeribile, con la coda dell'occhio vedo arrivare un getto di vomito (!) ad alta pressione che mi sfiora e va a finire sul cruscotto della macchina (!)

Mi giro e vedo una scena tipo "l'Esorcista" e/o "Riposseduta", con uno di loro che vomitava per tutta la macchina... ma non a testa bassa, a testa alta e con i getti che gli uscivano in un modo che...BLEAH! Non pensavo si potesse fare una cosa del genere in realtà! E' contro le leggi della fisica e della gravità! Pareva uno di quegli irrigatori che escono fuori dal prato (parlerò anche di quello in seguito)!

In tutto questo, come pensate si fosse vestito il genio del mondo (io) quel giorno? Proprio così: camicia bianca.

Mi rannicchio così tutto a sinistra del lato guidatore, come a voler leccare il finestrino e prego che nessuno di quei getti mi raggiunga. In tutto questo urlavo io in arabo per dire di farlo scendere, già che eravamo fermi e pure arrivati. Peccato che le mie urla in arabo non corrispondessero a nessuna parola esistente, ma fossero solo un mix tra isteria, nervosismo e l'idea dello sguardo di mia madre una volta vista la mia camicia. Ma ero troppo pessimista per questo universo.

Non ci crederete.

Non una macchia.

Scendo dalla macchina commosso, con la stessa espressione incredula di chi è scampato ad un incidente aereo. Vado dall'accompagnatore dei bimbi e riferisco l'accaduto, per sentirmi dire che, secondo lui, quello aveva bevuto un pò troppa acqua in piscina... mannò! Io davo la colpa alle macchie solari, pensa te. Intanto l'auto faceva schifo per davvero ma, senza dire una parola, la squadra del pit-stop si è rimessa all'opera e -d'accordo- ha tolto il vomito facendolo assorbire dal sedile posteriore, però la buona volontà c'era.

E comunque la macchina non era mia, eh eh eh.

Saliamo in camera loro e passiamo il resto del pomeriggio là. Qualche partita (umiliante, al solito) a biliardino, solite occhiate compiaciute alla camicia bianca immacolata (e miracolata) e poi, giusto cinque minuti prima di andare via, è l'ora di merenda. Uao, pane e nutella oggi. Toh, ora di andar...

Sento avvicinarsi qualcuno alle mie spalle e, prima che possa fare qualunque cosa, mi ritrovo il bimbo protagonista del vomito suddetto, nonchè ipovedente, che mi cinge la vita, tenendo stretto sia me...

...che il panino alla nutella della sua merenda, mezzo mangiato e che ora stava facendo la conoscenza con la mia camicia bianca, precedentemente immacolata e non più sufficientemente miracolata...

[continua]

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