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BARBER SHOP MADNESS (una storia molto lunga e molto fashion) 

Post n°88 pubblicato il 29 Marzo 2006 da deracinato
 
Foto di deracinato

Tre settimane fa prendo una decisione: basta barbieri qualunque, stavolta mi voglio fare un taglio troppo cazzuto. Insomma, uno di quelli che non fanno pensare a chi ti incontra per strada "Ma...ti sei tagliato i capelli da solo con delle forbici arrugginite?" ...o che te lo fanno pensare... non lo so, fate voi.
 
Aspetto qualche tempo per far si che i capelli si allungassero, fino ad arrivare al punto di avere in testa una specie di cespuglio alla Caparezza ma di certo meno definito e curato, basette tipo il commissario Basettoni e, già che c'ero non mi sono nemmeno rasato (la ceretta si, però...ops, questo non dovevo dirlo) perchè così almeno l'aspetto da barbone era completo e quantomeno, quando incontravo persone, potevo dare la colpa all'alcol (!). Capitemi, fossi stato rasato, avrei fatto ridere (mentre così...vabbè...).
 
Il perchè è presto detto: avrei dato più materiale umano (o capelluto) all'artista che avrebbe dovuto modellarmi la crapa.
 
Oggi è stato il grande giorno. Al motto di "bando ai soldi, anche se devo pagare per farmi togliere qualcosa" la scelta dell'artista cade sul barbiere più caro della città, uno che s'è piazzato in pieno centro, pagherà un affitto allucinante e ha il listino prezzi che pare una gioielleria appeso fuori, tanto per scoraggiare le persone ad entrarci.
 
In compenso l'insegna fuori è straordinaria:
 
JEAN PAUL BLA BLA BLA
PARIGI - LONDRA - MADRID - TOKYO - NEW YORK - MELBOURNE - LOS ANGELES - PALERMO
 
Che è? "Scopri l'intruso"? Sperando fossero le città che ha visitato e non un atto di paraculismo estremo, busso.
 
Mi apre il Maestro, vestito di tutto punto, giacca, cravatta e fazzoletto fashion che fa molto tendeshion nel taschino compresi.
 
il Maestro: "Che desidera?"
 
Chissà! Mah, guarda, non lo so... la pace nel mondo, forse. Trattenendomi dal rispondere "Anzi no, due etti di cotto senza conservanti e una mozzarella di bufala, ma solo se è fresca", mi butto sul classico.
 
Io: "Ehm...tagliarmi i capelli....?"
 
Il Maestro mi fa togliere la giacca e la posa personalmente nello spogliatoio adiacente. Usando persino una gruccia! Wow, uno deve fare un mutuo per farsi tagliare i capelli qua, ma almeno il servizio è eccellente. Uno degli ultimi barbieri dove sono stato (ne cambio uno ogni due mesi nel vano tentativo di trovarne uno decente) l'aveva gettata dalla finestra, confondendosi con la sigaretta che aveva nell'altra mano.
 
Dopo lo shampoo, mi accomodo sulla sedia molto chic e troppo choc per la schiena. Ma, tant'è, l'importante era il Maestro e la sua abilità, la scoliosi era un effetto collaterale accettabile per un taglio all'ultimo grido, come quelli di Parigi, New York, Londra e compagnia bella.
 
il Maestro: "Come lo vuole il taglio?"
 
Sentendomi un pò il Signor Bobbitt (ma forse ero impressionato dall'idea di "taglio troppo cazzuto", ehm), vado ancora sul classico.
 
Io: "Mmm...guardi, per ora per me sono lunghi (ricordo il look Caparezza)... e vorrei pure cambiare taglio, diciamo qualcosa di moderno, un pò spettinato. Ha presente, no?"
 
Cioè, *IO* vado a...anzi, OSO chiedere al Maestro se aveva presente?! Ma che, scherziamo??
 
Piccola premessa sulla scelta del look "spettinato". L'anno scorso sono andato dal suddetto barbiere della sigaretta, chiedendo la stessa cosa: look spettinato. Un'ora dopo uscivo da là tipo...mmm... che ne so... avete presente il tappetino per pulirsi le scarpe che c'è in ogni portone di un palazzo? Ecco, la consistenza dei capelli era quella. Una specie di pettinatura afro (cosa che potrebbe far cappottare chi mi conosce alla sola idea) fatta da uno con tanti tic nervosi e notevoli problemi di vista. Ora, figlio mio, t'avevo chiesto un look spettinato, non uno che non si potesse pettinare nemmeno!
 
Memore di quella esperienza e delle due settimane passate chiuso in casa perchè avevo paura di farmi vedere, ero un pò timoroso ad usare le stesse parole oggi ma... beh... capitemi... il Maestro è il Maestro.
 
il Maestro (in tono puntiglioso): "Si, OVVIO che li farò spettinati ma...come lunghezza? Così? Così? Così?"
 
Gli dico che li volevo "così" e lui si mette a tagliare. Già dalla prima forbiciata avevo capito che finalmente era quello buono.
 
Dopo due zac, prende la macchinetta. Gli monta sopra una roba di silicone con la forma preoccupante di un vibratore (fortuna che ero seduto, non si sa mai) e, partendo dall'orecchio sinistro, con l'intento di proseguire poi lungo la nuca fino all'orecchio destro, si mette a tagliare i capelli in eccesso.
 
Era arrivato proprio alla nuca, quindi a metà strada, quando...
 
Vrrrrrrrrrrrrrrrrr.....
Vrrrrrrrrrrrrrrrrr.....
Vrrrrrrrrrrrrrrrrr.....
Vrrrrrrrrrrrrrrrrr....
Vrrrrrrrrrrrrrrrrr....
Vrrrrrrrrrrrrrrrrr....
 
*plop*
 
il Maestro: "Uhm...
 
Io: "Uh?"
 
il Maestro: "Ehm...s'è scaricata la batteria..."
 
A metà lavoro?!? Così, mentre il Maestro metteva sotto carica il cellulare, ricordandosi cinque minuti dopo di mettere sotto carica pure la macchinetta per i capelli (!), io mi ritrovavo con metà testa tipo Joey Tempest degli Europe e metà tipo naziskin frustrato.
 
Dall'occhio splendente del Maestro ho capito che quella sarà la nuova tendenza del 2007 e che la brevetterà a mia insaputa.
 
Dall'occhio omicida mio, il maestro ha capito che o si spicciava a caricare la macchinetta o l'avrei usata in modo non convenzionale sul suo corpo. Da spenta o accesa poco cambiava.
 
Intanto lui fa il resto... zac qua... zac là... e mi domandavo solo una cosa: ma perchè m'aveva messo una specie di sacchetto del supermercato (brandizzato e molto fashion, ovvio) solo DAVANTI, a mò di bavaglino, mentre dietro sentivo i capelli bagnati che mi entravano allegramente dentro la camicia???
 
Quasi pronto a riprendere la macchinetta (che in quei tre minuti eravamo entrambi certi avesse recuperato TUTTA la sua carica...), decide che è ora di pulirmi un pò la faccia dai capelli, evitando che quella seduta accanto continuasse a scambiarmi per l'uomo lupo. Prende il pennellino e...PUF! Nell'occhio! 'a stronzo!! PUF! Stavolta mi stacca un orecchio. Insomma, con la delicatezza di un ippopotamo molto fashion, mi toglie i capelli ma mi graffia pure la faccia. Migliorandola, ovvio.
 
Riprende la macchinetta...
 
Vrrrrrrrrrrrrrrrrr.... 
Vrrrrrrrrrrrrrrrrr....
 
Vi risparmio il resto. Diciamo che se avesse finito il lavoro a morsi avrebbe fatto prima (e meglio). Risultato: m'aveva quasi rasato tutto attorno e al centro aveva lasciato i capelli lunghi quanto quando ero entrato nel suo negozio molto fashion. In pratica ero un anti-monachello, ossia con i lati quasi rasati e la cresta altissima centrale (contrariamente al monachello, che ha la pelata al centro e i capelli lunghi ai lati).
 
Vabbè, penso, ancora il Maestro non ha finito. Figuriamoci, questo era solo l'inizio. Dovrò stare qui almeno altre due ore, mentre lui dà sfoggio alla sua arte mistica... e comunque deve ancora asciugarmi i capelli, che sennò la cervicale si mette a ululare...
 
Ecco quanto successo nei TRENTA SECONDI successivi:
 
- Il Maestro posa le forbici e prende il gel
- INCAZZATO NERO (non c'erano altre spiegazioni alla sua violenza) comincia a percuotermi la crapa, dandomi pizze in faccia e shakerando quando bastava per fare un ottimo cocktail di neuroni, nonchè facendomi dire addio alla cervicale.
- Io tenevo gli occhi chiusi, non avevo il coraggio di assistere alla tortura molto fashion...però ero fiducioso.
- come appena sceso dalle montagne russe, apro gli occhi e...
 
Dunque, come spiegarlo senza mostrare una foto (che ho, ma solo ad imperitura memoria della mia scelta fashion di andare da lui)?
 
In pratica era come se avessi una bistecca di capelli (eh, che proprietà di linguaggio...ma è per farvi capire la forma) attaccata alla fronte, una specie di cerchio tipo bersaglio che partiva dall'attaccatura dei capelli e finiva sulle sopracciglia. E nemmeno, visto che almeno la bistecca ha dei contorni definiti, mentre quello mio era una specie di blob informe (che però il Maestro ha ritoccato più e più volte prima di farmi alzare) e spelacchiato, tipo gatto morto gettato da un cavalcavia che ti impatta contro la faccia mentre guidi la tua decappottabile.
 
La testa di lego all'inizio non riesce a spiegare il capolavoro, ma un minimo d'idea può renderla.
 
Io: "..."
 
Mi alzo.
 
il Maestro: "No, un attimo!"
 
Io: "Aaaaah, dicevo io...Eh, vede, mi stavo preoccup..."
 
il Maestro: "Le faccio vedere dietro."
 
Io: "...!!"
 
Prende lo specchio e mi fa vedere il dietro, profilo destro, profilo sinistro e un bel sorriso per voi (cit. cortellesiana). E questo è il look spettinato?!?! Maddechè?!? Questo è il look sanatorio post elettroshock e otto settimane di isolamento (per quanto molto fashion), semmai! Pure quando mi sveglio la mattina ho i capelli più presentabili!!! E non è un'esagerazione, è proprio così! E non me li ha asciugati nemmeno (la cervicale, già defunta un paio di volte, era là che cantava la Marsigliese in allegria)!
 
Pago, piangendo sangue per la commozione (e altro) prendo un biglietto da visita (che userò per qualche rito voodoo), saluto il Maestro, ormai annoverato tra i miei miti di sempre, e esco.

La signora che stava prendendo i soldi dal bancomat là accanto mi prende per scippatore alla "Mary Per Sempre" e scappa. Io, mortificato, corro verso la macchina ma, dicevo prima, ad imperitura memoria, mi faccio una foto col cellulare, quantomeno per compensare il dramma tricotico con il
mitico QUACK motoroliano.
 
Entrato in macchina capisco il significato di "taglio all'ultimo grido": non volevo fare altro che urlare!
 
Solo dopo mi sono accorto quanto fosse molto fashion...
 
...indossare un berretto, coprendo tutto.

 
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