Alla sera

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate

 

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Messaggi di Giugno 2007

La notte

Post n°343 pubblicato il 30 Giugno 2007 da mestesso69
 

Ogni mattina, lo stesso percorso…tangenziale,un po’ di autostrada e poi giu’ nel traffico caotico della citta’. Ogni mattina vedo centinaia di persone, le stesse, che sfrecciano veloci al mio cospetto,chi in auto, chi a piedi con passi pesanti…solo il tempo sembra cambiare…le tiepide primavere lasciano il posto ad afose estati e poi via giu’ per il tunnel verso il gelido inverno per poi iniziare nuovamente la risalita.

Ogni mattina scendo dalla mia auto e mi infilo in questo buco d'ufficio, tra mail, telefonate e riunioni interminabili si fa mezzogiorno, Bruna, la mia segretaria, oramai non chiede nemmeno più cosa voglio per pranzo, sempre uguale, con lo stesso sapore, gli stessi colori.Una veloce pausa e poi mi rituffo nel lavoro…solite riunioni, solite mail, solite telefonate.

Poi il pomeriggio lascia spazio alla notte ed io riprendo l'auto e ritorno a casa,rifaccio lo stesso percorso ed e’ come se il tempo andasse all'indietro e tutto torna uguale, la gente, le automobili…

La notte, la sola che valga la pena di vivere, avrò fatto bene ad investire tanto nei miei sogni? Altri vivono meglio di giorno… io no, sono anni che mi accontento dello stesso ufficetto di giorno per permettermi sogni da favola durante la notte..

Di tanto in tanto, imprevedibilmente qualcosa cambia, magari è solo una giornata di pioggia in pieno luglio o un oliva in più nell'imbottitura del panino, magari e’ una vacanza al caldo dei carabi, sentire il rumore del mare, immergermi in acqua, magari e’ una trasferta di lavoro in qualche parte remota del mondo…ma non e’ nulla al confronto della notte. Perché la notte si che è una goduria, una avventura dietro l'altra, tanto, se tutta la vita deve essere un sogno allora è meglio che a sognare si sogni di notte!

Perche’ ogni notte non e’ mai la stessa notte…ogni notte e’ unica…proprio come la prima notte con Lei 

Due corpi distesi su un lenzuolo bianco come la neve.Mani,labbra e lingue che si cercano, corpi che appaiono e scompaiono tra le pieghe del copriletto giallo.Corpi che tentano di diventare una cosa sola.Io non sono piu’ io, Lei non e’ piu’ Lei, insieme diventiamo noi e il tempo magicamente si ferma.
I gemiti, i respiri profondi sempre piu’ affannati,i battiti cardiaci che accellerano in una folle corsa lasciano spazio al silenzio.Il silenzio di un orgasmo dove puoi ascoltare mille voci.

Sono solo stanotte,non e’ una novita’, gli occhi sbarrati che imparano a memoria il soffitto.

L'alone azzurrino della luce sulla strada, scaccia le ombre minacciose, allontana i fantasmi che avanzano con un lento movimento a spirale, cercando di ghermire il mio coraggio.
Da tempo non accetto l'abbraccio del buio, il mio corpo si ribella alla mancanza di volumi, a quella liquida irrealtà nera e uniforme.Penso a Lei e mi abbandono al piu’ bello dei sogni.Mi piace la notte...

 
 
 

Luna piena

Post n°342 pubblicato il 30 Giugno 2007 da mestesso69

C’e’ una luna meravigliosa in questo cielo di fine Giugno…unica come solo poche cose possono esserlo.Si specchia civettuola sul mare e si lascia ammirare in tutta la sua bellezza.E’ un perfetto sfondo su cui portare in scena una notte d’amore…e’ una perfetta melodia su cui scrivere parole romantiche che sgorgano dall’anima.Non riesce a non guardarla.E cosi’ esce sul balcone in compagnia di una marlboro.Lei lo attende di la’, sul letto.
E’ ormai estate…e’ tempo di vacanze…un numero imprecisato di persone passa sotto le sue finestre.Trascinano valigie e borsoni per i marciapiedi.Sui loro volti e’dipinta la soddisfazione di aver raggiunto la meta turistica prescelta.Nei loro occhi la voglia di tuffarsi al piu’ presto nel mare.Nel cuore la speranza di dimenticare per qualche giorno gli affanni della vita e la frenesia del lavoro.Conosce quelle espressioni…sono state le sue in passato…ora non piu’.Ha viaggiato per undici anni in lungo e in largo senza mai una sosta…una parte di vita da precario…
Ha avuto modo di incontrare sempre nuove realta’ che lo hanno arricchito perche’ conoscere un luogo e’ un po’ come conoscere una persona…ma adesso e’ stanco, non ha piu’ voglia di vagabondare…vorrebbe fermarsi per rifiatare, per illudersi di aver trovato un luogo da chiamare casa.Quando era giunto li’ era convinto che quello fosse il suo ultimo trasloco o forse, semplicemente ci sperava.
Termina la sigaretta ma i pensieri continuano a volteggiare nella sua mente.Non e’ capace di non dire quello che pensa, o almeno non e’ capace di farlo con chi stima e ama.Non e’ la serata giusta…non ha senso rovinare una simile atmosfera…ma una sera vale l’altra…ogni sera non sarebbe mai quella giusta per quello che ha da dire.Ritorna in camera.Lo stomaco aggrovigliato.
”Alla fine dell’estate andro’ via, ci sono buone probabilita’ che accetti il trasferimento in Brasile.Volevo che lo sapessi” le dice con lo sguardo fermo e le gambe tremolanti.
Gli hanno fatto un’offerta economica a cui e’ difficile dire di no, gli hanno proposto di andare a lavorare in uno dei luoghi piu’ belli che abbia mai visto, un luogo dove perdersi cosi’ come desidera.

Non ha futuro li’…ha solo un passato pesante e doloroso contro cui combattere.L’unica cosa che possiede e’ il suo lavoro perche’ e’ ben coscio che da lui si va soltanto via.

Lei resta immobile sul letto come si fosse pietrificata.Nessuna emozione…nessuna risposta…solo silenzio.Ripensa a tutti i sogni che si e’ portata dentro…rivive i pesi che ha dovuto trascinare.
Spera di aver sentito male, di essersi sbagliata ma le lacrime che vede scendere dal suo viso sono un’ulteriore conferma a cio’ che ha udito.Attende altre parole, le elemosina come un mendicante all’angolo della strada ma il piattino resta senza monete.Non ci sono parole in questi momenti…lui sa perfettamente la delusione che lei sta sperimentando sulla sua pelle ma e’ altrettanto conscio che lei lo seguira’ cosi’ come ha sempre fatto.Ritorna sul balcone.Osserva la sua amarezza salire con il fumo verso le stelle. La abbandona in quella camera.E' vuota come mai lo e’ stata.
Prima di andare a dormire la riporra’ dentro all’armadio insieme alle altre valigie.C’e’ tempo…ancora molto tempo prima di rifarla...ci sono ancora tre lune piene in cui tutto puo' succedere.

 
 
 

Manichini

Post n°341 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mestesso69
 

Mi osservo trascinare stancamente  me stesso attraverso le vetrine luccicanti del centro.Manichini elegantemente vestiti fanno sfoggio della propria bellezza e mi osservano con compassione.Non sono abituati a vedermi girovagare in questo modo. Mi accendo una sigaretta, l’ennesima della giornata e osservo le volute di fumo mentre si alzano verso il cielo sereno e svaniscono nel nulla.Non so che fare…mi sento perso…un vagabondo per le vie della vita…non ho alcuna meta, non ho alcun interesse se non stare con Lei.

Uno di loro addirittura mi sorride e mi invita a fermarmi

“Come stai amico mio?Ti vedo strano…dove e’ tutta la sicurezza che ostentavi fino a poco tempo fa’? Dove sono quel sorriso beffardo e quello sguardo gelido e distaccato con cui ammiravi il mondo? ” mi chiede per cortesia pur gia’ sapendo la risposta

“ Bene grazie…sono felice” rispondo

“Male grazie…sono un po’ triste” forse dovrei rispondere

“ Stupendamente male…gioiosamente infelice” sarebbe la risposta giusta ma difficile da spiegare.

Cosa potrebbe capire lui?Che ne sa d'amore lui?

Ed io che ne so? Fino a poco tempo fa’ ero convinto che l’amore non esistesse…fosse un qualcosa da ricercare solo per crearsi un’illusione cosi’ come la felicita’.Piccoli espedienti per credere che la vita possa riservare cose meravigliose per cui valga la pena viverla…

In realta’ mi sbagliavo…ora ne sono certo.

Ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio cammino l’amore vero…quello immaginato da scrittori e poeti…quello che fa bene…quello che fa male…

Cosi’ mi fermo per un poco ,gli spiego pazientemente come mi sento

“Sai che mi sei piu’ simpatico adesso….anche se prima eri molto piu’ simile a me” mi dice

Annuisco, sorrido e poi proseguo.

Entro in un bar, ordino un caffe’ anche se non mi va ma che altro ho da fare? Nulla.

Come sono lunghe le giornate senza di Lei; sembra che il tempo si diverta con me tirando il freno a mano dei minuti e delle ore e giochi al gatto con il topo con me.

Mi siedo al tavolino, intorno a me molta gente che ride, si diverte, si bacia…beati loro sembrano felici.Forse perche’ possono vivere il loro amore…forse perche’ non conoscono quel sentimento nel vero senso del termine.

..e si vaga,come barboni ubriachi e soli,lungo le quotidiane strade della vita..L'altrui felicità ci ferisce il cuore con dolorose stilettate di nostalgia...L'altrui fortunata possibilità d'amare alla luce del sole ci indigna profondamente  e ci fa recitare il ruolo di vittime del destino...

Ci manca un'ala...e come potremmo volare tra le strade addobbate di vetrine,tra il chiacchiericcio vuoto della gente perbene,tra l'ovattata atmosfera di una domenica pomeriggio,senza colui che amiamo?

Rastrelliamo briciole di ricordi e li cospargiamo attorno a noi,tracciamo uno spazio tutto nostro,appendiamo la scritta "Occupato" alla porta del cuore....Amiamo...Null'altro.....

Aspetto la mia ordinazione e gioco con i miei ricordi.

Avevo quindici anni…era un inizio primavera come tanti altri, il caldo mi suggeriva di andare in spiaggia per godermi i primi raggi di sole della stagione ma invece decisi di andare a casa dei miei nonni.Erano due settimane che non li vedevo e sentivo il bisogno di fare quattro chiacchere con lui.

Avvertii gli amici e salito sulla mia moto mi diressi verso la loro casa.

L’unica casa che sentivo veramente come mia.

“House is not always a home” dice una famosa canzone di uno dei miei complessi preferiti.

E’ proprio vero…ho abitato in molti appartamenti in vita mia ma nessuna di queste e’ mai stata mia.Sono sempre stato un ospite…quasi un estraneo…

Dai miei nonni no…li’ mi sono sempre sentito a mio agio e ho sempre potuto essere me stesso senza nessun obbligo di indossare alcuna maschera.Tutte le volte che varcavo quella soglia pensavo tra me e me che quel luogo era l’unico posto dove avrei potuto esistere completamente.

Mi ero seduto al tavolo verde in formica , le gambe accavallate e la schiena ben poggiata sullo schienale.Di fronte a me lui…il mio migliore amico, il mio vero padre, il mio maestro, il mio punto di riferimento…mio nonno.

Era intento a leggere un libretto di un’opera…la madame Butterfly…mi sembra.Lo vedevo immerso nelle parole mentre i suoi occhi si inumidivano per l’emozione.Sapevo che in quel momento la sua mente stava sentendo  le voci e l’orchestra e cosi’ mi accomodai con lui nelle prime file del teatro.Alla fine del primo atto uscimmo fuori e iniziammo a parlare.

“Cucciolo mio abbi cura di te, rispettati e amati perche’ un giorno tu incontrerai una splendida donna e dovrai donarle l’immenso tesoro che e’ dentro di te” mi disse al termine della lunga chiacchierata.

Io sorrisi a quella frase…ero troppo ingenuo per poter capire cosa volesse dire allora…lo abbracciai e feci ritorno a casa.

Furono le sue ultime parole perche’ qualche giorno dopo lui mi lascio’ all’improvviso…se ne ando’ in punta di piedi cosi’ come aveva sempre vissuto…un protagonista della vita che non si divertiva a fare la star.

Adesso quelle parole risuonano in modo diverso alle mie orecchie…adesso capisco cosa mi volesse dire…troppo tardi pero'...

 
 
 

Brividi

Post n°340 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mestesso69

Vivere
come gli amori impossibili
siamo rimasti noi a illuderci
e cadiamo come petali
piangere
e già sentirsi invisibili
ed ogni volta un po' più liberi
da questa realtà
E come un cerchio nell'acqua
si perde nel mare
tutta la vita ora e' dietro di me
e' un amore
che fa venire i brividi
e che ci rende nostalgici
simili ai versi di una poesia
e a qualsiasi pazzia
E come un cerchio nell'acqua
si perde nel mare
tutta la vita ora e' dietro di me
e' un amore
che fa venire i brividi
che ci sorride umiliandoci
e non ha mai parole ne' pietà
non ha fondo e non ha limiti
vivere
non resta altro da far sai
che camminare e non fermarsi mai
tanto di strada ce n'e'
c'e' tutto un mondo
fuori e dentro
di me

 
 
 

La bicicletta

Post n°339 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mestesso69
 

Arrivo a casa mentre la citta’ inizia a svegliarsi.Le prime autovetture sbadigliano da sotto i cofani e con fare remissivo assecondano i voleri dei rispettivi proprietari, i primi clacson iniziano a squarciare il religioso silenzio della notte.
Mi siedo sulla poltrona della scrivania e osservo il mondo dall’alto.Guardo le persone camminare sul marciapiede.Una…due….tante.Tra poco diventeranno una folla e ogni singolo individuo si perdera’ in una marea umana.

Chissa’ cosa penseranno? Non so ma a volte mi piacerebbe saperlo…sarebbe molto comodo per il lavoro che faccio.
Sono stanco,vorrei rannicchiarmi in un angolo e concedermi il lusso di non pensare.
Vorrei chiudere gli occhi e dormire, dormire, dormire.Fino a quando svegliandomi il tempo mi regalasse col suo trascorrere.solo uno sbiadito ricordo di questo giorno ancora tutto da esplorare, ancora tutto da vivere senza di Lei.
Amo il silenzio…ho bisogno di un po’ di silenzio per poter ascoltare i suoni intorno a me.Sento il bisogno di chiudere gli occhi e dipingere con colori sgargianti il buio intorno a me Allungo le mani nella speranza di trovare un qualcosa nel nulla intorno a me.

Mi accendo una sigaretta nella speranza di coprire con il suo aroma l’amaro in bocca con cui devo convivere da ormai troppo tempo.Inutile…troppo forte la mancanza di Lei. Provero’ a scrivere…ecco si forse tenendo occupata la mente la sua immagine non mi perseguitera’ e cosa scrivo? Scrivo di Lei.
Non ricordo con esattezza quando l’ho conosciuta…ho provato e riprovato a spremermi le meningi per trovare una risposta a questa domanda che mi ha assillato per molto tempo.Lei e’ come se fosse apparsa dal nulla in un luogo senza tempo, quasi come un fantasma.E’ arrivata all’improvviso come un soffio di vento e mi ha parlato…ci siamo scambiati quattro parole ed e’ stato come se ci conoscessimo da sempre, come se avessimo vissuto mille e piu’ vite passate insieme.
Eppure io l’avevo gia’ vista quando ero un bambino…

Per Angela i pomeriggi d'agosto erano lunghi e noiosi da trascorrere nel cortile della grande casa colonica dei nonni ,specie se a farle compagnia c'era sua cugina Adelaide...Erano cosi’ diverse le due bambine che i parenti stentavano a farle coetanee ,tanto erano dissimili.Entrambe avevano dieci anni ma le somiglianze si fermavano qui,perche’ per il resto erano diversissime.Angela era alta come un pino marittimo e magra come un manico di scopa,piatta come una tavola da stiro e scialba come il fondo di una padella.Gli occhiali le conferivano uno sguardo da pesce lesso e la macchinetta ai denti la sottoponeva a umilianti remissioni di sorrisi,pena lo scherno generale.Il naso un po’ troppo lungo,le orecchie a sventola e i capelli indomabilmente ricci completavano il quadro generale della fanciulla.La sua mamma la vestiva come un quadro antico e goffa com'era camminava senza badare troppo alle movenze femminili.Adelaide,invece ,era una piccola perla di donnina:altezza media,proporzionata,ben fatta,occhi da cerbiatta,una fila di dentini allineati,nasino piccolo e orecchie incollate alla testa,capelli lunghi e morbidamente appoggiati sulle spalle,trucco leggero stile Debby,vestitini da piccola donna...Quel che si dice una bella e brava bambina..
Quel giorno Angela era riuscita a coinvolgere la cuginetta nel suo gioco preferito: catturare lucertole e privarle delle code.Adelaide strillava a destra e a manca non appena Angela le porgeva la lucertola da "scodare" ma s'era mestamente piegata all'ingrato compito di contare le codine mozzate su un piatto di plastica pur di toccarne mezza.
La voce dell'anziana nonna le richiamo’ entrambe,era agitata e cercava di sedare con la sua dolcezza la voce stridula della madre di Adelaide che diceva :"Vedremo...vedremo chi delle due si sposera’ prima...se la tua Angela o la mia Adelaide...E' talmente brutta tua figlia che nessuno se la prendera’ in moglie"...All'udire quelle parole le due bambine si guardarono per un attimo e capirono solo allora di essere diverse.Fino ad allora non avevano mai pensato di esserlo...La madre di Angela disse qualcosa ,ma qualcosa di cosi poco importante che Angela neppure capi’, tanto era presa dalla frase maledizione della zia....

Io ero la’ a pochi metri da loro, invisibile al loro sguardo.Stavo giocando con la mia bicicletta lungo le stradine del paese, correvo su e giu’ immaginando di essere un poliziotto in sella alla propria moto sulle autostrade americane.L’avevo vista con la coda dell’occhio e il cuore aveva iniziato a battere forte forte.Non sapevo cosa fosse questa strana sensazione, solo molti anni dopo capii che si trattava di una cotta, della mia prima cotta per una ragazza ma sentii il bisogno di fermarmi e di contemplarla attentamente per fissare nella mia mente la sua immagine.Fui spettatore involontario di tutta la scena…udii quelle parole provenire dalla finestra della casa…vidi quella ragazza esile con gli occhi lucidi ma non feci nulla.
Sbagliai…ora me ne rendo conto…avrei dovuto seguire il mio istinto che mi spingeva a saltare oltre la siepe di lauro profumato, a correre da lei e a urlare alla volta della finestra
"La prendo io…Voglio io Angela.Mi prendero’ cura di lei per sempre"
Invece raccolsi la mia bicicletta da terra e iniziai a pedalare come un forsennato con un mare di lacrime negli occhiignaro che avrei pedalato per tutta la vita.

 
 
 

Cade la pioggia

Post n°338 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mestesso69

Cade la pioggia e tutto lava
cancella le mie stesse ossa
Cade la pioggia e tutto casca
e scivolo sull’acqua sporca
Si, ma a te che importa poi
rinfrescati se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca
Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo e
non sa di noi
non sa di noi
non sa di noi
Cade la pioggia e tutto tace
lo vedi sento anch’io la pace
Cade la pioggia e questa pace
è solo acqua sporca e brace
c’è aria fredda intorno a noi
abbracciami se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca
Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo
E dimmi a che serve sperare
se piove e non senti dolore
come questa mia pelle che muore
e che cambia colore
che cambia l’odore
Tu dimmi poi che senso ha ora piangere
piangere addosso a me
che non so difendere questa mia brutta pelle
così sporca
tanto sporca
come sporca
questa pioggia sporca
Si ma tu non difendermi adesso
tu non difendermi adesso
tu non difendermi
piuttosto torna a fango si ma torna
E dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione non muore
ma cambia colore
tu fammi sperare
che piove e senti pure l’odore
di questa mia pelle che bianca
e non vuole il colore
non vuole il colore
no..
no..
La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
scrivi tu la fine
io sono pronto
non voglio stare sulla soglia della nostra vita
guardare che è finita
nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi
e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi
la strada che noi abbiamo fatto insieme
c’è tanto sulla pietra il nostro seme
a ucciderci a ogni notte con rabbia
gocce di pioggia calde sulla sabbia
amore, amore mio
questa passione passata come fame ad un leone
dopo che ha divorato la sua preda e abbandonato le ossa agli avvoltoi
tu non ricordi ma eravamo noi
noi due abbracciati fermi nella pioggia
mentre tutti correvano al riparo
e il nostro amore è polvere da sparo
è solo un battito di cuore
e il lampo illumina senza rumore
e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
ma scrivi tu la fine
io sono pronto

 
 
 

Sogni e incubi

Post n°337 pubblicato il 28 Giugno 2007 da mestesso69
 

Ho sempre creduto nei sogni fin da bambino…

Andavo da mio nonno tutti i fine settimana.La cosa non e’ che mi piacesse molto visto che ero costretto a salutare gli amici e ad invidiarli perche’ loro avrebbero potuto giocare tutto il sabato e la domenica insieme nel cortile di casa mentre io ero a quindici chilometri da loro e mi sentivo lontano anni luce dalla mia quotidianita’…ero solo un bambino, un bambino di quarta elementare.Passavo le giornate a rimpiangere quello che stavo perdendo…una partita a calcio, un giro in bici…ma alla sera questo mio malessere magicamente spariva.
Non appena arrivava il buio, mio nonno era solito portarmi fuori sul terrazzo ,accogliermi sulle sue ginocchia e spiegarmi le varie costellazioni che riuscivamo ad intravedere da quella postazione.Mi insegnava a guardare il cielo, a riconoscere le stelle, a immaginare i disegni piu’ svariati che potevano risultare unendo quei vari punti luminosi, a lasciarmi andare sulle ali dei sogni e della fantasia.
Ricordo la delusione che ho provato la prima volta che il cielo era pieno di nubi cariche di pioggia…avevo le lacrime agli occhi.
Lui mi prese in braccio lo stesso e inizio’ a raccontarmi le storie di quando era ragazzo, del paese dove era cresciuto, dei suoi personaggi. Erano racconti colmi di nostalgia, di sorrisi e colori, piccole stelle lucenti in un cielo oscurato dalla guerra e dalla poverta’.
Riusci’ in un certo senso ad insegnarmi di guardare oltre le nuvole.
Una di quelle sere piovose, davanti a un bicchiere di vino, mi racconto’ la storia di Pino.
Pino era ricco di famiglia, aveva potuto studiare ed era diventato un veterinario…il veterinario per meglio dire.
Alla fine del racconto ricordo di essermi ripromesso di fare lo stesso lavora una volta diventato grande.
In un’altra occasione conobbi la storia di Antonio.
Non era un Messia, non predicava, né insegnava come vivere la vita.
Aveva soltanto un piccolo palcoscenico, poche assi di legno su tubolari da impalcatura.
Viaggiava portato da un vecchio pulmino che era in fondo la sua casa.
Di paese in paese, allestiva il suo spettacolo.
Né manifesti, né volantini, solo un altoparlante, un microfono e una sorta di lenta processione per le vie della citta’.
Cosi’ richiamava il suo pubblico, cosi’ si esibiva l'ultimo dei cantastorie.
Nell'era della radio, lui conservava e diffondeva i racconti che erano stati di suo nonno e del suo bisnonno.
Storie di eroi che combattevano guerre sanguinose, che amavano donne coraggiose e fiere, che partivano per lunghi viaggi in luoghi fuori dal tempo.
Aveva una voce pastosa, cosi’ rotonda da abbracciare gli astanti e trasportarli con lui nei lontani universi delle favole.
Regalava per pochi spiccioli momenti di impareggiabile rapimento.
Faceva sentire chi gli stava intorno un soldato di ventura, un condottiero coraggioso, uno spadaccino mirabile.
Viveva di parole, erano il suo mestiere, ma non solo.
Erano per lui nutrimento dell'anima, ragione di esistere e volonta’ di andare avanti in un mondo ostile.
Quando lo scoramento si faceva strada nella sua mente, gli bastava guardare quel pubblico, osservare quegli occhi attenti e quelle espressioni sognanti.
E d'un tratto comprendeva che nulla di tutto ciò era inutile,che lui possedeva la chiave per aprire le porte della fantasia,per regalare gli ultimi brandelli di magico oblio,per condurre la mente oltre la gabbia della realta’.
Terminata la storia giurai a me stesso di fare lo stesso lavoro una volta diventato grande.
Sono passati gli anni…ho svolto per diverso tempo un’altra professione mettendo inevitabilmente da parte tutti i sogni ma ora posso finalmente tenere fede al mio giuramento…ora posso prendere per mano le persone e accompagnarle nel mio mondo fantastico, nel mio giardino segreto da troppo tempo rimasto inesplorato.


…per qualche tempo ci ho vissuto dentro…

Cammino solitario sotto la pioggia con il passo affrettato.In passato spesso mi accadeva di correre durante le notti fino a quando il fiato me lo permetteva nel disperato tentativo di seminare l’ombra dietro di me ma adesso invece non ho piu’ nulla da cui scappare bensi’ il tutto da inseguire.
E cosi’ mentre i miei occhi osservano palazzi dall’intonaco annerito dai gas di scarico delle autovetture incolonnate nel traffico cittadino la mia mente invece spazia altrove. Mi ritrovo cosi’ in un tramonto su una spiaggia deserta dove potermi gustare il punto dove cielo e mare si fondono nello stesso colore... In una fiaba dove riesco a sentirmi come tutti gli altri senza alcun timore di essere considerato un bambino anche se troppo cresciuto ... Sopra a montagne innevate dove il silenzio mi sussurra alle orecchie dolci melodie... In un mare azzurro e cristallino dove potermi disperdere in tante particelle d’acqua e sentirmi parte del mondo... Tra le stelle del cielo ad osservare quanto minuscolo sia il teatro dove va in scena la mia esistenza nonostante mi sembri enorme quando vi recito dentro... Tra le sue braccia per ricordarmi di non essere solo...

…adesso si sono trasformati in incubi…

Cammino lungo la notte senza alcuna meta, vagabondo tra le strade deserte e tra i pensieri alla ricerca di Lei.

"Sono uscito solo per fare una passeggiata e in ultimo ho deciso di restare fuori fino al tramonto, perché mi sono reso conto che restare all’aperto in realta’ voleva dire riuscire meglio a entrare nel chiuso del mio animo." (Muir)

Tra poco sara’ l’alba.Adoro osservare il sorgere del sole,guardare l’orizzonte mentre il cielo a est comincia a rosseggiare.Un’altra notte e’ finita…un’altra battaglia da cui sono uscito con le ossa rotte e’ terminata.
Si ripetono queste albe, in questa pianura silenziosa,ed io le guardo e le amo, cercando di afferrarle.
So che ci sono altri che le guardano, che le amano,e amano in esse ricordi e passioni.
A volte tremo al saperlo, non e’ piu’ di moda vivere cosi’.
Sono antiquato, ridicolo, uno che perde tempo, che ama vivere con lentezza mentre il mondo la’ fuori e’ in preda ad una frenesia sempre piu’ soffocante.
E ho tante altre passioni per le quali non danno titolo all'universita’.
Sta schiarendo, e io continuo a pensare alle passioni.
Che si farebbe senza di loro?
Io morirei, perché la mia passione cruciale e’ quella di essere vivo.
 Fintanto che sono qui e riusciro’ a vedere ogni giorno una nuova luce risvegliare il mondo, avro’ sempre la passione di amare, di annotare le mie emozioni e di lasciar scorrere il tempo come si gioca con la sabbia fra le mani in attesa di un’altra notte…di un’altra battaglia da cui usciro’ sconfitto.

 
 
 

Segnali di fumo

Post n°336 pubblicato il 28 Giugno 2007 da mestesso69

Una splendida luna piena tenta di far bella mostra di se tra le nuvole.Sono lontani…separati da tanti chilometri eppure rivolgendo lo sguardo verso di lei si sentono cosi’ vicini…si parlano e lasciano che le parole salgano in alto lassu’, insieme al fumo di una sigaretta, affinche’ possano incontrarsi.
Lui e’ sul balcone,guarda il cielo, gli capita quando cerca di fare chiarezza dentro di se.Trova conforto nel vedere qualcosa piu' scuro di quanto lo sia il suo animo ma stasera anche lui sembra avergli voltato le spalle.

La mente torna a molti mesi prima, quando seduto al tavolo di quella che era la sua sala iniziava a conoscerla e ad amarla.Ne e' passato di tempo...tante giornate che sono trascorse una dopo l'altra ma mai una uguale all'altra perche' ogni giorno era sempre diverso, ogni giorno c'era sempre lei a donargli la voglia di andare avanti e ad insegnargli a vivere.Ne e' passato di tempo, tanti mesi in cui si e’ illuso di poter ritornare quello che era, quella persona che ha sempre desiderato essere.

Ne e' passato di tempo ma ora si ritrova ad essere quello di un tempo,come se non fosse successo nulla in quel periodo, solo un sogno , svanito non appena aperti gli occhi, che lascera' qualche traccia per poi sbiadire nell’abisso delle memorie.

Eppure ora e’ diverso, e’ piu' tranquillo perche' ha toccato con mano la felicita', non l'ha potuta trattenere perche' e' scivolata via dalle mani ma l'ha toccata.

Spera che questa cosa gli permetta di sopravvivere contrastando il grande rimpianto che e' in lui.

La pioggia si fa all'improvviso scrosciante.Con violenza batte contro i tetti e le fronde degli alberi a dare vita ad una monotona sinfonia nella notte.
Il presente e' li’ davanti a lui come un deserto immenso...nessuna oasi in cui recarsi solo granelli fini di sabbia davanti, dietro, a destra e a sinistra ad invitarlo verso una direzione che porta al nulla, al vuoto, alla malinconia.

C’e’ silenzio intorno a lui, c’e’ una solitudine desolante che gli azzera la voglia di reagire ma non c’e’ pace e cosi’ la cerca nel fumo di una sigaretta.
Apre il pacchetto e ne estrae una.La tiene meccanicamente tra le dita,la porta alle labbra e la accende.

E' diversa quella sigaretta da tutte quelle che ha fumato.

Persino l'aroma di tabacco ha un gusto mai assaggiato prima.
Osserva le nuvolette di fumo alzarsi verso il cielo…dolori che lasciano il suo cuore…lacrime che non riescono ad uscire dai suoi occhi…urla di rabbia da mandare via…voglia di lei che gli appare nitida nei ricordi.

La tiene tra le mani mentre si consuma, si illude di essere con lei e rifiata, allevia la sofferenza della mente e dell’anima che gli gridano a gran voce il bisogno atavico che ha di lei. Vorrebbe fosse li’, vorrebbe abbracciarla e invece sono cosi' distanti...cosi' tanto distanti che non riescono piu' a vedere cio' che li unisce...

E' cosi' amara quella sigaretta...la spegne nel posacenere e la abbandono tra le tante altre che sono li’ presenti e giacciono come cadaveri di soldati al termine di una battaglia e si ritrova di nuovo solo.

Ne accende un’altra perche’ il vero piacere consiste nel tenerla tra le mani, nel contemplarla mentre brucia, nell’assaggiarla, nel viverla interamente nell’illusione che si spegnera’ tra le sue dita.

Lei e’ sulla veranda, osserva il cielo e si domanda il perche’ ha acquistato un pacchetto di sigarette.
C’e’ un motivo dietro ogni scelta.

Non pensa sia per vizio piuttosto per sentire il suo sapore.

Quando ha acceso la prima sigaretta ha avvertito una stretta allo stomaco:era la prima che accendeva da sola. Ha tirato su la nicotina e l'ha sentita scendere dentro come un gas narcotizzante...volute di fumo anonimo che dondolavano davanti ai suoi occhi.

Le manca e lo cerca in una sigaretta.Rivive attimi vissuti stretta a lui.Riassapora il gusto della sua bocca quando la bacia dopo aver fumato.Riguarda i fotogrammi dei momenti in cui lo ha fissato,con un abile fermo immagine,mentre fumava e lei si truccava,si vestiva,gli sfilava davanti mezza nuda,lo provocava.

Le  mancano quei momenti....e tira su con tutto il fiato che ha dentro.Tira su i momenti con lui e li ripassa per bene.... ha imparato a prestare più attenzione agli attimi.

La sigaretta termina la sua esistenza tra le sue labbra...il silenzio torna padrone della notte...il silenzio torna tra loro. 

 
 
 

Via le mani dagli occhi

Post n°335 pubblicato il 27 Giugno 2007 da mestesso69

Sii vai via,senza di me,
tu vai via,non puoi aspettare tanto tempo inutile,
e cosi tu vai sola via,
sii che vai via,ma che freddo fa se tu vai via,
non vuoi aspettare neanche il tempo utile,
perchè da me lo so si va soltanto via

Via,via le mani dagli occhi,che senso ha se poi ti tocchi i pensieri ancora
lontani,lontani,lontani,lontani

Strana magia in un istante,
tu vai via,non vuoi leccarmi tutte le ferite,
è cosi che tu vai via,
ma da quando in qua no,non sei più mia,tu sola che hai leccato tutte le ferite,
lo sai da me tu non puoi proprio andare

Via,via le mani dagli occhi,che senso ha se poi ti tocchi i pensieri ancora
lontani e vai via,via le mani dagli occhi che senso se poi mi blocchi le mani e
rimandi a domani,domani,domani,domani

domani e per sempre domani,
domani e per sempre rimani,
ma ora toccami le mani,Toccami le mani,Toccami le mani,amore toccami le
mani,Toccami le mani,Toccami le mani,Toccami le mani,Toccami le mani,Toccami le
mani,Toccami le mani,e vai

Via,via le mani via occhi,che senso ha se poi ti tocchi i pensieri ancora
lontani e vai via,via le mani via gli occhi che senso a se poi mi blocchi la
mani e rimandi a domani,domani,domani,domani

 
 
 

Sorrisi

Post n°334 pubblicato il 27 Giugno 2007 da mestesso69

Sorridere...quanto e’ bello vedere sorridere qualcuno…quanto e’ bello vederti sorridere.E’ come quando in primavera si assiste ad un’alba e la luce scivola sui fianchi delle colline tingendone i contorni di un tenue rosso e di ciuffi di nuvole porpora, oppure quando in estate si contemplano le notti. Non soltanto quelle con la luna nel cielo, anche quelle buie, in cui le lucciole svolazzano avanti e indietro…

Il tuo sorriso mi fa battere il cuore più velocemente, come quando e' notte e si sta aspettando qualcuno e all'improvviso il suono delle gocce di pioggia spinte dal vento contro le imposte fa sussultare.

Per un attimo riesco persino a sentirmi felice…

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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