Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 26/03/2015

L'OMBRA LUCRETILE - 7

Post n°1865 pubblicato il 26 Marzo 2015 da anonimo.sabino
 

     Con l’affacciarsi della primavera del ’44, ricordo i continui boati che provenivano, sempre più forti, da dietro le montagne: dalla Linea Gustav, sfondata, il fronte si stava spostando sulla Linea Gotica, attraversando Roma e Firenze. E nel cielo delle nostre montagne apparvero gli aerei che imparammo a riconoscere come  i caccia.

     Il paese si riempì di sfollati; disagio indicibile per le case composte quasi tutte di un soggiorno e una camera, senza bagni.

     Credo che non sia facile, per chi non c’è passato, immaginare come si potesse vivere in un paese dove l’unico cesso era appiccicato, posticcio, alla casa del prete. Quando non si era fuori, per la macchia o per i campi, noi maschi, grandi e piccoli, andavamo a  cacare, di solito in buona compagnia, nel greto asciutto del fosso, con bei ciottoli lisci, non sempre di prima mano, per pulirci il culo; e se tardava a piovere, anche il guado tra le ciambelle era un problema. Non era invece un problema cacare in compagnia; anzi, era un’occasione per dialogare; e la puzza, all’aria fresca, non si sentiva o era oggetto di battute:

     “Hai mangiato a casa del prete, oggi?”

     Le donne erano più spesso costrette a usare in casa secchio e orinale. Questo poi veniva vuotato tranquillamente per le contrade, tutte in terra battuta; anche dalla finestra, nelle case ben situate; mentre merda e cenere dei secchi venivano portate a vari scarichi usuali, ad attendervi la ripulitura piovana.

      Ci mancava la paura dei Tedeschi, che non solo effettuavano frequenti retate per la macchia, riportando spesso dei malcapitati, ma operavano rastrellamenti anche in paese, avendo sentore che qualche prigioniero vi trovava rifugio.

     Una notte percorsero la nostra contrada di Pescaria; avevano trovato qualcuno. E ora sfondavano tutti gli usci che non venivano subito aperti e assieme ai prigionieri portavano via gli adulti di casa. Fummo destati dal chiasso esterno, io e Franco nel letto della mamma, Vanda nel lettino a fianco, la mamma pronta ad aprire non appena le percussioni che si sentivano fossero giunte al nostro uscio.

     Con nostro grande sollievo avvertimmo che la nostra casa era stata saltata. Capimmo il perché la mattina seguente: la mamma aveva lasciato la chiave nella toppa; l’usanza paesana le aveva fatto dimenticare la prudenza suggerita dalla particolare circostanza; e la cosa doveva avere rassicurato il nemico. 

 
 
 


 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 32
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2giovila1966m.a.r.y.s.emetodiovita.perezdaunfiorem.graziabCoralie.frangela.arieteanonimo.sabinoelrompido5lucre611I.am.Layladitantestelle
 

 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963