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Post n°777 pubblicato il 30 Agosto 2014 da Luxxil

La clessidra era appoggiata sul tavolo di legno lucido, in mezzo alla stanza dove c'era il suo giaciglio, mentre la sabbia scivolava, emetteva il suono di un usignolo, fu quello che là svegliò.

Rimaneva un pugnetto di sabbia che spariva velocemente, inghiottita nel vortice, si sedette con gli occhi ancora carichi del sonno di quella lunga notte senza stelle, o cosi lontane da non riuscire piu a vederle.

"Puoi scegliere" disse la clessidra con la voce da usignolo " Mi giri o lasci che scorra!".

Si ricordò cosa le aveva detto sua madre, quando bambina le chiese cosa era la Vita -" La Vita - le disse- è un cavallo bianco che galoppa su di un un prato verde sotto un cielo turchino!"-.

Quelle parole si imprisero nel suo cuore, e nulla e nessuno poterono mai cancellarle. Un sorriso da giovinetta apparve sul volto, chiuse gli occhi e si trovo fuori dalla casa nella notte buia, non sapeva nè come nè dove, ma qualcuno la stava ascoltando.

Ascoltava la sua richiesta di ballare sotto la pioggia a piedi nudi sull'erba, con nel cielo mille costellazioni luminose, fino all'alba.

Il suono di tamburi riempi l'aria e si mise a ballare, mentre pioggia fresca accarezzava il suo corpo e la veste si modellava su di lei.

Quando capì che l'alba sarebbe sopraggiunta, smise di ballare, sellò il cavallo e con una furia, una energia che poteva spaccare in due il mondo, si gettò al galoppo nella campagna ondulata dove i fiori ancora dormivano.

Quando il sole stava per far capolino si mise sulle staffe diritta, si strappò la veste sul petto, non in segno di sfida ma di amore, e il primo raggio come un dardo la colpi nel cuore trapassandoglielo, fu meno di un istante e di lei rimase solo il profumo a rendere dolce l'alba.

Il cavallo continuò la sua corsa sul prato verde sotto un cielo che stava diventando turchino.



 

 
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