Petali di parole

Mi sono chiesta spesso perchè la Notte, col suo buio e le sue stelle, non m'abbia mai amata come il Giorno e il suo sole.
Ho sempre pensato che il buio e la luna non mi donassero, non s'intarsiassero al mio viso, non ricamassero nessun gioco di fili splendenti sulla mia pelle.
Inondarmi di sole, invece, riflettere la luce dorata con gli occhi, colorarmi il viso di rossore ottocentesco, quello m'ha fatto sentire bella.

Tra i ricordi che conserverò amorevolmente dell'ultimo mese (ce ne sono molti) ci saranno i miei notturni, stanchi e vivi di quasi incoscienza, immagini che vivono d'una bellezza sfocata ed onirica, di carezze che non hanno nome, ma solo dita e pelle.

Mi bastava ascoltare i grilli e le cicale per tornare a casa, m'è bastato vedere la luna, tonda e piena, come me, per innamorarmi d'un amore già vero.
E poi quella luce, sotto al letto, quelle lenzuola fresche e i capelli bagnati, la pelle profumata... ho sentito due stelle nere che si posavano sul mio corpo e di bellezza e femminilità m'ammantavano.

Una sera, in un campo di terra ed erba bagnata, mi sono spogliata, sotto la luna. Mi sono immersa in un'aria ch'era acqua, e riaffiorando ho visto lucciole e cicale tessere nuovi abiti per me e fili d'argento screziarmi i capelli.

Le mie prime notti bianche.