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GUERRA IN SIRIA, IPOCRIT POLITIK
Post n°1800 pubblicato il 05 Aprile 2017 da kayfakayfa
Trovo terribilmente ipocrita l'indignazione di molti capi di stato e di governo al bombardamento di ieri in Siria dove una città ostile al regime di Assad sarebbe stata colpita con bombe chimiche causando morti e feriti tra cui almeno 11 bambini vittime di quell'orrore. C'è chi definisce crimine di guerra l'azione militare, appellandosi alla convenzione di Ginevra e, soprattutto, quella di Parigi che negano l'utilizzo militare di tali ordigni. Ascoltando Putin, Trump, Erdogan, Theresa May e tanti altri leader mondiali, statisti, o presunti tali - perfino Kim Joung-Un, il dittatore della Corea del Nord, è “pacifista” tanto che un paio di anni fa fu insignito dello stesso premio per la pace che ricevette Gandhi - sembrerebbe che nessuno voglia la guerra, che tutti siano schierati apertamente per la pace tanto da deporre subito le armi e svuotare gli arsenali. Ma poi, chissà perché, ognuno di loro non si fa scrupoli di arricchire il proprio arsenale; testare missili nucleari, invadendo lo spazio aereo e nautico di altre nazioni, mettendo in crisi la stabilità mondiale; minacciare l'utilizzo della forza se il proprio avamposto nel mediterraneo – vedi la lite in corso tra Inghilterra e Spagna per quanto concerne il possedimento di Gibilterra. La roccaforte inglese vorrebbe dissociarsi dalla brexit e restare in Europa. Magari reintegrandosi alla Spagna, nazione cui originariamente apparteneva la quale si dice pronta a riannetterla nei propri confini geopolitici suscitando il dissenso di Londra che non esclude l'uso delle armi per difendere il proprio possedimento in territorio iberico. A parole tutte queste signore e signori si dicono fautori della pace. Ma guai a intaccare gli interessi economici, politici e militari della nazione che rappresentano, o quelli strettamente personali nel caso di dittatori. Allora cambiano di colpo atteggiamento e non esitano a mostrare i muscoli per dissuadere chiunque si frapponesse a loro. Chi oggi condanna Assad per la mattanza di ieri, premesso sia stato davvero “lui” a bombardare con il gas sarin i civili inermi, sono quegli stessi che quando si trattò di scacciare la Russia dall'Afghanistan, di far fuori Saddam Ussein dall'Iraq e Gheddafi dalla Libia, di porre fine al conflitto tra Israele e Palestina , non si fecero scrupoli di sostenere economicamente e militarmente i talebani, di mentire sulla presenza di arsenali chimici e nucleari in Iraq, di armare i ribelli al regime del rais di Tripoli per mettere le mani sul petrolio libico, trascurando che la presenza di Gheddafi, checché se ne dica, garantisse stabilità sulle coste africane del mediterraneo e arginasse le partenze dalle spiagge libiche dei profughi diretti sulle coste meridionali dell'Europa; di appoggiare l'occupazione israeliana in territorio arabo e l'edificazione da parte di Israele di un muro che impedisse ai palestinesi di approvvigionarsi d'acqua, venendo meno a tutte le convenzioni umanitarie. Senza contare che forti sono i dubbi sulla reale origine dell'Isis, (secondo diversi esperti militari si tratterebbe di una creatura della Cia foraggiata per garantire gli interessi americani in medi-oriente; un giocattolo sfuggito di mano ai suoi creatori). In effetti non sarebbe questa la prima volta che l'avidità e la superbia umana creerebbero un mostro per tutelare i propri interessi, affermando la propria grandezza, finendone poi miseramente vittima. La storia di Frankenstein è emblematica. Come pensano di essere credibili queste signore e signori tutte le volte che invocano la pace nel mondo se nelle loro nazioni esistono fabbricanti d'armi? Se le armi si producono è perché si vendono. E se si vendono è perché qualcuno se ne serve per fare la guerra. E se si fanno guerre, si vendono sempre più armi. Per cui più guerre si fanno, più si arricchiscono i produttori di armi e gli stati in cui sorgono le fabbriche di materiale bellico. È un circolo vizioso da cui non si scappa. È inutile che gli USA, i cosiddetti paladini del Mondo, storcano il naso per quanto è avvenuto ieri in Siria. Non furono gli USA, durante la guerra in Vietnam, a non farsi scrupoli nell'utilizzare il napalm per bruciare le foreste vietnamite al fine di scovare e uccidere i vietcong, senza preoccuparsi che spesso a bruciare vivi erano contadini e bambini inermi, impegnati a coltivare riso o a giocare spensieratamente nella boscaglia? È relativo che il Premier Gentiloni condanni l'accaduto se poi l'Italia risulta essere tra le prime nazioni al mondo produttrici e esportatrici di armi. Con la storia dell'assassinio di Abele per mano del fratello Caino, la Bibbia ci insegna che la guerra appartiene al patrimonio genetico dell'uomo. Seppure Assad cadesse, di certo il suo posto verrebbe preso da un altro “burattino” che farebbe comodo a quelle stesse nazioni che combattono l'attuale regime. E così all'infinito. Sarebbe meglio se i governanti mondiali, anziché indignarsi per i morti di ieri in Siria, minacciando fuoco e fiamme contro Assad o chi per esso, avessero il pudore di tacere. Non fosse altro per rispetto dei di tutte le guerre sparse per il mondo che periscono ogni giorno nell'indifferenza generale. Vittime dell'ipocrisia di quegli stessi governi che oggi versano lacrime di coccodrillo per le vittime siriane del gas sarin, ma che contemporaneamente arricchiscono il proprio pil grazie alle fabbriche che producono quelle armi che ipocritamente vorrebbero bandire! È ancora vivo nella mente di tanti il corteo ipocrita di leader mondiali che sfilavano, tenendosi per mano, in nome della libertà d'espressione, all'indomani dell'attentato a Parigi al settimanale satirico Charlie Hebdo. Molti di quei capi di Stato e di governo soffocavano e tuttora soffocano la libertà di stampa all'interno dei propri paesi. Molti di loro oggi si indignano per quanto sta avvenendo in Siria! Qualcuno crede alle loro "lacrime"? |
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