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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
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“PASSAGGIO A CALCUTTA” – MARCO MENDUNI AD ART IN GARAGE – POZZUOLI
Di seguito l'intervista integrale pubblicata su comunicaresenzafrontiere.it Pozzuoli: Sabato 18 maggio, per la rassegna ARTinGARAGE, curata da Gianni Biccari, all'Art Garage di Pozzuoli - Parco Bognar 21, adiacente alla stazione Metropolitana FS - si è inaugurata la mostra fotografica "PASSAGGIO A CALCUTTA", di Marco Menduni. L'esposizione durerà fino al 31 maggio e sarà visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 22; il sabato dalle 10 alle 20; domenica chiusa. Ingresso libero. Per l'occasione abbiamo intervistato l'autore. Marco ci potresti narrare la genesi di queste foto? Le foto sono state scattate nove anni fa a Calcutta in occasione di un viaggio che organizzai dopo aver ascoltato chi già c'era stato e ne esaltava l'originalità e la genuinità rispetto ad altre città indiane molto più turistiche. Ammetto che, dopo tanti anni, pur essendo stato in tanti altri posti, quel viaggio mi ha lasciato forti emozioni! Vivi di fotografia? No, lavoro in banca. Ma sono anni che coltivo la passione fotografica. Ti pesa questa dicotomia impiegato/artista? Effettivamente mi sento un po' dottor Jack e mister Hyde: giacca e cravatta a lavoro; jeans e t-shirt per fotografare. Ma ci si abitua! Quando nasce la tua passione per la fotografia? In tarda età, avevo circa venticinque anni. E di ciò mi rammarico perché ho perso anni di esperienza e di tecnica, anche se poi ho cercato di rimediare lasciandomi trascinare dalla passione. Per affinare la tua tecnica hai frequentato qualche corso? No, solo qualche workshop con fotografi di livello internazionale per apprendere dalla loro esperienza i segreti base per scattare buone foto. Sbaglio o le tue foto appartengono alla categoria della street photography? Sì! Seppure, volendo essere precisi, potremmo dire che sono una via di mezzo tra la street e il reportage tradizionale. Quali sono i soggetti che prediligi fotografare? Spesso mi capita di fotografare bambini. Tuttavia i soggetti delle mie foto sono molteplici, come si evince anche dalle foto qui esposte. Quando hai fatto la tua prima mostra? Penso una quindicina di anni fa a Napoli. Questa all'Art Garage è la tua prima personale? Ce ne sono state altre. Se dovessi spiegare la fotografia in generale e la "tua" fotografia in particolare, come le definiresti? In generale per me la fotografia rappresenta il congelare in un solo attimo un concetto ben più vasto e ben più ampio. A livello personale, invece, la fotografia è un'esigenza comunicativa. Uno strumento che mi consente di esprimermi attraverso un linguaggio particolare. Se tu ora, all'improvviso, dovessi decidere di partire per un nuovo viaggio fotografico dove andresti? A distanza di nove anni, tornerei in India per vedere altri luoghi, perché, al di là dei cliché, l'India è un luogo a sé stante, che ti trasporta in un'altra dimensione. Un altro luogo che ti piacerebbe fotografare? Sicuramente il Sudamerica. Magari la Patagonia, la Bolivia. Luoghi dove c'è una natura molto particolare, molto forte e popolazioni che mi suscitano interesse. Fotografi solo a colori? No, spesso mi servo del bianco/nero. Anche se per il lavoro qui esposto scelsi il colore proprio per via dei mille colori che caratterizzano l'India, Calcutta in particolare. Foto di Napoli ne hai scattate? Sì, ma non molte perché, come spesso accade, quando vivi quotidianamente in un luogo, non mostri la stessa attenzione che invece hai quando visiti posti sconosciuti che difficilmente rivedrai. Hai già scattato la "tua foto della vita"? No! Dico sempre che la foto più bella è quella che ancora devo scattare. Progetti per il futuro? Qualcosa nel napoletano con tematiche sociali. Nutri l'ambizione di vivere un domani solo di fotografia? C'è stata, da giovane. Poi ho raggiunto la personale consapevolezza che se vivessi di fotografia perderei la libertà di scegliere dove andare e cosa scattare. La libertà non ha prezzo! |
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