LA VOCE DI KAYFA

PD vs PDL, arbitra la Chiesa

L’immagine è di quelle che difficilmente si dimenticano: Veltroni che legge il discorso in giacca e cravatta, malgrado il freddo pungente che avvolge la tersa domenica di febbraio, i fogli disposti sul leggio con alle spalle l’ameno paesaggio umbro. Da cartolina, non c’è che dire! Così come da cartolina è la piazzetta in cui è stato allestito il palco per avviare la campagna elettorale del PD, con la facciata in colori pastello del convento di San Girolamo, a Spello, che si riflette negli occhiali di colui che domani rimetterà il mandato di Sindaco di Roma per traghettare verso le elezioni del 13 aprile il massimo partito del centrosinistra italiano. Certo, da sempre l’Umbria è una terra cosiddetta “rossa”, un caposaldo della sinistra italiana. Ma la scelta di Veltroni e compagni di iniziare da qui la campagna elettorale non deve essere stata solo un omaggio a una delle regioni politicamente più vicine alla sinistra. Né quantomeno  all’esaltazione della mera scenografia, o soprattutto del ricordo dato che Veltroni inaugurò la sua campagna elettorale del 96 come vice di Prodi proprio a Spello, poiché, pur vincendo le elezioni, per il centrosinistra, le cose non andarono come si sperava in quanto, poco dopo più di un anno, il primo Governo Prodi anche allora cadde per lo sgambetto di un “membro interno” Bertinotti.

Considerando che il PD è un “polpettone” di ideologie laico/cattoliche in cui convergono DS e Margherita, nonché partiti minori quali l’MRE (Movimento Repubblicani Europei), Italia di Mezzo, Alleanza Riformista, Repubblicani Democratici e gruppi regionali come il Partito Democratico Meridionale e Progetto Sardegna, unitamente ad Italia dei Valori di Di Pietro che ieri ha sciolto le riserve alleandosi col PD, è evidente che l’anima del neo partito non è solo laica ma anche cattolica. Del resto il Vice Segretario Dario Franceschini politicamente nasce in area democristiana essendo stato esponente prima del PPI di Martinazzoli e poi della Margherita di Rutelli! In virtù di ciò non si può escludere che la scelta di allestire il palco per l’avvio della campagna elettorale  a ridosso di un convento sia alimentata dalla speranza che ciò possa fungere da specchietto per le allodole e catalizzare alle prossime elezioni sul simbolo del PD il voto di quei tanti ex democristiani allo sbando da quando la DC si è sciolta, che non si riconoscono in Berlusconi & c.  malgrado il Cavaliere non si stanchi di spacciarsi come il difensore dei valori cristiani in Italia!

E non si può escludere che questa  chiave di lettura devono aver dato all’evento anche le autorità ecclesiastiche se sia il vicario generale del Papa per Roma, cardinale Camillo Ruini, sia il rettore della Pontificia Università Lateranense, monsignore Rino Fisichella, sono scesi in campo per ricucire lo strappo tra Berlusconi e Casini, in modo che tornino ad allearsi senza che ciò determini la scomparsa del simbolo dell’UDC, lo scudo crociato diretto richiamo alla DC. In tal senso chiare sono le parole di Dino Boffo,  direttore di Avvenire il quotidiano dei vescovi: credo che sia interesse dei cattolici, e anche dello stesso polo, che sia salvaguardata la persistenza di un partito che fa direttamente riferimento alla dottrina sociale cristiana. Quel direttamente di Boffo lascia intendere che secondo il Vaticano oggi in Italia più di un partito potrebbe indirettamente richiamarsi ai valori cristiani per fare breccia nell’elettorato cattolico, pur derivando le proprie origini da un’ideologia totalmente contrapposta a quella cristiana, quindi meglio sarebbe se sulla scheda elettorale comparisse un simbolo che faccia direttamente riferimento alla dottrina sociale cristiana, alias l’UDC! 

La campagna elettorale è appena iniziata e già la Chiesa, a modo suo, è scesa ufficialmente in campo per dirigere i giochi. Se questa non è ingerenza nelle questioni di Stato, mi dite voi cos’è?