LA VOCE DI KAYFA

FELTRI FIAT DOSSIER MARCEGAGLIA

Come annunciato nei giorni scorsi - dopo le perquisizioni dei carabinieri, su richiesta della Procura di Napoli, nella propria redazione e negli appartamenti di alcuni suoi giornalisti - il Giornale diretto da Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti ha quest’oggi pubblicato il dossier su Emma Marcegaglia che, secondo i PM di Napoli, il quotidiano della famiglia Berlusconi stava approntando per ledere l’immagine del Presidente di Confindustria rea, a quanto risulterebbe da un’intercettazione telefonica tra Nicola Porro vicedirettore de il Giornale e Rinaldo Arpisella portavoce della Marcegaglia, di non allinearsi con il Presidente del Consiglio.  

Il presunto dossier altro non sarebbe che una raccolta di articoli datati che denunciano le beghe finanziarie del gruppo Marcegaglia per frodare il fisco o inerenti lo smaltimento di rifiuti pericolosi in Campania pubblicati da giornali schierati a sinistra come La Repubblica, L’Espresso, Il Fatto Quotidiano, o moderati quali Il Corriere della Sera e La Stampa.

Dunque il famigerato dossier non sarebbe altro che una boutade o poco meno in cui si dimostra con le parole degli altri come la Marcegaglia e il suo gruppo di famiglia, non si premurano di trovare sotterfugi per fare affari e frodare il fisco danneggiando l’economia del paese. Un gioco di copia e incolla ben noto a qualsiasi blogger!

Tuttavia non si può liquidare in poche righe, e soprattutto semplicisticamente, una vicenda che, in realtà, tutti sappiamo essere conseguenza dell’atteggiamento tenuto da Feltri e dai suoi giornalisti per circa un anno pubblicando articoli al vetriolo contro chiunque dissentisse e criticasse il Presidente del Consiglio, come è accaduto per l’ex direttore di Avvenire Boffo e il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Alimentando quella che è stata ribattezzata la fabbrica del fango il cui mandante sarebbe Silvio Berlusconi.

Quando un quotidiano di proprietà della famiglia del Presidente del Consiglio avvia una vera e propria “campagna” di sputtanamento verso chiunque si schieri contro il Capo, servendosi anche di documenti falsi come avvenne per Boffo, non ci si deve stupire se poi, ascoltando un’intercettazione nell’ambito di un inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti, i PM napoletani non si insospettiscano ascoltando il vicedirettore minacciare di trasferire i segugi da Montecarlo a Mantova per rompere il cazzo per venti giorni alla Marcegaglia,decidendo di aprire un’indagine per vederci chiaro.

Come dichiara Nicola Porro, l’autore della presunta minaccia, nel suo pezzo di oggi la sua telefonata non era altro uno scherzo telefonico fatto a una persona che conosce da 15, e invita ad ascoltare integralmente l’intercettazione in modo che chiunque se ne faccia un’idea chiara.

Noi intercettazione l’abbiamo ascoltata e tutto ci pare fuorché uno scherzo! E lo stesso deve aver pensato anche la Marcegaglia se, avvisata da Arpisella delle intenzioni de il Giornale, si è preoccupata tanto da contattare Fedele Confalonieri presidente di Mediaset per avere ragguagli in merito.

Sicuramente Porro aveva intenzione di scherzare. Ma un PM che ascolta un’intercettazione del genere, consapevole del clima avvelenato che agita il paese, ha tutto il diritto di vederci chiaro, di capire se davvero nel paese è in funzione una fabbrica del fango pronta lordare la coscienza di chiunque si azzardi a contraddire il governo e chi lo presiede.

È proprio vero che CHI SEMINA VENTO RACCOGLIE TEMPESTA!