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LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Ottobre 2015

FAR WEST ITALIANO

Post n°1650 pubblicato il 25 Ottobre 2015 da kayfakayfa
 

Il Giustiziere della Notte è un film cult degli anni 70. Racconta la storia di un uomo, obiettore di coscienza al quale, durante una rapina in casa, uccidono la moglie e stuprano la figlia. Non ottenendo giustizia dalla legge che dimostra di avere le mani legate, l'uomo decide di farsi giustizia da sé.

A distanza di 40 anni da quel film che suscitò tanto clamore e polemiche, sembra che oggi in Italia stia crescendo il numero di cittadini disposti a farsi giustizia da sé. Ultimo caso quello del pensionato di Vaprio D'Adda in provincia di Milano che alcuni giorni fa ha sparato e ucciso un balordo albanese di 22 anni, già noto alle forze di polizia, che continuava a soggiornare nel nostro paese nonostante da un anno gli fosse stato notificato il decreto di espulsione dall'Italia.

Alcune settimane prima a Ercolano un gioielliere aveva sparato e ucciso due rapinatori che avevano cercato di derubarlo dei 5 mila euro prelevati in banca.

È invece di ieri la notizia che a Rolo, in provincia di Reggio Emilia, un pensionato, destato nella notte dai rumori del furto in corso nella tabaccheria sotto casa, dopa aver intimato dal balcone ai ladri di andar via, ha sparato a fucilate sul furgone con cui i tre banditi avevano sfondato l'ingresso del negozio per rubare le macchinette dei video poker.

Andando non molto a ritroso nel tempo, tanti sarebbero gli episodi di cittadini che hanno reagito a un tentativo di furto o di una rapina, ferendo o uccidendo i malviventi, verso i quali le autorità giudiziarie non hanno potuto fare a meno di emettere l'imputazione di eccesso di legittima difesa, tentato omicidio o, addirittura, omicidio volontario. Suscitando indignazione nell'opinione pubblica in quanto agli occhi della gente chiunque cittadino onesto reagisca a una violenza, ferendo o uccidendo i criminali, non farebbe altro che difendere se stesso “visto che lo stato latita, se non addirittura, in alcuni casi, sembra esseree in combutta con i delinquenti”.

Il motivo per cui nella gente aumenta la percezione di uno stato debole o addirittura colluso con la criminalità, dunque incapace di garantirle la sicurezza, deve probabilmente attribuirsi al fatto che l'Italia è tra i paesi più corrotti al mondo, primo in Europa, come purtroppo risulta da un'infinità di inchieste tendenti a smascherare intrecci di interessi malavitosi tra politica e criminalità, ultima (?) in ordine cronologico l'inchiesta Mafia Capitale.

Ma non solo. Molto verosimilmente a accrescere ulteriormente la sfiducia di molto italiani nella politica e nella giustizia ci si mette anche l'atteggiamento squilibrato con cui le istituzioni gestiscono la legge quando si tratta di difendere un politico e un cittadino normale.

Mentre a tutela dei politici vale il garantismo costituzionale che considera innocente un imputato fino a quando non viene emessa la sentenza definitiva - dunque il politico fino a quel momento può continuare tranquillamente a ricoprire i ruoli istituzionali, seppure il buonsenso consiglierebbe che si dimettesse per scacciare le ombre dalle istituzioni al fine di evitare che i cittadini perdano fiducia in esse - molte, forse troppe, sono le persone comuni detenute in cella in attesa di giudizio probabilmente innocenti. Le quali, proprio per via di quel garantismo costituzionale cui si appellano i politici quando la giustizia tocca loro, devo considerarsi innocenti fino a che non verrà emessa la sentenza definitiva e quindi in carcere non dovrebbero starci se non dopo che sia emesso il verdetto finale.

A riguardo ci sovviene un altro film cult degli anni 70, DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO con un grande Alberto Sordi. Il film narra la vicenda di Giuseppe di Noi, un architetto che lavora in Svezia. Giunto al confine italo-svizzero con la famiglia per passare le vacanze in Italia, mentre controllano i passaporti, viene fermato e portato in carcere. Accusato di omicidio colposo preterintenzionale, inizia il calvario nelle carceri fino a quando la vicenda non si chiarisce e viene rilasciato, visibilmente toccato nella mente e nello spirito da tutta una serie di vicende drammatiche subite durante la detenzione preventiva.

Se a tutto ciò aggiungiamo la denuncia del Presidente dell'Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli il quale alcuni giorni fa, durante un convegno a Bari, alla presenza del Presidente della Repubblica, ha accusato senza remore la politica di delegittimare la magistratura, è ovvio che nei cittadini cresca in maniera esponenziale la sensazione di non essere affatto tutelati dallo Stato. Di conseguenza ciò potrebbe far sorgere in qualcuno il pensiero che sia meglio munirsi di pistola o fucile per difendersi nell'eventualità sempre meno remota di essere oggetto di furto o rapina in casa o per strada.

Del resto l'albanese ucciso non è l'unico straniero a commettere un reato seppure gli fosse stato notificato un decreto di espulsione, e dunque già da un pezzo non doveva trovarsi in Italia. Così come diversi sono i reati compiuti da criminali italiani in regime di semilibertà, agli arresti domiciliari o con obbligo di firma.

Tutti questi casi, purtroppo sempre meno isolati, di criminali capaci di delinquere mentre dovrebbero essere sotto chiave, sotto stretta sorveglianza delle forze dell'ordine o addirittura lontani dall'Italia, alimentano in più persone la totale sfiducia di uno Stato assente, o quanto mento incapace di adempiere al prooriuio compito di tutelare e garantire la sicurezza dei cittadini come invece impone la Costituzione.

Chi doveva assicurarsi che l'albanese ucciso dal pensionato fosse realmente espulso, se non lo Stato?

Ergo, seppure non è giustificabile, è comprensibile che alla fine qualcuno, soprattutto se ha già subito in passato furti o rapine, valutata l'incapacità dello Stato a garantirgli la sicurezza, decida di dormire con la pistola sotto il cuscino o portarsela appresso a scopo di difesa.

Ed è ancora più comprensibile che in un paese dove vige il più assoluto caos politico - chi ieri stava a destra, oggi sta sinistra e domani si sposterà al centro per poi magari ricollocarsi in futuro nuovamente a destra o a sinistra, fregandosene del mandato elettorale, badando unicamente a non perdere la poltrona e a fare i propri interessi e quelli di pochi amici – ci possa essere qualche politico che non si faccia scrupoli di schierarsi opportunisticamente nei confronti del pensionato allo scopo di attirare su di sé le simpatie di quella parte di opinione pubblica solidale con il pensionato per garantirsene il voto al momento in cui ci saranno le elezioni.

Laddove lo Stato latita, vige l'anarchia!

Fino a quando tra gli scranni parlamentari, quelli di governo e delle istituzioni locali e nazionali siederanno indagati, imputati o condannati im primo grado, la gente, avendo la sensazione di essere governata da un manipolo disonesti, si sentirà sempre più autorizzata a farsi giustizia da sé. O a comportarsi a sua volta in maniera disonesta, come è successo al comune di San Remo dove oltre trenta dipendenti sono stati arrestati perché risultavano presenti in ufficio o addirittura agli straordinari e invece erano a casa, a fare la spesa o fare sport mentre c'era chi marcava per loro il cartellino delle presenze.

Come deve sentirsi una persona onesta quando apprende certi scandali? E ancora di più quando sa che, pur essendoci le prove filmate dei reati, i colpevoli, alcuni addirittura filmati a timbrare in mutande, per ora sono stati solo sospesi dal servizio, percependo lo stipendio al 50%, mentre se lo stesso fosse acaduto in un'azienda privata sarebbero stati licenziati in tronco?

Anche questo caso non dimostra una disparità di trattamento tra chi lavora nel pubblico e chi nel privato?    

Per il bene della comunità, un minimo di buonsenso e di impegno concreto potrebbe evitare il peggio.

Sarebbe meglio che la politica si desse da fare per combattere davvero la criminalità, anziché perdere tempo dietro il ponte sullo stretto o varare leggi bavaglio contro le intercettazioni telefoniche e la loro pubblicazione e diffusione mediante gli organi di stampa, dando l'impressione di volere nascondere in questa maniera le proprie nefandezze agli occhi e alle orecchie dell'opinione pubblica.

Siamo ancora in tempo per evitare un far west italiano, ci vogliono solo onestà d'intenti e serietà d'azione!  

 

 
 
 

ALLUVIONE DI BENEVENTO, UN DISASTRO ANNUNCIATO!

Post n°1649 pubblicato il 17 Ottobre 2015 da kayfakayfa

Puntuali come un orologio svizzero, anche quest'anno, non appena le prime piogge autunnali si sono abbattute violentemente sulla penisola, le cronache registrano morte, distruzione e polemiche.

Uno scenario apocalittico e vergognoso che da anni si ripresenta agli sguardi degli italiani dalle Alpi a Lampedusa in maniera che nessuno si senta “trascurato”; senza che qualcuno intervenga seriamente per prevenire simili tragedie annunciate. Per ora a farne le spese sono la città di Benevento; alcune zone del casertano e dell'Abruzzo.

Le autorità locali accusano rispettivamente la protezione civile di aver diramato bollettini di allerta con un livello di criticità inferiore rispetto a quello che poi si è presentato, quindi non permettendo loro di intervenire come si conveniva negli interventi di prevenzione; le istituzioni locali, Regione e Provincia, per non aver intrapreso lavori di pulizia e consolidamento degli alvei e degli argini dei fumi in maniera adeguata al fine di evitarne l'ostruzione non appena le prime intense precipitazioni si sarebbero riversate sul territorio causando l'esondazione dei fiumi.

La protezione civile si difende, rilanciando la palla in campo avverso, sostenendo di aver divulgato lo stato di massima allerta. Le istituzioni locali e lo Stato monitorano il territorio.

Peccato lo facciano quando la tragedia s'è già consumata. Lo avessero fatto prima sarebbe stato meglio!

Per intenderci, ogni anno assistiamo da inermi spettatori a disastri derivanti dal dissesto idrogeologico del territorio e al crollo di infrastrutture dovuti all'incuria e alla malafede di chi dovrebbe tutelare il territorio e i cittadini e invece specula sulle loro vite per arricchirsi con i soldi pubblici senza che nessuno faccia niente per porre fine a un simile scempio.

E mentre il paese affonda sempre più nel fango e nell'acqua, il governo “considera di riconsiderare la costruzione del ponte sullo stretto”.

Le mafie ringraziano, i cittadini no!

 

 
 
 

MARINO-RENZI, LA GUERRA DEGLI SCONTRINI

Post n°1648 pubblicato il 13 Ottobre 2015 da kayfakayfa

Non appena eletti per la prima volta in Parlamento alle politiche del 2013, i rappresentanti politici del M5S si distinsero non solo per il taglio dei loro stipendi da deputati ma anche per la periodica, ma costante, rendicontazione on line delle loro spese da deputati attraverso la pubblicazione in rete degli scontrini attirandosi addosso il sarcasmo e le critiche di molti politici di vecchio stampo e dei loro “servi” mediatici che non perdevano l'occasione, pur di sminuire la vittoria elettorale del M5S, di ritornare su quell'aspetto sostenendo che la politica è fatta di fatti e non di scontrini!

Le dimissioni di Ignazio Marino da Sindaco di Roma a seguito di una serie di scontrini fiscali resi pubblici dallo stesso per dimostrare la propria onestà. E che invece gli si sono ripercorsi contro in quanto più di un ristoratore del locale di cui lo scontrino a margine ha smentito che si trattasse di un pranzo o di una cena di lavoro, bensì di un consesso familiare, dimostra invece come in politica servano anche gli scontrini fiscali per far fuori un avversario politico o, nel caso di Marino, un indesiderato dal proprio partito.

Peccato che lo stesso irriducibile trattamento il PD non lo stia attuando nei riguardi del proprio Segretario/Premier Matteo Renzi le cui note spese relative agli anni in cui ha ricoperto prima il ruolo di Presidente della Provincia di Firenze e poi quello di sindaco del capoluogo toscano, sono all'attenzione della Corte dei Conti in quanto non convincono.

Si tenga presente che Marino avrebbe speso in due anni 20 mila euro di pranzi; Renzi nel suo duplice mandato 600 mila, praticamente trenta volte quanto il sindaco dimissionario. E nonostante ciò Marino è stato costretto a dimettersi, Renzi continua a essere il leader incontrastato di un partito che di sinistra ha ormai solo il simbolo (?).

Se la legge è uguale per tutti, sarebbe il caso che anche il Premier quanto meno specificasse le spese una per una,  come ha cercato di fare Marino, venendo poi clamorosamente smentito dai ristoratori. Altrettanto Renzi è stato smentito dal proprietario di un famoso e costoso ristorante fiorentino dove sovente si recava a mangiare quando era sindaco. Eppure mentre Marino per le sue “bugie” sbugiardate è stato impallinato e fatto fuori, Renzi continua inesorabilmente a governare l'Italia con l'ausilio di Verdini lasciando agli scontrini il tempo che trovano.

Quelli servivano solo per far fuori Marino e ridicolizzare il M5S!

Ossia a far fuori chiunque fosse stato eletto con regolare mandato popolare.

Per far politicamemte "fuori" chi  invece ai posti di comando ci si è messo da sé, pugnalando alle spalle il proprio predecessore e fregandosene del mandato popolare, ci vuole ben altro.

In quest'ultimo caso gli scontrini servono solo a pulirsi il c...! 

 
 
 

A POZZUOLI LA TERRA TORNA A TREMARE E ANCHE LA GENTE

Post n°1647 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da kayfakayfa
 

Lo sciame sismico che ieri mattina, dalle 9 alle 11, ha scosso Pozzuoli e l'area flegrea, costringendo molte scuole del circondario a evacuare gli studenti per motivi precauzionali, ha prepotentemente riportato al cospetto della popolazione e delle amministrazioni una realtà sopita, ma da sempre presente nella millenaria storia di quel territorio: Pozzuoli e quella fascia di territorio limitrofo chiamata Campi Flegrei, ossia ardenti, sono periodicamente soggette a quel fenomeno geofisico denominato bradisismo caratterizzato dall'innalzamento e abbassamento del sottosuolo che nei millenni ha ripetutamente modificato l'aspetto morfologico del territorio, causando l'inabissamento di una parte della fascia costiera oggi visibile sott'acqua, soprattutto a Baia, attraverso i resti della “città sommersa”.

Nella memoria storica dei campi flegrei diversi sono gli episodi che narrano del bradisismo e dei sui effetti deleteri sul territorio e sulla popolazione. I più recenti quello del terremoto del 1538 che, stando alla leggenda, tra il 29 settembre e il 6 ottobre, vide la nascita di Monte Nuovo. O l'attività bradisismica che nel 1970 costrinse l'evacuazione permanente del Rione Terra, da sempre l'anima di Pozzuoli; quella successiva del 1984 che determinò l'ulteriore evacuazione di alcuni stabili della zona, convogliando gli abitanti nel nucleo periferico di Monterusciello.

Malgrado la pubblica consapevolezza , supportata da eminenti studi scientifici, che il fenomeno del bradisismo non si esaurirà mai - seppure da una manifestazione e l'altra dello stesso potrebbero trascorrere decine e decine di anni, illudendo che finalmente la terrà si sia stabilizzata – quanto è successo ieri, a seguito delle scosse, a livello di ordine pubblico , in particolare di viabilità stradale, dovrebbe indurre le autorità a prendere seriamente in considerazione lo studio di un piano di evacuazione nell'ipotesi quello di ieri potesse essere l'inizio di un'attività sismica a pieno regime con scosse molto più forti di quelle che ieri hanno fatto tremare i palazzi.

A livello di viabilità, l'attuale amministrazione comunale finora si è distinta soprattutto per aver tappezzato la città, in lungo e in largo, di strisce blu, creando non pochi disagi ai residenti che hanno serie difficoltà a trovare parcheggio, specialmente nell'arco della giornata. Senza trascurare il traffico che durante i fine settimana paralizza praticamente il centro storico e il lungomare del capoluogo flegreo.

Se da un lato è giusto che si facciano lavori per le infrastrutture stradali legate al Waterfront, progetto che prevede la riqualificazione a livello turistico che va dalla ex Cava Regia all'area ex Sofer, è altresì vero che non si possono anteporre gli interessi industriali a quelli della pubblica sicurezza. In queste ore molti cittadini hanno denunciato sui vari social network di aver chiesto, non solo dopo le scosse di ieri, ma già in passato, alle autorità notizie su eventuali piani di evacuazione in previsione di un terremoto senza mai ricevere risposta!

Speriamo che dopo l'avvisaglia di ieri, chi di dovere, in questo caso il Sindaco Figliolia, anziché litigare con alcuni rappresentanti politici regionali e comunali che denunciano la mancanza di una piano di evacuazione per Pozzuoli in caso di terremoto, si adoperi a pianificarlo con l'ausilio delle autorità competenti, informandone la cittadinanza, al fine di garantire un deflusso regolare del traffico nel caso ve ne fosse la, speriamo quanto mai remota, necessità a seguito di un'intensa ripresa dell'attività sismica.

Prevenire è sempre meglio che curare!

 

 
 
 

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