LA VOCE DI KAYFA

COMUNQUE VADA, FORZA GRECIA!

A poche ora dal referendum in Grecia che sancirà se Atene debba accettare  oppure no le politiche di restrizione economica imposte dall’Europa affinché onori i  propri impegni nei confronti dei creditori e resti nell’euro, dopo aver letto e ascoltato i pareri contrastanti dei cosiddetti esperti su quali ipotetici scenari si aprissero se vincessero i NO o i Sì, non credo di sbagliare affermando che nemmeno loro sanno esattamente cosa potrebbe avvenire. Ognuno, come è giusto che sia, esprime le proprie considerazioni in rapporto alle proprie conoscenze/competenze e al proprio orientamento politico. Per cui, checché se ne dica, alla fine viene fuori che il problema Grecia non è soltanto di natura economica ma anche, se non soprattutto, di natura politica. Addirittura spesso succede che due esperti politicamente allineati hanno visioni dissonanti  sull’affaire Grecia tanto da incutere il dubbio in chi li ascolta o li legge che davvero appartengano allo stesso schieramento. Questo a dimostrazione che la vicenda greca, con le conseguenze che ne deriveranno, è un rebus in cui è difficilissimo raccapezzarsi.

Per quanto mi riguarda mi sento di affermare che qualunque sarà l’esito del referendum, in questa partita l’unico vero vincitore sarà Tsipras!

Abituati  da una vita a politici che in campagna elettorale ci promettono mare e monti se verranno eletti, disattendendo clamorosamente le promesse fatte una volta al governo, adducendo a  giustificazione per questo loro agire controverso il fatto che  chi li aveva preceduti ha lasciato una situazione disastrosa che purtroppo non consente di realizzare quanto assicurato in campagna elettorale, molti italiani stanno mostrando dichiarata partigianeria verso Tsipras.

Contrariamente a quanti lo rimproverano di avere voluto scaricare sul popolo greco le proprie responsabilità di capo di governo, Tsipras indicendo il referendum ha invece dimostrato coerenza e coraggio, qualità oggi difficilmente rintracciabili in un politico italiano: coerenza perché essendo stato eletto con la promessa che, una volta al governo, mai avrebbe permesso che la Grecia divenisse lo zerbino dell’Europa, malgrado fosse consapevole della gravità economica in cui verteva il suo paese, Tsipras non si sta piegando all’Europa, in primis alla Germania, ma sta rispondendo con dignità da vero statista  a quello che ha definito senza mezzi termini “ricatto” delle istituzioni europee le quali invitano i greci a votare Sì se non vogliono ritrovarsi peggio di come stanno, commettendo ingerenza nelle questioni interne di uno stato sovrano; ha dimostrato coraggio perché molte volte i referendum hanno disatteso le aspettative di voto indicate dalle maggioranze di governo (in Italia emblematico fu il referendum sul no al nucleare indetto dalle opposizioni dopo il disastro di Fukushima cui Berlusconi e il suo governo si opposero invitando gli italiani a andare al mare invece di recarsi alle urne. E  invece gli italiani non solo andarono a votare in massa raggiungendo il quorum ma votarono No al nucleare, andando contro la volontà del governoi ) per cui non è escluso che subito dopo il verdetto la Grecia si ritrovi senza governo avendo dichiarato Tsipras che si dimetterà se vincessero i Sì.

Personalmente, non nutrendo alcuna simpatia per qualunque forma di coercizione, istintivamente mi auguro che domani vincano i No. Ma essendo consapevole che la vittoria dei No significherebbe per la Grecia un pianto greco che potrebbe amplificarsi per diverse generazioni, la speranza che i Sì prevalgano affinché l’Europa riapra il dialogo con il governo di Atene, seppure non fosse più Tsipras a guidarlo, per la rimodulazione del debito greco, concedendo un po’ di ossigeno al popolo greco, è tanta seppure mi fa provare vergogna verso me stesso.

L’immagine di quel pensionato sdraiato a terra davanti alla banca che piange perché non può ritirare la pensione, consolato da un poliziotto e da un funzionario della banca, è difficile da cancellare dalla mente.

Di certo chi uscirà sconfitto da questa vicenda, indipendentemente dall’esito del referendum, è l’Europa la quale sta dimostrando tutte le proprie falle e ambiguità, e sono tantissime, in ambito democratico.

Ai greci va tutta la mia simpatia. E se alla fine decidessero di votare sì, calandosi le braghe al cospetto della Merkel, Junker e Draghi, hanno tutto il mio apprezzamento.

 A volte chi mostra il culo non significa che sia disposto anche a darlo!

Forza Grecia!