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« Ti piacciono i fumetti, baby?Ti Piacciono i fumetti B... »

Ti piacciono i fumetti baby? Parte seconda

Post n°90 pubblicato il 26 Giugno 2011 da stradeperdute2
 

 

...Questa notte,

si beve

il niente,

del ricordo

su cui

poggia...

 

stradeperdute2

 

 

 

Ti piacciono i fumetti baby? Parte seconda.

 

 

(Stradeperdute e la sua nascita)

 

 

 

La settimana successiva tergiversai e rimandai l'incontro con il Comandante.

 

Presi ferie o malattia, non ricordo bene, e rimasi come in uno stato catatonico; una sorta di stupefazione auto - indotta. Camminavo sotto quella specie di sole malato di fine primavera e ascoltavo solo me stesso, non pensando a nulla.

Questa passività attraversava di quando in quando la mia vita e poiché vivevo costantemente sopra le righe non me ne preoccupavo più di tanto e me la lasciavo scorrere addosso.

Intanto di lì a poco come sempre, ne ero certo come di dover morire un giorno, avrei di nuovo ballato all'inferno...

 

Quando entrai di lì a qualche giorno nell'Ufficio del Comandante, trovai un tipo distinto sulla quarantina che profumava come una baldracca dei bei tempi andati, il quale confabulava con lui su non meglio precisati prodotti per la sicurezza urbana.

Un rappresentante dell'ultima ora che data la crisi vigente, dopo aver venduto mutande di pizzo e altri innominabili, simpatici articoli per il fai da te erotico alle massaie annoiate a domicilio; non aveva trovato di meglio che riciclarsi in questo nuovo target che adesso tirava di più e andava per la maggiore.

 

Quando mi vide entrare congedò con uno sguardo il venditore che si dileguò lasciando dietro di sé una inconfondibile scia all'aroma di bergamotto e legno di sandalo.

 

Non lo lasciai neppure parlare e gli annunciai solo: "il mio nome in codice sarà "stradeperdute"...

 

Fissò ancora una volta il suo sguardo colore celeste intenso nel verde altrettanto intenso dei miei occhi e come sopra pensiero, come se avesse preso una decisione grave ma irrevocabile disse piano: "si, mi pare calzante, mi pare adatto, d'accordo: da adesso lei Ispettore e la sua vita passata non esisterete più; da adesso ci sarà solo "stradeperdute".

 

Fu l'ultima volta che lo vidi, o perlomeno l'ultima di cui abbia ricordo.

 

Nella mia nuova veste nei Servizi Civili entrai subito in un vortice del cazzo di merda di affari loschi, per non dire irriferibili.

Avevo visto tanta merda in vita mia ma mai avrei sospettato che potesse esistere qualcosa di peggio che la fottuta guerra o la periferia dalla quale arrivavo.

Era come vivere continuamente prigionieri di una gabbia dalle sbarre invisibili, o ancora meglio dentro le maglie fini ma ugualmente prive di pietà d'una ragnatela tesa da un padrone - ragno crudele e raffinato.

Qualcuno o qualcosa che in qualsiasi momento poteva prenderti, incastrarti in vie prive di fuga quanto legalmente che fisicamente.

Poteva torturarti oppure ucciderti, tanto tu e la tua storia non esistevi. Infine poteva usarti per i suoi fini e quando sapevi troppo farti sparire...

 

Così dopo molti anni passati a guardarmi continuamente le spalle dai nemici, ma peggio dai così detti amici all'interno della struttura e aver dormito per lunghi periodi con un occhio solo ed il "ferro" sotto al cuscino giunse infine il mio turno.

 

Ciò che tutti gli Agenti dei Servizi temevano: divenire "anziani" del servizio; sapere troppo.

 

Quella struttura non voleva o meglio non poteva accettare questo.

 

Non poteva permettersi il rischio d'una cattura da parte del nemico e di perdere per sempre informazioni preziose estorte in un modo o nell'altro.

 

Ancor meno poteva permettersi un eventuale tradimento e l'inizio d'una collaborazione esterna con esso. Il famoso doppio gioco, insomma.

 

Cominciava allora una sorta di "allontanamento subdolo" dal vero fulcro, dal "nocciolo" del lavoro.

Incarichi sempre più esterni, sempre meno centrali ed importanti, con la scusa altrettanto subdola di una promozione a livelli superiori che diveniva in realtà una sorta di anticamera di decantazione per l'Agente che veniva posto in uno stato di attesa.

 

Quell'attesa poteva essere una specie di prepensionamento prima del dovuto, come un off - side nel calcio, ma molto peggio qualcuno lì dentro stava pensando di fotterti e a come farlo in modo più o meno pulito, in modo che sembrasse un incidente o una missione apparentemente facile nel corso della quale qualche mano che tu ritenevi amica si sarebbe sollevata dietro alle tue spalle relativamente tranquille.

 

E la lunga attesa significava solo che eri diventato una pedina troppo scottante del gioco e quindi altamente sacrificabile e la tua vita a cominciare da quel momento valeva meno di zero.

 

Era esattamente la sensazione che nutrivo io da qualche tempo, non mi dilungo sui miei incarichi precedenti. Ma sapevo davvero molto, troppo.

 

Inoltre ultimamente avevo la sgradevole sensazione che qualcuno mi stesse pedinando ed il fatto che usando tutti i trucchi del mestiere non fossi ancora riuscito a sgamarlo e a capire chi fosse e per quale motivo lo facesse, mi rendeva ancor più preoccupato.

 

Del resto la sensazione c'era e persisteva nel tempo, quindi non potevo ingannarmi; qualcuno mi stava seguendo ed osservando e il fatto che ancora non fossi riuscito a beccarlo poteva solo significare una cosa: purtroppo quel qualcuno c'era ed era un fottuto professionista, proprio come me.

 

Mi volevano fottere, semplicemente, ecco cosa.

 

Nelle settimane successive non detti adito al fatto di nutrire sospetti; continuai a fingere di appassionarmi al mio lavoro come al solito anche se avevo ormai delle consegne poco più che elementari per il mio standard professionale.

 

Di sicuro avevo i telefoni di casa, dell'Ufficio e tutti i cellulari sotto controllo, quindi continuai normalmente a telefonare rivelando solo però ciò che io volevo e pilotando adeguatamente le conversazioni.

 

Ero nella merda sicuramente, e alta anche, l'unico vantaggio seppur piccolo che avevo era che Loro non sapevano che io sapevo.

 

Ciò mi avrebbe consentito di giocare la partita sul mio terreno a loro insaputa.

Ancora il doppio gioco, ancora violenza, ancora guai. Era il mio destino evidentemente, non avevo ancora un piano preciso, ma tanto vale, avrei venduto cara la pelle.

Di questo potevano esser certi.

E sono certo che loro lo sapessero.

Le mie doti fisiche e la violenza quasi brutale frutto anche di lunghi anni di addestramento che talvolta mettevo nell'esecuzione degli incarichi era loro ben nota.

Del resto celare quelle doti per un gigante come me sarebbe stato del tutto inverosimile, se non impossibile.

Viceversa ero praticamente sicuro che avessero sottovalutato la mia intelligenza: non ero tipo da farne sfoggio particolare e loro non avevano mai puntato particolarmente su questo.

Faceva loro più comodo avere una specie di soldato - robot piuttosto che un essere pensante che poteva porsi domande indiscrete.

 

Pensando che ciò avrebbe giocato a mio favore cominciai in modo subdolo ma costante a depistarli.

Inoltre cominciai, tramite utenze telefoniche che avevo con previdente intuito attivato sotto falso nome, ad utilizzare canali di contatto a loro del tutto sconosciuti.

 

I lunghi anni passati a conoscere persone per i più svariati motivi connessi alle mie molteplici attività precedenti nell'Esercito, nelle Forze dell'Ordine e nelle Agenzie di Investigazione stavano per dare i loro frutti.

 

Un piano, a livello poco più che embrionale per ora, aveva cominciato a nascere dapprima come un'idea del tutto oziosa e velleitaria poi a maturare via via da qualche parte della mia mente ormai malata, dominata ormai poco dalla ragione e per lo più dagli istinti bestiali della guerra e dei Servizi.

 

Continua.

 

 

stradeperdute2

 

 

p.s la prox puntata un po' di sano sesso esplicito; promesso ;-)

 

 

ciao.

 

 

 
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stradeperdute2
stradeperdute2 il 06/07/11 alle 22:50 via WEB
:-), mi somiglia il tuo segretario...
 
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