Creato da Signorina_Golightly il 23/06/2014

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Applico alla vita i puntini di sospensione...

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Messaggi del 18/03/2019

19.03

Post n°836 pubblicato il 18 Marzo 2019 da Signorina_Golightly
 

Chi sa se parte del dolore che sento c'entra con una situazione ricorrente di me piccola...

Mi ero trasferita con i miei genitori in una casa più grande, con una mia cameretta. Avevo sei-sette anni, ed ero sempre stata abituata a dormire in camera con loro.

Nella nuova casa la mia cameretta era la stanza più lontana dalla loro camera. Ero terrorizzata di dormirci.

Ogni notte, piena di angoscia mi svegliavo in lacrime, percorrevo silenziosa la casa e mi adagiavo come un cagnolino, scomoda e infreddolita, ai piedi del loro letto, pregando di non svegliarli.

Ma mia madre ha sempre avuto il sonno leggero: inevitabilmente ogni notte se ne accorgeva e si svegliava pure mio padre che mi cacciava adirato. Mia madre, scocciata, mi accompagnava in camera e mi diceva "dormi!", mettendosi qualche minuto accanto a me. E non so se i ricordi mi giochino uno scherzo, ma non ricordo che fosse intenerita né ricordo che mi accarezzasse o parlasse dolcemente per tranquillizzarmi. Io dovevo chiudere per forza gli occhi, altrimenti si arrabbiava, ma dentro provavo un'angoscia indicibile, perché sapevo che tempo qualche minuto, e vedendomi con gli occhi chiusi se ne sarebbe andata.

E così accadeva. Allora io iniziavo a piangere disperata (è lì che il sapore delle mie lacrime mi è diventato familiare) con la testa sul cuscino, senza sapere che fare, e cercando di non fare rumore. A volte cedevo alla spossatezza e, dopo un tempo che non so quantificare ma che mi sembrava infinito, crollavo addormentata.

A volte invece, avvinta dalla disperazione, provavo a tornare ai piedi del letto dei miei, che si svegliavano, e tutto ricominciava.

Non so dire quanto sia andata avanti. Se mesi o anni.

So soltanto che provo angoscia a ripensarci.

E ho il sospetto che ho iniziato allora a non saper esprimere e capire ed esaudire i miei bisogni, a sentirmi abbandonata e ad elemosinare amore accontentandomi di un posticino freddo ai piedi di un letto in cui altri hanno diritto di stare calorosanente insieme. Non io.

Ps: tutto questo anche al termine di giornate in cui tornavo a casa da scuola alle otto di sera (quando non venivo dimenticata lì), in cui si mangiava in silenzio e poi rimanevo sola o, nei momenti migliori, con mia madre che guardava pessima  tv senza parlarmi.

Ora i miei genitori sono preoccupati per il mio crollo. In questi giorni mi hanno accudita come sanno: facendomi mangiare e volendomi a dormire lì. Le parole, quelle, continuano a non saperle trovare.

La vita è strana.

PPS: come posso meravigliarmi di non essermi saputa staccare da un uomo che anche solo per due giorni mi ha tenuta con sé, vista, portata ovunque, sempre insieme, senza lesinare baci, abbracci e tenendomi per mano? In due giorni ho sentito attorno a me più calore che in dieci anni di infanzia.

 
 
 

18,27

Post n°835 pubblicato il 18 Marzo 2019 da Signorina_Golightly
 

In questi 5 giorni mi sono concessa di ritirarmi dal mondo e stare rincantucciata a casa della mia famiglia, protetta e accudita.

Oggi sono tornata a casa mia e sto cercando di rassegnarmi all'idea che domani dovrò indossare l'armatura e rientrare al lavoro, consapevole che le mie energie sono davvero basse.

Mi spaventa.

Ora sto cercando di leggere libri utili. A casa sto facendo il minimo sindacale: per la prima volta ho mandato al diavolo il rigido protocollo delle pulizie settimanali e della spesa. Venivo prima io e il bisogno di curare le mie ferite.

Qualcuno un tempo mi disse, indirettamente, che la vita futura non è dietro la porta che si è chiusa.

La psycho mi invita a ritirare le proiezioni su di lui, capire che l'ho idealizzato per via di quel che ho sentito con lui, e soprattutto capire che a mancarmi è quel che io ho sentito, e che è sempre a disposizione perché è in me. Lui non c'entra.

Io questa cosa ancora non riesco a pensarla e sentirla, perché continua a sembrarmi che lui sia stato l'artefice di tutto e che sia stato lui a creare le condizioni perché io mi sentissi tanto viva e felice.

 
 
 

Crash

Post n°834 pubblicato il 18 Marzo 2019 da Signorina_Golightly
 

Sono andate in pezzi le mie convinzioni e la mia vita.

Anni vissuti convinta di voler far spazio soltanto alla mia parte intellettiva e ai sentimenti blandi, mettendo totalmente da parte il mio corpo, che non riuscivo nemmeno più a sentire. Era come fossi solo mente. Mi rassicurava. Credevo sarei stata al sicuro, e intanto mi costruivo una prigione da cui non so più uscire e che soltanto con lui ho capito fosse una prigione. 

Una prigione fatta di privazione di slanci, di distacco dal mio corpo e dal mio io più profondo, di isolamento emotivo dagli altri, di schemi rigidi e ripetitivi, di ripiegamento su fatti e persone del passato, di scarsa curiosità per il prossimo, di ambizioni frustrate e insieme di bassi profili, di preconcetti, di speranze vane e amare disillusioni, una quotidianità intera a fare solo ciò che non voglio né sento e, forse la cosa peggiore, ad essere così distaccata dalla vera me da non sapere chi io sia e che cosa voglio, come intendo impiegare il mio tempo e in che cosa impegnare seriamente le mie energie. 

È stato come se lui fosse venuto a liberarmi da una prigione in cui non sapevo di essere, portandomi alla luce, un'abbagliante luce, per poi andare via e ritrovarmi di nuovo nella semi-oscurità della prigione, questa volta consapevole di esserci.

È insopportabile. 

 
 
 

10,57

Post n°833 pubblicato il 18 Marzo 2019 da Signorina_Golightly

È sempre così.

Dopo che perdo un uomo, non potendo più avere lui, ho BISOGNO di fare e studiare le cose che fa lui.
Io leggo La Repubblica e solo ogni tanto? Lui legge ogni mattina Il Fatto Quotidiano on line? DEVO farlo pure io.
Lui medita e a me non è mai importato nulla della meditazione? Io ora ho BISOGNO di meditare. E così via.
In una situazione normale sarebbe anche positivo lasciare che gli interessi si amplino grazie agli incontri con le persone.
Ma per me diventa un bisogno e mi fa sembrare nulla i miei interessi di sempre.
 
 
 

10,42

Post n°832 pubblicato il 18 Marzo 2019 da Signorina_Golightly

Non è un istante a caso questo in cui scrivo per esorcizzare il momento...

Prima di incontrarlo non credevo potesse prendermi tanto.
In sua presenza, dentro un pezzo della sua vita, ogni prospettiva è cambiata: la sua luce, la sua propositività, la sua tranquillità, la sua fiducia nelle persone e nella vita e il suo sorriso aperto, la sua determinazione a vivere la vita che vuole, la sua positività e il suo rifiuto di vivere una vita che non vuole.
Shakera con una chimica mai provata prima e con il miglior sesso della mia vita (evviva gli uomini che sanno baciare!), e ne sono uscita stesa.
Aveva tutto quel che a me manca e che desidero disperatamente.
E in quel disperatamente c'è tutto: c'è il perché io l'abbia voluto così tanto e lo voglia ancora, e c'è uno dei perché lui non avrebbe mai potuto volermi altrettanto.
 
 
 

7.03

Post n°831 pubblicato il 18 Marzo 2019 da Signorina_Golightly

Una settimana fa a quest'ora ero sveglia come un grillo e mi rigiravo nel 'suo' letto sperando si svegliasse: dovendo ripartire entro poche ore, smaniavo per poter stare ancora con lui.

Diciamo che andrà meglio (spero) tra qualche ora, quando potrò dire che una settimana fa era tutto finito.
Inizia a farsi strada un barlume di razionalità: non avevo considerato che non avevo alcuna possibilità fin dal principio, dalla prima mail, perché lui aveva deciso già. Anzi meglio: lui mi aveva contattato la prima volta avendo già deciso.
Ho commesso la leggerezza, che tanto mi sta costando, di pensare che me la stavo giocando, che lui stesse vivendo quell'esperienza con me in modo possibilista.
Ed è incredibile (e stupido) come il mio cervello, fin dalla prima mail, abbia sorvolato su tutti (tanti) i dati (chiari e per nulla ambigui) che convogliavano in una precisa direzione: "voglio, e quando dico voglio intendo che così farò e così sarà, un'avventura di una notte".
Ho pensato si fosse preso perché l'ho visto dolce, appassionato e perché si è dannato perché mi mettessi su quel treno". Ma quello non era altro che il sincero entusiasmo che lui prova per un'avventura di una notte. Solo perché io non so concepire di avere tante attenzioni a letto per un uomo per cui non provo niente (e be', a dire il vero non ci finisco a letto in linea generale), non significa che anche per gli altri debba essere così.

 
 
 

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