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LA REALE SPECOLA: L'osservatorio Astronomico di Capodimonte

Post n°2168 pubblicato il 16 Aprile 2012 da luger2
 

Situato in splendida posizione sulla collina di Miradois, presso la reggia di Capodimonte, è cronologicamente il primo osservatorio d'Italia. L'astronomo Giuseppe Piazzi fondò nel 1819 l'organismo, che ebbe sede nell'elegante fabbrica neoclassica progettata dai fratelli Gasse. Dalla terrazza superiore, dove sono collocate tre cupole che contengono gli strumenti geodetico-astronomici, tra cui il telescopio zenitale, si gode un suggestivo panorama della città e del golfo. L'Osservatorio di Capodimonte è uno degli osservatori della rete nazionale degli Istituti Nazionali di Astrofisica e Fisica dello Spazio ed è principalmente un istituto di ricerca, ma vi vengono organizzate anche attività per il pubblico e per le scuole. Per la diffusione della cultura scientifica l'Osservatorio dispone di un grande Auditorium e di un Museo con una collezione di strumenti otto-novecenteschi. A causa dell'inquinamento luminoso prodotto dalle luci cittadine, l'Osservatorio di Napoli ha oggi la sua Stazione Osservativa sul Toppo di Castelgrande sull'Appennino Lucano, il più grande osservatorio astronomico d'Europa, di recente costruzione; ove ha sede il SINGAO (Southern Italy Neutrino and Gamma Observatory), il primo centro internazionale in Italia per esperimenti in astrofisica. L'osservatorio, situato sul monte Toppo di Castelgrande, ospita un telescopio altazimutale con uno specchio di 160 cm di diametro e dotato di ottica adattiva.  Un importante polo culturale in cui la storia della scienza si inserisce in quella del patrimonio storico e artistico della città di Napoli: si potrebbe riassumere così l'attività di divulgazione del Museo dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte a Napoli, il più importante del sud Italia.  Sull'esempio de famosi Osservatori di Greenwich, di Oxford, e di Gotha si costruisce la nuova Specola di Napoli sulla collina suburbana di Miradois di un solo piano terreno, ed è per essa destinata una preziosa e compiuta collezione di stromenti... da collocarsi sopra basi solidissime, che sorgono perfettamente isolate sul vivo masso del monte.  ... avrà altresì un locale separato per collocarvi le macchine destinate all'istruzione, ed all'esercizio de' giovani  ( F. Zuccari, Breve cenno sulla storia degli osservatori di Pisa e di Napoli, Giornale Enciclopedico di Napoli, 1817). Capodimonte è il quartiere della periferia settentrionale di Napoli dove Carlo III di Borbone fece erigere il Palazzo Reale oggi sede della Galleria Nazionale (vi è esposta la splendida collezione della famiglia Farnese).
Fu Gioacchino Murat, re di Napoli e promotore di importanti riforme nel settore politico, economico, culturale e scientifico, a decidere nel 1812 la fondazione dell'Osservatorio. N
el 1819, quando sul trono di Napoli era ritornato Ferdinando I di Borbone, che approvò lo stanziamento degli ultimi finanziamenti; fu il primo edificio, in Italia, ad essere progettato appositamente per adempiere la funzione di osservatorio astronomico. Si scelse Capodimonte perché lontana dalle luci della città (già all'epoca c'erano le prime avvisaglie di inquinamento luminoso) e venne adibita a osservatorio astronomico la villa cinquecentesca del marchese di Miradois col terreno circostante, un parco di circa 6 ettari che si trova sulla collina omonima: dopo aver esplorato il cielo, chi visita l'Osservatorio può così perdersi anche fra palme, alberi da frutta e di vite.

L'Osservatorio entrò in funzione nel 1820, fra i primi in Italia, e acquistò grande fama per l'accuratezza delle misure astrometriche: la scoperta di nuovi pianeti e stelle, il calcolo delle traiettorie delle comete, l'astronomia di posizione, e così via. Quando nel resto d'Europa si cominciava a interrogarsi sull'origine e la natura dell'universo, all'Osservatorio di Napoli si continuavano a fare quasi esclusivamente misure celesti. Gli astronomi di Capodimonte si muovevano sul filone classico dell' astronomia di posizione e rispondevano alla vocazione pratica e quotidiana del tipico osservatorio ottocentesco: la misura e regolazione del tempo civile, ossia l'indicazione del tempo esatto, e le rilevazioni di carattere meteorologico. L'apertura verso altre scienze non fu favorita: eppure, è proprio dagli interscambi tra matematica, chimica e fisica che nacque e si sviluppò a livello internazionale il nuovo settore dell'astrofisica. Con estrema lentezza e superando molte difficoltà, la specola di Capodimonte s'inserì in un circuito di lavoro internazionale. Solo dal 1912, con la direzione di Azeglio Bemporad (1912-1932) ci si incominciò ad interessare di astrofisica.Da qui il declino , riscattato però negli ultimi 30 anni attraverso un'intensa attività di divulgazione e importanti collaborazioni scientifiche internazionali. "A livello scientifico gli astronomi dell'Osservatorio sono coinvolti in ricerche rilevanti come quelle dell'Hubble Space Telescope e del Very Large Telescope di Cerro Paranal, in Cile." Oggi la Specola di Capodimonte si può annoverare tra gli istituti internazionali più attivi e prestigiosi.  La biblioteca, voluta da Federigo Zuccari negli anni 1812-1815 contestualmente alla costruzione dell'Osservatorio, è dotata di un considerevole patrimonio librario antico e moderno: oltre 36.000 volumi tra monografie e periodici di carattere specialistico e divulgativo. La sezione antica rappresenta nel suo genere uno dei fondi più prestigiosi esistenti nel Sud Italia perché accoglie testi astronomici di indiscutibile valore storico-scientifico, quali ad esempio la prima edizione del “De revolutionibus orbium coelestium” di Niccolò Copernico. Incrementatasi nel corso degli anni per effetto di importanti donazioni, quale ad esempio quella cospicua effettuata nel 1964 dall'ing. Giuseppe Cenzato, la sua consistenza ammonta a 2659 volumi. Completano ed arricchiscono tale collezione 48 testate di periodici antichi, ossia testate di cui si possiedono annate anteriori al 1831 e circa 300 edite tra il 1831 e gli inizi del 1900.

Nei circa due secoli di vita della biblioteca, nessun volume è stato mai sottoposto ad intervento di recupero e restauro ed è in buona parte archiviata con procedure informatiche che ne consentono una consultazione anche via web, per garantire l'accesso al pubblico.                  Il  "Museo degli strumenti antichi" dell'Osservatorio conta circa cento oggetti ed è una testimonianza, unica in tutto il Mezzogiorno continentale, di quello che fu la strumentazione astronomica utilizzata in tutto l'Ottocento e nei primi decenni del  Novecento:  teodoliti,  cerchi, meridiani, fotometri, spettrografi, cannocchiali  altazimutali, strumenti di calcolo, etc. La maggior parte della collezione è custodita in una sala adiacente all'auditorium dove fanno bella mostra due pezzi cinquecenteschi provenienti dalla collezione Farnese e il cerchio meridiano di  Reichenbach, tra i primi e importanti strumenti dell'Osservatorio. Questi strumenti costituiscono esempi autentici e originali degli ambienti di lavoro del periodo storico cui si riferisce il museo e forniscono, perciò, un'esatta e completa informazione su luoghi, strumenti, accessori e atmosfera in cui si faceva astronomia nel periodo che va dalla fondazione dell'osservatorio napoletano, il 1819, alla metà del XX secolo.
La visita del Museo
Il percorso si snoda attraverso una serie di edifici,ciascuno dei quali ha la funzione di approfondire un aspetto della storia dell'astronomia.
Sala degli strumenti storici. Sono esposti strumenti dell'800 e dei primi decenni del '900 utilizzati per la misura di precisione degli astri: classici telescopi, come il rifrattore-equatoriale di Fraunhofer-Reichenbach e quello di Reichenbach-Utzschereider (con esso l'astronomo De Gasparis scoprì 7 pianetini), cannocchiali, orologi di precisione, regolatori di velocità per i movimenti dei telescopi. Ci sono anche comparatori di lastre fotografiche e telegrafi, che testimoniano l'esigenza degli astronomi dell'epoca di scambiarsi tempestivamente i dati delle osservazioni. Padiglione del cerchio meridiano di Repsold. Si tratta di una cupola in acciaio costruita intorno alla metà degli anni '30, che si trova nel parco della villa e che ospita il cerchio meridiano di Repsold. Con questo strumento gli astronomi dell'800 determinavano la posizione esatta di una stella, misurando l'istante di passaggio sul meridiano del luogo di osservazione.
Padiglione di Bamberg. Lo strumento dei passaggi di Bamberg è un macchinario della seconda metà dell'800 che serviva per registrare l'istante di passaggio in cielo di una stella, attreverso cui era possibile misurare l'ora del giorno. Fino al 1950 da Castel Sant'Elmo venivano infatti sparati dei colpi di cannone allo scoccare del mezzogiorno.
Planetario. Il planetario può ospitare fino a 20 persone ed è utilizzato per la descrizione dei moti fondamentali della meccanica celeste e per l'identificazione delle costellazioni.                                             ... essendo nella ferma risoluzione di fare dal canto mio quanto mai potrò perché questo Osservatorio abbia degli strumenti che corrispondano alla magnificenza della fabbrica.... non sarà possibile che mi dia pace, se non giungo a provvedere l'Osservatorio di quanto di più pregevole possa oggi attenersi in fatto di strumenti.— (G. Piazzi, Corrispondenza Piazzi Oriani, 1 settembre 1818).

 
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