PENSIERI AL VENTOSUL MIO DIARIO VIRTUALE FIGHISSIMO SCRITTO DA ME E DA VOI REGISTRATI ALLA DGL DI LIBERO. |
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MESSAGGIO IMPORTANTE: Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali.
-*-
"La primavera è sinonimo di vita e di cambiamenti.. e con essa
anch'io cerco e voglio, per quanto sia possibile, apportare
alcuni cambiamenti alla mia vita.. premetto che non rinnego nulla di tutto quello che ho fatto in passato, però ho deciso di voler tagliare con i "rami secchi".
Da oggi voglio essere circondata solamente da persone positive e serene, persone che hanno solo cose belle da offrire e che con la loro presenza, sia virtuale che reale, mi facciano sentire bene...
La vita scorre velocemente, purtroppo, con periodi belli ed altri meno.. Io però vorrei aggiungere che se noi riusciamo avere accanto gente giusta e positiva, in loro compagnia, si possono passare momenti veramente meravigliosi e soprattutto indimenticabili..!!"
Ciotty
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La storia di Ettore: Abbandonato nel 1997 in una scatola di cartone sugli scogli del molo di Viareggio, è stato notato e salvato. Non aveva una casa, ne aveva 100 almeno, non aveva un "padrone", ma aveva cento, mille amici che si prendevano cura di lui. I pescatori di Viareggio erano la sua famiglia, lui li aspettava in questo punto del molo, aspettava la sua "cena" e loro erano ben felici di regalargli porzioni di pescato. Ormai era la mascotte di tutti, grandi, piccini e turisti, tutti avevano una carezza per lui. Questo fino a dicembre 2016. Diciannove anni di affetto, strusciate e fusa. Qualcuno si è accorto che il tempo era quasi finito, così Ettore è stato portato in un rifugio dove ha vissuto con cure e amore, fino al 15 dicembre, quando la sua codina si è fermata per sempre ed è corso sul ponte a giocare con le stelle... Adesso gli è stata dedicata una statua in bronzo, posizionata nel punto sul molo in cui lui, aspettava i suoi amici pescatori. -*- E niente, è solo una storia d'amore e ci tenevo a farvela conoscerla. ![]() |
Post n°1161 pubblicato il 14 Luglio 2022 da Ciottolinadgl2
Il 14 luglio 1789 moriva a Parigi, durante la presa della Bastiglia, Lady Oscar, eroina del cartone più amato anni ‘80. Forte e bellissima, simbolo di emancipazione e libertà nella quale ci siamo immedesimate tutte14 luglio 1789: anniversario della presa della Bastiglia. Giornata storica importantissima, per la Francia, e non solo, simbolo dell’inizio dei moti rivoluzionari che dal fine ‘700 e per tutto il secolo a seguire modificheranno il mondo a livello politico e sociale. Eppure, basta farsi un giro sui social, per rendersi conto come a essere di tendenza, il 14 luglio, non è tanto “la Storia”, ma una eroina bionda che ha cambiato a suo modo la storia di tutti noi, bambini negli anni ’80 e ’90: Lady Oscar. Perché oggi, 14 luglio è l’anniversario della morte di Oscar Françoise de Jarjayes, in arte Lady Oscar eroina meravigliosa, bellissima e tragica di uno dei cartoni più amati degli anni ‘80. E su Twitter, in moltissimi la ricordano, la celebrano, postano la famosa scena della sua morte, che ha causato litri di lacrime. Una donna cresciuta come ragazzo da un padre che desiderava un erede maschio, che diventa capo delle guardie reali in Francia, alla corte di Maria Antonietta e Luigi XVI, di cui tutti si innamorano, per il suo fascino pazzesco ma che (ovviamente) ama l’unico che non la ricambia. Bellissima, altera, coraggiosa, leale, forte: lady Oscar riuniva in un corpo meraviglioso le migliori caratteristiche maschili e femminili, conquistando in un colpo solo gli uni e le altre. Il cartone, perfettamente sceneggiato e disegnato, è riuscito a raccontare a una intera generazione la storia della Rivoluzione francese, con tanto di morti reali e vere ingiustizie dell’epoca, tra gli scandali di corte, i tradimenti, gli sperperi dei nobili e le privazioni del popolo. Non si poteva non restare affascinati dal racconto e dai personaggi. Inevitabile non innamorarsi, o immedesimarsi, in Lady Oscar. Tra le tante edulcorate Candy Candy, Georgie, Creamy o Lamù, tanto per citare i cartoni giapponesi più famosi di quegli anni, Lady Oscar irrompeva con il suo realismo, la sua tragicità, la verità storica, assolutamente nuovi e quindi suggestivi per gli occhi, e il cuore, dei bambini dell’epoca. La generazione di quelli che oggi hanno 40, 50 anni. E che dopo tutto questo tempo, piangono ancora nel rivedere la scena della sua morte, o quella di Andrè, amanti tragici che solo con, e dopo la morte, coronano il loro amore. |
Una storia a lieto fine quella di Molly, una micia smarrita a Cotignola, in provincia di Ravenna, nel Febbraio del 2020. All'epoca Molly aveva 14 anni e soffriva di ipertiroidismo. Per questa sua condizione doveva seguire terapie e difficilmente usciva di casa, se non per fare un giro in giardino sotto stretto controllo. Improvvisamente, una mattina, la sua mamma umana Federica non l'ha più trovata e da quel giorno non ha mai smesso di cercarla. Ha diffuso volantini e ha contattato le associazioni animaliste del territorio. Nonostante tutti i tentativi di Molly nessuna notizia, la micia sembrava volatilizzata, ma Federica non ha mai smesso di pensare che un giorno avrebbe riabbracciato la sua adorata micia. Federica non si è mai persa d'animo e qualche giorno fa la speranza si è riaccesa in Federica dopo aver visto il post pubblicato su Facebook sulla pagina dell'Infermeria Felina di Lugo: una micia anziana e bisognosa di cure era stata recuperata nel pomeriggio nei pressi di un'azienda a Cotignola. Le foto mostravano una somiglianza incredibile e Federica, quasi incredula, si è subito messa in contatto con i volontari. Nella tarda nottata di sabato, dopo un accurato esame delle fotografie Federica non aveva più dubbi, anche se le sembrava impossibile che si fosse avverato il miracolo nel quale aveva sperato per questi due anni. Domenica alle 9 Federica si è precipitata in infermeria felina della Sezione Enpa di Lugo e non appena ha visto la micia non ci sono più stati dubbi: era la sua gatta. Le è bastato chiamarla per nome e immediatamente si sono riconosciute: Molly ha iniziato a fare le fusa e Federica è scoppiata in lacrime. Una felicità contagiosa che ha fatto venire gli occhi lucidi anche alle volontarie presenti in infermeria. Non sappiamo e forse non lo sapremo mai cosa sia accaduto in questi due anni. Sicuramente Molly non ha vissuto da randagia, ha trovato cibo e forse anche riparo, anche se le sue condizioni denotano la necessità di cure e attenzioni, che fra le braccia della sua mamma umana non le mancheranno. Una storia meravigliosa simile a quella di Monica e del suo Mandarino, ritrovato a Faenza dopo 8 anni che ci insegna che non bisogna mai perdere la speranza e ci ricorda l'importanza di microchippare i propri animali. Sono contenta che gatta e padrona si siano ritrovate e ora siano di nuovo insieme. |
Una laurea in qualche modo storica. Elisa Santacroce, 23enne di Caselle (Torino) ma iscritta all'università di Genova, è probabilmente la prima studentessa italiana a discutere la tesi direttamente dall'abitacolo di un'auto. Il motivo? Mentre stava raggiungendo l'ateneo ligure, accompagnata dal fidanzato, ieri mattina (7 febbraio 2022) la ragazza si è trovata bloccata a causa del maxi tamponamento che sulla A26 ha causato due morti e dieci feriti. Elisa, iscritta al corso triennale in Servizio Sociale all'Università di Genova, era partita con largo anticipo dalla provincia di Torino per arrivare in tempo per la discussione. Quel contrattempo sulla strada, però, ha scombinato i suoi piani. Preoccupata, la giovane ha telefonato al suo relatore, il professor Luca Sabatini, che le propone di collegarsi su Teams, piattaforma tra le più utilizzate in questi anni di pandemia, tra lockdown e lezioni a distanza. La giovane discute la tesi online e viene proclamata dottoressa. «Eravamo bloccati su alcuni rituali e siamo riusciti a diventare flessibili, siamo diventati 'problem solver'. Come dire, avete presente la gabbia d'acciaio di Weber? abbiamo rotto quell'acciaio», commenta all'ANSA citando Max Weber Luca Sabatini, docente di sociologia all'Università di Genova e relatore della studentessa, che si è laureata con una tesi su 'Il fenomeno della povertà'. «In fondo - aggiunge il docente - in questo lungo periodo abbiamo usato il pc per la didattica a distanza. E se è vero che la discussione di una tesi dev'essere fatta in presenza è anche vero che ieri la studentessa era 'in isolamento'. Ho usato questo escamotage, la Commissione ha compreso e condiviso, e quindi abbiamo fatto così». Alla fine, una volta superato l'ingorgo, Elisa Santacroce e il suo fidanzato Alessio sono comunque riusciti a raggiungere l'università di Genova, per festeggiare la laurea. Almeno la celebrazione, com'è giusto che sia, è avvenuta in presenza. -*- Congratulazioni Dottoressa Elisa per la tesi di Laurea super speciale. |
Il taglio radicale dal passato e la rinascita. Queste possono essere il risultato di scelte consapevoli ma, a volte, sono conseguenze imposte da una volontà superiore: il destino. Lo sa bene Giulia Lamarca, psicologa, formatrice aziendale e travel blogger che dal 2011 vive la sua seconda vita. Classe ’91, originaria della provincia di Torino, Giulia è un'icona del web con oltre 116mila follower su Instagram (@_giulia_lamarca). Il 6 ottobre 2011 un grave incidente in motorino l’ha costretta per 9 mesi in un letto d’ospedale, per poi toglierle per sempre la possibilità di camminare. Ma proprio su una sedia a rotelle, ha ricominciato a vivere più intensamente di prima. Amante del viaggio, di cui parla nel suo blog My travels the hard truth, Giulia non ha mai smesso di esplorare il mondo insieme a suo marito Andrea Decarilini, fisioterapista conosciuto proprio durante la convalescenza in ospedale Per molti, la sedia a rotelle è un impedimento. Che significato attribuisce alla parola “limite”? «Io penso che ognuno di noi abbia dei limiti, seppur diversi. Inizialmente ho provato rabbia, perché la mia vita era totalmente cambiata e il pensiero di non poter più fare molte cose che normalmente facevo mi rattristava. Col tempo, però, ho imparato a fare di quei limiti un punto fermo, cercando di oltrepassarli. Se ci sono impedimenti provo a cercare la soluzione per superarli al meglio, per cui non ho più problemi nell’affrontare anche solo psicologicamente ogni ostacolo che mi si presenta». Ha dichiarato più volte di avere “una vita tragi-comica”, cosa intende? «Sì, vero (dice ridendo). Ho provato a dare questa definizione alla mia vita perché è un mix tra il tragico e il comico. Ovviamente, la tragedia è legata all’incidente di 10 anni fa, ma i postumi e il presente lo vivo con ironia. Ad esempio, piccoli incidenti domestici, come ad esempio un piede che rimane incastrato e mi impedisce di muovermi, diventano comici se raccontati con la giusta visione e col sorriso. Ho trovato la chiave di svolta per vivere serenamente anche i piccoli disagi». Per molti rappresenta un’icona. Come vive l’impatto con i social? «Ricordo che un giorno stavo parlando, in una storia Ig, di un argomento della quotidianità, come faccio normalmente con mio marito. Il riscontro mediatico che ho avuto è stato altissimo, tanto da pensare “Wow, mi sento ascoltata!” e questo è stato molto positivo. Quando fai parte di una minoranza, puoi anche urlare ma la gente non ti ascolta. Anche quando vuoi far valere un diritto, non si viene sempre ascoltati. Al contempo, ho capito la grande responsabilità che avevo sul web. Da una parte ho provato stupore, ma dall’altra ho capito che la mia voce veniva ascoltata e questo è incredibile. Mi piace il confronto che si può avere sui social, lo scambio di opinioni e, per fortuna, non ho trovato 'leoni da tastiera' che mi colpissero nel profondo». Lei viaggia molto: ha trovato accessibilità ovunque? «No. La difficoltà maggiore per gli spostamenti l’ho riscontrata sicuramente a Roma. Accessibile per le attrazioni turistiche, ma meno nella quotidianità: camminare per le vie della città per una passeggiata o prendere i mezzi risulta faticoso. In giro per il mondo, invece, ho riscontrato diverse realtà. In Giappone mi sono trovata benissimo: ci sono stata due volte e ho trovato un paese con un’altissima attenzione ai disabili. Mentre in Sri Lanka ho avuto uno spiacevole soggiorno: ho percepito un alto livello di discriminazione. Pensavo di ricevere critiche e occhi indiscreti soltanto nelle piccole realtà, magari poco sviluppate, ma l’impatto in Sri Lanka mi ha lasciato un cattivo ricordo. La mia più grande sfida è quella di far capire al mondo del turismo accessibile di dover fare più informazione circa le difficoltà che si riscontrano viaggiando. Ho provato e, ancora provo, a contattare il Parlamento europeo per far attuare delle leggi: ora è tutto fermo, ma spero che un giorno ci sia qualcuno che mi ascolti, anche perché i fondi ci sono». Presto sarà madre: quel 6 ottobre 2011, oggi, è una disgrazia o un caso fortuito? «Bella domanda, difficile dare una risposta secca. Quando ripenso alla mia storia, mi rendo conto che è andata benissimo. Poteva essere un film finito molto male. Se all’inizio mi sentivo triste, sola, senza affetti, oggi sono nel pieno della serenità. È una cosa che è accaduta, mi ha fatto crescere tanto e soprattutto cambiare. Adesso sono contenta di tutte le scelte che ho fatto. Questa che sto vivendo è la mia terza vita: quella assieme ad Andrea e mio figlio, che nascerà a fine settembre. E anche lì, la vita ha scelto per me: la data prevista per il parto sarà proprio fine settembre o inizio ottobre. Se dovesse coincidere con la data dell’incidente potrei pensare che era tutto scritto, chissà?». Cosa consiglierebbe a chi deve affrontare il suo stesso percorso? «La prima cosa che dico a tutti è “mi dispiace”. So bene la rabbia che si prova quando si vive una storia come la mia. E continuo dicendo di non ascoltare troppo la gente, perché questa è stata la mia più grande forza. Dando peso alle parole degli altri senza mettere mai in dubbio nulla, si rischia di farsi etichettare e diventare succubi di appellativi sgradevoli. Dopo 10 anni, mi capita di pensare e sperare in una cura futura che possa aiutare chi dovesse avere il mio stesso incidente. Sicuramente, portare i pensieri su un piano pratico aiuta a progredire». -*- Una grandissima, affascinante donna, molto forte e amante della vita. Sono contenta di essere sua amica. |
Tremila francobolli. Veri. Incollati su una Vespa 50 invece dell’album di un collezionista. La passione per realizzare quella che - a suo modo - è un’autentica opera d’arte moderna viene fuori dalle mani di Annarita Luzi, che da sempre prepara i piatti serviti nel ristorante di famiglia in piazza Duomo, a Tivoli. Il locale si chiama “La forma”. E forse non è un caso.
«Mi sono fatta aiutare da mio figlio Daniele - racconta ora Annarita - e ho realizzato questo pezzo unico solo per Maria Cristina, mia figlia, in occasione del suo compleanno». Serviva un’idea originale e, voilà, ecco la Vespa francobollata. In realtà sono serviti due mesi di duro lavoro, soprattutto notturno: «Maria Cristina non doveva assolutamente scoprire le nostre intenzioni, la Vespa sarebbe stata una sorpresa da infiocchettare vicino alla torta con le candeline. Così abbiamo portato il mezzo nella mia camera da letto e impedito l’accesso a chiunque. Non è stato facile». Soprattutto mettere una dopo l’altra quelle tesserine colorate che da sempre finiscono solo su lettere e cartoline. Eppure è tutto armonico: colori, dimensioni dei francobolli, linee di copertura della carrozzeria. La Vespa 3000 (francobolli) è stupenda, una gioia per gli occhi. Anzi, una star. Perché in pochi giorni, a Tivoli, tutti hanno almeno un selfie con il modello unico al mondo. «So che la Piaggio festeggia i 50 anni della sua strepitosa invenzione su due ruote - dice ancora Annarita -. Sarebbe bello andare in qualche esposizione». Solo per poche ore, però: Maria Cristina (la nuova proprietaria) tiene alla sua Vespa come fosse una figlia. Specie ora che il fratello Daniele l’ha completamente rimessa a nuovo. -*- Idea favolosa |
Ne avevo scritto qualche mese fa, per raccontare l'incredibile epilogo di questa storia. Mandarino un anziano gatto di vent'anni, aveva ritrovato la sua proprietaria dopo otto anni grazie all'intervento dell'Enpa di Faenza che aveva messo un annuncio sulla sua pagina Facebook. Il 13 marzo Monica, proprietaria di Mandarino, ha condiviso sui suoi social un commovente messaggio di addio:“Mandarino, piccolino mio adorato – scrive Monica sul suo profilo Facebook - ce l'abbiamo messa tutta, ma questa volta sei volato via davvero... Il tuo grande cuore mi ha accompagnata per quasi 21 anni. So quanto mi hai amata... Sei tornato dopo più di 8 anni per concludere con me la tua avventurosa vita. Te ne sono grata, mio glorioso guerriero... Ora splendi nella Luce, corri su prati verdi, arrampicati sugli alberi in fiore, corri nel vento, mia splendida creatura... Aspettami sul ponte dell'arcobaleno. Tornerò a prenderti, amore mio”. L'Ente Nazionale Protezione Animali con la suaPresidente Carla Rocchi esprime le proprie condoglianze a Monica per la perdita del piccolo Mandarino. ![]() -*- Mi dispiace tantissimo per Mandarino mi ero appassionata alla sua storia buon ponte dell'arcobaleno bimbo gatto meravigliosa creatura ![]() |
Solo per pochi minuti, ma pieni di commozione e di intensità. Sono quelli che ha potuto vivere una donna di 80 anni ricoverata nella “bolla Covid” dell'ospedale di Arezzo quando ha potuto rivedere il suo cane, un barboncino di nome Whiskey, facendo registrare anche un miglioramento nelle sue condizioni psicologiche e anche fisiche. A raccontare l'esperienza la stessa Asl il cui personale sanitario ha reso possibile l'incontro tra l'anziana e il suo cane. Ricoverata da una decina di giorni nel reparto di pneumologia dell'ospedale San Donato di Arezzo, la donna non migliorava. Da lì la decisione del primario Raffaele Scala di organizzare l’incontro con il barboncino, un’iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione di tutto il personale sanitario che, con tutte le precauzioni, ha accompagnato e monitorato il cane fino al letto della donna che, intubata, appena l’ha visto ha avuto la forza di chiamarlo. -*- Ma che dolcezza questa storia è proprio vero che gli animali sono speciali.... |
Dodici anni insieme poi un giorno Mandarino esce e non torna più a casa. Monica, una musicista di Faenza, cerca il suo gatto ovunque: volantini, giornali, passaparola, social. Ma del suo micio nessuna traccia. Mandarino lo avevo incontrato la prima volta il 25 aprile del 2000, insieme ai suoi fratellini in un casolare di campagna di amici. Era stato subito amore a prima vista. Dopo pochi mesi insieme Monica aveva subito notato l’indole selvatica del suo gatto, la voglia di evadere ed esplorare e, nonostante lei avesse un giardino chiuso da 4 mura, il gattino aveva trovato più di un'occasione per riuscire a scappare in cerca di avventure. Una volta lo aveva persino ritrovato nel bagagliaio di una macchina con due persone a bordo che lo avevano sentito miagolare. Il 7 novembre 2012, però, Mandarino, subito dopo pranzo, mentre Monica sta andando a teatro per una prova generale dell’opera lirica (lei è una cantante lirica) che sta allestendo, è uscito ancora una volta, senza però fare più ritorno. Qualche settimana dopo un vicino di casa di Monica le racconta di averlo visto finire sotto una macchina e le confida che secondo lui probabilmente non ce l’ha fatta. Monica, che conosce Mandarino, un vero guerriero, non si dà per vinta e continua a cercarlo in tutti i modi per più di un anno. Una storia che sembra essere destinata al più triste dei finali, poi un giorno, nel 2018 otto anni, due mesi e 4 giorni dopo la sua scomparsa, una famiglia di Faenza, trova un gatto anziano con gravi problemi di salute in strada. Contatta l’Enpa di Faenza che lo recupera e lo affida alle cure veterinari dell'associazione per accertamenti e terapie. L’anziano gatto è disidratato, molto magro, provato dal freddo e completamente cieco ma risponde bene alle terapie. La famiglia che lo ha trovato ha preso a cuore il suo destino ed è disposta a prendersene cura. All’Enpa di Faenza arriva, però, una telefonata. E’ Monica, ha visto le foto del gatto anziano ritrovato su Facebook e pensa possa essere Mandarino. Invia anche delle foto e descrive delle caratteristiche del suo gatto che non sembrano lasciare molti dubbi. Monica non vede l'ora di riabbracciare Mandarino e si precipita nella sede dell'Enpa per riconoscere e incontrare l'anziano gatto. “Quelle immagini – raccontano le volontarie dell'Enpa di Faenza – non potremo mai dimenticarle. Nonostante le condizioni e l’età Mandarino ha riconosciuto subito Monica. Lei lo ha abbracciato, coccolato con gli occhi pieni di lacrime mentre Mandarino la contraccambiava con delicate testate e fusa. Eravamo tutti senza fiato. Questi sono i momenti in cui capisci l'importanza di non arrendersi mai. E un grazie speciale va a tutte quelle persone sensibili, come la famiglia che ha recuperato Mandarino, che non si girano dall'altra parte quando vedono un animale in difficoltà. Grazie di cuore!”Mandarino e Monica ora sono di nuovo insieme sono di nuovo felici insieme. Il gatto sembra essersi ripreso completamente nonostante gli acciacchi dell’età, 21 anni. “E’ stato come ricominciare tutto da quel lontano giorno di autunno – racconta Monica – sono grata a tutte le persone che hanno reso possibile questo piccolo miracolo”. -*- Una storia a lieto fine sono contenta che Monica abbia ritrovato il suo gatto, così almeno può vivere i suoi ultimi anni di vita felice. |
Post n°1153 pubblicato il 18 Dicembre 2020 da Ciottolinadgl2
Pranzi di Natale e cenoni di Capodanno in tempi di pandemia: per combattere il Covid-19 dovranno avere qualcosa in più. Ovvero un tocco di salute a 360 gradi condito di energia e anche di fortuna benaugurante sotto forma di cibo. Come dire che sulla tavola di queste feste così particolari non dovranno mancare gli alimenti cosidetti "booster" cioè veri e propri caricatori energici con vitamine. minerali e magnesio. E poi gli ingredienti anti ossidanti e tutti quei tesori alimentari che sono preziosi alleati del benessere. Utilissimi ancor di più in questo momento storico di forzata convivenza con il Coronavirus in cui occorre aumentare le difese immunitarie a tutti i livelli psico-fisici. Per far fronte a stress e ansia per incertezze del futuro e ricaricarsi a tavola anche durante l'ultimo scorcio dell'anno. Puntando ad esempio su cibi completi come il miele e la frutta secca, simboli delle feste per eccellenza magari da adoperare non solo come fine pasto ma proponendo veri e propri piatti in tutta salute. Da non dimenticare inoltre un vero e proprio concentrato di energia anche di energia anche simbolica rappresentato dall'aglio che arricchisce l'organismo di allicina, zolfo, vitamine del gruppo B e ha proprietà anti batteriche; ce ne sono di tanti tipi e vari chef stellati gli danno grande importanza a questo alimento che si potrebbe definire quello invisibile del benessere fra i più forti in assoluto. ![]() ![]() -*- Quindi mangiate cibi energetici durante queste feste restate in famiglia e casa, non fate assembramenti, evitate baci e abbracci così sto Coronavirus prima ne va via e meglio è per tutti. BUON NATALE ![]() ![]() ![]() ![]() |
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MESSAGGIO PER R.
Tu sei invidiosa di me e sai cos'è un invidioso? No? Te lo dico subito: L'INVIDIOSO E' UN DEFICIENTE CHE NON RIESCE A RASSEGNARSI. E tu mi odi (io non ti odio anche se mi hai fatto del "male" e continui a farmelo)perchè sai cosa scriveva Hermann Hesse: SE ODIAMO UNA PERSONA E' XCHE' E' UGUALE A NOI.
La calma è la virtù dei forti e se aspetti con pazienza sulla riva del fiume, vedrai presto passare galleggiando, il corpo del tuo nemico!
Inviato da: cassetta2
il 25/11/2021 alle 08:46
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