PENSIERI AL VENTOSUL MIO DIARIO VIRTUALE FIGHISSIMO SCRITTO DA ME E DA VOI REGISTRATI ALLA DGL DI LIBERO. |
AVVISO A TUTTI I BLOGGHER
MESSAGGIO IMPORTANTE: Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali.
-*-
"La primavera è sinonimo di vita e di cambiamenti.. e con essa
anch'io cerco e voglio, per quanto sia possibile, apportare
alcuni cambiamenti alla mia vita.. premetto che non rinnego nulla di tutto quello che ho fatto in passato, però ho deciso di voler tagliare con i "rami secchi".
Da oggi voglio essere circondata solamente da persone positive e serene, persone che hanno solo cose belle da offrire e che con la loro presenza, sia virtuale che reale, mi facciano sentire bene...
La vita scorre velocemente, purtroppo, con periodi belli ed altri meno.. Io però vorrei aggiungere che se noi riusciamo avere accanto gente giusta e positiva, in loro compagnia, si possono passare momenti veramente meravigliosi e soprattutto indimenticabili..!!"
Ciotty
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Copyright ©(profilo: settembre 2005/blog: 2 luglio 2006 nuovo blog questo 16 ottobre 2007Ciottolinadgl2 )Questo come ogni altro profilo/blog è tutelato dalla legge75 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo N°196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al Nome, alla persona ed all'immagine ed all'onore.
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La travel blogger ha più di mezzo milione di follower su Instagram e sta affrontando la seconda gravidanza, continuando a sensibilizzare l'argomento sui social network«Il nome è uno, ma noi siamo in quattro», dice così la biografia di Instagram di Giulia Lamarca, la travel blogger che ha 596mila follower su Instagram e più di 376mila seguaci su TikTok. Di lei, il pubblico ama il carattere solare, i consigli che dà sui viaggi e sulla vita quotidiana, soprattutto per chi vive su una sedia a rotelle come lei. Giulia ha portato in rete il racconto della vita di una mamma in carrozzina, abbattendo dei muri e spiegando che non è così «diverso» come molti altri credono. Giulia Lamarca, 32 anni di Torino, è rimasta coinvolta in un incidente stradale nel 2011, in sella al motorino, che le ha causato la perdita dell'uso delle gambe. Da allora, non si è data per vinta. Ha affrontato il dolore a testa alta, trovando come unica via di uscita abbracciare la sofferenza per ritrovare la felicità, invece di accantonarla per non ascoltare ciò che provava dentro. In quel letto d'ospedale ha conosciuto Andrea, il suo attuale marito, che al tempo stava svolgendo il tirocinio per diventare fisioterapista. Da allora i due non si sono più lasciati, dando alla luce Sophie, che adesso aspetta una sorellina o un fratellino. «Io e Andrea ispiriamo gli altri genitori - ha spiegato Giulia - a non precludersi le esperienze nemmeno con un figlio piccolo che ancora non cammina. Adesso l'influencer si prepara ad affrontare la seconda gravidanza e al Corriere della Sera ha spiegato che «fare la mamma in carrozzina vuol dire che puoi essere una mamma come le altre, solo che a volte lo fai in modo diverso. In realtà, è più difficile pensarla la maternità su due ruote che viverla: mentre ti devi prendere cura di tuo figlio ti viene in mente come farlo. I limiti sono nella testa, per me la disabilità è soprattutto una condizione che ti attribuiscono gli altri». Se ce l'abbiamo fatta noi, pensano che ce la possono fare anche loro». «Della gravidanza sulla sedia a rotelle si parla troppo poco» Dopo un anno dall'incidente, Giulia ha ripreso l'università, si è laureata in psicologia e ha iniziato a viaggiare per il mondo, condividendo i suoi itinerari con i suoi follower. «Viaggiare mi ha permesso di normalizzare la mia nuova vita in carrozzina - ha spiegato Lamarca - a contattarmi sono soprattutto le famiglie normodotate. Mi chiedono come affrontare lunghi voli in aereo con un bimbo piccolo, come svezzarlo e trovare i pannolini giusti quando sei all’estero». Ma della maternità in carrozzina se ne parla troppo poco. «C’è poca consapevolezza, perfino tra i ginecologi. Non è impossibile come si potrebbe immaginare - ha concluso Giulia - io non ho perso la sensibilità degli arti inferiori né dell’area genitale. Non ho dovuto ricorrere alla fecondazione artificiale, mi hanno solo fatto il taglio cesareo perché non posso partorire naturalmente. Le gambe durante la gravidanza si sono gonfiate il triplo e sono dovuta stare attenta a non prendere troppo peso. A parte questo, ho affrontato la gestazione come qualsiasi altra donna». _*_ Bravissima e bellissima Giulia la ammiro e la seguo su instagram e la conosco pure. , Ciotty |
lL padrone non lo porta in gita a Venezia, il cane prende il treno e ci va da solo. Una gita fuori porta improvvisata per Roky, un cucciolo di Pitbull che l’altro ieri ha atteso in stazione a Lison di Portogruaro il treno regionale per Venezia per farsi un giro. Già, perché Roky è solito andare nella città lagunare in compagnia del suo padrone, Osman Berisa, che vive a Portogruaro. «In realtà è mio fratello che, anche per fare colpo sulle ragazze, lo porta a Venezia - ammette Osman, 23 anni, originario del Montenegro ma da anni stabilitosi con la famiglia a Portogruaro - Tanto che Roky li segue in treno, si mette vicino al finestrino e si gode il viaggio osservando il paesaggio». Una gita diventata consuetudine ma che sabato, per pura casualità, non era in programma. Almeno per il gruppo di giovani. Non per Roky che deve aver pensato: “Ci vado da solo”. Il raccontoCosì il Pitbull di 8 mesi è uscito di casa verso le 8 del mattino, è arrivato alla stazione ferroviaria di Lison e qui, senza tanto pensarci, ha imboccato il sottopasso per arrivare al binario 1 in cui transitano i treni diretti a Venezia. Lo ha subito notato anche Laura, una passeggera, che ha postato tutto su Facebook con tanto di foto. «Sul treno regionale Portogruaro-Venezia Santa Lucia delle 8.39, nella stazione di Lison - ha avvertito - è salito il cane, si è seduto in treno continuando la corsa verso Venezia». Un messaggio che si è trasformato in un tam-tam in Rete. «È stata mia mamma la prima a preoccuparsi - spiega Osman - Io ero ancora a letto, mia mamma è venuta in camera per dirmi che non vedeva Roky, così mi sono messo subito in cerca». Il ragazzo ha girato in lungo e largo per Lison senza però trovare traccia del suo Pitbull. Le notizie sono arrivate solo poco dopo attraverso internet. «Sono stato contattato da alcuni conoscenti - racconta Osman - Non potevo crederci e solo quando mi hanno inviato la foto ho capito cos’era successo». Roky fotografato in treno Roky infatti è stato fotografato mentre era seduto in treno, con lo sguardo sul finestrino, in attesa di arrivare a Venezia. «Mio fratello lo porta sempre con sé quando va a Venezia in treno - ribadisce il giovane di Lison - Sapevamo che gli piace tanto andarci, ma non avremmo mai pensato che sapesse arrivarci da solo. È davvero incredibile. Addirittura Roky ha imparato anche dove prendere il treno, tanto da non attraversare i binari ma utilizzando il sottopassaggio. Non solo, perché ora abbiamo anche scoperto che sa dove scendere». Roky infatti non è sceso a nessuna stazione intermedia del treno regionale che ferma praticamente dappertutto, ma solo dopo aver oltrepassato il ponte della Libertà ha capito di essere arrivato a destinazione. Qui ha trovato un agente della Polizia ferroviaria che, avvisato dalla moglie che nel frattempo aveva scoperto attraverso Facebook dell’insolito viaggiatore “portoghese”, ha catturato l’animale che è stato trasferito nel canile di Mestre. «Un viaggio che gli è costato due giorni di “carcere” - scherza Osman - Nel frattempo infatti sui social è apparso anche il mio numero di telefono che qualche conoscente ha postato. Ci siamo messi in contatto con la Polizia che ci ha spiegato che solo domani (oggi, ndr) lunedì ci consegneranno Roky». «Non sappiamo se dovremo pagare delle sanzioni - conclude Osman, mentre posta sul suo profilo Instagram le foto di Roky - di certo è stata un’avventura che ci ha confermato quanto siano intelligenti i nostri amici a quattro zampe». -*- Furbo sto cane , Ciotty |
La storia di Ettore: Abbandonato nel 1997 in una scatola di cartone sugli scogli del molo di Viareggio, è stato notato e salvato. Non aveva una casa, ne aveva 100 almeno, non aveva un "padrone", ma aveva cento, mille amici che si prendevano cura di lui. I pescatori di Viareggio erano la sua famiglia, lui li aspettava in questo punto del molo, aspettava la sua "cena" e loro erano ben felici di regalargli porzioni di pescato. Ormai era la mascotte di tutti, grandi, piccini e turisti, tutti avevano una carezza per lui. Questo fino a dicembre 2016. Diciannove anni di affetto, strusciate e fusa. Qualcuno si è accorto che il tempo era quasi finito, così Ettore è stato portato in un rifugio dove ha vissuto con cure e amore, fino al 15 dicembre, quando la sua codina si è fermata per sempre ed è corso sul ponte a giocare con le stelle... Adesso gli è stata dedicata una statua in bronzo, posizionata nel punto sul molo in cui lui, aspettava i suoi amici pescatori. -*- E niente, è solo una storia d'amore e ci tenevo a farvela conoscerla. , Ciotty |
Post n°1161 pubblicato il 14 Luglio 2022 da Ciottolinadgl2
Il 14 luglio 1789 moriva a Parigi, durante la presa della Bastiglia, Lady Oscar, eroina del cartone più amato anni ‘80. Forte e bellissima, simbolo di emancipazione e libertà nella quale ci siamo immedesimate tutte14 luglio 1789: anniversario della presa della Bastiglia. Giornata storica importantissima, per la Francia, e non solo, simbolo dell’inizio dei moti rivoluzionari che dal fine ‘700 e per tutto il secolo a seguire modificheranno il mondo a livello politico e sociale. Eppure, basta farsi un giro sui social, per rendersi conto come a essere di tendenza, il 14 luglio, non è tanto “la Storia”, ma una eroina bionda che ha cambiato a suo modo la storia di tutti noi, bambini negli anni ’80 e ’90: Lady Oscar. Perché oggi, 14 luglio è l’anniversario della morte di Oscar Françoise de Jarjayes, in arte Lady Oscar eroina meravigliosa, bellissima e tragica di uno dei cartoni più amati degli anni ‘80. E su Twitter, in moltissimi la ricordano, la celebrano, postano la famosa scena della sua morte, che ha causato litri di lacrime. Una donna cresciuta come ragazzo da un padre che desiderava un erede maschio, che diventa capo delle guardie reali in Francia, alla corte di Maria Antonietta e Luigi XVI, di cui tutti si innamorano, per il suo fascino pazzesco ma che (ovviamente) ama l’unico che non la ricambia. Bellissima, altera, coraggiosa, leale, forte: lady Oscar riuniva in un corpo meraviglioso le migliori caratteristiche maschili e femminili, conquistando in un colpo solo gli uni e le altre. Il cartone, perfettamente sceneggiato e disegnato, è riuscito a raccontare a una intera generazione la storia della Rivoluzione francese, con tanto di morti reali e vere ingiustizie dell’epoca, tra gli scandali di corte, i tradimenti, gli sperperi dei nobili e le privazioni del popolo. Non si poteva non restare affascinati dal racconto e dai personaggi. Inevitabile non innamorarsi, o immedesimarsi, in Lady Oscar. Tra le tante edulcorate Candy Candy, Georgie, Creamy o Lamù, tanto per citare i cartoni giapponesi più famosi di quegli anni, Lady Oscar irrompeva con il suo realismo, la sua tragicità, la verità storica, assolutamente nuovi e quindi suggestivi per gli occhi, e il cuore, dei bambini dell’epoca. La generazione di quelli che oggi hanno 40, 50 anni. E che dopo tutto questo tempo, piangono ancora nel rivedere la scena della sua morte, o quella di Andrè, amanti tragici che solo con, e dopo la morte, coronano il loro amore. |
Una storia a lieto fine quella di Molly, una micia smarrita a Cotignola, in provincia di Ravenna, nel Febbraio del 2020. All'epoca Molly aveva 14 anni e soffriva di ipertiroidismo. Per questa sua condizione doveva seguire terapie e difficilmente usciva di casa, se non per fare un giro in giardino sotto stretto controllo. Improvvisamente, una mattina, la sua mamma umana Federica non l'ha più trovata e da quel giorno non ha mai smesso di cercarla. Ha diffuso volantini e ha contattato le associazioni animaliste del territorio. Nonostante tutti i tentativi di Molly nessuna notizia, la micia sembrava volatilizzata, ma Federica non ha mai smesso di pensare che un giorno avrebbe riabbracciato la sua adorata micia. Federica non si è mai persa d'animo e qualche giorno fa la speranza si è riaccesa in Federica dopo aver visto il post pubblicato su Facebook sulla pagina dell'Infermeria Felina di Lugo: una micia anziana e bisognosa di cure era stata recuperata nel pomeriggio nei pressi di un'azienda a Cotignola. Le foto mostravano una somiglianza incredibile e Federica, quasi incredula, si è subito messa in contatto con i volontari. Nella tarda nottata di sabato, dopo un accurato esame delle fotografie Federica non aveva più dubbi, anche se le sembrava impossibile che si fosse avverato il miracolo nel quale aveva sperato per questi due anni. Domenica alle 9 Federica si è precipitata in infermeria felina della Sezione Enpa di Lugo e non appena ha visto la micia non ci sono più stati dubbi: era la sua gatta. Le è bastato chiamarla per nome e immediatamente si sono riconosciute: Molly ha iniziato a fare le fusa e Federica è scoppiata in lacrime. Una felicità contagiosa che ha fatto venire gli occhi lucidi anche alle volontarie presenti in infermeria. Non sappiamo e forse non lo sapremo mai cosa sia accaduto in questi due anni. Sicuramente Molly non ha vissuto da randagia, ha trovato cibo e forse anche riparo, anche se le sue condizioni denotano la necessità di cure e attenzioni, che fra le braccia della sua mamma umana non le mancheranno. Una storia meravigliosa simile a quella di Monica e del suo Mandarino, ritrovato a Faenza dopo 8 anni che ci insegna che non bisogna mai perdere la speranza e ci ricorda l'importanza di microchippare i propri animali. Sono contenta che gatta e padrona si siano ritrovate e ora siano di nuovo insieme. , Ciotty |
Una laurea in qualche modo storica. Elisa Santacroce, 23enne di Caselle (Torino) ma iscritta all'università di Genova, è probabilmente la prima studentessa italiana a discutere la tesi direttamente dall'abitacolo di un'auto. Il motivo? Mentre stava raggiungendo l'ateneo ligure, accompagnata dal fidanzato, ieri mattina (7 febbraio 2022) la ragazza si è trovata bloccata a causa del maxi tamponamento che sulla A26 ha causato due morti e dieci feriti. Elisa, iscritta al corso triennale in Servizio Sociale all'Università di Genova, era partita con largo anticipo dalla provincia di Torino per arrivare in tempo per la discussione. Quel contrattempo sulla strada, però, ha scombinato i suoi piani. Preoccupata, la giovane ha telefonato al suo relatore, il professor Luca Sabatini, che le propone di collegarsi su Teams, piattaforma tra le più utilizzate in questi anni di pandemia, tra lockdown e lezioni a distanza. La giovane discute la tesi online e viene proclamata dottoressa. «Eravamo bloccati su alcuni rituali e siamo riusciti a diventare flessibili, siamo diventati 'problem solver'. Come dire, avete presente la gabbia d'acciaio di Weber? abbiamo rotto quell'acciaio», commenta all'ANSA citando Max Weber Luca Sabatini, docente di sociologia all'Università di Genova e relatore della studentessa, che si è laureata con una tesi su 'Il fenomeno della povertà'. «In fondo - aggiunge il docente - in questo lungo periodo abbiamo usato il pc per la didattica a distanza. E se è vero che la discussione di una tesi dev'essere fatta in presenza è anche vero che ieri la studentessa era 'in isolamento'. Ho usato questo escamotage, la Commissione ha compreso e condiviso, e quindi abbiamo fatto così». Alla fine, una volta superato l'ingorgo, Elisa Santacroce e il suo fidanzato Alessio sono comunque riusciti a raggiungere l'università di Genova, per festeggiare la laurea. Almeno la celebrazione, com'è giusto che sia, è avvenuta in presenza. -*- Congratulazioni Dottoressa Elisa per la tesi di Laurea super speciale. , Ciotty |
Il taglio radicale dal passato e la rinascita. Queste possono essere il risultato di scelte consapevoli ma, a volte, sono conseguenze imposte da una volontà superiore: il destino. Lo sa bene Giulia Lamarca, psicologa, formatrice aziendale e travel blogger che dal 2011 vive la sua seconda vita. Classe ’91, originaria della provincia di Torino, Giulia è un'icona del web con oltre 116mila follower su Instagram (@_giulia_lamarca). Il 6 ottobre 2011 un grave incidente in motorino l’ha costretta per 9 mesi in un letto d’ospedale, per poi toglierle per sempre la possibilità di camminare. Ma proprio su una sedia a rotelle, ha ricominciato a vivere più intensamente di prima. Amante del viaggio, di cui parla nel suo blog My travels the hard truth, Giulia non ha mai smesso di esplorare il mondo insieme a suo marito Andrea Decarilini, fisioterapista conosciuto proprio durante la convalescenza in ospedale Per molti, la sedia a rotelle è un impedimento. Che significato attribuisce alla parola “limite”? «Io penso che ognuno di noi abbia dei limiti, seppur diversi. Inizialmente ho provato rabbia, perché la mia vita era totalmente cambiata e il pensiero di non poter più fare molte cose che normalmente facevo mi rattristava. Col tempo, però, ho imparato a fare di quei limiti un punto fermo, cercando di oltrepassarli. Se ci sono impedimenti provo a cercare la soluzione per superarli al meglio, per cui non ho più problemi nell’affrontare anche solo psicologicamente ogni ostacolo che mi si presenta». Ha dichiarato più volte di avere “una vita tragi-comica”, cosa intende? «Sì, vero (dice ridendo). Ho provato a dare questa definizione alla mia vita perché è un mix tra il tragico e il comico. Ovviamente, la tragedia è legata all’incidente di 10 anni fa, ma i postumi e il presente lo vivo con ironia. Ad esempio, piccoli incidenti domestici, come ad esempio un piede che rimane incastrato e mi impedisce di muovermi, diventano comici se raccontati con la giusta visione e col sorriso. Ho trovato la chiave di svolta per vivere serenamente anche i piccoli disagi». Per molti rappresenta un’icona. Come vive l’impatto con i social? «Ricordo che un giorno stavo parlando, in una storia Ig, di un argomento della quotidianità, come faccio normalmente con mio marito. Il riscontro mediatico che ho avuto è stato altissimo, tanto da pensare “Wow, mi sento ascoltata!” e questo è stato molto positivo. Quando fai parte di una minoranza, puoi anche urlare ma la gente non ti ascolta. Anche quando vuoi far valere un diritto, non si viene sempre ascoltati. Al contempo, ho capito la grande responsabilità che avevo sul web. Da una parte ho provato stupore, ma dall’altra ho capito che la mia voce veniva ascoltata e questo è incredibile. Mi piace il confronto che si può avere sui social, lo scambio di opinioni e, per fortuna, non ho trovato 'leoni da tastiera' che mi colpissero nel profondo». Lei viaggia molto: ha trovato accessibilità ovunque? «No. La difficoltà maggiore per gli spostamenti l’ho riscontrata sicuramente a Roma. Accessibile per le attrazioni turistiche, ma meno nella quotidianità: camminare per le vie della città per una passeggiata o prendere i mezzi risulta faticoso. In giro per il mondo, invece, ho riscontrato diverse realtà. In Giappone mi sono trovata benissimo: ci sono stata due volte e ho trovato un paese con un’altissima attenzione ai disabili. Mentre in Sri Lanka ho avuto uno spiacevole soggiorno: ho percepito un alto livello di discriminazione. Pensavo di ricevere critiche e occhi indiscreti soltanto nelle piccole realtà, magari poco sviluppate, ma l’impatto in Sri Lanka mi ha lasciato un cattivo ricordo. La mia più grande sfida è quella di far capire al mondo del turismo accessibile di dover fare più informazione circa le difficoltà che si riscontrano viaggiando. Ho provato e, ancora provo, a contattare il Parlamento europeo per far attuare delle leggi: ora è tutto fermo, ma spero che un giorno ci sia qualcuno che mi ascolti, anche perché i fondi ci sono». Presto sarà madre: quel 6 ottobre 2011, oggi, è una disgrazia o un caso fortuito? «Bella domanda, difficile dare una risposta secca. Quando ripenso alla mia storia, mi rendo conto che è andata benissimo. Poteva essere un film finito molto male. Se all’inizio mi sentivo triste, sola, senza affetti, oggi sono nel pieno della serenità. È una cosa che è accaduta, mi ha fatto crescere tanto e soprattutto cambiare. Adesso sono contenta di tutte le scelte che ho fatto. Questa che sto vivendo è la mia terza vita: quella assieme ad Andrea e mio figlio, che nascerà a fine settembre. E anche lì, la vita ha scelto per me: la data prevista per il parto sarà proprio fine settembre o inizio ottobre. Se dovesse coincidere con la data dell’incidente potrei pensare che era tutto scritto, chissà?». Cosa consiglierebbe a chi deve affrontare il suo stesso percorso? «La prima cosa che dico a tutti è “mi dispiace”. So bene la rabbia che si prova quando si vive una storia come la mia. E continuo dicendo di non ascoltare troppo la gente, perché questa è stata la mia più grande forza. Dando peso alle parole degli altri senza mettere mai in dubbio nulla, si rischia di farsi etichettare e diventare succubi di appellativi sgradevoli. Dopo 10 anni, mi capita di pensare e sperare in una cura futura che possa aiutare chi dovesse avere il mio stesso incidente. Sicuramente, portare i pensieri su un piano pratico aiuta a progredire». -*- Una grandissima, affascinante donna, molto forte e amante della vita. Sono contenta di essere sua amica. , Ciotty |
Tremila francobolli. Veri. Incollati su una Vespa 50 invece dell’album di un collezionista. La passione per realizzare quella che - a suo modo - è un’autentica opera d’arte moderna viene fuori dalle mani di Annarita Luzi, che da sempre prepara i piatti serviti nel ristorante di famiglia in piazza Duomo, a Tivoli. Il locale si chiama “La forma”. E forse non è un caso.
«Mi sono fatta aiutare da mio figlio Daniele - racconta ora Annarita - e ho realizzato questo pezzo unico solo per Maria Cristina, mia figlia, in occasione del suo compleanno». Serviva un’idea originale e, voilà, ecco la Vespa francobollata. In realtà sono serviti due mesi di duro lavoro, soprattutto notturno: «Maria Cristina non doveva assolutamente scoprire le nostre intenzioni, la Vespa sarebbe stata una sorpresa da infiocchettare vicino alla torta con le candeline. Così abbiamo portato il mezzo nella mia camera da letto e impedito l’accesso a chiunque. Non è stato facile». Soprattutto mettere una dopo l’altra quelle tesserine colorate che da sempre finiscono solo su lettere e cartoline. Eppure è tutto armonico: colori, dimensioni dei francobolli, linee di copertura della carrozzeria. La Vespa 3000 (francobolli) è stupenda, una gioia per gli occhi. Anzi, una star. Perché in pochi giorni, a Tivoli, tutti hanno almeno un selfie con il modello unico al mondo. «So che la Piaggio festeggia i 50 anni della sua strepitosa invenzione su due ruote - dice ancora Annarita -. Sarebbe bello andare in qualche esposizione». Solo per poche ore, però: Maria Cristina (la nuova proprietaria) tiene alla sua Vespa come fosse una figlia. Specie ora che il fratello Daniele l’ha completamente rimessa a nuovo. -*- Idea favolosa , Ciotty |
Ne avevo scritto qualche mese fa, per raccontare l'incredibile epilogo di questa storia. Mandarino un anziano gatto di vent'anni, aveva ritrovato la sua proprietaria dopo otto anni grazie all'intervento dell'Enpa di Faenza che aveva messo un annuncio sulla sua pagina Facebook. Il 13 marzo Monica, proprietaria di Mandarino, ha condiviso sui suoi social un commovente messaggio di addio:“Mandarino, piccolino mio adorato – scrive Monica sul suo profilo Facebook - ce l'abbiamo messa tutta, ma questa volta sei volato via davvero... Il tuo grande cuore mi ha accompagnata per quasi 21 anni. So quanto mi hai amata... Sei tornato dopo più di 8 anni per concludere con me la tua avventurosa vita. Te ne sono grata, mio glorioso guerriero... Ora splendi nella Luce, corri su prati verdi, arrampicati sugli alberi in fiore, corri nel vento, mia splendida creatura... Aspettami sul ponte dell'arcobaleno. Tornerò a prenderti, amore mio”. L'Ente Nazionale Protezione Animali con la suaPresidente Carla Rocchi esprime le proprie condoglianze a Monica per la perdita del piccolo Mandarino. -*- Mi dispiace tantissimo per Mandarino mi ero appassionata alla sua storia buon ponte dell'arcobaleno bimbo gatto meravigliosa creatura, Ciotty |
Solo per pochi minuti, ma pieni di commozione e di intensità. Sono quelli che ha potuto vivere una donna di 80 anni ricoverata nella “bolla Covid” dell'ospedale di Arezzo quando ha potuto rivedere il suo cane, un barboncino di nome Whiskey, facendo registrare anche un miglioramento nelle sue condizioni psicologiche e anche fisiche. A raccontare l'esperienza la stessa Asl il cui personale sanitario ha reso possibile l'incontro tra l'anziana e il suo cane. Ricoverata da una decina di giorni nel reparto di pneumologia dell'ospedale San Donato di Arezzo, la donna non migliorava. Da lì la decisione del primario Raffaele Scala di organizzare l’incontro con il barboncino, un’iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione di tutto il personale sanitario che, con tutte le precauzioni, ha accompagnato e monitorato il cane fino al letto della donna che, intubata, appena l’ha visto ha avuto la forza di chiamarlo. -*- Ma che dolcezza questa storia è proprio vero che gli animali sono speciali.... |
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Un saluto by Ciotty
QUESTO E' IL MIO ANGELO CUSTODE STRA BELLO
SI CHIAMA UMABEL CHE VUOL DIRE DIO IMMENSO HA LA CAPACITA' DI SUSCITARE E MANTENERE L'AMICIZIA. APPRENDIMENTO RAPIDO E GRANDE INTELLIGENZA. INTERESSE VERSO L'ASTROLOGIA E LE SCIENZE NATURALI. FACILITA' DI PAROLA. ASPETTO GRADEVOLE. DI MESTIERE FA IL VIGILE DEL FUOCO, MI PROTEGGE DA TUTTE LE PERSONE CATTIVE E PROTEGGE IL MIO BLOG. LO SO E' DAVVERO BELLO UN VERO FIGO!!!!
MESSAGGIO PER R.
Tu sei invidiosa di me e sai cos'è un invidioso? No? Te lo dico subito: L'INVIDIOSO E' UN DEFICIENTE CHE NON RIESCE A RASSEGNARSI. E tu mi odi (io non ti odio anche se mi hai fatto del "male" e continui a farmelo)perchè sai cosa scriveva Hermann Hesse: SE ODIAMO UNA PERSONA E' XCHE' E' UGUALE A NOI.
La calma è la virtù dei forti e se aspetti con pazienza sulla riva del fiume, vedrai presto passare galleggiando, il corpo del tuo nemico!
Inviato da: marabertow
il 21/05/2023 alle 16:19
Inviato da: cassetta2
il 25/11/2021 alle 08:46
Inviato da: alf.cosmos
il 14/04/2021 alle 20:04
Inviato da: cassetta2
il 11/12/2020 alle 17:38
Inviato da: cassetta2
il 02/07/2020 alle 11:17