Creato da endoke il 25/05/2009

LIBERA NOS, DOMINE

Non costituisco un esempio sono solo fedele a ciò che sono

 

Messaggi di Agosto 2021

Quando qualcuno ti dice che...

Post n°1560 pubblicato il 21 Agosto 2021 da endoke

qualcosa non si può fare,
ricordati che sta parlando dei suoi limiti,
non dei tuoi.


Io aggiungerei anche che non bisognerebbe mai dimenticarsi che generalmente gli impedimenti vanno di pari passo con le scelte.

E per quanto ci si ostini a considerare offensivo chi chiama le cose con il proprio nome, scegliendo di non scegliere, si fa comunque una scelta.


EndokeSensata

 

 

 
 
 

In attesa che rinfreschi un po'...

Post n°1559 pubblicato il 18 Agosto 2021 da endoke

 

...per godermi il mio angolo di paradiso, sempre sotto lo sguardo attento di Nerone che ormai si è totalmente ristabilito.

Salgo su al mattino molto presto per annaffiare e controllare le susine che tra un po' saranno definitivamente mature e i mandarini che per la prima volta dovrei riuscire a mangiare, mentre i fichi settembrini quest'anno salteranno un giro. Vedremo.

 

EndokeInMeritatoRelax

 
 
 

Autorevolezza, autoritį, autoritarismo: tre concetti ben distinti.

Post n°1558 pubblicato il 17 Agosto 2021 da endoke

(da un intervento di M. Morelli su www.ated.ch)

AUTOREVOLEZZA: è una dote poco diffusa, della quale spesso le persone in posizione di comando difettano; non si impara ma si costruisce nel tempo. Una persona autorevole è seguita dai suoi collaboratori perchè essi le riconoscono la funzione di guida, di leader naturale. Non è chi sa più di tutti ma chi conosce i suoi limiti ed ascolta i pareri altrui, senza vergognarsi di chiedere ciò che non sa.

AUTORITÁ: è un surrogato dell'autorevolezza; chi si appella all'autoritá si aspetta di essere obbedito non tanto perchè ciò che chiede sia giusto o corretto, quanto piuttosto perchè l'ordine è impartito da una persona gerarchicamente superiore.

AUTORITARISMO (dal dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti): Degenerazione in senso antidemocratico dell'autoritá.

Quando qualche anno fa ho scoperto che in spagnolo non esisteva la parola autorevolezza, mi si è aperto un mondo

Voglio essere più precisa. Se nel traduttore di google scriviamo "autorevolezza" lo traduce con "autoridad". Se cerchiamo "auorevolezza" nel dizionario italiano-spagnolo Ambruzzi lo traduce con "autoridad, crédito, importancia, seriedad, influencia de una persona". Se cerchiamo la definizione di "autoridad" nel Dizionario della Real Academia Española troviamo nei primi quattro punti le seguenti definizioni:

1. f. Poder que gobierna o ejerce el mando de hecho o de derecho (Potere che governa o esercita il comando, di fatto o di diritto)

2. f. Potestad, facultad, legitimidad (Potestá, facoltá, legittimitá)

3. f. Prestigio o crédito que se reconoce a una persona o institución por su legitimidad o por su calidad y competencia en alguna materia. (Prestigio o credibilitá che viene riconosciuto ad una persona o ad una istituzione per la sua legittimità per la sua qualitá e competenza in qualche materia)

4. f. Persona que ejerce o posee cualquier clase de autoridad (Persona che esercita o possiede qualsiasi tipo di... autoritorevolezza o ancora di autoritá???)

Anche ad un occhio inesperto appare immediatamente chiaro che neanche mescolando tutte e quattro le definizioni arriviamo a ció che intendiamo in italiano quando parliamo di autorevolezza. Inoltre l'uso della parola "autoritá" a uno spagnolo non lo fa arrivare a leggere neanche la quarta definizione.

Lavoro in un ambiente culturale quindi negli anni ho avuto modo di interfacciarmi con persone molto più colte di me, eppure quando ho chiesto la traduzione e la spiegazioone della parola "autorevolezza" quasi nessuno ha saputo rispondermi e negli ultimi 15 anni praticamente nessuno.

Ho fatto anche un'altra ricerca. Uno spagnolo di cultura medio alta (qundi i miei colleghi laureati per esempio) usa 500 parole e se è uno scrittore 3000 contro le 8.000 di Miguel de Cervantes, su un totale di 230.000 secondo un Accademico della Lingua.

Per quanto concerne noi copio e incollo dall'articolo "Quante parole esistono e quante ne usiamo nela lingua italiana di Davide Mazzocco del 2017 https://www.studentville.it/studiare/lingua-italiana-quante-parole-esistono-e-quante-ne-usiamo/

"Secondo i più importanti linguisti italiani (fra cui Tullio De Mauro, scomparso di recente) individui con un’istruzione medio-alta utilizzano fino a 47mila vocaboli, mentre il Vocabolario di base della nostra lingua si attesta su 6.500 parole con le quali copriamo il 98% dei nostri discorsi.

Questo nucleo, secondo il sito Treccani, si può dividere in tre sottoinsiemi:

1) Lessico fondamentale: 2000 parole di uso frequentissimo, di cui abbiamo padronanza sin dall’infanzia e che vengono utilizzate nel 90% dei nostri discorsi;
2) Lessico di alto uso: più di 2500 parole meno frequenti, di apprendimento scolastico e presenti nel 6% dei nostri discorsi;
3) Lessico di alta disponibilità: circa 1900 vocaboli utilizzati nell’1-2% dei nostri discorsi e comprensibili da tutti."

Ora non vorrei essere presuntuosa ma credo di avere ragione da vendere quando discuto con i colleghi iberici che forse forse prima di criticarmi (-ci) dovrebbero farsi un piccolo esamino di coscienza e, a voler insistere, anche far pippa.

E credo sia giustificabile il mio disappunto (questa parola la dedico a te che non sopporti che scriva "incaxxatura" jajajajajaja) perchè continuo a studiare e a cercare di informarmi per essere in grado di discutere e non finire come quelli che dicono "non è come dici te" senza ulteriori motivazioni.

E che si indispettiscano pure ma è un'affermazione vera quando dico loro che anche l'italiano medio sa esprimersi (seppur fatto salvo che anche i nostri giovani a volte lasciano un po' a desiderare) perchè siamo abituati alle interrogazioni orali e almeno gli alunni della mia generazione, quando venivamo interrogati alla lavagna dalla professoressa di matematica, se usavamo un verbo sbagliato ci correggeva nonostante non fosse l'insegnante d'italiano.

Mi pento davvero molto  se alla mia Direttrice che così educatamente mi ha ricordato di non essere laureata, ho fatto presente i dati di questi articoli dicendole che se io traducessi letteralmente dall'italiano allo spagnolo probabilmente userei dei vocaboli sconosciuti ai più ma assolutamente corretti, mentre se i colleghi facessero altrettanto, parlerebbero (come effetivamente parlano) un italiano povero e spesso e volentieri scorretto. Ed è per questo motivo che quando leggo sul sito istituzionale degli strafalcioni in italiano iniziano a prudermi le mani. Ovviamente della sua lontananza dall'avere autorevolezza ed essere piuttosto autoritaria anche se voleva mostrarsi cos¡ "compagna", l'avevo giá resa edotta a tre mesi dal suo arrivo quando termina la mia soglia di educata... tolleritá.

Ed è così ancora una volta mi sono fatta voler bene jajajajajajaja


EndokeAmabileEndoke

 
 
 

Raggiunte le 500.000 firme per il referendum sull'eutanasia.

Post n°1557 pubblicato il 16 Agosto 2021 da endoke

Ho firmato perchè sono d'accordo. Credo sia giusto che una persona possa decidere se morire o no quando colpito da una malattia irreversibile.

Ho sentito al tg la dichiarazione del Vaticano attraverso il Mons. Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita: "C'è la tentazione di una nuova forma di eugenetica, una idea in base alla quale tutto ciò che non corrisponde a una certa concezione di salute, viene espulso".

Una certa concezione di salute? E che significa? Dal mio punto di vista io non voglio ritrovarmi in un letto pesando su chi dovrà assistermi, familiari o meno, incapace di essere autosufficiente specialmente se dovessi restare inchiodata al letto.

Ovviamente il mio pensiero continua ad essere attuale e certamente non posso sapere se sarò dello stesso parere in futuro ma ho parlato già da tempo con mia nipote immaginando possa toccare a lei -visto che non ho intenzione di andarmene troppo presto (ho ancora qualche piede da pestare jejeje)- e le ho detto serafica: "tesoruccio della zia, se mai dovessi ritrovarmi inchiodata al letto attaccata ad una macchina tu fai finta di niente, tieni il piedino sul tubo, cavo o quel che l'è e non lo muovi da lì fino a che non me ne sarò andata".

Se finalmente aboliranno l'articolo incriminato non se ne dovrà far carico ma almeno nella mia famiglia la mia posizione è cosa nota. Mi dispiace che lo schieramento politico in cui più mi riconosco non sia concorde con l'abolizione di questo articolo, nè con la libertà di scelta che ne consegue ma è appena l'ennesima dimostrazione che se si una testa pensante e una proposta la ritengo in linea con il mio pensiero mi importa poco da chi venga. Peccato che in genere i promotori del libero pensiero non abbiano la stessa capacità.

Ho avuto un flash che c'entra e non c'entra. L'aver dichiarato con gentilezza in un commento su un blog che mi trovavo d'accordo su quanto letto anche se forse non ci sarebbero state molte altre occasioni in cui questo evento si sarebbe ripetuto visto che avevo idee politiche diametralmente opposte alle sue, con l'aggiunta di un sorriso per far capire che questa differenza non mi avrebbe certo impedito l'eventuale futuro confronto, mi sono ritrovata una risposta piccata del padrone di casa che mi ha detto qualcosa del tipo (non ricordo le parole esatte ma ovviamente saprei dove trovarle) che in quanto discendente dei partigiani non avrebbe mai potuto interagire con me o con una come me. Non male eh?!

 

EndokeCheForseEraMeglioQuandoTaceva


 
 
 

Pensieri in ordine sparso... (sarņ lunga andate oltre!) [in bozze dal 18.07.2021]

Post n°1556 pubblicato il 16 Agosto 2021 da endoke


Ogni volta che devo chiudere un bilancio trimestrale non posso fare a meno di andare oltre l'aspetto puramente contabile. Ammetto che i peggiori da chiudere sono quelli al 30 giugno -perchè qualche giorno prima è il mio compleanno- e quello di fine anno perchè è sempre pieno di troppi penseri e le feste natalizie, che ci cadono in mezzo e che io non sopporto, certamente non aiutano.

Il mio lavoro mi piace e già dal 2004 sono arrivata al punto massimo della mia carriera essendo italiana in "terra straniera", diventando definitivamente la terza persona nella scala gerarchica. Gli occupanti dei due posti sopra di me cambiano in media ogni 2/4 anni, quindi ho avuto a che fare già con 8 Direttori (2 donne compresa l'attuale) e 6 Segretari (3 donne compresa la penultima -che se ne è andata di punto in bianco il 24 agosto comunicandomelo il 18 all'ora di pranzo dopo essere stata un mese e cocci in ferie- e l'ultima che è arrivata il 10 dicembre, è andata in ferie il 15 per tornare il 13 gennaio e prendersi il covid quattro giorni dopo, restando fuori gioco per un altro mese e mezzo).

[E siccome non potevo farmi mancare niente, da fine agosto a metà ottobre anche la Direttrice assente, prima in ferie, poi operata e poi COVID. Ma mica sono stanca eh? nooooooo. (Sempre senza dimenticare che solo in una cittadina del nord altri possono essere definiti "stanchi" e sicuramente è vero, perchè anche rompere i coglixni deve provocar stanchezza!)]

Il fatto che cambino ogni ics tempo è negativo perchè quando finalmente capiscono che un pizzico di umiltà non guasterebbe se ne vanno, ma è anche positivo perchè almeno si è sicuri che... un giorno se ne andranno.

Per quanto riguarda queste due cariche giocano un ruolo importante  i cambiamenti di governo e, per quanto possa sembrare strano (agli altri ovviamente non a me!) i peggiori sono proprio quelli dell'area progressista. E tra gli uomini e le donne, sono molto peggio le donne. E tra le "zitelle" come me e le sposate, queste ultime che vengono battute in quanto a incapacità, all'uso di mezzucci, di due pesi e due misure, solo dalle "single di ritorno" perchè si portano incollate addosso tutte quelle cattive abitudini derivanti dal loro percorso coniugale che, come dico sempre, restano loro attaccate già dalle lenzuola del... corredo.

E le progressiste sono le peggiori anche perchè vogliono farsi vedere "avant'oltre" e invece, spesso e volentieri, all'occhio attento dell'esperienza -26 anni mica uno-, non sfugge che tendono a dare di sè una immagine amichevole, aperta, magnanima, "compagna", mentre in realtà sono le prime a commettere ingiustizie proprio perchè, essendo lontane dalla meritocrazia, finiscono per non essere obiettive. E anche una certa competizione con l'universo maschile non le aiuta. Lamentano sempre (e non dico sempre e solo a torto, sia chiaro) che i maschi guadagnano di più pur essendo di pari livello e poi invece di farsi valere per i propri meriti, pretendono le quote rosa. Il che, secondo me, è alquanto contraddittorio e soprattutto fa si che si continui a trattare le donne come un qualcosa da proteggere  e preservare manco fossimo dei... panda.

Amano essere adulate -seppur fingendo che sia una cosa che odiano- e  ripetono ad ogni occasione che siamo "un gruppo", ma solo perchè anelano l'omologazione e infatti prediligono chi soffre di sudditanza psicologica nei loro confronti perchè sono "il capo", chi non porta mai una idea contraria e chi si fa a tappetino. E così accade che se  uno riceve un riconoscimento  per il proprio lavoro dalla sede centrale, sono subito pronte a rispondere che "tutto il gruppo è molto efficiente". Anche quando il resto del gruppo non ha fatto una cippa per quel determinato lavoro. Finendo così  per sminuire chi ha ricevuto il meritato encomio.

Sono sempre attente a non dire ad un collega omosessuale che è incapace nello svolgimento del suo lavoro e poi, senza colpo ferire, ti dicono che siccome non sei laureata non puoi fare una traduzione in confronto a una che non ha manco 30 anni, ma ha una  laurea. E poco importa (a loro) se la laureata 30enne non sa neanche esprimersi senza riempire una frase di "ehmmm.... humm..." perchè non è in grado di mettere quattro parole in croce. Poi certo, ammetto di non attirarmi le migliori simpatie se, dopo aver spiegato lo stesso concetto in dieci modi diversi, sulla mia faccia compare chiarissimo il rammarico per tutti i soldi spesi dai genitori per averle permesso di studiare e non averne spesi anche  per una consulenza... logopedista. 

Ultimamente poi, con questo chiodo fisso di voler sottolineare a tutti i costi "l'uguaglianza di genere",  persino barbarizzando la loro lingua, che rispetto tanto quanto la mia, inventando parole obbrobiose che cozzano anche con le più elementari regole grammaticali: è per me davvero troppo.

Più ci si allontana dalla meritocrazia, più mi girano le palle. Secondo me tutti dovremmo avere le stesse opportunità, ma certamente non siamo tutti uguali. Nè rispondiamo alle responsabilità allo stesso modo. Non mi piace chi tende a livellare, soprattutto quando lo si fa  sempre e solo verso il basso, sentendosi al di sopra di tutti ma non accettando in alcun modo il confronto. Così so' boni tutti!

Non mi piace chi si riempie la bocca reclamando i diritti senza menzionare neanche per un secondo i doveri. E non è un caso che determinati discorsi escano sempre dallo stesso tipo di persone. Li senti sperticarsi su quanto sia importante il libero pensiero o la libertà di parola, ma se si presta la dovuta attenzione e li si provoca un po' (ed io ammetto di farlo spesso), si può facilmente comprendere che il libero pensiero va bene solo ed esclusivamente se coincide con il loro. E se non la pensi come loro, o se gli strappi di dosso tutta la patina del politicamente corretto,  allora sei come minimo un retrogrado (quando ci dice bene) fino ad arrivare ad essere considerato addirittura un... fasxista.

In una discussione mi sembrano sempre più numerose le volte in cui siano proprio loro quelli che non permettono di finire un concetto o che ti parlano addosso dimostrando di non avere argomentazioni solide a perorare il proprio ragionamento. Parlano per slogan e sono sempre loro che alla fine cercano di buttarla in caciara spostando l'asse della discussione su cose che non c'entrano assolutamente nulla. Ma magari mi sbaglio eh?!

In tanti anni ne ho viste tante, ma in quest'ultimo periodo mi pare si stia davvero esagerando. 

Mi sembra che ci si preoccupi molto di non fare discriminazioni, mentre si finisce per farne eccome. Se si usasse la meritocrazia (specialmente in ambito lavorativo) credo che tutto sarebbe più facile. Svolgi bene il tuo lavoro ti premio, lo svolgi male te lo faccio rifare finchè non lo fai bene o ti licenzio perchè non sei in grado di svolgere il lavoro per cui vieni pagato e avanti un altro. Senza mettere in ballo null'altro che la capacità lavorativa.

Non voglio privilegi perchè sono una donna e per lo stesso principio  non voglio dover pesare le parole quando per esempio debbo dire ad un collega gay che, siccome sul suo curriculum ha dichiarato di conoscere  il programma excell, non mi sento in obbligo di spiegarglielo, specialmente se non mi si chiede con educazione.

Ma dell'interazione con i colleghi gay per ora non ne parliamo. Devo infatti trovare ancora una risposta al perchè debbo essere costretta a sapere le scelte sessuali di un collega che in quanto personali e quindi indiscutibili, come per ognuno di noi, andrebbero relegate alle proprie alcove. 

Intanto, per cominciare bene la giornata, ho attaccato un altro cartello nella bacheca del mio ufficio che è frequentato indistintamente da tutti e che tradotto (l'ho infatti appeso nella loro lingua perchè non vorrei mai che non ne cogliessero il senso)  recita così: "Essere liberi non è per chiunque. Bisogna avere il coraggio di fare una brutta figura con molta gente, accomiatarsi da altrettanta ed essere pronti ad essere odiati". D'altra parte io sono all'antica e non uso strumenti come fb dove la maggior parte delle persone si sente leone da tastiera: preferisco la mia bacheca fisica e adoro vedere in diretta chi legge e storce la bocca senza avere il coraggio di dirmi nulla.


EndokeRompicogxioniEndoke

 
 
 

Insieme all'accusa di essere...

Post n°1555 pubblicato il 15 Agosto 2021 da endoke

 

...polemica, è la frase che mi sento ripetere più spesso. E guarda caso sempre dallo stesso tipo di persone, ma te guarda, chissà come mai!

Ovviamente a seconda dalla bocca da cui esce ha un peso diverso ma, essendo abituata a mettermi in discussione e a non concedermi alibi, alla fine fa sempre meno male.

Conosco i miei limiti e non li nascondo. Pur sorprendendomi spesso a cercare di vincere i miei difetti se ci si  conosce bene, si sa anche quando è il momento di smetterla di trovare un punto di incontro.

Quando si è giovani ogni accusa che ci viene mossa ci cade addosso come un macigno, ma poi anche qui conta il carattere.

Sono stata educata alla discussione, al confronto sin da molto piccola. E se sono convinta di una cosa e mi si muovono accuse che non ritengo corrette, non mi sposto di una virgola, anzi!

Ricordo sempre con un sorriso le discussioni con mio padre che spesso e volentieri finiva per dirmi "hai ragione, ma fino a che vivi sotto il mio stesso tetto valgono le mie regole".

E le regole si sa non si dovrebbero mai cambiare a partita iniziata.

A volte, quando sono stanca, penso che se mi avesse educata in modo diverso, se non mi avesse insegnato a ragionare sulle cose, ad analizzare tutto nel suo complesso senza cedere alla tentazione di guardare solo ed esclusivamente ciò che ci fa comodo, se non mi avesse inculcato la meritocrazia, mi sarei risparmiata più di una delusione, ma è un pensiero che dura poco. Basta che mi guardo un po' in giro e preferisco mille volte essere come sono. E che gli altri pensino pure quel che vogliono.

La mediazione non è esattamente una delle caratteristiche che mi contraddistingue eppure, se ne vale la pena almeno dal mio punto di vista, riesco a trovare un punto di incontro, seppur non senza una certa fatica da parte mia. Certo è che se poi mi rendo conto che l'essere tornata sui miei passi viene letto come una resa da parte mia, allora mi arrendo per davvero e proseguo dritta per la mia strada. E quando per cercare di controbatermi mi si usano paragoni... agglomeranti è il momento in cui sono certa di aver vinto il round della discussione.

Non fuggo mai da un confronto, ma quando si hanno troppi fronti aperti bisogna affrontare un problema alla volta e la mia soluzione è talmente semplice che rasenta il banale: dove non c'è guadagno, la remissione è certa.



EndokeMinimaleMaMai...Minima!


 

 
 
 

Avevo sempre saputo che
il vero amore è al di sopra di tutto
e che sarebbe stato meglio morire,
piuttosto che cessare di amare.
Ma pensavo che solo gli altri
ne avessero il coraggio.
In quel momento, invece,
scoprivo di esserne capace anch'io.
Anche se avesse dovuto significare
partenza, solitudine, tristezza,
l'amore valeva comunque
ogni centesimo del suo prezzo.
(Paulo Coelho)


 

 

Quem nos decepciona
não necessariamente
não presta.
Ás vezes,
a decepção é causada
por nós mesmos
que esperamos
das pessoas além
do que elas podem dar...
Especialmente por...
compararlas conosco.

 

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