Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

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Messaggi del 23/10/2023

Smargiassate termonucleari.

Post n°2840 pubblicato il 23 Ottobre 2023 da fedechiara
 

La smargiassata di Kamenei di voler colpire Israele se non smette di bombardare Gaza non meriterebbe commenti se non fosse per l'evidenza della sproporzione dei mezzi militari Israele più U.S.A. in confronto all'armamento complessivo dell'Iran. L'Iran ha messo a punto la Bomba? Forse, chissà.
E' questo che lo spinge a mostrare i muscoli rachitici di piccola potenza regionale e a fare il gradasso?
Si suppone che le intelligence americana e israeliana abbiamo individuato da tempo i siti e i luoghi degli armamenti dei pretoni islamici in foia bellica che abbaiano alla Luna e che le azioni militari di risposta saranno chirurgiche e ridurranno subito al silenzio gli schiamazzanti sciiti.
Ma è ragionevole supporre anche che l'abbaiare alla Luna del cagnolino Iran abbia un altro scopo. Mi prendo io il carico da novanta di una guerra devastante per il mio paese sicuro come sono che, un attimo dopo, scenderanno in campo i mastini della Russia e della Cina nel fantasmagorico inizio della terza guerra mondiale. Termonucleare.
La prima e la seconda guerra mondiale ai loro inizi, al confronto, erano più 'gestibili' dalle diplomazie di quanto lo sia questo nuovo inizio bellico d'autunno. Prepariamoci, quindi.
La discesa agli Inferi mostra sempre l'incertezza del passo iniziale del protagonista sullo scalino che mena all'abisso e la giornata ottobrina è soleggiata e cantano i passeri sui rami, distogliendoci dai pensieri del cupio disolvi, ma gli scoppi laggiù, nel b... del c... del mondo che è il Medio Oriente, sono quotidiani e uno tira l'altro fino al Maggiore concatenante.
Tutto può cambiare in un attimo fatale, estote parati.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Il peggio che mai muore.

Post n°2839 pubblicato il 23 Ottobre 2023 da fedechiara
 

A dicembre. 22 ottobre 2016
Sono alla frutta. E lanciano proclami che neanche il peggior imbonitore su piazza azzarderebbe - e si spingono fino a minacciare l'Europa di trovare morte certa sul vallo Adriano della legge di bilancio italica che fa acqua da tutte le parti: dagli stanziamenti per i migranti in crescita esponenziale, grazie agli incessanti arrivi e alla disastrosa e ipocrita politica de 'l'accoglienza', alle mancate politiche economiche per far si che i nostri 'bamboccioni' si svezzino, finalmente, e si decidano a levare le ancore dalle famiglie di origine e piantino radici in qualche luogo diverso del vasto mondo, come fanno i loro pari età a nord delle Alpi.
E il mite Padoan, fiutando la fredda aria che tira tra i membri della Commissione europea incaricata di approvare o bocciare la manovra d'autunno, si trasforma in un attore dei film pulp di Quentin Tarantino e trombona minaccioso: 'O con noi o con l'Ungheria!' - come se quella stupida contrapposizione fosse un coltello brandito per far si che l'Europa apra i cordoni della borsa e alzi la barra del deficit di bilancio e consenta così di finanziare tutti i capitoli di spesa della folle politica economica dello s-governo renziano.
E la chiusura delle frontiere in Europa ci ha messo con le spalle al muro e siamo soli a fronteggiare una emergenza-migranti che il duo Renzi e Alfano non ha saputo/voluto contrastare - riempiendosi la bocca con lo slogan atroce e bugiardo de 'salviamo vite' e nessuna politica di dissuasione e contrasto della tratta degli schiavi in partenza dalle coste libiche. E oggi paghiamo cara, paghiamo tutta l'insipienza e la non volontà di avviare e accelerare i rimpatri dei clandestini come ci chiedeva l'Europa di fare prima che si chiudessero le frontiere a causa delle 'giungle' di Calais (e di Como e di Ventimiglia) che abbiamo colpevolmente alimentato per anni.
Sarà per questo che la frase 'O con noi o con l'Ungheria.' , detta da una persona che, fin qui, ci era sembrata controllata e ragionevole, ci pare la sguaiata conclusione e il miserabile 'coup de theatre' di una sceneggiata che si è aperta due anni fa con una congiura di palazzo ('Enrico stai sereno'), è proseguita con una irritante e fallimentare vendita di pentole 'riformistiche' costituzionali e morirà, presumibilmente, con Renzi che rassegna le dimissioni al Quirinale il 6 dicembre?

 
 
 

Sperdimenti e vecchi imperi.

Post n°2838 pubblicato il 23 Ottobre 2023 da fedechiara
 

Sperdimenti e vecchi imperi. - 22 ottobre 2015
E da palazzo Malipiero, luogo pulito e un filo asettico e inespressivo, il padiglione dell'Iran si è trasferito in calle san Giovanni, - in uno dei luoghi desolati dell'abbandono delle attività industriali e artigianali di Venezia che bene esprime e rappresenta l'idea di conflitto e macerie e di guerra permanente che abbiamo, noi lettori dei giornali, di quelle zone dell'Asia unificate, nei secoli lontani, nell'Impero Persiano delle mitiche guerre all'Occidente e alle democrazie delle città-stato elladiche.
E, di stanza in stanza e di artista in artista, si mostra, mal filtrato dal linguaggio dell'Arte, il senso di sperdimento e di sgomento che agita le menti e i cuori dei figli (molti di loro vivono e lavorano in Occidente) di quelle terre disgraziate.
E, se all'ingresso vi accoglie un giocoso (apparentemente) cammello che 'ha fatto le valigie' e si consegna tutto intero a un suo immaginario viaggio e stralunato addio all'esotico deserto delle origini, in altra stanza è una carta geografica che disegna un subcontinente col filo spinato delle sue mille contraddizioni sociali e i conflitti di tutti contro tutti: islamici pachistani versus induisti, sunniti contro sciiti e gli alawiti e wahabiti contro chissà chi e perché e tutti confusamente contro il 'Great game' dei maledetti occidentali di turno e le loro ambizioni geo strategiche e decisioni quasi sempre folli e sbagliate nell'area mediorientale che sono continuo stimolo a disastrose guerre stupide e massacri spaventosi e gli esodi biblici conseguenti.
E chissà se quel capitello mostrato in sezione con gli eleganti caratteri arabi che si mostrano all'interno allude alle distruzioni di Palmira da parte di quei suonati integrali dell'Isis o è gioco artistico concluso nella sua bravura. O se quella foto di gruppo in un deserto di genti tutte chiuse in luttuosi abiti neri esprime un rabbioso: 'Che ci facciamo qui?'- poveri noi, esseri umani che la sorte ha castigato per nascita e condannato alle nequizie delle arabe tradizioni e culture islamiche del conflitto permanente e delle recriminazioni perpetue e inacidite contro l'odiato Occidente che ci ha rifilato Israele.
E l'unica, solare opera d'arte che unisce gioco artistico e ironia e allusioni precise e irridenti col linguaggio delle antiche stampe della tradizione islamo-indiana è un video che incanta e ti incolla davanti per tutta la sua durata e oltre e narra da par suo le trasformazioni del mito dell'araba fenice e lo sfilare degli animali della giungla d'antan coi maragià seduti in coppa agli elefanti che trasfigurano nell'attualità delle guerre dei generali e dei fucili e missili e gli f16 e le bombe 'di precisione'.
Chapeau all'artista e 'Bonjour tristesse'. Com'era bello l'Oriente del mito e dei viaggi esotici di noi viaggiatori che più non viaggiamo in quelle fornaci d'odio e di orrore terroristico.
 

 
 
 
 
 

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